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08-05-2008, 20:44
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#1
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Principiante
Qui dal: Apr 2008
Messaggi: 3
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Ciao!
Un giorno, mentre ero con la mia solita protesi palmare in vaporetto a buttar giù versi, mi è venuta l'idea di un raccontino sulle molecole SSRI; autobiografico quel poco che basta, per proiettarlo poi in un futuro "altro" e grottesco... Posto qui l'inizio. Il seguito è on demand, nel caso, con rinnovato piacere. E ogni spunto - critica - indizio di discussione il benvenuto...
IL TRICICLO
Una volta ero un uomo triciclico, ora non più. Restano i tre cicli, ma intanto le molecole sono cambiate. E il nuovo triciclo annuale non è la stessa cosa. Per fortuna.
Tempi duri, i tricicli d'un tempo; troppi giochi di parole imprevisti, nel bel mezzo di un discorso; lapsus da farci analisi a go go, e poi analizzare quelli che fiorivano dentro le analisi; non si finiva più. E poi: troppi effetti collaterali, anzi bilaterali per via dei soliti poli opposti: euforia - ipotensione, entusiasmo - tristezza, ecc... Una vita in bianco e nero, tutti i grigi spazzati via; e io, che ho 12/10 per occhio, dal triciclo di allora mi figuravo il mondo come una specie di acquaforte di china, nitida e tutta contrasti. Mi impasticcavo di Tofranil fino ad aprile; a maggio passavo al Surmontil, e gli ultimi quattro mesi dell'anno al Laroxyl, tutti triciclici classici. Mi toccava fare tre cicli per via del fegato; lo stesso mi tocca anche oggi, una vera maledizione, se non fosse che fortunatamente, per il resto, è cambiato tutto.
A quel tempo l'effetto antidepressivo arrivava con un suo saporino inconfondibile, un po' più agro o più dolce a seconda delle molecole, ma se le mie stagioni ridotte in pillole erano tre, il mondo mi pareva per tutto l'anno diviso in due. Anche i miei amori di quel periodo erano contrastati; odio e affetto, repulsione e attrazione si rincorrevano secondo un ordine imprevedibile; il primo mortificava il secondo, perché il secondo poi trasmutasse di nuovo nel primo; la predestinata al pendolo degli affetti, intanto, stava nel mezzo ad assistere, incerta se fare il tifo o lasciare il campo. Chi mi amava di più magari cercava di comprendermi, ma io cercavo di comprendere un po' meno chi mi amava di più, specie quando mi pareva che i suoi occhi galleggiassero in un bianco e nero secco, senza sfumature, come pupille di un calamaro appena pescato. Senza contare gli altri effetti collaterali, dai tremori alla dispepsia, passando per una prostata fuori controllo; eh, tempi duri quelli...
Ora i miei cicli seguono il trend dei neurostimolatori più moderni: li butti giù e neanche te ne accorgi. I colori si riaggiustano e regalano alla vista variazioni impercettibili; le tre stagioni restano, ma per fortuna i tempi cambiano e le molecole pure; e così il mio triciclo sembra andare da solo. Il primo periodo dell'anno, da gennaio a aprile, è quello della fluoxetina: Prozac, Fluoxeren, Fluoxenol, il dosaggio di 40 mg al giorno riconnette le sinapsi fuori tono, inibendo le ricaptazioni neuroniche come da foglietto, ma soprattutto produce uno strano senso di diluizione di sé nel mondo, in una forma beatamente rassicurante; di colpo rifiorisce una grande fiducia nel prossimo, che da fantasma galleggiante nel caos riaffiora alla luce, zac, come persona.
(1 - continua?)
ciao
rob
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09-05-2008, 08:15
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 936
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Si, sono curiosa di sapere come finisce.
(una conoscenza profonda di nomi impossibili).
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09-05-2008, 11:38
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#3
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Esperto
Qui dal: Nov 2007
Ubicazione: Ancona
Messaggi: 769
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Non male, dai! Dai che ci tiri fuori un best seller che ti cambia la vita. Vai avanti e aggiornaci.
rob
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09-05-2008, 19:47
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#4
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Principiante
Qui dal: Apr 2008
Messaggi: 3
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Sono lusingatissimo, dico davvero... Ecco il seguito...
