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20-02-2023, 21:28
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#21
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Esperto
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: sotto il letto
Messaggi: 4,384
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Capisco cosa intendi, anch'io al momento non sono depresso ma continuo a vivere come un depresso e penso come un depresso...perché è il mondo che conosco, l'ignoto, il cambiamento, fa paura. Infatti adesso che sto introducendo dei piccoli cambiamenti mi ritrovo spesso a non saper che fare anche se avrei voglia di fare qualcosa e mi sembra un grande spreco di energie.
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20-02-2023, 21:36
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#22
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da Stan Kezza
Confesso: nei periodi più bui e difficili della mia depressione, quando passavo i pomeriggi a piangere da solo e a cercare il modo di procurarmi certe pasticche*, in fondo stavo bene.
Nel senso: era tutto più chiaro e facile da interpretare, in un certo senso, sapevo cos'ero (triste, solo, depresso) e sapevo, per così dire, cosa fare per uscirne fuori. Era tutto paradossalmente rassicurante. Non avrei voluto risolvermi perché avrebbe significato abbandonare l'angoletto protetto in cui giacevo, bramando la compassione altrui. Non so se riesco a spiegarmi.
La mia sofferenza è reale, certo, non dico che non lo sia. Ma ha un lato luminoso difficile da inquadrare. Il mio psicologo l'ha riassunto nel concetto di "resistenza". Alla possibilità di cambiare, stare meglio, perché per fare questo si deve passare per una dolorosa fase di destabilizzazione.
Il male (l'ho appena scritto in un altro thread) è terribilmente affascinante, e c'è un perverso compiacimento nel soffrire in questo modo.
Terribilmente affascinante.
*era solo un paio di mesi fa
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Io ho pensato più volte di essere finito in una trappola. La mia psiche è il risultato di un insieme di relazioni del passato e del presente. Esse non hanno aperto però e non aprono una strada evolutiva da seguire per tirarmene fuori.
I miei sforzi sono dunque tutti fuori dalla realtà.
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20-02-2023, 22:48
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#23
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 14,153
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Non è possibile che abbia dolori al petto e dietro la schiena e mi dicono che la bronchite e guarita,guarita cosa che la sera tossisce.. aerosol da venti giorni..e assurdo..
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20-02-2023, 23:58
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#24
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Esperto
Qui dal: Oct 2013
Messaggi: 13,523
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consiglio a tutti i masochisti del forum il libro "memorie dal sottosuolo"
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28-03-2023, 07:25
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#25
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Stan Kezza
Il male lo conosci bene, è sempre stato al tuo fianco, lo puoi toccare con mano, ti fidi perché sai che non ti abbandonerà.
Il bene (sempre semplificando) invece non lo vedi, non lo conosci e lui non conosce te, è una strada buia, un'incognita. Per questo fa paura.
Non è che io non voglio star bene, e che ho paura.
Una lotta tra il bene e il male. Ma il male è arrivato prima, il bene invece deve conquistarti, deve fare un marketing molto efficace per averti. Il depresso è un consumatore pigro e abitudinario.
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Secondo me è sbagliata la tua analogia, nel senso che se sapessimo già di scegliere tra male e bene sceglieremmo sempre il bene.
Il consumatore non sa se il prodotto venduto manterrà le promesse, in realtà che il prodotto contenga il bene che uno si aspetta non si sa, è comunque rischioso.
Se ti dicono compra questo prodotto che rende bianco il bucato pure quando ti versano un secchio di merda addosso, sarebbe positivo se fosse vero, ma in genere è falso, il bene promesso quel prodotto non lo garantisce in genere, un consumatore non completamente scemo sa che per due centesimi nessuno ti venderebbe un prodotto portentoso.
Bisognerebbe rischiare a spendere di più e orientarsi su altro magari se non si vogliono i soliti detersivi da quattro soldi, ma di nuovo non si sa se questo altro quel bene lo contiene e la speranza che uno ha di trovarlo là dovrebbe essere commisurata a quel che uno riesce a spendere, insistere a comprare prodotti di qualche centesimo non risolve il problema, mentre quelli più costosi comportano un rischio, uno magari si sforza e lo stesso non ottiene nulla, oppure magari non riuscirebbe a sostenere questa spesa al lungo.
