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10-01-2008, 17:23
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#41
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Intermedio
Qui dal: Aug 2006
Messaggi: 256
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Originariamente inviata da HurryUp2
Quote:
Originariamente inviata da elisewin_
In ogni caso Hurry, anche se si applica il tuo ragionamento, non se ne perviene a una soluzione.
Proprio perchè rimanda a una teoria comportamentalista. Insomma, io posso anche ricostruire esattamente uno schema di cosa mi provoca cosa, in base al tipico "stimolo-risposta". Ma è solo un prendere consapevolezza del proprio comportamento, un' analisi, utile più a uno psicologo che voglia analizzare il comportamento di un paziente che a trovare una soluzione. O per chi non ha consapevolezza della propria malattia.. ma questo sarebbe assurdo.
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Non credo che l'effetto del metodo sia quello, intanto non è un modello comportamentalista, ma cognitivista (stimolo- organismo-risposta), quindi è più completo.
Ma non è un metodo passivo, è un metodo attivo, perchè analizza anche le risposte psicologiche ad azioni evitate, cioè, prende l'insieme di tutte le azioni evitate, e ne attua alcune, poi analizza le risposte dell'organismo a queste azioni, e sulla base dei dati raccolti formula congetture su quali condizioni porre, nell'esperimento successivo, per ottenere risposte positive.
Solo che l'analisi stimolo-organismo-risposta viene fatta dal soggetto, non da un estraneo (lo psicologo), quindi è un'analisi più affidabile (non si deducono solo i comportamenti esteriori del modello stimolo-risposta, ma anche le risposte interne dell'organismo).
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Ripeto. Quello che fai è simile all'opzione "esplora" riguardo a una cartella o che so io del computer. Puoi scomporre un procedimento in ogni sua minima parte, il che è molto affascinante, ma il risultato è sempre lo stesso. Quindi, visto che il nostro cervello (almeno il mio, fortunatamente) ha grandi capacità di sintesi e di mettere il tutto per così dire in un'unica "cartella", non capisco perchè usare un metodo che sarebbe utilissimo se non avessimo queste capacità. Almeno io sono sicura che non perverrei a niente di nuovo, visto che le mie capacità di analisi (come di tutti gli esseri umani) mi permettono di arrivare autonomamente a una conclusione.
Per cui io so: che cos'ho, da cosa dipende, in quali casi si manifesta, in quali casi non si manifesta, quali sono le componenti che lo innescano, in che modo si manifesta anche indirettamente, le strategie involontarie che adotta il mio cervello per convincermi che vada tutto bene e molto altro.
Non so: come uscirne fuori.
Se il tuo sistema può dirmi qualcosa che non so allora spiegami come fare.
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10-01-2008, 17:54
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#42
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da elisewin_
Ripeto. Quello che fai è simile all'opzione "esplora" riguardo a una cartella o che so io del computer. Puoi scomporre un procedimento in ogni sua minima parte, il che è molto affascinante, ma il risultato è sempre lo stesso. Quindi, visto che il nostro cervello (almeno il mio, fortunatamente) ha grandi capacità di sintesi e di mettere il tutto per così dire in un'unica "cartella", non capisco perchè usare un metodo che sarebbe utilissimo se non avessimo queste capacità.
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Perchè secondo me queste capacità sono raggiungibili in media dalla maggior parte delle persone.
Quote:
Originariamente inviata da elisewin_
Per cui io so: che cos'ho, da cosa dipende, in quali casi si manifesta, in quali casi non si manifesta, quali sono le componenti che lo innescano, in che modo si manifesta anche indirettamente, le strategie involontarie che adotta il mio cervello per convincermi che vada tutto bene e molto altro.
Non so: come uscirne fuori.
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E' dopo questa frase in grassetto che scatta la parte attiva del mio metodo: elaborare congetture su come uscirne fuori.
I meccanismi che innestano l'ansia possono essere contingenti, se sono contingenti non sono necessari, si possono fare tutte le congetture possibili e poi metterle alla prova.
