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Vecchio 23-12-2014, 05:57   #21
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Esistono quindi stereotipi che enunciano verità (negative o positive non fa differenza) e quindi sono da accettare oppure gli stereotipi sono sbagliati per definizione perché non tengono conto delle molteplici differenze interne ad una categoria? Ma soprattutto: no agli stereotipi perché non mi sento rappresentato io da essi, o no in generale anche quando mi sento rappresentato (specie se positivi)?
Io direi no in qualunque caso.
Vecchio 23-12-2014, 06:02   #22
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Esistono quindi stereotipi che enunciano verità (negative o positive non fa differenza) e quindi sono da accettare oppure gli stereotipi sono sbagliati per definizione perché non tengono conto delle molteplici differenze interne ad una categoria? Ma soprattutto: no agli stereotipi perché non mi sento rappresentato io da essi, o no in generale anche quando mi sento rappresentato (specie se positivi)?
Io direi no in qualunque caso.
Per come vengono presentati di norma gli stereotipi, la seconda che hai detto (cit.) per entrambe le domande. Per concludere, cfr. mia firma.
Vecchio 23-12-2014, 06:08   #23
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Quindi no anche agli stereotipi positivi? La accendiamo? E comunque se ogni cosa assume un valore in relazione a chi la guarda, certe cose potrebbero non essere negative per tutti
Vecchio 23-12-2014, 06:11   #24
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Quindi no anche agli stereotipi positivi? La accendiamo? E comunque se ogni cosa assume un valore in relazione a chi la guarda, certe cose potrebbero non essere negative per tutti
Ti ho già risposto: anche dire che le donne sono più empatiche o gli uomini più razionali (esempio di qualità "positive") sono stereotipi poco o nulla rispondenti al vero, data la notevole quantità di arpie e di beoti esistente in giro.
Ringraziamenti da
Drifter (23-12-2014)
Vecchio 23-12-2014, 06:18   #25
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Originariamente inviata da Winston_Smith Visualizza il messaggio
Ti ho già risposto: anche dire che le donne sono più empatiche o gli uomini più razionali (esempio di qualità "positive") sono stereotipi poco o nulla rispondenti al vero, data la notevole quantità di arpie e di beoti esistente in giro.
In teoria la definizione di stereotipo è già di per sé una descrizione non rispondente al vero, positiva o negativa essa sia...ma la mia domanda è: si può fare una descrizione generale di una categoria di persone dicendo "la maggior parte di loro è così", secondo te?
Vecchio 23-12-2014, 06:21   #26
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In teoria la definizione di stereotipo è già di per sé una descrizione non rispondente al vero, positiva o negativa essa sia...ma la mia domanda è: si può fare una descrizione generale di una categoria di persone dicendo "la maggior parte di loro è così", secondo te?
Se si comincia a parlare di statistiche, di gaussiane, di maggioranze e di minoranze siamo già su un altro piano rispetto agli stereotipi. Quindi direi che la risposta alla domanda è che è possibile.
Vecchio 23-12-2014, 06:42   #27
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L'importante è fare un po' di mindfulness e capire perché gli stereotipi ci danno tanto fastidio: perché li riteniamo falsi o perché li riteniamo veri? Un po' come quando riceviamo una critica (o ciò che ci appare come tale): ci ferisce perché ci sembra vera o falsa?
Vecchio 23-12-2014, 06:53   #28
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L'importante è fare un po' di mindfulness e capire perché gli stereotipi ci danno tanto fastidio: perché li riteniamo falsi o perché li riteniamo veri? Un po' come quando riceviamo una critica (o ciò che ci appare come tale): ci ferisce perché ci sembra vera o falsa?
Se parliamo di fastidio, mi pare che ritorniamo a concentrarci sugli stereotipi negativi. Dunque...
Quindi se a un ebreo dà fastidio sentir dire che gli ebrei sono usurai è perché ritiene vera quella "critica"?
Quindi se a un rom dà fastidio sentir dire che i rom sono ladri è perché ritiene vera quella "critica"?
Questo modo di procedere mi ricorda un po' quello che purtroppo a volte si usa ancora contro le donne che denunciano delle molestie, accusandole di essersele inventate o di averle "provocate", spostando così l'attenzione dall'offensore verso l'offeso.
Ringraziamenti da
rosadiserra (23-12-2014)
Vecchio 23-12-2014, 06:57   #29
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A me ad esempio dà fastidio che l'immagine dell'Italia in Giappone venga associata ad uno come Girolamo Panzetta. Io non mi identifico nel suo modo di fare, quindi mi dà fastidio essere associato ad uno che ritengo un idiota, ma a volte mi chiedo se invece non mi dia fastidio perché riconosco che molti italiani un po' gli somiglino (non tutti, né tanto meno la maggioranza ma comunque sempre troppi per i miei gusti).
Vecchio 30-12-2014, 00:31   #30
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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
A me ad esempio dà fastidio che l'immagine dell'Italia in Giappone venga associata ad uno come Girolamo Panzetta. Io non mi identifico nel suo modo di fare, quindi mi dà fastidio essere associato ad uno che ritengo un idiota, ma a volte mi chiedo se invece non mi dia fastidio perché riconosco che molti italiani un po' gli somiglino (non tutti, né tanto meno la maggioranza ma comunque sempre troppi per i miei gusti).
