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Vecchio 26-12-2007, 15:16   #1
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Sto cercando di organizzare degli spunti per raccogliere basi teoriche per una terapia intelligente (ovviamente, da applicare a me stesso).
Metterò i miei primi spunti a disposizione dei lettori.
I lettori razionali potrebbero trovare interessante e appassionante il metodo.

Inizio l'esposizione (è scritto in seconda persona perchè l'ho mandato a un amico).

Per capire questo articolo dovresti seguire questi passaggi:

1)Dividere l’articolo in proposizioni.
2)L’articolo è stato scritto in modo tale che ogni proposizione segua dalla precedente, quindi c’è la facilitazione che puoi seguire l’ordine originale delle proposizioni (a parte nei punti in cui dico chiaramente di riguardare una proposizione anteriore alla precedente).
3)Ogni parola di ogni proposizione deve avere un’interpretazione definita: non passare alla lettura della proposizione successiva se non trovi l’interpretazione anche solo di una parola della proposizione precedente: le proposizioni vanno viste come tasselli di lego. Se non è chiaro il significato di tutte le parole di una proposizione, non si può collegare il tassello successivo (pena, allontanarsi dalla comprensione del messaggio).
4)Dato che l’argomentazione è densa di passaggi logici, una sola lettura può facilmente non coglierli tutti, quindi una volta finita la lettura è opportuno ricominciare la lettura seguendo le istruzioni 1, 2, 3, 4. Reiterare le letture poi, oltre a questo, è necessario per apprendere sempre meglio il messaggio globale dell’articolo (dato che le istruzioni che ho dato aiutano a cogliere il messaggio locale, ma possono far sfuggire il significato globale: per cogliere questo ci vogliono letture reiterate. Questo non richiede un impegno intellettuale profondo, perché una nuova lettura risulta sempre più facile della precedente).

Per spiegarti la strada che sto seguendo è necessario che tu mi segua nell’analisi di alcune proprietà dell’”intelligenza”.
Parto dalla domanda "cos'è l'intelligenza?".
Per rispondere a questa domanda provo a fare un'astrazione sui meccanismi che segue un sistema intelligente.
Riflettendo su questo sistema, è ovvio constatare che l'intelligenza ha a che fare con una cosa che si definisce "consapevolezza".
Un sistema intelligente è un sistema che cerca di essere consapevole di qualcosa... diciamo che, in generale, un sistema intelligente è un sistema che cerca di essere consapevole e basta.

Intanto, definiamo cos’è la “rappresentazione della realtà del sistema”: essa è un insieme di fenomeni la cui distribuzione presenta una quota di ordine e una quota di casualità.

Ora definiamo la consapevolezza (intesa come programma, o funzione, del cervello) in questo modo:

La funzione “consapevolezza” è un programma che associa a un qualunque fenomeno X il fenomeno X’, e lo aggiunge all’insieme dei fenomeni della rappresentazione della realtà.

In pratica, se X è un fenomeno, il fenomeno X’ è il fenomeno che dice “io sono consapevole di X”.

E’ opportuno chiarire che X e X’ non sono le rispettive traduzioni verbali di X e X’, cioè… X’ non è equivalente alla frase “io sono consapevole di X”: X’ è una “consapevolezza di X”, cioè una “sensazione”, che noi, per comunicarcela, la traduciamo con l’espressione verbale “io sono consapevole di X”.

D’ora in poi confonderò i fenomeni con la loro traduzione verbale, ma sarà solo un modo improprio per definire quei particolari fenomeni di cui andrò a parlare!

Sicuramente, esiste un circuito, sul piano neurologico, che attua un programma isomorfo al programma “consapevolezza”, ma a noi non interessa trovarlo: siccome è isomorfo (cioè, ha la stessa struttura), possiamo analizzare il programma “consapevolezza” su un piano meno complicato del piano neurologico.


Tornando all’analisi del programma “consapevolezza”, per avere un’idea pratica su come funzioni, si può dire che il sistema, attraverso l'osservazione e la riflessione, associa un valore di consapevolezza ad ogni fenomeno osservato nella sua realtà.

Per esempio, se io rilevo il fenomeno X
X= “è caduta una mela”
Con la funzione “consapevolezza” posso produrre il fenomeno X’
X’= “io sono consapevole che è caduta una mela”
E dopo aver prodotto X’ il programma “consapevolezza” aggiungerà X’ all’insieme dei fenomeni della sua rappresentazione della realtà.

