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Vecchio 28-01-2023, 12:01   #21
Esperto
L'avatar di Xchénnpossoreg?
 

Il lockdown non ha modificato la mia socialità.
Zero amici/fidanzati/uscite per locali prima, zero amici/fidanzati/uscite per locali dopo.
I conti tornano sempre .

Ci sono stati dei cambiamenti in altri ambiti, ad esempio non ho più avuto spazio e privacy per disegnare (e la situazione continua tuttora). Mi sono dovuta adeguare, sono passata al digitale e sto ancora cercando di abituarmi al perenne rumore di sottofondo.
E' il classico punto dolente. Purtroppo non ho molti modi per attenuare stress e ansia, il disegno in questo mi ha sempre dato una mano e ritrovarmi così è difficile.
C'est la vie, bisogna farci il callo.

A parte questo negli ultimi anni tra lutti, sfighe varie, ecc posso dire di aver passato un periodo davvero di melma.
Vecchio 28-01-2023, 12:24   #22
Esperto
 

Stranamente durante il lockdown non sono né dimagrito ne ingrassato

Come Zoe ho vissuto anch'io questa forte privazione della libertà, un conto è uscire di casa perché non vuoi, un conto perché non PUOI, sono 2 cose diverse

Non sono mai stato dalla parte dei fanatici delle misure restrittive (come ho già detto sostenevo il movimento ioapro) ma nemmeno di chi ha fatto totalmente finta di nulla e negava l'esistenza del virus.

Purtroppo chi promuoveva l'uso di cure domiciliari veniva bollato come negazionista e veniva messo a paragone con chi diceva "il virus non esiste" ma invece avevano ragione, altroché negazionisti
Vecchio 28-01-2023, 19:35   #23
Banned
 

Non è stato un periodo facile emotivamente, ammetto che ero molto preoccupato e ansioso, anche il non uscire a fare passeggiate in tranquillità ha pesato abbastanza, però comunque in questo periodo ho fatto amicizia con una bellissima persona, cosa difficile di questi tempi a mio avviso, soprattutto per me, di negativo c’è che con un altro mio amico ho interrotto di parecchio le frequentazioni, spesso nel weekend ci si vedeva a casa mia a vedere la partita e un film
Vecchio 28-01-2023, 20:42   #24
idk
Esperto
L'avatar di idk
 

La città durante il lockdown era bellissima e vivibile, finalmente si poteva respirare a pieni polmoni aria pulita. Niente caos, niente ingorghi, strade libere e ordinate e un generale senso di pace. Metterei ora la firma per riavere la città come i primi mesi di lockdown.
Vecchio 28-01-2023, 21:27   #25
Esperto
 

La cosa che più ho odiato di quel periodo è stata la totale incertezza sull'avvenire, nessuno poteva sapere quanto sarebbe durato, quando si sarebbe avuta la parola fine!! Si viveva nell'angoscia perenne!! Poi accendevi la TV e puntualmente ti trovavi da un lato i catastrofisti/pessimisti che parlavano di apocalisse e dall'altro i deliri dei novax!! Grazie a Dio che ne siamo venuti fuori!!
Vecchio 29-01-2023, 12:36   #26
Esperto
L'avatar di Tragopan
 

Anch'io ricordo quella primavera come uno dei periodi più belli: giornate stupende, una primavera "così primavera" come non si vedeva da tempo, silenzio, tranquillità, la natura che sembrava essersi ripreso il suo spazio, nessun dilemma se accettare o no di uscire il sabato sera.

La verità è in quel periodo eravamo tutti giustificati dall'astenerci dalle nostre responsabilità sociali e lavorative e questo, almeno nel mio caso, mi ha fatto sentire spensierato e leggero come non succedeva da tempo. Per le persone come me quello è stato un contesto dove i miei comportamenti erano ampiamente giustificati, una situazione quasi tagliata su misura per me.

Ultima modifica di Tragopan; 29-01-2023 a 12:39.
Vecchio 11-03-2023, 23:53   #27
Intermedio
 

Quote:
Originariamente inviata da Ur-Quan Visualizza il messaggio
Buongiorno a tutti; sono un nuovo utente che, a volte e negli ultimi anni anche troppo, è stato ostacolato nel vivere dall'evitanza e speravo di avere un confronto con voi sul tema.

