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Sul suicidio....
Oggi ho partecipato ad un incontro con sopravvissuti ai Lager nazisti….hanno raccontato le loro esperienze e io mi sono chiesta: ma com’è che in quell’inferno, la gente tirava avanti a lottare, a sperare invece di togliersi la vita e farla finita con tutte le sofferenze? 8O
Oggi, in un tempo di relativa pace, sembra che i suicidi siano all’ordine del giorno…. Voi cosa ne pensate? :?: |
Re: Sul suicidio....
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detto questo io sarei stato probabilmente uno di quelli che dopo xx giorni si sarebbe stancato e sarei stato non tanto uno di quelli che avrebbe toccato il filo spinato, ma quanto uno di quei pochi ribelli che hanno tentato di sabotare i campi e insorgere (con attacchi pseudo-kamikaze o simili)... non mi sorprende tanto l'aumento dei suicidi di oggi, ma quanto la forza d'animo dei sopravvissuti di allora... il suicidio in un contesto di sofferenza personale io lo trovo un'alternativa più che plausibile... |
Quando alle superiori mi han portato per la terza volta in meno di 2 anni a rivedere shindler list a metà film ho pensato anche io seriamente al suicidio...il mio però....
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Lì si lottava x tornare a vivere più che x morire...
Oggi c'è poco x cui lottare (in generale, non parlo di situazioni estreme)...E alle volte, ci si ammazza x cazzate Poi vabbè, il suicidio, un pò come tutto è un fatto soggettivo....Inutile dire....Società, stile di vita, tempi cambiati, mancanza di ideali (potrebbe essere probabile) ecc ecc |
Beh io farei un altro paragone
perchè gli africani non si suicidano anche se muoiono di fame ? E perchè non hanno seghe mentali ? Mah mistero, sara' che noi che abbiamo tutto e la pancia piena ci facciamo male da soli. |
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è tutto un problema di attaccamento alla vita, gli ebrei depressi si saranno lasciati andare, quelli che avevano una bella vita avranno lottato fino all'ultimo x resistere
noi non dureremo un giorno in un laghetto |
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basta pensare ai sogni che facevano la notte, alle testimonianze di levi, la notte di wiesel e le tante testimonianze ecc...ecc.... |
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i giovani non capiscono mai un caxxo :!: |
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Esterna il tuo pensiero. Chiaramente. |
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E non smetteró mai di piangere in quel punto verso la fine... quando lui si piega quasi sulle ginocchia dicendo "avrei potuto salvarne un altro, forse due...." e il resto lo sapete... Cosa spinge al suicidio poi..... nemmeno io che ho tentato di farlo, so spiegarlo fino in fondo. Ci sono stati momenti che ho avuto paura di me stessa. Paura di poter da un attimo all'altro poterlo fare. Di nuovo. |
Si puo' benissimo prendere ad esempio il film s.list la situazione è la stessa, la fuori c'è una guerra, certo non c'è il nazismo ma c'è un sacco di gente a pezzi..
Avete idea di quello che puo' fare una persona che dedica qualche ora al volontariato ? Non dico che ottiene gli stessi risultati di shindler ma quasi.... sapete cosa significa andare in un ospedale a chiacchierare e tirare su il morale a qualche anziano o gravemente malato ? Oppure dargli un po' di aiuto pratico ? E' necessario che ci sia il nazismo per muovere il culo ? |
Prendendo l'esempio di Primo Levi, io credo, che dopo la sua esperienza nei campi, una volta tornato alla vita, si sia trovato ad essere consapevole della povertà e l'ipocrisia del mondo....
