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17-12-2014, 02:17
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Credete nell'esistenza della volontà? Quegli atti che nella nostra vita siamo soliti far passare sotto la denominazione di "scelte", sono il frutto di un deliberato e intenzionale processo autonomo della cosiddetta coscienza, o sono null'altro che fatti riconducibili alla spiegazione usata per i fenomeni fisici, ovvero una causa che genera un effetto corrispondente?
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17-12-2014, 02:32
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#2
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 65,154
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Che s'intende per "processo autonomo"?
In linea generale, posso dire che ex nihilo nihil generatur (cit.)
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17-12-2014, 02:39
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#3
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Banned
Qui dal: Apr 2014
Messaggi: 2,181
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C'è qualche causa che mi induce a rispondere a questo topic?
Boh
Comunque la maggior parte delle volte le mie scelte sono influenzate dall'umore.
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17-12-2014, 03:16
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#4
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Il punto di vista che hai espresso nell'altro topic mi interessa molto, Muttley.
Quindi seguirò sicuramente questa discussione, in cerca di spunti utili.
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17-12-2014, 10:32
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#5
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Esperto
Qui dal: Oct 2014
Messaggi: 572
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Mi auguro fortemente che ogni cosa che facciamo sia una nostra libera scelta. Altrimenti significherebbe che la nostra vita è già completamente scritta e non abbiamo potere di scelta, ovvero dovrei accettare l'esistenza del destino. Ma se così fosse, se esistesse il destino, allora potremmo incolpare il destino di qualsiasi cosa. Uno che uccide un'altra persone potrebbe dire: "non è colpa mia, è il destino, io non posso farci niente". Potremmo incolpare il destino della nostra situazione attuale ecc. Uno destinato a diventare un senza tetto non potrebbe far niente per cambiare il suo destino... no, non ci voglio credere. Se il destino esistesse veramente, la vita non avrebbe senso.
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17-12-2014, 11:43
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#6
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Credete nell'esistenza della volontà? Quegli atti che nella nostra vita siamo soliti far passare sotto la denominazione di "scelte", sono il frutto di un deliberato e intenzionale processo autonomo della cosiddetta coscienza, o sono null'altro che fatti riconducibili alla spiegazione usata per i fenomeni fisici, ovvero una causa che genera un effetto corrispondente?
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La seconda opzione è indubbiamente più comoda: potrei restarmene tutto il giorno a letto motivando il comportamento con insondabili ed incontrollabili processi neurali.
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17-12-2014, 11:46
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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E' ovvio che la mia risposta potete interpretarla come preferite.
...
L'uomo è spinto a destra e a manca dalla propria anima e dal proprio corpo.
L'uomo è spinto a destra e a manca dalla coscienza e dall'inconscio.
L'uomo è spinto a destra e a manca dalla volontà individuale e da quella collettiva.
L'uomo è spinto a destra e a manca dai propri interessi e dagli stimoli esterni.
L'uomo è spinto a destra e a manca dall'essere e dall'apparire.
L'uomo è spinto a destra e a manca dall'autocontrollo e dalle emozioni.
...
Per riassumere, l'uomo è un essere assai "potente", con una volontà assai "potente", "indebolita" da vari fattori con cui l'uomo stesso entra "in contrasto".
...
Questa ovviamente è "la mia visione". Come si suol dire, IMHO.
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17-12-2014, 11:49
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#8
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Esperto
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 1,986
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Quote:
Originariamente inviata da Franz86
La seconda opzione è indubbiamente più comoda: potrei restarmene tutto il giorno a letto motivando il comportamento con insondabili ed incontrollabili processi neurali.
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Non è per niente comoda. Anche se io credo che sia tutto riconducibile in ultima analisi a processi fisici, un comportamento del genere non avrebbe senso.
So che se sto a letto a non far niente, non otterrò niente. Quindi cmq mi dò da fare esattamente come se credessi nel libero arbitrio. La mia "scelta" di darmi da fare proviene dal fatto che sono un essere pensante che tende a ricercare il suo bene, e la tendenza a ricercare il mio bene si riduce a un insieme complesso di fattori ambientali e psicologici che l'hanno generata, che a loro volta si riducono a fattori fisici
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Ultima modifica di Clend; 17-12-2014 a 11:55.
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17-12-2014, 11:55
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#9
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Banned
Qui dal: May 2012
Ubicazione: Südtirol
Messaggi: 6,981
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Quote:
Originariamente inviata da Clend
Non è per niente comoda. Anche se io credo che sia tutto riconducibile in ultima analisi a processi fisici, un comportamento del genere non avrebbe senso.
So che se sto a letto a non far niente, non otterrò niente. Quindi cmq mi dò da fare esattamente come se credessi nel libero arbitrio. La mia "scelta" di darmi da fare proviene dal fatto che sono un essere pensante che tende a ricercare il suo bene, e il processo di scelta si riduce a un insieme complesso di fattori ambientali e psicologici che lo hanno generato, che a loro volta si riducono a fattori fisici
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Infatti ciò che conta a mio avviso non è solo il pensiero, ma il pensiero+il suo risultato.