Fosse garantito a monte che c'è il bene da una parte uno lo sceglierebbe sempre, ma questa garanzia nessuno la dà, inoltre tante chiacchiere a vanvera ti fanno diventare sfiduciato.
Quindi per me l'analisi corretta non consiste nel dire che le persone hanno paura di stare bene, quelli che stanno male hanno sempre paura di stare peggio nel cambiare certe cose, non di stare meglio.
Al peggio non c'è mai fine. Io mosso dall'intenzione di migliorare certe situazioni che non mi stavano bene le ho peggiorate.
Se uno avesse una relazione che su molti aspetti lo lascia deluso ma magari la compagnia di questa persona e il sesso danno una quota di soddisfazione, potrebbe arrischiarsi, mollare la situazione e cercare di meglio, ma non è mica sicuro che lo troverà, potrebbe perdere questa situazione qua e non trovarne altre peggiorando nell'insieme le cose.
Se uno fosse sicuro di andare verso il bene e la cosa non comporta rischi o spese in più, perché uno non dovrebbe andarci?
Tornando alla metafora del consumatore, probabilmente ancora non si è arrivati a valutare come un bene comprare un altro prodotto più costoso e si continua a fare il bucato col solito prodotto da due centesimi, visto che questo uno almeno può permetterselo in base alle entrate.
Cambiare prodotto comporta una spesa e se uno ci spera poco che il nuovo prodotto sarà abbastanza portentoso da giustificarla non cambierà abitudini. Mettici pure che, ammesso che funzioni, bisognerà assumere sul groppone una spesa in più, e quindi insieme al bene ci sarà appiccicata una certa quantità di male che la propria economia dovrà riuscire a sostenere.
Forse se lo comprasse un altro il detersivo costoso magari il consumatore titubante sarebbe più motivato a provarlo.
Quindi qua è chiaro che il blocco non dipende da alcuna paura che il bucato verrà fuori pulitissimo. Si sarebbe ancora più motivati se esistesse un rimborso dei danni possibili del nuovo prodotto.
Qua non si tratta di scegliere tra male e bene ma tra una situazione che contiene una certa quota di male e altre che non si sa a priori dove porteranno e quanta sofferenza e spese comporteranno.
A me i cambiamenti fanno paura perché possono essere fallimentari e possono comportare dei disagi, disagi che io non chiamo "bene", perché per me sono male e nel migliore dei casi delle rotture di coglioni.
Per questo a me personalmente questi discorsi da psicoparagnosti mi irritano proprio.
Oltretutto poi sono gli psicoterapeuti stessi che dicono che i cambiamenti comportano sofferenza, la sofferenza in cambio di un bene è sempre un bene? Per me dipende da come si valutano le cose, perché se uno ritiene di non farcela a sostenerla fino in fondo potrebbe ritrovarsi con un pugno di mosche in mano e ancora più sfasciato di prima.
Quindi nessuno secondo me ha mai davvero paura del bene, si ha paura che dentro a una scatola di un prodotto dove c'è scritto a caratteri cubitali BENE SUPREMO SARAI FELICE E SODDISFATTO SE MI ACQUISTI, ci sia tutt'altro dentro.
Quando si investe poco si ha paura delle sòle, non certo degli affari veri dove con quasi niente si ottiene tutto (qualcuno avrebbe paura davvero di questa situazione se fosse reale?). Siccome metodi sicuri per distinguere queste due cose non ne esistono e ognuno deve fare da se, uno che è insicuro nel valutare non proverà mai a fare investimenti troppo azzardati, a meno che non gli diano garanzie aggiuntive.
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Ultima modifica di XL; 28-03-2023 a 08:12.