Chiamiamo “teoremi di C” tutti i fenomeni che sono stati prodotti dalla funzione “consapevolezza”.
Per esempio, X’ è un “teorema di C”, perché è stato prodotto dal programma “consapevolezza” (attraverso il fenomeno X).
In questo modo, la funzione consapevolezza determina una procedura di decisione, per stabilire se un fenomeno è un teorema o no del programma “consapevolezza”.

Naturalmente, il sistema intelligente tenderà ad essere consapevole di qualunque fenomeno della sua rappresentazione, cioè, tenderà alla Consapevolezza Assoluta dell'intera sua rappresentazione (che comprende sia la rappresentazione esteriore della realtà percepita, sia quella interiore del soggetto che percepisce).
Andando avanti in questo scrupoloso lavoro di consapevolizzazione (analogamente al lavoro dei matematici di tentare di dimostrare più teoremi possibili di un sistema formale), il sistema arriverà ad applicare la funzione "consapevolezza" anche ai fenomeni riguardanti il nucleo della sua rappresentazione: il soggetto percepiente. E' a questo punto che avviene la consapevolezza più profonda, cioè la consapevolezza dell'io, profonda perché determina una nuova fase evolutiva dell’individuo.

Come avviene la consapevolezza dell’io? Avviene in modo del tutto casuale.
Supponiamo che il sistema intelligente abbia prodotto, con il programma “consapevolezza”, questi teoremi:
“IO sono consapevole che è caduta una mela”
“IO sono consapevole che domani devo andare a lavorare”
“IO sono consapevole che questa frase è formata da 11 parole”.

Il significato della parola “IO” quindi, viene definito nel sistema di rappresentazione del soggetto.
Ora, ricordati che ogni teorema della funzione “consapevolezza”, una volta prodotto, entra a far parte della rappresentazione della realtà del soggetto, integrandola con ogni nuovo teorema, cioè, ogni nuovo “teorema di C” (consapevolezza), una volta prodotto, diventa un nuovo fenomeno della rappresentazione della realtà del soggetto, in questo modo:

1)Il sistema rileva il fenomeno X
2)Il sistema applica “consapevolezza” a X e produce il teorema X’.
3)X’ diventa un nuovo fenomeno della rappresentazione della realtà del sistema
4) Il sistema può applicare la funzione consapevolezza al nuovo fenomeno X’, producendo un nuovo teorema: X’’.

Se per esempio X’ dice “sono consapevole che è caduta una mela”, X’’ dirà “sono consapevole che sono consapevole che è caduta una mela”, X’’’ dirà “sono consapevole che sono consapevole che sono consapevole che è caduta una mela”.

Ecco perché la funzione “consapevolezza” non può avere mai un limite, ma è un programma che non cessa mai (e quindi non può raggiungere la “consapevolezza assoluta”): infatti, anche ammesso che la funzione consapevolezza riesca a convertire tutti i fenomeni della rappresentazione della realtà in consapevolezze, resterebbe il fatto che ogni volta che “consapevolezza” produce un nuovo teorema, questo nuovo teorema amplia la rappresentazione della realtà con un nuovo fenomeno ancora non convertito in consapevolezza, quindi la rappresentazione della realtà verrebbe ampliata in continuazione con nuovi fenomeni, e quindi il programma “consapevolezza”, per esaurirsi, dovrebbe “convertire” un insieme infinito di fenomeni: assurdo.

Ma tornando alla consapevolezza dell’io… come avviene?
Dicevo: supponiamo che il programma “consapevolezza” rilevi il fenomeno I:
I= “io sono un soggetto percepiente”.
E’ a questo punto che il programma “consapevolezza” può produrre un nuovo teorema I’:
I’= “io sono consapevole di essere un soggetto percepiente”

Ecco fatto: senza volerlo, senza prevederlo, il sistema intelligente ha prodotto casualmente la consapevolezza dell’io, che, come vedrai, ha effetti “devastanti” nella struttura cognitiva, e quindi psichica, dell’uomo, e soprattutto, nella sua rappresentazione della realtà.

Infatti, quando I’ viene introdotto nella nuova rappresentazione della realtà, il soggetto percepiente non avrà più una rappresentazione della realtà “indipendente” dal suo io, ma anzi, il suo io diventerà un elemento ineliminabile della sua realtà (non riuscirà più a concepire un modello della realtà privo di una coscienza che lo percepisce).

Per verificare se la tua mente ha prodotto il teorema I’ (potrebbe darsi che ancora non l’ha prodotto) basta che verifichi gli “effetti” che questa consapevolezza provoca sulla psiche:
la produzione di I’ dovrebbe provocare, per esempio, domande strane come "perchè io sono io e non sono qualcun altro?", o comunque la percezione di qualcosa che non quadra, un'asimmetria troppo grossa tra io e non-io, come se ci fosse qualcosa che non torna e che necessita, quindi, di nuove riflessioni.