Io non ho problemi a biasimare le malefatte di certi miei connazionali e a riconoscere che esse siano diffuse in Italia.
Provo invece un grosso fastidio nel sentirmi accomunato a costoro solo perché parliamo la stessa lingua.
Vecchio 30-12-2014, 01:41   #31
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Siate onesti: quanti di voi hanno notato di avere questo accento qualora si siano trovati nella necessità di parlare in inglese?

Vecchio 30-12-2014, 01:58   #32
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No, non è assolutamente così, probabilmente sei solo disabituata all'ascolto, ma l'inglese in tutti i suoi vari accenti è una lingua carica di variazioni, intonazioni differenti e sfumature di suono.
Ringraziamenti da
Drifter (30-12-2014)
Vecchio 30-12-2014, 02:29   #33
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sarà, ma io ormai sò dù anni che parlo inglese tutti i giorni e non ce la fò più.
datemi un italiano, qualcuno con cui dibattere sul tempo e la figa, perché qui, accento o non accento, mi si deprime anche la gatta, che capisce solo il tedesco.
Vecchio 30-12-2014, 02:38   #34
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Comunque un italiano che cerca di emulare la "calata", l'accento british o yankee è ancora più patetico del bifolco maccheronico (alla Renzie). Penso sia meglio mettersi il cuore in pace: chi non è cresciuto con l'Inglese nelle orecchie avrà sempre un accento italico. I francesi anche colti per esempio parlano quasi sempre un Inglese dal forte accento, ma non credo si facciano i nostri problemi... L'importante sarebbe parlare correttamente e in modo pulito, imho.
Vecchio 30-12-2014, 02:42   #35
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Originariamente inviata da crasi Visualizza il messaggio
Il problema non è l'accento è che non riesco proprio a capire che sta dicendo..cioè letteralmente, con uno sforzo sì, ma non capisco il tono.
Certo cockney in effetti può suonare oscuro... Poi alcuni britannici parlano senza neppure muovere le labbra...
Vecchio 30-12-2014, 04:55   #36
~~~
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
Comunque un italiano che cerca di emulare la "calata", l'accento british o yankee è ancora più patetico del bifolco maccheronico (alla Renzie). Penso sia meglio mettersi il cuore in pace: chi non è cresciuto con l'Inglese nelle orecchie avrà sempre un accento italico. I francesi anche colti per esempio parlano quasi sempre un Inglese dal forte accento, ma non credo si facciano i nostri problemi... L'importante sarebbe parlare correttamente e in modo pulito, imho.
In realtà non c'è niente di male a cercare di avere una pronuncia adeguata.
Pare sempre che "imitare" (e che palle) l'accento americano o inglese sia sintomo di tirarsela o di voler fare i buffoni. Non so, non mi convince la cosa.
Mi pare la filosofia del "testa bassa e tira dritto", non la capisco.

Per il resto gli accenti sono belli, ma doversi "forzare" a parlare un inglese dal tono italiano standard solo per paura di sembrare scemi o buffoni mi pare un condizionamento inutile.

E poi ad ascoltare a lungo un certo tipo di parlata a me viene da imitarla, cosa che sta molto al culo a tutti ma francamente cazzi loro. E non vale solo per l'inglese: passo del tempo a Rimini e piglio una parlata, ma i miei parenti romagnoli mi dicono che la mia cadenza è più emiliana (bolognese).
Insomma è molto sottile la cosa epperò ROAR e anche BLOARG.
Ringraziamenti da
rosadiserra (30-12-2014)
Vecchio 30-12-2014, 09:24   #37
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Originariamente inviata da crasi Visualizza il messaggio
A parte le rigidità mie, l'inglese, come scelta, alla -come ci capiamo?- è brutto forte.

Mi pare una lingua per cui ti capisci, sì, tipo breakfast-what are you doing-yes I do-so much-you're welcome , ma non ti capisci mica con le sopracciglia, per dire.

(non è del tutto vero, i paesi tuoi e i buoi sono importanti, però oggettivamente è una lingua al limite del cacofonico)
Per me l'inglese non è affatto cacofonico (anzi, mi è sempre piaciuto più dell'italiano); ovviamente come in tutte le lingue alcuni accenti sono più gradevoli da sentire (e più o meno difficili da comprendere) rispetto ad altri.
Vecchio 30-12-2014, 15:15   #38
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
Comunque un italiano che cerca di emulare la "calata", l'accento british o yankee è ancora più patetico del bifolco maccheronico (alla Renzie). Penso sia meglio mettersi il cuore in pace: chi non è cresciuto con l'Inglese nelle orecchie avrà sempre un accento italico. I francesi anche colti per esempio parlano quasi sempre un Inglese dal forte accento, ma non credo si facciano i nostri problemi... L'importante sarebbe parlare correttamente e in modo pulito, imho.