Per esempio, posso fare la congettura che "se non faccio quella particolare associazione mentale prima di salutare X, salutare X non mi provoca ansia", e provare a verificare questa congettura.
Naturalmente per verificarla devo essere sicuro di non aver fatto quella associazione mentale prima di salutare X, e questo può essere impegnativo, ma non impossibile.
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26-10-2008, 23:20
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#43
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 1,979
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Complimenti ad HurryUp, l'articolo è certamente interessante ed offre molti spunti...
Solo un'obiezione: sei sicuro che il presupposto sia corretto, cioè che un sistema intelligente sia necessariamente un sistema che ha consapevolezza di sè? Secondo i fautori della teoria dell'intelligenza artificiale forte non sarebbe così... Hai presente l'esperimento della stanza cinese?
E se la vera intelligenza fosse nella perdita della consapevolezza? Se l'uomo con la sua consapevolezza fosse solo uno stadio evolutivo intermedio, a cui dovrebbe fare seguito come naturale evoluzione un super-uomo privo di consapevolezza a livello personale, ma dotato di una consapevolezza collettiva, come ad esempio le api?
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27-10-2008, 06:01
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#44
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Intermedio
Qui dal: Apr 2008
Ubicazione: Perugia prov.
Messaggi: 160
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delirio
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27-10-2008, 09:55
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#45
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Banned
Qui dal: Sep 2008
Messaggi: 675
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solitudine
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04-08-2010, 21:11
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#46
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Esperto
Qui dal: Oct 2007
Messaggi: 2,896
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Quote:
Originariamente inviata da moon-watcher
Complimenti ad HurryUp, l'articolo è certamente interessante ed offre molti spunti...
Solo un'obiezione: sei sicuro che il presupposto sia corretto, cioè che un sistema intelligente sia necessariamente un sistema che ha consapevolezza di sè? Secondo i fautori della teoria dell'intelligenza artificiale forte non sarebbe così... Hai presente l'esperimento della stanza cinese?
E se la vera intelligenza fosse nella perdita della consapevolezza? Se l'uomo con la sua consapevolezza fosse solo uno stadio evolutivo intermedio, a cui dovrebbe fare seguito come naturale evoluzione un super-uomo privo di consapevolezza a livello personale, ma dotato di una consapevolezza collettiva, come ad esempio le api?
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Ho visto solo ora la tua risposta. Rispondo alla tua domanda: secondo me la consapevolezza di sè è necessaria, e la massima intelligenza si raggiunge sempre estendendo l'estensione della parte di sè conosciuta, e non abbandonando la consapevolezza aspettandosi che questa disattivazione della consapevolezza generi automaticamente l'intelligenza.
Inoltre maggiore è l'estensione della consapevolezza di sè, maggiori saranno le possibilità di osservazione delle proprie dinamiche interiori, e quindi le possibilità di controllo, correzione, dei blocchi. Se invece l'estensione della consapevolezza non è sufficientemente ampia, possiamo curarci solo attraverso l'intuito vago, supposizioni, o sotto la guida di una spontaneità inaffidabile, cioè, in pratica, saremmo costretti ad andare a tentoni, perciò progrediremmo più lentamente.
Certo, l'esercizio della consapevolezza potrebbe portare dei problemi, perchè se usata male può indurre a perdere la spontaneità, per questo per la mia terapia intelligente richiedo individui che abbiano un'intelligenza elevata e siano disposti a studiare la logica.
Non penso che la massima autorealizzazione sia rappresentata da uno stato di inconsapevolezza di sè, ma se mai che la massima realizzazione sia data dalla massima consapevolezza, che copre l'intera ampiezza del proprio essere ma non mette nulla in evidenza. Questo non mettere nulla in evidenza può far sembrare, dall'esterno, che sia in uno stato di inconsapevolezza, ma in realtà è una consapevolezza totale che, dando uguale intensità ad ogni dettaglio diverso, è in equilibrio sullo zero, ma è uno zero dato dall'equilibrio di vettori uguali e opposti, non uno zero dato dalla mancanza di attività della consapevolezza.
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