(...) Così, verso dicembre, comincio a prepararmi alla svolta d'inizio anno, e mi rileggo i testi più adatti allo scopo, da "Stato e Anarchia" di Bakunin ad "Amore" di Francesco Alberoni; in modo da arrivare di nuovo con le idee in ordine sulla storia e la pratica quotidiana di un rapporto costruttivo con l'universo. Verso il 20 gennaio, quando la fluoxetina spinge i neuroni a pieno regime, tutti i meccanismi sono oliati e pronti per il primo ciclo. E' un po' come ritrovarsi a un tratto in un coro di voci miste, quelle degli altri, scoprendo di sapere la propria parte a memoria, e con l'intonazione in regola. Mi verrebbe una sola parola, per descrivere questo senso ritrovato dell'io nel mondo: "armonia". Credo più in una strana mistura fra euforia e metafisica, ma di quella buona, che fra morte e reincarnazione, per capirci, non dispensa troppi distinguo o sfumature.
Con la fluoxetina galleggio nel mondo sereno e tranquillo, senza troppi pensieri a inciampare sulle trappole tese da nostalgie, occasioni mancate, sensi di non ritorno. Così all'inizio di febbraio, ormai da qualche anno, affilo gli strumenti di seduzione più acconci al primo quadrimestre; e mi rimetto a corteggiare Lucia. Ogni volta è più difficile, perché dopo, al cambio di pasticca programmato per il primo di maggio, il rapporto entra nella consueta crisi irreversibile; e il lavoro d'inizio stagione per convincerla della mia buona fede, tenendo il filo di una continuità con me stesso dopo la crisi annuale di primavera e la muta di maggio, si fa sempre più duro. Di buono c'è che non devo mentire, anzi, ogni volta è un piacere dell'anima riscoprirmi sincero fino al midollo; e Lucia è la persona più adatta a far rifluire in un approdo sicuro il mio amore quadrimestrale per l'universo. Anche perché ho scoperto che da tre anni lei prende l'Edronax, capsula molto sensibile alle manifestazioni d'affetto; la reboxetina poi si sa, a saperla sfruttare nelle sinapsi altrui, può rovesciare e riazzerare l'ego come un calzino sporco dopo una centrifuga. Io però la amo davvero. Lei è l'esempio lampante di come le vecchie idee rivoluzionarie degli anni Settanta, temperate dai fervori della reboxetina, possono confluire dopo decenni in una personalità stimolante, ove le angolature un po’ rigide delle vecchie ideologie si smussano in un filantropismo attivo di grana grossa; dal volontariato ai comitati per l'integrazione etnica, passando per svariati Organismi di Base, Lucia in cuor suo non rinuncia all'idea che, quand'anche l'edificio di un mondo nuovo tardasse di qualche secolo, vale sempre la pena piazzare lì qualche mattone, tifando per il buon corso della Provvidenza. Intento con cui per i primi quattro mesi dell'anno vado pienamente d'accordo, anzi, mi diletto pure a scrivere sul tema in alcune riviste. Insomma, con Lucia entro nell’abito tagliato su misura, e assai divertente, di intellettuale progressista impegnato; e in questo rifiorire di intenti, che dalla teoria svaria alle più raffinate declinazioni della pratica, rifiorisce anche una splendida intesa sul piano fisico: la fluoxetina non interferisce, anzi, semmai strizza l'occhio e asseconda i moti dei sensi a meraviglia. Il fatto che i rispettivi compleanni cadano a marzo, poi, riunisce idealmente i quadrimestri freddi in un flusso ininterrotto di felici ricorrenze. Fino a circa il 10 di maggio; più o meno la data in cui affiora, all'improvviso, il primo picco ematico significativo di paroxetina, molecola di base del Sereupin.
(continua?)
rob
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11-05-2008, 13:28
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#5
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Principiante
Qui dal: Mar 2008
Messaggi: 42
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Continua pure fio, anche se, come hai visto, qui le cose lunghe non hanno un grande indice di pubblico.
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