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Sto bene perché sto male
Confesso: nei periodi più bui e difficili della mia depressione, quando passavo i pomeriggi a piangere da solo e a cercare il modo di procurarmi certe pasticche*, in fondo stavo bene.
Nel senso: era tutto più chiaro e facile da interpretare, in un certo senso, sapevo cos'ero (triste, solo, depresso) e sapevo, per così dire, cosa fare per uscirne fuori. Era tutto paradossalmente rassicurante. Non avrei voluto risolvermi perché avrebbe significato abbandonare l'angoletto protetto in cui giacevo, bramando la compassione altrui. Non so se riesco a spiegarmi. La mia sofferenza è reale, certo, non dico che non lo sia. Ma ha un lato luminoso difficile da inquadrare. Il mio psicologo l'ha riassunto nel concetto di "resistenza". Alla possibilità di cambiare, stare meglio, perché per fare questo si deve passare per una dolorosa fase di destabilizzazione. Il male (l'ho appena scritto in un altro thread) è terribilmente affascinante, e c'è un perverso compiacimento nel soffrire in questo modo. Terribilmente affascinante. *era solo un paio di mesi fa |
Re: Sto bene perché sto male
non lo so, io ho notato che quando le cose hanno incominciato ad andarmi meglio qualcuno si è infastidito. e questo mi ha fatto male, non riesco a liberarmi del ruolo di perdente che mi sono affibbiato da solo.
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Re: Sto bene perché sto male
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Re: Sto bene perché sto male
Vara il mio scaturisce da questo io non potevo diventare modello vi vomito addosso tutta la forza dell ariete,e se mi fanno incazzare porto la donna a qualcun per sfregio..nel contesto dove vivo,lo vedo dagli sguardi,in 7n posto nuovo non sanno nulla..tanto continuerò ad allenarmi
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Re: Sto bene perché sto male
Si diventa schiavi dei propri mali, un obeso quando gli arriva la pizza sbava anche se si e' ingozzato dieci minuti prima, cardiopatici e malati di cancro difficilmente rinunciano alle sigarette anche davanti alla morte, come ho scritto sul post di cosa fare per migliorarsi piu' o meno tutti per me lo sanno, solo che e' difficile gia' per chi non ha problemi psichiatrici figuriamoci per noi, il vizio diventa un amico immaginario che fa da barriera col mondo reale, io ho il problema del gioco e spesso ho smesso per lunghi periodi per riprendere in momenti difficili come nel lavoro, in famiglia, in delusioni amorose, ah va tutto male? E allora rigioco tanto non vale la pena niente mi va tutto male! Il risultato e' scontato si peggiora la propria situazione per pochi minuti in cui si ottiene dopamina, almeno a me capita questo, ah il mondo e' contro di me ma ora mi compro una bella bottiglia di vodka e il resto vada a fare in culo per il tempo che mi dura la sbronza. Se esiste un modo di dire moderno che sposo completamente e' comfort zone e uscirne, il nostro benessere ci ha rammollito, un tempo uno non poteva permettersi di stare a casa a piangere perche' lo avrebbero cacciato fuori a calci nel culo per lavorare, ora possiamo scegliere se isolarci o partecipare alla comunita', al massimo si sta qua o comunque sul web soli soli non si e' mai, ci sono casi estremi dove le fobie sono completamente limitanti ma spesso ci si ritira nell'ombra anche per ripicca, come nel mio caso.
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Re: Sto bene perché sto male
Buona riflessione.
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Re: Sto bene perché sto male
io non rimpiango quando stavo male, un periodo pessimo, non dico che cancellerei quel periodo perché non posso però il sentimento è quello se guardo a ritroso. molto tempo sprecato, nessun fascino né rimpianto.
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Re: Sto bene perché sto male
La faccenda del rimpianto è complicata, in effetti sarebbe meglio non avere rimpianti ma è facile guardarsi indietro, più difficile è guardare avanti.