Probabilmente, la tua mente non ha ancora prodotto I’, perché se l’avesse prodotto non percepiresti la filosofia come qualcosa di astratto o inutile, in quanto l’esistenza della filosofia sarebbe giustificata da quelle domande come “perché sono io e non sono qualcun altro?” indotte dalla produzione del teorema I’.
Se tu non riesci a spiegarti il motivo dell’esistenza della filosofia, o non riesci a spiegarti perché certe persone si fanno certe domande, e non vedi concretezza in quelle domande, è perché non hai ancora prodotto quella particolare “consapevolezza”: I’.
Questo non vuol dire che non produrrai mai quella consapevolezza, infatti, per produrla, basta solo che rivolgi il tuo programma “consapevolezza” al tuo io, lo puoi fare perché il tuo io già appartiene ai fenomeni della tua rappresentazione della realtà (un bambino non può produrre quella consapevolezza, perché la sua rappresentazione della realtà non ha ancora prodotto il fenomeno “io”).

Continuando nella mia descrizione di questo meccanismo comune ai sistemi intelligenti, vediamo dove arriviamo.

Hai capito che il programma “consapevolezza” è un programma che non ha limiti di applicazione: si può applicare all’infinito senza raggiungere mai il fondo, essendo sicuri che ci saranno sempre nuovi fenomeni da poter convertire in “consapevolezze”.
Ora, prova a immaginare cosa succederebbe se un sistema intelligente attui questa procedura maniacale:

1) Io rilevo un qualunque fenomeno A
2) Subito produco il teorema A’

Applicando questa procedura, l’effetto sarà che il sistema intelligente diventerà sempre più iper-critico, incrementando così la sua coscienza sempre di più.
Per esempio, sarà sempre più difficile sentire sentimenti, impressioni mentali, o altri fenomeni , in modo “inconsapevole”, e anche quando capita, subito verrebbero convertiti in consapevolezze.

Ma questo non è meccanico. Un sistema intelligente può scegliere di non trasformare alcuni fenomeni che rileva in consapevolezze.

Dal punto di vista soggettivo, "trasformare un fenomeno rilevato in consapevolezza, significherebbe sentire quel fenomeno in un modo particolare, sentirlo e viverlo in modo consapevole, non in modo ‘inconsapevole’ come potrebbe fare la media delle persone che ancora non hanno prodotto I’ ”.

Teorema di Godel:

per spiegarti il teorema di Godel in modo sintetico, parto da un’analogia.
Saprai già che per ogni curva rappresentata su un piano esiste un’equazione matematica, con due variabili x y, che descrivono quella curva su un piano cartesiano (Cartesio ha fatto questa scoperta).
Per esempio, ogni lettera di questo mio articolo può essere rappresentata da un’equazione sul piano cartesiano, cosicché, se invece di scriverti questa lettera in questa forma, ti mandassi tutte le equazioni associate ad ogni lettera, tu potresti ugualmente capire il messaggio che ti sto mandando, anche se questo codice richiederebbe molto più tempo e fatica per essere decodificato!

Perché ti ho parlato della scoperta di Cartesio? Perché, con un ragionamento analogo, Godel ha dimostrato che ogni sistema formale può essere codificato con regole aritmetiche definiti sui numeri naturali.

Per esempio, i teoremi della fisica, possono essere convertiti in funzioni aritmetiche da applicare a un insieme di numeri naturali (gli assiomi tradotti in numeri).
In questo modo, un teorema dedotto dagli assiomi, equivale a operazioni aritmetiche fatte sui numeri associati agli assiomi.

Per rendere più chiaro il meccanismo uso uno schemetto:

un sistema formale si costruisce così:
1)si pone un insieme (finito o infinito) di assiomi (teoremi primitivi).
2)si prendono le regole del calcolo proposizionale.
3)si traduce ogni assioma nel linguaggio del calcolo proposizionale.
4)si producono nuovi teoremi attraverso le regole del calcolo proposizionale applicate agli assiomi tradotti nel punto 3.