Come da titolo, torniamo per un secondo ai tempi del lockdown.

Nel finire del 2019 ero in un momento di enorme difficoltà: avevo fallito l'esame abilitante alla professione per la seconda volta, sebbene avessi enormi dubbi sulla correttezza della bocciatura, in quanto, esaminati gli atti, non vi era alcuna traccia di qualsiavoglia correzione.

Questa difficoltà era però difficilmente esternabile, perché, secondo il giudizio altrui, la mia vita andava bene.

Ero fidanzato con una persona il cui modo per essere supportiva non riusciva proprio ad essere d'aiuto, perché a mio parere lei non comprendeva assolutamente la mia frutrazione e il mio bisogno materiale (come se i soli crescessero sugli alberi...).

Non ero una persona sola, come mi si faceva notare: il problema è che avere intorno a sé delle persone non elimina la sensazione di alienazione quando vedi la loro vita andare avanti e la tua rimanere immobile.

Ero stato anche da una psicologa, che mi aveva sostanzialmente detto che ero io l'aguzzino di me stesso (e tutti i torti non li aveva).
In sostanza, il profondo senso di alienazione e smarrimento che provavo era generato dal giudizio duro che avevo di me stesso, frustrato per il fallimento dell'esame di abilitazione.

In questo mare di alienazione e frustrazione, il COVID è arrivato e con esso l'isolamento imposto.

Ebbene... mi ritrovavo all'improvviso a non dover più uscire e frequentare tutte quelle persone con cui non riuscivo più a reggere il confronto.
Non dovevo neanche fare l'odiatissima festa dei 30 anni: avevo la perfetta, inattacabile scusa della quarantena per evitare e negare la convenzione sociale del compleanno dei 30, festa che se avessi fatto mi avrebbe annichilito: cosa c'era da festeggiare per me, rimasto indietro e circondato da persone che invece sembravano proprio essere sul pezzo?

Senza più l'ansia sociale e del confronto, mi sono sentito rinascere e mi sono sentito così bene che ho persino passato il tanto frustrante esame di abilitazioni e con una votazione eccellente.

Durante la quarantena, mi ero organizzato per alternare ore di studio a ore di riposo, avevo trovato un equilibrio tra l'attività e il riposo, per la prima volta dopo anni mi sentivo ristorato nelle mie energie, dormivo il giusto, senza risvegli, senza incubi.

A sentire i racconti di altri, mi sembrava incredibile: persone devastate dall'isolamento, gente disperata e tra me e me, lo dico onestamente, sorridevo, pensando che ora erano gli altri a sentire quel senso di immobilismo e alienazione.

Non ne vado fiero di questo pensiero, ma mettiamo pure questo sul tavolo.

Avevo messo in moto un meccanismo virtuoso per cui, nel giro di due anni, ero riuscito a mettermi "in pari" su molte cose, quasi come se l'immobilità in cui erano caduti gli altri mi avesse eliminato la paura del confronto e sbloccato il mio potenziale.

Un lieto fine?

Non esattamente.

Finita la quarantena, sono tornato alla normalità e mi sono scoperto non più abituato alla vita sociale che avevo.
Se prima mi sentivo solo perché mi sentivo inadeguato ed ero agitato dal confronto con gli altri, ora mi trovo a essere molto arrugginito nelle meccaniche sociali, con conseguente disagio e, sinceramente, anche molto fastidio (che traspare, lo vedono e crea ulteriori problemi.)

Qualcuno si è trovato/si trova in questa situazione? Consigli? Pareri?
Ciao, a me è successa la tua stessa cosa. Il periodo 2017/2019 per me è stato tremendo. A fine 2019 la mia vita era un enorme casino, soffrivo di depressione, ansia, doc insomma, era tutto un vero casino. Il lockdown è arrivato all’improvviso e anche io stavo davvero bene in casa, non c’era più quella pressione sociale di dover uscire e vedere gente, spendere soldi per una vita sociale imposta da non so chi…è stato un momento di stop che mi è servito enormemente a sistemare alcune questioni irrisolte della mia vita e se non fosse arrivato, è brutto da dire, ma non so se alcune questioni le avrei sistemate. Da inizio 2022 quando si è tornati gradualmente ad una socialità, per me non è stato affatto facile e tutt’ora sto facendo molta fatica a riabituarmi alla routine frenetica quindi ti capisco davvero.
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