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28-03-2023, 08:17
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#26
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Esperto
Qui dal: Sep 2022
Ubicazione: Babilonia
Messaggi: 1,377
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Secondo me è sbagliata la tua analogia, nel senso che se sapessimo già di scegliere tra male e bene sceglieremmo sempre il bene.
Il consumatore non sa se il prodotto venduto manterrà le promesse...
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La metafora è appunto una metafora, non mi concentrerei su quella.
Capisco quello che dici. La mia era una riflessione personale, è quello che succede a me.
Il punto non è non conoscere il bene, che per definizione è il contrario del male. Il punto è non avere la forza, dopo un lungo periodo di depressione, nel muoversi verso il bene. Il bene è costruirsi una vita con interessi, e almeno una ragione per vivere. Ma è talmente difficile da conquistare che ci si rinuncia. Restare nel male non richiede sforzo, né rischio.
Il discorso condotto così è molto semplificato naturalmente, perché bene e male non sono concetti così chiari e netti.
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28-03-2023, 10:59
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#27
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Mi sento depauperato di ogni scintilla di vitalità, quando sei svuotato fino all'osso dove trovi più le risorse?
Quando hai intorno solo terra bruciata che cosa puoi coltivare su un terreno ormai sterile e morto?
Il punto di non ritorno arriva, puoi solo dire "è andata così" mettendosi l'animo in pace. Investire risorse che non si hanno per cercare un cambiamento improbabile aggiunge solo altra sofferenza e non porta alcun risultato se non stare peggio.
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28-03-2023, 11:15
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#28
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
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È un po' lo stesso motivo per cui ad es il membro di una coppia (spesso la donna) non si allontana dalla situazione anche se è tossica e piena di abusi/violenze. Ti farà male, ma è qualcosa che CONOSCI. L'ignoto è una tra le cose che può provocare più paura in assoluto. La differenza tra chi vive una vita piena e chi si limita sta in come tale ignoto si "riempie" col proprio immaginario. Se si è sfiduciati, tristi, arrabbiati o quant'altro, lo si immaginerà pieno di tutta la merda che la nostra mente può partorire. Se si sta bene e si vede la vita positivamente, si potrebbe addirittura esagerare in senso opposto. Un po' bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. In medio stat virtus.
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28-03-2023, 11:48
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#29
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Intermedio
Qui dal: Oct 2022
Messaggi: 264
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Non sono felice. Vorrei esserlo, ma non riesco a capire come fare. Non so se ha senso ciò che sto scrivendo. Sto male ovunque e con chiunque. Non riesco a non essere arrabbiato per qualsiasi ragione, quindi preferisco la solitudine. Ma allo stesso tempo, forse mi faccio ancora più del male stando solo... Non so come fare.
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28-03-2023, 13:01
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#30
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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Non sono d'accordo con XL.
Non condivido l'idea che non si cerchino vie di fuga da una situazione perché si ha paura di stare peggio (questo è la teoria della comfort zone). Non è sempre così almeno. C'é anche chi nel dolore, nello stare male trova un significato al proprio esistere, al proprio auto rappresentarsi, in sostanza trova la propria identità. Soffrire significa esistere in quanto persone, ci si auto attribuisce il ruolo dello svantaggiato, del reietto, di colui che è in credito verso il mondo e la vita. Si sceglie di soffrire per darsi un significato e un'identità, non necessariamente per evitare sofferenze peggiori.
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28-03-2023, 13:14
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#31
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Tutti cercano lo comfort-zone di cui tanto male si parla come se fosse il male assoluto. Tutto quello che le persone fanno è indirizzato alla ricerca di una stabilità e non di azzardi e rischi perpetui in cerca sempre di qualcos'altro. Ci sono alcune persone "avventurose" ma sono una minoranza, l'essere umano per natura cerca ia sua isola felice dove vivere nella stabilità.
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28-03-2023, 13:21
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#32
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
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Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun
Tutti cercano lo comfort-zone di cui tanto male si parla come se fosse il male assoluto. Tutto quello che le persone fanno è indirizzato alla ricerca di una stabilità e non di azzardi e rischi perpetui in cerca sempre di qualcos'altro. Ci sono alcune persone "avventurose" ma sono una minoranza, l'essere umano per natura cerca ia sua isola felice dove vivere nella stabilità.