Godel ha dimostrato che, per ogni sistema formale, si può seguire anche questa via:

1)si pone un insieme (finito o infinito) di assiomi (teoremi primitivi)
2)si prendono le regole del calcolo proposizionale
3)si traduce ogni assioma nel linguaggio del calcolo proposizionale
4)si associa ad ogni simbolo del calcolo proposizionale un numero naturale, in modo da creare un “codice aritmetico” del calcolo proposizionale
5)si traduce ogni assioma espresso nel linguaggio del calcolo proposizionale (nel punto 3) in un numero naturale (le cifre che compongono ogni assioma tradotto in numero sono quelle associate ai simboli del calcolo proposizionale che descrivono l’assioma).
6)per ogni regola del sistema formale, esiste una funzione aritmetica nel codice aritmetico in cui è stato codificato il sistema.
7)Se si trovano le funzioni aritmetiche associate alle regole degli assiomi, è possibile dimostrare nuovi teoremi attraverso elementari calcoli aritmetici, il risultato dei quali, ritradotto nel linguaggio del calcolo proposizionale, diventa un nuovo teorema.

Quindi, ogni sistema formale è codificabile nell’aritmetica, cioè, l’aritmetica, unita al calcolo proposizionale, è un sistema talmente potente che può descrivere qualunque sistema formale, qualunque ragionamento logico e analogico fatto su qualunque argomento.

Anche la percezione di un individuo quindi, e l’insieme di tutte le sue emozioni e meccanismi fisiologici, sono “aritmetizzabili”, cioè, ad ogni fenomeno fisiologico si può associare un numero naturale e, in alcuni casi, trovare la funzione aritmetica che genera quel numero naturale a partire da operazioni fatte sugli assiomi (codificati in numeri).

Comunque, a causa del punto (5), è facile vedere che, nel formulare un’analisi psicologica, bisogna stare attenti al linguaggio con cui si analizzano i processi psichici, cioè rispettare le regole del calcolo proposizionale in modo da rendere i postulati “traducibili” in operazioni aritmetiche tra numeri naturali che non generino contraddizioni, cioè che non generino numeri che, tradotti nel linguaggio del calcolo proposizionale, abbiano questa forma:

X e nonX (=contraddizione).

Per fare una verifica del genere, bisognerebbe quindi tradurre i postulati della teoria in numeri (o stringhe del calcolo proposizionale), e trovare le regole aritmetiche (o proposizionali, se si usa il codice del calcolo proposizionale) con cui ricavare le deduzioni a partire dagli assiomi.

Non è possibile fare con precisione questa “codificazione” aritmetica delle teorie psicologiche, perché le teorie psicologiche sono espresse in un linguaggio dalla semantica non definita: per poter tradurre una teoria in numeri, o in stringhe del calcolo proposizionale, bisognerebbe definire il significato di ogni singola parola, in modo inequivocabile.

Sicuramente, il linguaggio umano non ha una semantica ben definita, quindi per fare un’analisi psicologica attendibile e il più possibile coerente, bisogna costruire un linguaggio in cui sia definito il significato di ogni singola parola usata per descrivere un processo psichico.
Il linguaggio formalizzato, con semantica definita, è quindi lo strumento per attuare l’analisi, ma i “dati” da manipolare sono i processi psichici in se’.
Quindi, l’analizzatore della psiche, deve individuare più processi psichici possibili di se' stesso, per poi associare ad ognuno di essi una “parola” da mettere nel suo linguaggio formalizzato.
Una volta raccolti questi dati, avrà raccolto anche le parole associate ad esse, e con quelle parole potrà svolgere l’analisi psicologica, attraverso la quale può studiare eventuali soluzioni a disturbi psichici.

Lo strumento più efficace per poter raccogliere questi “dati” è la funzione “consapevolezza”, di cui ti ho parlato all’inizio: questa funzione del cervello deve essere applicata nel modo maniacale che descrivevo prima, cioè questo:

1)rilevo in me un qualunque fenomeno A
2)subito converto A in A’ (ne prendo consapevolezza)
3)invento una parola, o un insieme di parole, P(A’) per definire A’
4)aggiungo P(A’) all’elenco di parole del mio linguaggio formale usato per svolgere l’analisi psicologica.

Quindi, ogni volta che rilevo in me una pulsione particolare psichica, ne divento consapevole, e prendendone consapevolezza posso definirla con una parola, a cui associare esattamente quella pulsione psichica di cui ho preso consapevolezza.
Quando avrò raccolto abbastanza meccanismi inferenziali della mia psiche disporrò di una mappa sempre più completa e coerente della mia psiche, e potrò formulare congetture che mi dicano come poter superare il disturbo ansiogeno (magari le varie tappe).

Questa è la prima bozza del mio lavoro, successivamente potrei chiarirla meglio.