Questa discussione potrebbe andare avanti potenzialmente all' infinito, come dimostra l' anticipo nell' altro topic tra XL e muttley, ma si tratta appunto di pura accademia.
Il pensiero è sopravvalutato.
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17-12-2014, 12:14
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#10
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Esperto
Qui dal: Dec 2014
Ubicazione: Lombardia
Messaggi: 11,690
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Quote:
Originariamente inviata da Clend
Non è per niente comoda. Anche se io credo che sia tutto riconducibile in ultima analisi a processi fisici, un comportamento del genere non avrebbe senso.
So che se sto a letto a non far niente, non otterrò niente. Quindi cmq mi dò da fare esattamente come se credessi nel libero arbitrio. La mia "scelta" di darmi da fare proviene dal fatto che sono un essere pensante che tende a ricercare il suo bene, e la tendenza a ricercare il mio bene si riduce a un insieme complesso di fattori ambientali e psicologici che l'hanno generata, che a loro volta si riducono a fattori fisici
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Ma infatti io penso che un punto di vista deterministico come il tuo non vada male interpretato. In fondo non mi sembra che si scontri più di tanto con l'opinione di chi dà peso alla libera volontà.
In un'ottica deterministica, la volontà dell'individuo è determinata da fattori fisici, amientali, psicologici, ok. Ma non mi pare che il determinista dica che si possa conoscere il proprio futuro. Nessuno nega che la volontà è ciò che muove le azioni dell'individuo, semplicemente si dice che essa a sua volta è determinata da fattori fisici.
Ad es. io oggi vivo male, ma quando avrò 30 anni le mie esperienze, la mia storia e magari anche gli eventi più recenti porteranno la mia forza di volontà a farmi cambiare abitudini e vivere meglio.
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17-12-2014, 12:41
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#11
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 1,907
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Il libero arbitrio non e mai molto libero. La volonta manca proprio perche il primo non funziona come si deve o per fattori fisici.
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17-12-2014, 16:44
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Ubicazione: nel pozzo senza fondo del relativismo
Messaggi: 3,525
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Ok, ma quindi in pratica, direbbe Fraseph, che si fà?
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Si assiste alla lotta interiore tra gli eserciti dell'istinto, degli stimoli, dell'inconscio, del chi più ne ha più ne metta, e si tenta di tenerli tutti a bada con l'esercito della propria volontà.
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17-12-2014, 16:47
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#13
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Esperto
Qui dal: May 2013
Messaggi: 3,760
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direi che il nostro pensiero e´ molto influenzato da quelle che sono state le nostre esperienze di vita che ci hanno spinto ad avere un certo punto di vista sul mondo. Quindi non so quanto libero arbitrio abbiamo veramente alla fine della fiera.
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17-12-2014, 17:11
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#14
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Esperto
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Provincia di Milano
Messaggi: 4,745
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beh volere non è potere come spesso si dice, perchè se io voglio (esempio stupido ma neanche tanto) un drago in giardino non lo posso avere. purtroppo. quindi volontà e libero arbitrio sono un'illusione.
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17-12-2014, 17:40
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#15
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Prima di tutto, chi ti assicura che i fenomeni fisici seguano una legge di causa/effetto!? Se spingi una biglia sul pavimento e questa rotola tu osservi che all'evento A (la spinta) è seguito temporalmente l'evento B (il rotolamento), ma chi ti assicura che l'evento B sia stato effettivamente determinato dall'evento A? Anche se ripeti l'esperimento N volte, chi ti assicura che alla ripetizione N+1 la biglia non si muova affatto oppure, anziché rotolare, inizi a librarsi verso il cielo? Eh!? Eh!?
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17-12-2014, 18:17
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Non si può fare nemmeno affidamento sulla scienza, nulla è veramente certo, siamo schiavi dell'entropia cosmica dove tutto è affidato al caso...in questa situazione preferisco allora pensare che se ho fatto dei progressi (ciò che per me sono stati dei progressi) è grazie alla mia facoltà di scelta, forse determinata in parte da alcuni accadimenti, ma non necessariamente legata ad essi. Preferisco continuare a pensare di essere il dio di me stesso, almeno quando si parla di pensieri e stati d'animo frutto della sofisticazione razionale.
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17-12-2014, 18:24
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#17
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Esperto
Qui dal: Apr 2010
Messaggi: 11,599
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Non posso pubblicare ancora l'inizio di "Berserk"
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17-12-2014, 18:47
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#18
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Esperto
Qui dal: Apr 2012
Messaggi: 5,277
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Quote:
Originariamente inviata da Wrong
Non posso pubblicare ancora l'inizio di "Berserk"
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Già
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17-12-2014, 19:09
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#19
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 1,074
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Negare l'esistenza del libero arbitrio e mostrare che termini quali "responsabilità" non sono fondati poi non significa negare l'esistenza delle funzioni della mente quali volontà, coscienza e così via, semplicemente significa inquadrare e spiegare l'emergere di queste facoltà in un'ottica naturalistica.
