|
|
28-03-2023, 19:58
|
#41
|
Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
|
Quote:
Originariamente inviata da Chamomile
Questa storia del bicchiere mezzo pieno o vuoto è già fuori dal mio modo di pensare, come pure la maggior parte delle affermazioni di psicologi e simili. Per me il bicchiere o è pieno o non è abbastanza pieno, il resto sono robe che la gente ci ricama sopra ma che alla fine non cambiano la situazione. Se la mia vita è uno schifo posso anche impegnarmi per "accettarla" o "vedere il buono" in essa, ma nei fatti resta sempre uno schifo.
|
Se il bicchiere è troppo vuoto, allora l'unica potrebbe essere riempirlo a poco a poco
|
|
28-03-2023, 20:15
|
#42
|
Banned
Qui dal: Nov 2020
Ubicazione: UMBRIA
Messaggi: 646
|
tarapia tapioco?
brematurata la supercazzola o scherziamo,no mi permetta.
Anyway mio consiglio
STA LONTANO DALLE PASTICCHE
non risolvono il problema potenzialmente te ne creeranno altri
lo dico per esperienza
|
|
28-03-2023, 21:00
|
#43
|
Banned
Qui dal: Nov 2018
Messaggi: 226
|
Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
Cioè, stravolgere la propria condizione, non si ha comunque nessuna garanzia preventiva che possa bastare a qualcosa.
Per persone che fin da piccole o comunque dalla giovane età sono rimaste praticamente fuori da tutto e da tutti, e che ora hanno magari 40 o 50 anni, da sole, senza nessuno, senza una prospettiva di rientrare in determinati meccanismi, rapporti, situazioni, relazioni, è difficile che possa bastare uno sforzo immenso solo per nulli o modesti risultati.
Poi il problema è sempre il solito. Se si hanno questi problemi, gli altri non si soffermano ad aspettare che uno li risolve. Perché? Il perché è semplice. C'è una strada corta, anzi cortissima, che è la più sbrigativa ed efficace. Passano oltre e stop. Cercano chi questo genere di problemi non li ha, e la questione è risolta.
Oppure veramente si vuole credere che la fuori la gente, sta lì ad aspettare, capire, cercare uno di 30,40,50 anni che è a zero in tutto, che non ha esperienze, che non sa socializzare eccetera eccetera?
No, io credo che l'unica possibilità sia di trovare una persona, o poche persone che per miracolo capiscano davvero la situazione, ma obiettivamente, per i motivi che poco sopra ho spiegato, nessuno, nessuna, secondo me perderebbe tempo e le proprie energie con chi soffre di questi problemi.
|
Sì ok ma come dici anche tu non si può pretendere che gli altri facciano i nostri crocerossini per salvarci la vita, qualcosa dobbiamo metterlo anche noi e soprattutto non dobbiamo vergognarci di una situazione difficile se questa non è colpa nostra, gli altri ti giudicano per come tu ti presenti davanti a loro, non per quello che hai alle spalle, se poi non vogliono o non riescono a capire il vuoto del tuo passato la colpa non è tua, sono loro che probabilmente non erano le persone adatte a te.
|
|
29-03-2023, 12:42
|
#44
|
Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,197
|
Quote:
Originariamente inviata da muttley
Non sono d'accordo con XL.
Non condivido l'idea che non si cerchino vie di fuga da una situazione perché si ha paura di stare peggio (questo è la teoria della comfort zone). Non è sempre così almeno. C'é anche chi nel dolore, nello stare male trova un significato al proprio esistere, al proprio auto rappresentarsi, in sostanza trova la propria identità. Soffrire significa esistere in quanto persone, ci si auto attribuisce il ruolo dello svantaggiato, del reietto, di colui che è in credito verso il mondo e la vita. Si sceglie di soffrire per darsi un significato e un'identità, non necessariamente per evitare sofferenze peggiori.
|
Ma se è così non è più male per quella persona.
E' paradossale credere che un tizio voglia stare male e non bene riconoscendo lui stesso questo male come male e un'altra situazione accessibile senza sforzi come bene.
Ci dev'essere qualche errore di valutazione o altro, non credo sia sensato pensare che una persona voglia star male perché è affezionata al male riconoscendolo lei stessa come tale.
Male e bene sono concetti relativi, io dico che per un soggetto non può essere vero che voglia star male (male secondo il suo punto di vista) perché è affezionato a questo.
O commette un qualche errore di valutazione a qualche livello, nel senso che crede sia bene ciò che per lui stesso alla luce di certi fatti sarebbe male ma non lo riconosce ancora come tale, o altrimenti per me non regge.