Adesso segui le istruzioni 1, 2, 3 e 4 all'inizio dell'esposizione :wink:
Vecchio 26-12-2007, 16:04   #2
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da santolamato



AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHAHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
Mi ero dimenticato un'istruzione: bloccare, durante la lettura, quel processo mentale che fa associare un'immagine alle parole, in modo da concentrare la mente solo sul significato delle parole e sui passaggi logici tra di esse, e non sulle immagini evocative che possono confondere la mente e produrre commenti come il su citato di santolamato :wink:
Vecchio 26-12-2007, 16:47   #3
Esperto
L'avatar di Redman
 

Santolamato parli così solo perchè non hai il dono della sintesi che ha Hurryup 8)
Vecchio 26-12-2007, 17:21   #4
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da santolamato
Hurry Up,stavo tentando di leggere il tuo topic it giuro......ma è stato più forte di me.
Non so tu ma io sto trascorrendo questa festa da solo perchè non mi andava di rimbambirmi con i parenti,che già ieri mi hanno fatto l'interrogatorio di terzo grado.
Visto il mio stato d'animo a cui si aggiunge una lettura SOLO parziale del tuo rispettabile topic(mi sono bastate le prime righe grazie,in un giorno che dovrebbe essere di festa e allegria,da trascorrere magari con una fidanzata accanto, non mi va di starti appresso,)non ci ho pensato due volte prima di postare il nostro amico che fa capoccetta a striscia tutti i venerdì sera....
Santomalato, non ce l'ho con te, ma quello che hai provato è perfettamente normale, anzi, il fatto che tu non abbia terminato la lettura è segno che hai seguito le mie istruzioni:
"non procedere nella lettura della prossima proposizione se non hai ben chiari i significati di tutte le parole della proposizione precedente, e se non hai individuato il collegamento logico con la proposizione successiva".

Sono contento che tu abbia sospeso la lettura, evitando così interpretazioni errate del mio articolo: la sospensione è stata la scelta migliore.
Ma non è finita qui, quando vuoi potrai cimentarti ancora nella lettura del mio articolo trovandone il senso compiuto :idea:
Vecchio 26-12-2007, 21:42   #5
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da carlotta87
Ma che senso ha tutto questo?Non ho capito niente.Voglio conoscere chi ha inventato quello che hai scritto... :twisted: :twisted: :twisted:
Non dovresti chiederti chi l'ha inventato. L'unico filtro che devi usare è la tua logica, e quindi, ancora una volta, ribadisco l'importanza di farsi delle basi di calcolo proposizionale e applicarle alla lettura, comprendendo tutti i significati delle parole e analizzare i passaggi logici tra queste.
Quindi, per concentrarsi solo sui passaggi logici, non costruire immagini mentali associate alle parole: quando leggi le parole la tua mente non deve associare un'immagine mentale ma un significato: se non risali al significato delle parole, non cercarlo attraverso associazioni mentali casuali, ma risalici (risaliscici? :roll: ) attraverso l'analisi delle altre variabili definite (le altre parole) e i passaggi logici.
Questo è il metodo giusto per fare una lettura critica, chi vuole fare una terapia intelligente deve seguire questo metodo.
Vecchio 26-12-2007, 21:46   #6
Esperto
L'avatar di Redman
 

Carlotta87:Che ore sono?
Hurryup:E' di colore rosso!
8)
Vecchio 27-12-2007, 01:30   #7
bi
Principiante
L'avatar di bi
 

Quote:
Originariamente inviata da HurryUp
Sto cercando di organizzare [...]
Io voglio conoscere assolutamente il tuo spacciatore! 8O 8O
Vecchio 27-12-2007, 01:36   #8
Avanzato
L'avatar di reyds
 

Il metodo che intendi usare è la base teorica per la rappresentazione della conoscenza nei sistemi artificiali. Ed è proprio per questo che non funzionerà.
Difatti, un cervello artificiale ammette proposizioni che hanno due soli stati {vero, falso}.
Mentre un cervello biologico può risolvere la stessa proposizione come {vero, falso, boh, magari più tardi,....}.
In questo modo le tue regole di inferenza non hanno senso.
Vecchio 27-12-2007, 01:51   #9
Esperto
L'avatar di 88_ThE_BeSt_88
 