che sia rimasto disilluso e abbia trovato un grandissimo divario tra quello per cui si combatteva nei Lager e quello che invece era ritenuto di primo ordine nella società, quasi (mi perdonerete) a sentire nostalgia di alcune atmosfere del suo incubo conclutesi.... credo che nei lager ci fosse autenticità e coesione tra i vari detenuti, che si lottasse contro un nemico comune, la solidarietà era all'ordine del giorno e la pausa pranzo era il momento più atteso (anche se si mangiava solo brodaglia inconsistente), e quando arrivava un pacco alla posta era una festa... :) queste piccole cose credo bastassero come motivazione ad andare avanti ogni giorno, unito poi alla speranza più grande: essere finalmente liberi....!!! La meta dunque era la libertà, quella gente non pensava ai problemi del mondo, ma pensava solo a se stessa, come è ragionevole in una situazione di così tragica portata individuale.... La libertà era vista come completa, grandiosa e unica realizzazione....qualcosa per cui continuare a lottare.... Non si pensava in cosa consistesse questa libertà....l'importante era il qui ed ora.... :roll: |
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al di la del riferimento ai campi di prigionia che c'entra poco , questo è un discorso che è stato più volte affrontato.
probabilmente è vero che quando la mente è presa da preoccupazioni o incombenze più legate alla sopravvivenza fisica questo pensiero diventa totalizzante che non si ha possibilità di pensare ad altro E' quando invece i bisogni primari sono soddisfatti che subentra la capacità e il tempo di riflettere e di pensare alla propria situazione, di confrontarla con quella degli altri..e da li nascono i pensieri suicidi |
trovo molto interessante quanto scritto da piocca.
Deve far riflettere la mancanza di valore che attualmente viene attribuita, soprattutto dalle nuove generazioni, ai principi di base che dominano la nostra vita reale, che vanno dai sentimenti privati agli ideali di giustizia e di libertà. Tutto ciò a causa della surroga di questi beni immateriali con beni materiali e di più facile assimilazione. Il sistema dell'usa e getta si è trasferito anche nella nostra psiche e non ci consente più di apprezzare le cose più semplici che potrebbero però renderci felici, sempre alla ricerca di quel qualcosa di più e di meglio per essere sempre al passo con dei modelli imposti dagli esperti di marketing, gettandoci nella frustrazione sia riuscendo ad ottenerlo sia nel caso opposto. |
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sei estroverso e vivi impulsivamente pensando poco e allora hai poco tempo anche x ragionare sui lati oscuri della vita. Diventi una persona molto più introversa e riflessiva inizi a rischiare... io in questi casi faccio sempre l'esempio dei grandi letterati/artisti... diversi artisti del passato e del presente erano depressi, fobici, considerati folli o avevano comunque visioni di vita pessimiste... più tempo dedicato a pensare alla propria sfera emotiva e alla propria mente, al modo di vivere il mondo, di rapportarsi con esso ecc...ecc...e inevitabilmente corri più rischi di restarci intrappolato dentro... daccordo con il discorso tuo Pio'...in una situazione in cui sei impegnato a sforzarti di trovare una soluzione x vivere anche quel secondo in più hai molto meno tempo da dedicare a certi pensieri, hai meno tempo anche x scoraggiarti...sai che devi essere sempre al 100%, attento... un po' come un fobico quando esce x strada...quando sei in mezzo alla strada dici tu stessa che sei abituata a calcolare al millimetro i tuoi movimenti x sembrare disinvolta....ecco...hai sempre la testa impegnata....x assurdo i tuoi pensieri quando sei nel gruppo penso che si riflettano molto sul modo x apparire il più disinvolta possibile e x interagire con gli altri avendo poco disagio....in quei momento hai molto meno tempo x pensare al motivo x cui sei diventata così, a cosa ne pensi della vita/morte...i tuoi sforzi sono indirizzati a tutto un altro obiettivo... |
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Probabilmente è impossibile anche solo accennare un paragone fra la condizione dei prigionieri dei lager e quella odierna, però trovo anche io interessante il quesito posto da Piocca. Il fatto che non si possa stabilire una relazione diretta non esclude una riflessione su quanto sia inafferrabile la natura umana e il suo istinto di sopravvivenza... Quote:
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