Se a te piace che una donna ti mordicchi il pisello per te questa cosa è un bene, se invece non ti piace diventa un male.
Ma non può essere che tu stesso riconosci che questa cosa è male e chiedi alle persone di farlo, il masochista non si comporta comunque così, nel dolore riconosce un qualche bene. A uno gli piace che gli strizzino i capezzoli a un altro dà fastidio. Ma il punto è che se una persona riconosce una situazione come negativa e un'altra accessibile come positiva, transiterà dall'una all'altra senza alcuna resistenza, perché motivi di resistenza non ce ne sono.
Il motivo dell'affezione al male è un motivo farlocco, perché se uno è affezionato a quella situazione, quella situazione probabilmente tanto male non è per quella persona in termini soggettivi rispetto alle altre a cui potrebbe accedere tramite percorsi più o meno accidentati e con certe incognite.
Non la riconosce ancora come realmente più negativa delle altre accessibili tramite certi percorsi, anche se a parole può mettersi a dire quel che vuole, che ama il male e così via, il comportamento parla e ci fa capire che non ci crede davvero a quel che dice.
Se uno davvero fosse persuaso fino in fondo e disponesse di tutti i mezzi, non starebbe più là dove sta. Si ripete ad uno che vuole il proprio male, ma in concreto penso che nessuno mai sulla faccia della terra dall'inizio dei tempi abbia mai voluto davvero il proprio male, questa leva psicologico-retorica l'ho sempre trovata confusa e anche dannosa. Sarebbe più corretto dire che bisogna far riconoscere ad una persona che l'etichetta che ha appiccicato a qualcosa "migliore rispetto ad altro" secondo il suo stesso modo di valutare in realtà è "peggiore". Ma non è detto che si riesca sempre, può essere che davvero a monte c'è un conflitto di valori e valutazioni tra chi cura e chi è curato, e non c'è modo di aggiustare le cose, se uno è un nazista e l'altro ha idee liberali i loro concetti di bene e male si trovano agli antipodi, non sono sicuro che si possano curare le persone facendole aderire tutte allo stesso modo di valutare cose situazioni e persone. Un grosso problema delle psicoterapie è che sono spesso già pesantemente compromesse con certi schemi di valori e valutazioni che potrebbero non essere condivisi.
E' chiaro che poi uno dirà che il nazista vuole il proprio male se poi gli altri si incazzano e lo appendono, ma alla fine il nazista valuta le cose diversamente rispetto al tizio liberale.
Credo che siano sempre tutti abbastanza convinti che stanno facendo bene (il loro bene) a fare quello che fanno, se fossero persuasi davvero del contrario inizierebbero a comportarsi in un altro modo.
|
Ultima modifica di XL; 29-03-2023 a 13:33.
|
29-03-2023, 15:42
|
#45
|
Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
|
Quote:
Originariamente inviata da XL
Ma se è così non è più male per quella persona.
|
Secondo me in parte è vero anche quello che dici tu. Uno può non volersi muovere proprio perchè reputa che facendo diversamente avrebbe ancora più dolori e problemi. Ma nel mentre sta comunque male!
|
|
29-03-2023, 17:07
|
#46
|
Esperto
Qui dal: Jan 2014
Messaggi: 1,854
|
negli anni ci è stato sempre inculcato il messaggio che c'è sempre tempo per cambiare le cose, per dare una svolta alla propria vita, basta solo rimboccarsi le maniche bla bla...ma sono soltanto frasette fatte del cazzo!! A volte si arriva ad una soglia oltre la quale ormai non c'è più nessun margine di miglioramento se non molto limitato....
|
|
29-03-2023, 17:24
|
#47
|
Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,072
|
Quote:
Originariamente inviata da untipostrano
negli anni ci è stato sempre inculcato il messaggio che c'è sempre tempo per cambiare le cose, per dare una svolta alla propria vita, basta solo rimboccarsi le maniche bla bla...ma sono soltanto frasette fatte del cazzo!! A volte si arriva ad una soglia oltre la quale ormai non c'è più nessun margine di miglioramento se non molto limitato....
|
Si, come quando dicono "prendi, esci e fai quello che fanno gli altri che prima o poi i tuoi problemi passano e starai bene..."
Purtroppo molta gente non ha capito che quando si supera la soglia di cui parli tu, soprattutto con il vuoto alle spalle, non c'è più modo di riempire quei vuoti, molte cose e situazioni andavano vissute e fatte nei tempi e nei periodi giusti e sarebbero dovute servire come percorso di vita, un percorso di vita normale che hanno quelli che non soffrono di questi problemi.
Materialmente parlando, é vero che io posso prendere, vestirmi e uscire e andare dove vanno gli altri, ma se fosse solo lì il problema...