Quote:
Originariamente inviata da santolamato



AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHAHHHHH HHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
auhauahuahuaha ommioddio auahauhauhuaha minkia 6 troppo tosto ahahah :lol: :lol: :lol: :lol:
i nuovi moooostri auahuahauha
Vecchio 27-12-2007, 03:39   #10
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da reyds
Il metodo che intendi usare è la base teorica per la rappresentazione della conoscenza nei sistemi artificiali. Ed è proprio per questo che non funzionerà.
Difatti, un cervello artificiale ammette proposizioni che hanno due soli stati {vero, falso}.
Mentre un cervello biologico può risolvere la stessa proposizione come {vero, falso, boh, magari più tardi,....}.
In questo modo le tue regole di inferenza non hanno senso.
Logica fuzzy eh? Io parto dal presupposto che il cervello funzioni come una macchina di Turing, quindi i circuiti sinaptici hanno seguono una logica binaria... niente fuzzy logic
Il fatto che una proposizione può sembrare assumere valori "vero/falso/boh/magari più tardi" è dovuto solo alla confusione di diversi meta-linguaggi di programmazione, indecidibilità analitiche.
E' per questo che il metodo funzionerà
Vecchio 27-12-2007, 20:28   #11
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da harvest
Ho letto tutto . Sei molto bravo con la logica , leggo con interesse i tuoi interventi . Una mia osservazione : il nostro mondo interiore è in continuo movimento , quindi come faremo mai ad avere una mappa soddisfacente della nostra psiche ? Secondo me accade che , mentre tenti di risolvere una paranoia (magari anche riuscendoci con il tuo metodo) , nel frattempo se ne forma un'altra (cosa sperimentata da me più e più volte) . E questo avviene , a mio avviso , perchè tu in quel particolare frangente sei destinato a soffrire . In pratica voglio dire che la sofferenza è l'unica cosa certa , mentre le cause che percepisci sono solo un'illusione della tua mente (e quindi è inutile cercare di risolverle) . Non ho la pretesa di sapere come funziona ogni singola psiche umana , però il tuo metodo applicato su di me sarebbe , nella migliore delle ipotesi , un semplice esercizio intellettuale che non risolve nulla sul piano pratico . In me (ma suppongo anche in molti altri) la sofferenza dura un certo intervallo di tempo : se applicassi il tuo metodo starei a risolvere le x (1 , 2 , 3 , 4 , 5 ?) paranoie che si presentano in successione o magari contemporaneamente , mentre se applicassi il mio (cioè non fare niente) godrei della sofferenza in quanto tale , separata dalle cause , fino a quando lo stato non si risolve da sè . Ciò non toglie che le tue indicazioni sono sicuramente valide per guarire un computer e magari te stesso e altre persone simili a te .
In ogni caso ho già provveduto a contattare la redazione di Striscia La Notizia .
No , dico io , ma vi sembra il caso che debba applicare la mia mente insana in tali ragionamenti ? Nonò , io mi sopprimo .
La tua obiezione avrebbe senso se io avessi detto che il mio metodo produrrebbe una mappa completa della psiche, una critica del genere la puoi fare agli psicologi della PNL, che si illudono, e fanno credere ai loro pazienti, di poter raggiungere questa mappa.
Il mio metodo risolve disturbi psichici locali, non globali, ed è un metodo che lavora sempre, non raggiunge mai una mappa completa.
Inoltre, il mio metodo produce congetture su come risolvere certi problemi, sulla base di dati osservati in modo critico e codificati in un linguaggio formale ben definito (non vago come la lingua italiana), in questo senso è un metodo superiore alle terapie psicologiche classiche, che in realtà tendono al metodo da me descritto ma con l'errore di non impegnarsi a formalizzare il linguaggio con cui formulano le congetture per guarire.

Quello che manca a te è la passione nell'attuare il metodo, in questo caso è vero che con uno come me può funzionare e con uno nel tuo stato mentale no: senza passione c'è fatica, scetticismo, chi me lo fa fare, non è certo roba da me
Vecchio 28-12-2007, 20:16   #12
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da harvest
HurryUp , non ho nessuna voglia di iniziare un dibattito di 4 pagine .
Mi limito solo a dire che i metodi sono assolutamente personali (proprio come nello studio) : ciò che io applico su di me funziona perchè è assettato sulle mie caratteristiche . Comunque sono sicuramente interessanti le tue idee .
Quindi per metodo personale intendi un metodo che è adattato alle caratteristiche del soggetto. Ho capito cosa intendi, quindi, per evitare fraintendimenti, aggiungo un'osservazione: la proprietà di essere personale del metodo non implica la proprietà di essere efficace per il soggetto, di conseguenza, se si cercano risultati il più possibile garantiti, bisogna analizzare le proprie caratteristiche per vedere se rendono possibile quantificare questa garanzia.
Lo so che non vuoi iniziare un dibattito
Vecchio 28-12-2007, 21:16   #13
Principiante
L'avatar di exsinatra
 