Probabilmente è vero: difficile sbarazzarsi completamente del proprio accento nativo (e del resto non c'è nulla di cui vergognarsi), ma un'aderenza il più possibile corretta alla pronuncia della lingua "ospite" è auspicabile. Ogni lingua non è fatta soltanto di regole grammaticali, strutture sintattiche, vocaboli ma anche di suoni e questi costituiscono l'ossatura del parlato. Pronunciare ad esempio "bird" e "birth" allo stesso modo, tralasciando l'importanza del suono interdentale "θ" rappresenta a mio avviso un approccio molto superficiale all'apprendimento dell'inglese (ma questo vale per qualsiasi lingua dove minime sfumature di suono incarnano enormi variazioni semantiche). Lo stesso dicasi per la pronuncia di parole come "shit" e "sheet" o "ship" e "sheep". Solo perché l'italiano non prevede l'osservanza di variazioni così minime nella pronuncia non dovrebbe rappresentare un pretesto per un approccio eccessivamente leggero all'inglese.
Questo vale anche per le costruzioni sintattiche delle frasi: alla domanda "verrai alla festa domani sera?" un italiano e uno spagnolo potrebbero rispondere "se non piove si", ma altrettanto non si può fare con l'idioma albionico, se si vuole aderire a criteri di correttezza almeno. Tante volte ho sentito italiani e iberici avventurarsi in costruzioni sintattiche ineffabili e rispondere "if it doesn't rain, yes" e amenità del genere.

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Originariamente inviata da crasi Visualizza il messaggio
A parte le rigidità mie, l'inglese, come scelta, alla -come ci capiamo?- è brutto forte.

Mi pare una lingua per cui ti capisci, sì, tipo breakfast-what are you doing-yes I do-so much-you're welcome , ma non ti capisci mica con le sopracciglia, per dire.

(non è del tutto vero, i paesi tuoi e i buoi sono importanti, però oggettivamente è una lingua al limite del cacofonico)
Non si può parlare di oggettività quando ci si riferisce ai gusti personali...sicura che non vi sia alla base di tale giudizio un'avversione dovuta alle difficoltà personali nella comprensione e nell'apprendimento?

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Originariamente inviata da ~~~ Visualizza il messaggio
In realtà non c'è niente di male a cercare di avere una pronuncia adeguata.
Pare sempre che "imitare" (e che palle) l'accento americano o inglese sia sintomo di tirarsela o di voler fare i buffoni. Non so, non mi convince la cosa.
Mi pare la filosofia del "testa bassa e tira dritto", non la capisco.

Per il resto gli accenti sono belli, ma doversi "forzare" a parlare un inglese dal tono italiano standard solo per paura di sembrare scemi o buffoni mi pare un condizionamento inutile.
You got it!
Vecchio 30-12-2014, 15:21   #39
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Originariamente inviata da ~~~ Visualizza il messaggio
In realtà non c'è niente di male a cercare di avere una pronuncia adeguata.
Pare sempre che "imitare" (e che palle) l'accento americano o inglese sia sintomo di tirarsela o di voler fare i buffoni. Non so, non mi convince la cosa.
Mi pare la filosofia del "testa bassa e tira dritto", non la capisco.

Per il resto gli accenti sono belli, ma doversi "forzare" a parlare un inglese dal tono italiano standard solo per paura di sembrare scemi o buffoni mi pare un condizionamento inutile.
Non ho capito... mi riferivo a certi personaggi (che poi magari fanno grossolani errori di sintassi) snob magari milanesoni che vogliono far credere di essere cresciuti a Brooklyn usando inflessioni improbabili... Voglio dire, quel tipo di dizione (pseudo britannica o pseudo americana) non è obbligatoria... Ho visto delle interviste a (ll'inglesissimo) Hitchcock: ebbene lui parlava un Inglese nitido e ultra intelligibile, quasi da italiano. (ok, mi rimangio il "quasi da italiano" che in effetti era una c... micidiale)

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Originariamente inviata da crasi Visualizza il messaggio
A parte le rigidità mie, l'inglese, come scelta, alla -come ci capiamo?- è brutto forte.
Mi permetto di dissentire, l'Inglese è una delle migliori lingue secondo me, anche nelle sonorità, dipende da chi lo parla. Un certo tipo di Inglese standard e aziendale, quello che dilaga in Rete per intenderci, è in effetti vomitevole. Poi il fatto che sia una lingua che ci è stata imposta (che sia ovvero la lingua del business e della performance) ce lo ha forse reso odioso.

Ultima modifica di Odradek; 30-12-2014 a 16:06.
Vecchio 30-12-2014, 15:25   #40
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Originariamente inviata da Odradek Visualizza il messaggio
Ho visto delle interviste a (ll'inglesissimo) Hitchcock: ebbene lui parlava un Inglese nitido e ultra intelligibile, quasi da italiano.
Quello è il cosiddetto RP (ovvero l'inglese della regina), sarebbe un po' come pretendere che tutti gli italiani abbiano una pronuncia limpida e attoriale alla Gassman.
Detto ciò, non esiste solo il british english...
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