Sia quel che sia, est seria et spinosa quaestione. L'avevo in testa, ma non voleva concretizzarsi espressivamente.
Mi ci rivedo. I tentativi di combinare qualcosa di buono sono stati molti, ma non hanno mai portato a nulla di concreto o duraturo. Anzi. Piccolissime soddisfazioni, magari, ma nient'altro.
Mediocre ero, sono e probabilmente sarò. E l'ambiente che mi circonda, specchio del mondo stesso, non mi infonde alcuna speranza nel futuro (vedere
qui, per esempio: non riesco ad essere ottimista). Da quando ho perso il lavoro, poi, questa sensazione s'è acuita oltremodo.
Per quanto possa cercare qualcosa di valido in ciò che mi contiene, la mia condizione è riassumibile in una citazione musicale: «
It's the end of the world as we know it, and I feel fine...»
Le sensazioni delle mie giornate sono infatti pervase da quell'elettricità che precede un temporale estivo. Vento, nubi grigie e pesanti, angoscia. Solo che, se al posto della tempesta stesse per verificarsi un'apocalisse che spazzasse via l'umanità, me compreso, non me ne importerebbe nulla. Anzi, sarebbe, tutto sommato, una liberazione.
Non ha senso trascinarsi senza motivazioni, a...
Quote:
Originariamente inviata da Labocania
... contemplare la vita di quelle persone che vorrebbe tanto avvicinare e di straziarsi con il disprezzo che suscita il confronto con loro.
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Fa male.
Scusate lo sfogo (che - beninteso - non vuole condizionare nessuno).
E grazie per lo spunto