A me pare una terapia del cazzo, le persone non sono robot, non sono essere puramente logici c'è anche molta irrazionalità nella psiche umana.
Soprattutto nel cervello femminile in cui l'emisfero destro (emotivo, irrazionale) è dominante.
Ma tu parli sempre in termini di assiomi, teoremi con le persone in carne ed ossa? :wink:
Poi con le donne mi sa che ti andrà pure peggio se sei tutto teoremi e logica. :wink:
Vecchio 28-12-2007, 22:22   #14
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da exsinatra
A me pare una terapia del cazzo, le persone non sono robot, non sono essere puramente logici c'è anche molta irrazionalità nella psiche umana.
Soprattutto nel cervello femminile in cui l'emisfero destro (emotivo, irrazionale) è dominante.
Ma tu parli sempre in termini di assiomi, teoremi con le persone in carne ed ossa? :wink:
Poi con le donne mi sa che ti andrà pure peggio se sei tutto teoremi e logica. :wink:
Sicuramente tu usi molto l'emisfero destro.
Visto che sei disinformato, comunque, ti svelo una scoperta fatta dal lontano 1931: ogni ragionamento è formalizzabile e traducibile in un sistema di equazioni aritmetiche, che può essere compatibile (coerente) o incompatibile (incoerente, quindi distaccato dalla realtà).
L'unico modo per verificarlo è usare la logica, che è isomorfa alla matematica (logica e matematica sono la stessa cosa in forma diversa).
Mi sa che qui quello che si preoccupa di meno della logica sia tu, non io, quindi quello più distaccato dalla realtà sei tu, non io
Questa potrebbe essere l'occasione per aggiornare un po' la tua mente con nuove conoscenze, la mia terapia si rifa allo stesso metodo usato per le ricerche sull'intelligenza artificiale, a cui, a sua volta, si rifa il cognitivismo della psicologia
Quindi, come vedi, se vai a fondo a trovare le specializzazioni, guarda un po'... scopri che c'è sempre la logica di mezzo :lol:
Nella vita quotidiana usiamo più l'emisfero destro... sì... chissà perchè, però, quando andiamo a studiare la psiche e i vari modelli della realtà diventiamo tutti logici... forse perchè la logica è la struttura di fondo della realtà :roll:
Chissà perchè, quando l'uomo ha deciso di lanciare messaggi nello spazio, nella possibilità remota che una civiltà extra-terrestre li intercettino, hanno mandato un disco con un codice geometrico decodificabile con la matematica, e non hanno mandato, invece, un film di Walt Disney... forse perchè la logica è lo scheletro di ogni linguaggio reale? :roll:
Tu piuttosto... non ti chiedi mai perchè non riesci a mantenere uno stato mentale concentrato su sistemi razionali, ma ti viene subito l'esigenza di fare ironia? Di rifugiarti subito in stati mentali non seri? :roll:
L'intuizione ti dice che solo la logica può fornirti la mappa per la risoluzione dei problemi... ma hai il coraggio di seguire il tuo intuito? Oppure vuoi continuare a seguire i fantasmi dell'ironia?
PS: le donne spesso trovano appassionanti i miei discorsi logici, compresa la mia ragazza, certo dopo un po' tendono a dover ricadere in stati mentali ironici non-seri, perchè la società non ci abitua ad usare la ragione (per esempio, tu non sei aggiornato sul teorema di Godel e le implicazioni filosofiche)
Vecchio 28-12-2007, 22:54   #15
Principiante
L'avatar di exsinatra
 

Ma tu parli sempre così con i tuoi amici? Con la tua ragazza? 8O
Ma non è che parli da solo ed hai troppi pregiudizi dando per scontato un funzionamento della normalità che esiste solo nella tua mente? :roll:
Vecchio 28-12-2007, 23:18   #16
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

Quote:
Originariamente inviata da exsinatra
Ma tu parli sempre così con i tuoi amici? Con la tua ragazza? 8O
Ma non è che parli da solo ed hai troppi pregiudizi dando per scontato un funzionamento della normalità che esiste solo nella tua mente? :roll:
Stai distraendo l'attenzione dal tema di questo topic, che è la terapia intelligente. Ho aperto il topic perchè i lettori riflettano, usando la propria facoltà critica, su questo modello di terapia, non perchè distraggano la mente con evocazioni mentali prodotte da stati mentali ironici non seri.
Ti faccio notare comunque che ho già risposto alla tua provocazione argomentando, e tu hai rispostato l'argomento, costringendomi a ripetere le stesse cose: scusa se non ti ri-rispondo... l'ho già fatto
Quindi ti rimando alla lettura della mia risposta già data, pregandoti di non rispostare l'argomento :P
Vecchio 29-12-2007, 01:51   #17
Avanzato
L'avatar di reyds
 

ogni ragionamento è formalizzabile e traducibile in un sistema di equazioni aritmetiche, ma tu intendi fare il contrario. E questo non mi risulta possibile sempre a causa dell'incapacità del cervello di formalizzare regole logiche.
Il cervello è un sistema imperfetto. Proprio grazie alla sua imperfezione possiamo trovare malfunzionamenti che generano alcune volte pazzia e altre volte genio.
Ma c'è una buona notizia, la sonda Voyager trasporta nello spazio la 5th sinfonia di Beethoven. Codificata in formato digitale per renderla leggibile da altre civiltà, ma nessuno si aspetta che gli extraterrestri la considerino un capolavoro.
Vecchio 29-12-2007, 03:14   #18
Esperto
L'avatar di HurryUp
 