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C'è bisogno di un sano equilibrio tra le due cose. Della comfort zone c'è bisogno per rilassarsi, ricaricarsi, leccarsi le ferite, riflettere a bocce ferme. Senza uscirci, qualche volta e a proprio modo, non può esserci evoluzione.
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28-03-2023, 13:27
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#33
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Esperto
Qui dal: May 2022
Messaggi: 913
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Molto spesso il "miglioramento" che si può ottenere è assai modesto in confronto all'impegno che ci si deve mettere e alla sofferenza che si prova nel raggiungerlo o può essere addirittura nullo nei casi in cui la soluzione sia solo "accettare la situazione". O, come già detto, le probabilità di avere successo possono essere scarse. Ha senso provarci? Per qualcuno si, per altri ovviamente no. Personalmente sono più per il no. Anche il discorso sul "trovare la propria identità nel male" penso che difficilmente si applichi, io se mi dicono che per stare meglio devo "accettare la mia vita" mi sento presa in giro e non mi va di impegnarmi per continuare a vivere nelle fogne ma con gli occhiali rosa a cuore, qualcuno potrebbe dire che è perché mi piace stare male ma in realtà è solo che, se l'alternativa è quella lì, penso che non abbia senso e che non ne valga la pena.
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28-03-2023, 13:34
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#34
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Esperto
Qui dal: Aug 2018
Messaggi: 7,887
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Questa cosa della resistenza al cambiamento mi rappresenta perfettamente, infatti non ho combinato nulla nella mia vita, sono sempre rimasto fermo nello stesso punto. Il fatto è che neanche mi interessa cambiare più di tanto, sono quello che sono e mi va bene così. Vorrei solo fare i cambiamenti più indispensabili per rendermi una persona un minimo indipendente.
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28-03-2023, 13:48
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#35
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Esperto
Qui dal: Dec 2019
Ubicazione: Monsters in the parasol
Messaggi: 2,706
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Quote:
Originariamente inviata da Fiore Di Loto
C'è bisogno di un sano equilibrio tra le due cose. Della comfort zone c'è bisogno per rilassarsi, ricaricarsi, leccarsi le ferite, riflettere a bocce ferme. Senza uscirci, qualche volta e a proprio modo, non può esserci evoluzione.
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Un po difficile parlare di equilibrio, comfort zone o evoluzione quando ti hanno ridotto peggio di un animale.
Facile per chi vive da essere umano e viene trattato come tale, esci ed entri da dove ti pare quando hai il sostegno.
A quelli come viene data una cuccia e una ciotola per il cibo e l'acqua, per il resto stai fermo e muto.
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28-03-2023, 14:19
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#36
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Esperto
Qui dal: Jan 2018
Messaggi: 4,114
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Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
Cioè, stravolgere la propria condizione, non si ha comunque nessuna garanzia preventiva che possa bastare a qualcosa.
Per persone che fin da piccole o comunque dalla giovane età sono rimaste praticamente fuori da tutto e da tutti, e che ora hanno magari 40 o 50 anni, da sole, senza nessuno, senza una prospettiva di rientrare in determinati meccanismi, rapporti, situazioni, relazioni, è difficile che possa bastare uno sforzo immenso solo per nulli o modesti risultati.
Poi il problema è sempre il solito. Se si hanno questi problemi, gli altri non si soffermano ad aspettare che uno li risolve. Perché? Il perché è semplice. C'è una strada corta, anzi cortissima, che è la più sbrigativa ed efficace. Passano oltre e stop. Cercano chi questo genere di problemi non li ha, e la questione è risolta.
Oppure veramente si vuole credere che la fuori la gente, sta lì ad aspettare, capire, cercare uno di 30,40,50 anni che è a zero in tutto, che non ha esperienze, che non sa socializzare eccetera eccetera?