Io sto provando a uscirne fuori, con un mood misto tra scetticismo e sfida. E l'aria di chi è all'ultimo tentativo, e cammino sempre sul filo del rasoio, e basta un niente per ricadere nell'angolino di male rassicurante. Cazzo se è difficile! |
Re: Sto bene perché sto male
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però è molto difficile fare progredire qualcuno, anche con le migliori intenzioni e capacità, se c'è un blocco potente è dura... |
Re: Sto bene perché sto male
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Re: Sto bene perché sto male
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Re: Sto bene perché sto male
per alcuni casi non ci sarà mai un lieto fine, lo sappiamo noi e lo sanno loro, non possono accollarsi un fallimento terapeutico a vita
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Re: Sto bene perché sto male
Per me è una questione di picchi di sofferenza.
Uno magari sta male, ci sarebbe un sistema per stare meglio ma per transitare nella fase migliore (e magari nemmeno certa, è solo una possibilità) bisogna sorbirsi dei picchi di sofferenza. Se uno fosse malato e sapesse che dovrebbe affrontare un'operazione dolorosissima per poter guarire e magari la guarigione non è certa, secondo me non è che non si opera optando per dei palliativi perché è affezionato alla situazione, se gli dicessero prendi questa pillola che così guarisci subito, la prenderebbe, non è che non va verso la guarigione perché è affezionato e rassicurato dalla malattia, non ci va perché il disagio che provoca quel tipo di transazione è molto elevato per lui e il risultato non è nemmeno così certo. Se uno le risorse per sopportare, affrontare e gestire questa transizione non ce le ha resta dove sta, se ce le ha (e mi collego anche al discorso di Folleanonimo) forse va avanti, ma il racconto relativo al fatto che la cosa sia rassicurante non mi ha mai convinto. Queste risorse non vengono fuori dal nulla. |
Re: Sto bene perché sto male
Sto bene perché non possono farmi del male più di quanto lo abbiano giù fatto, dovrebbero uccidermi e non che opporrei chissa quale resistenza. La voglia di vivere è un ricordo lontano, quel che rimane sono carcasse putrescenti. Senz'anima ne desiderio alcuno non può essere dolore e non può esserci perdita, solo un lento marcire.
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Re: Sto bene perché sto male
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Re: Sto bene perché sto male
Stessa identica cosa, quando stavo male ed ero depresso, avevo un continuum di quel momento, mi identificavo e mi sentivo immerso nella disperazione, quando non sono in fase depressiva mi sento come perso, ho le energie ma non riesco a sfruttarle per vivere al meglio senza evitare le persone, e va così, da lucido mi sento fuori luogo e mi sento solo in mezzo a gli altri, quando sono depresso mi sento di appartenere alla categoria dei malati e di conseguenza meno senso di alienazione.
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Re: Sto bene perché sto male
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Hai espresso benissimo il concetto. L'ho pensato più volte anche io. Mi ritrovo spesso a pensare a cosa sono, all'infuori del mio essere problematica. Se tolgo quello mi sembra di non essere nient'altro.
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Re: Sto bene perché sto male
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Il male lo conosci bene, è sempre stato al tuo fianco, lo puoi toccare con mano, ti fidi perché sai che non ti abbandonerà. Il bene (sempre semplificando) invece non lo vedi, non lo conosci e lui non conosce te, è una strada buia, un'incognita. Per questo fa paura. Non è che io non voglio star bene, e che ho paura. Una lotta tra il bene e il male. Ma il male è arrivato prima, il bene invece deve conquistarti, deve fare un marketing molto efficace per averti. Il depresso è un consumatore pigro e abitudinario. |
Re: Sto bene perché sto male
Infatti, adesso che il tono dell'umore è decisamente migliorato, mi sento quasi destabilizzato, e invece dovrei essere contento. Il baratro lo vedo sempre là dietro, un po' più lontano ma sempre là.
Lo conosco, mi manca, perché questa nuova condizione di menodepresso invece non la conosco. Ho una sottile paura di ri scivolare indietro, ma in un certo senso sarebbe come tornare a casa. Sto in bilico. Mamma mia! |
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