I suicidi credo siano più comuni tra i soldati in guerra, così come le mutilazioni...durante la prima guerra mondiale i soldati italiani si sparavano nelle mani per poter essere rimandati a casa.
O nella jugoslavia dove i soldati svedesi, nel vedere gli orrori della guerra paragonati al benessere di dove stavano loro, si suicidavano in percentuali molto più alte che i soldati italiani (che erano in maggioranza meridionali e a casa loro spesso c'era mafia e camorra)...
Penso che il suicidio sia dovuto all'attaccamento ad una certa idea di vita, alla voglia di vivere ed all'avere aspettative alte....forse nasce quando il divario tra vita che vorremmo vivere e vita vissuta diventa insopportabile...un africano che è sempre vissuto nella sofferenza ha meno disperazione rispetto ad un occidentale che si ritrova catapultato nella guerra o cade in disgrazia (come i miliardari - e successo di recente in germania - che si uccidono dopo aver perso tutto). Allo stesso tempo i samurai giapponesi fanno harakiri quando hanno perso l'onore, ovvero non possono più vivere secondo il rigido e invalicabile codice morale della loro società...
Un internato nei lager, come dice nightvision, non ha più prospettive, ha il cervello annullato, e quindi praticamente quasi si scorda, come racconta primo levi nei suoi libri, com'è la vita reale, e non riesce nemmeno a disperarsi, andando avanti come uno zombi...
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