Il discorso è che se dal punto di vista personale sei una persona sola, problematica, che non è mai stata capace di entrare nei meccanismi della società, se non hai avuto la palestra di vita, fatta dei primi amori, le prime cotte, le esperienze alle varie età, esperienze in relazioni eccetera le quali servono, servivano a costruire una propria identità, una propria personalità e abilità sociali, una propria fiducia, autostima e sicurezza, allora sei tagliato completamente fuori e obiettivamente pensare di rientrare in determinati meccanismi sociali, riavere quello che non si è mai vissuto e sperimentato è alquanto improbabile.
Il divario di esperienze, abilità sociali, dimestichezza con gli altri è talmente elevato che non si vede la possibilità di recuperare il terreno perduto.
il succo del discorso è :non basta prendere, uscire e buttarsi, come dice qualcuno.
Buttarsi dove? A farsi prendere per il culo da gente che ha una vita normale fin da giovani e io mi ritrovo a 49 anni senza aver mai avuto nulla?
Puoi uscire, andare dove ci sono diecimila persone, ma se sei solo, tagliato fuori dalla società, la tua condizione quella rimarrà.
|
Ultima modifica di Maximilian74; 29-03-2023 a 17:28.
|
29-03-2023, 19:01
|
#48
|
Esperto
Qui dal: Oct 2022
Ubicazione: nel castello errante di Howl
Messaggi: 504
|
ti capisco
mentre ero ancora in ospedale pensavo:
cazzo sono 20 anni che mi porto dentro questa malattia, una parte di me gli è in qualche modo affezionata, mi riempiva le giornate e tra le altre cose era anche un'ottima scusa se ne avevo bisogno, vuoi vedere che ti mancherà e ti sentirai anche un po' perso, come se avessi perso una fedele compagna?
eppure mi stava letteralmente uccidendo, e non è che ora sia scomparsa, hanno tolto la parte peggiore, però è comunque qualcosa che ti viene a mancare, qualcosa che conoscevi bene, che delimitava con precisione il mio spazio-tempo, qualcosa che dava anche un senso alla mancanza di senso
dovrai abituarti a stare meglio, è qualcosa di nuovo a cui dovrai fare l'abitudine come prima ti sei abituato a stare male
ho paura di stare bene e di mettermi alla prova
|
|
29-03-2023, 20:11
|
#49
|
Esperto
Qui dal: May 2021
Messaggi: 2,091
|
Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Si, come quando dicono "prendi, esci e fai quello che fanno gli altri che prima o poi i tuoi problemi passano e starai bene..."
Purtroppo molta gente non ha capito che quando si supera la soglia di cui parli tu, soprattutto con il vuoto alle spalle, non c'è più modo di riempire quei vuoti, molte cose e situazioni andavano vissute e fatte nei tempi e nei periodi giusti e sarebbero dovute servire come percorso di vita, un percorso di vita normale che hanno quelli che non soffrono di questi problemi.
Materialmente parlando, é vero che io posso prendere, vestirmi e uscire e andare dove vanno gli altri, ma se fosse solo lì il problema...
Il discorso è che se dal punto di vista personale sei una persona sola, problematica, che non è mai stata capace di entrare nei meccanismi della società, se non hai avuto la palestra di vita, fatta dei primi amori, le prime cotte, le esperienze alle varie età, esperienze in relazioni eccetera le quali servono, servivano a costruire una propria identità, una propria personalità e abilità sociali, una propria fiducia, autostima e sicurezza, allora sei tagliato completamente fuori e obiettivamente pensare di rientrare in determinati meccanismi sociali, riavere quello che non si è mai vissuto e sperimentato è alquanto improbabile.
Il divario di esperienze, abilità sociali, dimestichezza con gli altri è talmente elevato che non si vede la possibilità di recuperare il terreno perduto.
il succo del discorso è :non basta prendere, uscire e buttarsi, come dice qualcuno.
Buttarsi dove? A farsi prendere per il culo da gente che ha una vita normale fin da giovani e io mi ritrovo a 49 anni senza aver mai avuto nulla?
Puoi uscire, andare dove ci sono diecimila persone, ma se sei solo, tagliato fuori dalla società, la tua condizione quella rimarrà.
|
Mi dispiace empatizzo molto con ciò che dici, io ho 26 anni ma sento le stesse sensazioni, e al giorno d'oggi è un capolinea già i 24/25, dove si inizia a capire che il mondo gira in un certo modo e crollano le certezze e l'illusione dell'adolescenza, io dai 24 soffro ogni singolo giorno per le mie esperienze non fatte, avendo vissuto un'adolescenza in una bolla di evitamento.
|
|
|
|
|