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Che vuol dire tutto e niente. Le leggi naturali sono una descrizione dei fenomeni, non una prescrizione.
La tua posizione mi sembra di capire, sostiene l'idea riduzionista secondo cui, in sostanza, tutto sarebbe riconducibile alle scariche neuroniche.
Io non nego che vi sia un vincolo tra la mente e il corpo e che quella sia incarnata in questo. Nessuno lo fa credo. E' evidente che la nostra esperienza del mondo sia determinata da un dominio percettivo figurato dalla nostra sottostruttura organica. Ma allo stesso tempo, più si scende di livello all'interno della gerarchia di un organismo e meno sarà l'influenza prodotta di volta in volta sui livelli più superiori: e quello più superiore, la totalità delle parti è la coscienza, è l'io, il livello più complesso. Questo si muove in una configurazione simbolica-semantica; non c'è nulla di più astratto: immagini mentali, concetti e significati. Tu dici che queste facoltà sono il prodotto di strutture organiche, di scariche neuroniche e reti neurali, dell'area di Broca e dell'area di Wernicke o di quello che vuoi e che vi sia esclusivamente una "causalità verso l'alto"; in parte è vero, come ho detto la mente di un essere senziente è vincolata alla sua dimensione fisica; ma allo stesso tempo ci si chiede: cosa dà l'avvio a queste scariche neuroniche? Una differenza di tensione da un capo all'altro. Cosa produce questa tensione? E questa è la domanda fondamentale a cui tutt'oggi si sono date molte risposte.
Una è questa. Esiste anche una "causalità verso il basso". La coscienza, ciò che voi chiamate epifenomeno, è configurata in modo da poter produrre e influenzare quelle stesse scariche neuroniche. Non è forse vero infatti che dal livello astratto, da quello semantico simbolico, partendo cioè da significati e interpretazioni del mondo, scaturiscano anche stati fisici? Basta pensare alle situazioni ansiogene tanto comuni agli utenti di questo forum. Al livello semantico-simbolico accade qualcosa, un evento che interpreto negativamente e subito in modo collaterale anche il mio fisico subisce un mutamento, rispettivamente cioè si producono accadimenti organici; e magari divento teso. Pensi forse che questa tensione non sia in qualche modo collegata con quella stessa tensione che produce le scariche neuroniche? Perché sappi che invece numerosi studiosi autorevoli sostengono questo.
Se è così, se esiste una causalità verso il basso, se il livello più in superficie, la coscienza è in grado di produrre alterazioni nei livelli sottostanti, in quegli stessi livelli da cui emerge, allora mente e corpo sono in una relazione in cui l'una domina quanto l'altro; e non vi è più un determinismo univoco, in cui scariche elettriche prefigurate, accendendo determinate aree del cervello producono i cosiddetti qualia, ma che anzi questi, sviluppandosi su un piano simbolico oltre che sensoriale, siano influenzati da inclinazioni, volontà reali e disposizioni intenzionali dell'individuo.
E qui si potrebbe ricominciare la menata: perché queste inclinazioni e non altre? Perché questi vincoli? L'ho detto prima, se io ho la facoltà di rappresentarmi me stesso nell'atto di interagire con le cose, di valutare le conseguenze dei miei gesti e di compiere scelte sulla base di valutazioni, allora non si parla più di determinismo, ma di intenzionalità, di libero arbitrio. Non sono immerso nella successione necessaria e immediata di cause e effetti, nella forma riflessiva osservo ciò che succede e ciò che potrebbe succedere. Agisco sulla base di una proiezione futura, indirizzo gli eventi a mio piacimento verso una conclusione: INTENZIONALMENTE.
E' un paradosso altrimenti parlare di essere cosciente.
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17-12-2014, 19:54
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#20
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Esperto
Qui dal: Jul 2014
Ubicazione: Moana, Brunner lake (sì, come no)
Messaggi: 12,989
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Credete nell'esistenza della volontà? Quegli atti che nella nostra vita siamo soliti far passare sotto la denominazione di "scelte", sono il frutto di un deliberato e intenzionale processo autonomo della cosiddetta coscienza, o sono null'altro che fatti riconducibili alla spiegazione usata per i fenomeni fisici, ovvero una causa che genera un effetto corrispondente?
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Premesso che non esiste prova in un senso o nell'altro (lo so, sto dicendo una banalità risaputa) credo che la volontà nel senso che intendi tu esista, ovvero nell'individuo c'è uno spazio per una decisione autonoma; in altre parole, il futuro non sarebbe prevedibile in linea di principio. Questo in teoria. In pratica, e nell'ottica del tema che fa da sottofondo alla discussione (i.e.: ne possiamo davvero uscire diventando "altre persone"?) credo anche che l'influenza dei condizionamenti sia così forte che di fatto l'atto volontario sia praticamente sempre una pura questione di principio.
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