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Originariamente inviata da reyds
ogni ragionamento è formalizzabile e traducibile in un sistema di equazioni aritmetiche, ma tu intendi fare il contrario. E questo non mi risulta possibile sempre a causa dell'incapacità del cervello di formalizzare regole logiche.
Se leggevi con attenzione il mio articolo, seguendo le istruzioni 1, 2, 3, 4, avresti capito che il metodo si basa su construzioni induttive di modelli formali della psiche sempre perfettibili, ma costruiti attraverso la funzione "consapevolezza", che è un programma del cervello facile da usare (una volta che se ne ha dimestichezza).
Con la funzione "consapevolezza" il cervello può rilevare le pulsioni psichiche, definendole sempre meglio con la continua auto-analisi, e una continua costruzione di un metalinguaggio verbale per definire i processi psichici.
E' il modo più logico possibile per costruire una mappa psichica più perfetta possibile, e non è mai un sistema chiuso perchè è in continua destrutturazione/ristrutturazione.
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Originariamente inviata da reyds
Il cervello è un sistema imperfetto. Proprio grazie alla sua imperfezione possiamo trovare malfunzionamenti che generano alcune volte pazzia e altre volte genio.
Il cervello è un sistema coerente e logico.
La follia, la genialità, i disturbi psichici, hanno cause analizzabili attraverso la logica binaria vero-falso.
Quote:
Originariamente inviata da reyds
Ma c'è una buona notizia, la sonda Voyager trasporta nello spazio la 5th sinfonia di Beethoven. Codificata in formato digitale per renderla leggibile da altre civiltà, ma nessuno si aspetta che gli extraterrestri la considerino un capolavoro.
Degli esseri intelligenti considererebbero senz'altro un capolavoro anche la versione digitale della quinta sinfonia di Beethoven, nel momento in cui decodificassero la struttura logica di fondo (linguaggi intrecciati armonia-melodia), mentre la sinfonia potrebbe non suscitare loro le emozioni che suscitano in noi nel caso in cui i loro cervelli non abbiano una recezione isomorfa alla nostra delle informazioni musicali, e quindi abbiano una diversa musica, con un diverso linguaggio armonico/melodico che a noi non farebbe effetto emozionale.
Vecchio 29-12-2007, 03:54   #19
Esperto
L'avatar di pure_truth2
 

Allora,considerando anche il cervello in logica binaria, la "malattia mentale" come si traduce?

..dunque a cosa può essere paragonabile..ad un difetto di programmazione per cui gli input (stimoli esterni nel nostro caso) vengono percepiti in modo sbagliato?

La psicoterapia cognitiva opera sul bios? la chirurgia cerebrale sull' hardware?

il coma è uno standby, la morte uno spegnimento,la socialità una connessione Lan...

Interessante! Non ti sto prendendo in giro :wink:
Vecchio 07-01-2008, 17:53   #20
Banned
 

Studiando il modello cognitivista della psicologia umana, mi sono accorto che il metodo che ho costruito usa il modello cognitivista, quindi in pratica la terapia che ho consigliato è una terapia cognitiva (lavora sul modello stimolo-organismo-risposta).

Solo che il mio metodo è superiore alla terapia cognitivo-comportamentale per il fatto che l'analisi della funzione stimolo-organismo-risposta viene fatta dal soggetto stesso, cioè la mia terapia pone la condizione che il soggetto debba usare un metodo analitico intelligente seguente cioè le regole della logica modale.

E' questa condizione la cosa più impegnativa da soddisfare, bisogna cioè educare la propria mente al metodo logico deduttivo applicato in modo maniacale: una condizione che difficilmente gli psicologi cognitivisti chiederanno al paziente, perchè richiede al paziente troppo impegno intellettuale.

Eppure in questo modo l'analisi della funzione stimolo-organismo-risposta del soggetto diventa meno affidabile (perchè fatta da un estraneo: lo psicologo), mentre se l'analisi la fa il soggetto stesso, usando il metodo logico deduttivo, sarà un'analisi più giusta, diminuisce quindi il rischio di formulare congetture errate, e quindi il metodo è più efficace!
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