No, io credo che l'unica possibilità sia di trovare una persona, o poche persone che per miracolo capiscano davvero la situazione, ma obiettivamente, per i motivi che poco sopra ho spiegato, nessuno, nessuna, secondo me perderebbe tempo e le proprie energie con chi soffre di questi problemi.
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Ultima modifica di Maximilian74; 28-03-2023 a 14:21.
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28-03-2023, 14:25
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#37
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
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Quote:
Originariamente inviata da Black_Hole_Sun
Un po difficile parlare di equilibrio, comfort zone o evoluzione quando ti hanno ridotto peggio di un animale.
Facile per chi vive da essere umano e viene trattato come tale, esci ed entri da dove ti pare quando hai il sostegno.
A quelli come viene data una cuccia e una ciotola per il cibo e l'acqua, per il resto stai fermo e muto.
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Non ho idea di quale possa essere davvero la tua situazione, però ovviamente ce ne sono di più o meno difficili, e non ci sono soluzioni buone per tutti.
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28-03-2023, 14:32
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#38
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Intermedio
Qui dal: Feb 2019
Messaggi: 183
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Quote:
Originariamente inviata da Maximilian74
Ma soprattutto, (e questo è un messaggio a tutti quelli che dicono "ma cazzo, sbattiti, datti da fare, se vuoi migliorare devi sopportare anche disagi, umiliazioni, rifiuti, prese per il culo eccetera eccetera..."), non è nemmeno scontato che a fronte di immani sforzi si ottengano risultati, neanche i più modesti, anzi potrebbero non esserci proprio i risultati, neanche minimi.
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Se non si ottengono risultati positivi, allora forse non è la strada giusta. Non è utile nemmeno voler strafare. Bisogna umilmente tarare i giusti passi per la propria situazione. Altrimenti si crea un divario enorme, frustrante e doloroso tra aspettative e risultati, che ovviamente poi fa passare la voglia. Se hai 40-50 anni e versi in una certa situazione, molto probabilmente pensare di poter vivere esperienze tipiche dei teenagers o dei ventenni è un po' irrealistico. Poi capisco che forse manchino le basi per cui poter vivere la vita come un cinquantenne "normale" relativamente in pace con se stesso, non avendo sperimentato cose che sarebbe stato meglio provare prima. Non esistono proprio situazioni o gruppi con professionisti psicologi/sociologi/educatori che magari riescano a far sperimentare qualche esperienza utile in termini di ABC relazionale e emozionale?
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28-03-2023, 15:46
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#39
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Esperto
Qui dal: Sep 2022
Ubicazione: Babilonia
Messaggi: 1,377
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Quote:
Originariamente inviata da Fiore Di Loto
È un po' lo stesso motivo per cui ad es il membro di una coppia (spesso la donna) non si allontana dalla situazione anche se è tossica e piena di abusi/violenze. Ti farà male, ma è qualcosa che CONOSCI. L'ignoto è una tra le cose che può provocare più paura in assoluto. La differenza tra chi vive una vita piena e chi si limita sta in come tale ignoto si "riempie" col proprio immaginario. Se si è sfiduciati, tristi, arrabbiati o quant'altro, lo si immaginerà pieno di tutta la merda che la nostra mente può partorire. Se si sta bene e si vede la vita positivamente, si potrebbe addirittura esagerare in senso opposto. Un po' bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno. In medio stat virtus.
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Sad but true
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28-03-2023, 18:53
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#40
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Esperto
Qui dal: May 2022
Messaggi: 913
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Questa storia del bicchiere mezzo pieno o vuoto è già fuori dal mio modo di pensare, come pure la maggior parte delle affermazioni di psicologi e simili. Per me il bicchiere o è pieno o non è abbastanza pieno, il resto sono robe che la gente ci ricama sopra ma che alla fine non cambiano la situazione. Se la mia vita è uno schifo posso anche impegnarmi per "accettarla" o "vedere il buono" in essa, ma nei fatti resta sempre uno schifo.
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