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Vecchio 04-03-2018, 11:23   #1
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

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Mi dispiace aprire un topic di sfogo, non vorrei mai farlo, ma non ce la faccio più.
A 27 anni sono bloccato in ogni aspetto della vita: lo studio è in stallo da mesi, non ho più alcuna prospettiva lavorativa e professionale in cui sperare, non esco più di casa se non per recarmi al cimitero, i rapporti coi familiari sono sempre più tesi, non ho mai avuto alcuna relazione. Non riesco ormai da almeno tre anni ad avere obiettivi di vita o ad articolare pensieri che non siano lamenti sulla mia situazione. Qualsiasi cosa mi mette in ansia e in agitazione. Sono ossessionato da tutta una serie di pensieri di fallimento di morte e di odio.
Dovrei essere nella fase della vita in cui ci sia avvia ad avere una carriera, a realizzarsi professionalmente, a stabilizzare la propria vita. Invece per me non c'è nulla: finora non ho mai vissuto. In questo momento non ho nessun interesse a far qualsiasi cosa, di qualunque genere. Sono completamente distaccato dalla vita, di fatto sono inesistente.
Nonostante questa situazione sia evidente i miei familiari si sforzano di non considerarla. Parlano di futuro i termini di doveri e di obblighi "scontati": finire gli studi, lavoro, ragazze, famiglia. Sono costantemente ambigui in tutta una serie di comportamenti, stanno invecchiando parecchio e, come sempre, hanno pretese che metterebbero in difficoltà chiunque, figuriamoci chi in questo momento non è in grado nemmeno di allacciarsi le scarpe. Cercheranno di addossarmi responsabilità enormemente più grandi di me, nonostante non ne abbiano bisogno.
Io non esisto più se non fisicamente.
Sento una mano mortifera sulla mia spalla.
.
Ringraziamenti da
cancellato17092 (04-03-2018), cancellato19417 (06-03-2018), hermit94 (04-03-2018), lonely heart (06-03-2018), Masterplan92 (04-03-2018), SamueleMitomane (04-03-2018)
Vecchio 04-03-2018, 11:52   #2
Banned
 

Capisco benissimo come ti senti: ho una decina d'anni più di te, e mi ritrovo a fare le stesse considerazioni, oggi ancor più di ieri.

Ho un lavoro, e questo per un bel po' ha costituito il solo supporto motivazionale per vivere le mie giornate, ma adesso anche questo appiglio si sta sgretolando.

Il peso delle "tappe sociali" mai raggiunte, o raggiunte troppo tardi, può essere molto pesante se ci si trova in un ambiente dove viene sempre ricordato che bisognerebbe fare certe cose, assumersi certe responsabilità, far fronte a certi impegni: il solito bla-bla-bla di chi, dall'esterno, forte del suo status di "integrato sociale" fa pressioni su di noi, ci punta il dito contro, ci vorrebbe far sentire perfino in colpa per essere come siamo.

Non è facile fregarsene, perchè dapprima dovresti iniziare ad accettare tu stesso che "sì, le cose vanno male: la mia strada è in salita e con un macigno sul groppone, e questo per il solo fatto di essere me stesso".

Non sono forse la persona più idonea a fare discorsi consolatori, di "bisogna combattere, andare avanti e non perdere mai la speranza", che sono, almeno per me, aria fritta e niente di più.

"Io non esisto più se non fisicamente.
Sento una mano mortifera sulla mia spalla."

E' così anche per me.

Ultima modifica di cancellato18863; 04-03-2018 a 14:36.
Ringraziamenti da
Masterplan92 (04-03-2018)
Vecchio 04-03-2018, 13:24   #3
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
Hai avuto recenti esperienze con il lutto?
purtroppo ho avuto 2 gravi lutti il mese scorso

Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Mi dispiace molto leggerti così.
Non potresti provare ad allontanarti di casa, magari con la scusa dello studio? Provare a finire l'università in un'altra città, così da staccarti dalla famiglia che in questo momento, mi par di capire, risulta essere per te troppo ansiogena. Magari lontano da casa senti meno la pressione e riesci a concentrarti su di te e sul capire che vuoi.
27 anni non sono assolutamente troppi per intraprendere una strada. Il problema non è l'età, quando il fatto che hai perso interesse in tutto.
Mi sono riavvicinato a casa da settembre scorso, avendo finito la frequenza delle lezioni. Mancano 2 esami, non avrebbe senso.
In più non riuscirò a finire gli studi, mi sembra impossibile.
Penso quasi ogni giorno ad allontanarmi di casa, adesso sarebbe pure fattibile non essendoci più il rimorso di abbandonare i nonni. Ma a che pro farlo, senza alcuna prospettiva?


Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide Visualizza il messaggio
Un'altra cosa che potresti fare, imponendoti sulla tua famiglia, è pretendere di iniziare un percorso terapeutico. Se non ricordo male non hai mai avuto quest possibilità. Potrebbe essere uno stimolo per riuscire a mettere in ordine la tua vita, capire che strada puoi intraprendere.

Oppure, ancora, potresti fare una pazzia, fare domanda per il servizio volontario europeo e partire per qualche posto sperduto. Direi che sei ancora dentro i limiti d'età. O cmq robe simili.
Ho smesso la psicoterapia a inizio gennaio per motivi connessi con i lutti che si sono poi verificati. Non rinizierò, perché non serve a nulla. Anzi ritengo che buona parte delle problematiche di oggi siano esplose proprio a causa della psicoterapia, inoltre la sbagliatissima scelta di tre anni fa fu fatta anche facendomi forza su quanto mi diceva lo psicologo.
Magari ci torno, ma per dirgliene quattro.

Bella l'idea del volontariato europeo, non lo conoscevo grazie.

Quote:
Originariamente inviata da Randolph Carter Visualizza il messaggio


Non è facile fregarsene, perchè dapprima dovresti iniziare ad accettare tu stesso che "sì, le cose vanno male: la mia strada è in salita e con un macigno sul groppone, e questo per il solo fatto di essere me stesso".

Non sono forse la persona più idonea a fare discorsi consolatori, di "bisogna combattere, andare avanti e non perdere mai la speranza", che sono, almeno per me, aria fritta e niente di più.
è proprio cosi, e per me è ancora più vero. Alla luce delle scelte intraprendere certi percorsi significa morte certa per me. Il problema è che sono le uniche opzioni di vita che mi rimangano e non sono praticabili. Scacco matto.
Vecchio 04-03-2018, 17:10   #4
Banned
 

Mi dispiace per la tua situazione, ti si sono accumulati vari problemi e penso sia normale il peso che senti.

L’unico suggerimento è quello di cercare di risolverne uno alla volta.

Per lo studio ad esempio hai pensato di prendere ripetizioni? Studenti da poco laureati che magari hanno appena dato lo stesso esame che ti manca possono aiutarti, soprattutto a non procrastinare lo studio. Credo si possa fare anche al telefono
Vecchio 04-03-2018, 18:21   #5
Banned
 

Anche a me dispiace tanto della tua situazione e di come ti senti, davvero. Non so se voglio azzardarmi a darti consigli pratici, sarebbe ironico da parte mia.
Hai bisogno di forza, di tanta forza e coraggio per uscire dal labirinto. Valla a cercare, fatti ispirare dalle cose e dalle storie e poniti una meta.

In bocca al lupo, e scusami per le parole blande, però vengono dal cuore
Ringraziamenti da
cancellato13564 (04-03-2018)
Vecchio 04-03-2018, 21:41   #6
Esperto
L'avatar di Jacksparrow
 

Dispiace che muoiano gli altri quando si vorrebbe essere protagonisti della propria morte.
Se possibile allontanarsi dalle cose negative, e cercare il contatto con la natura mare o montagna che sia nel senso di trasferirsi.
Non serve andare all'estero, basterebbe anche qui in Italia ma fuori assolutamente dal grigiore della città, pure la campagna guarisce da molti mal di vivere.
I genitori spesso sottovalutano la depressione, pensano che hai tutto, cioè salute/capacità e che anche tu puoi realizzarti come gli altri.
Forse sono illusi, forse sperano solo in un momento negativo che passerà sicuramente esigono troppo x il tuo bene da un figlio che in questi anni ha perso come molti di noi il lume della ragione, anzi si è spento.

Ultima modifica di Jacksparrow; 04-03-2018 a 21:47.
Vecchio 04-03-2018, 23:55   #7
Esperto
 

Le carte da giocare le hai ancora, ma solo tu puoi trovare forza di farlo

Devi obbligarti a riprendere a studiare, anche 10 pagine al giorno, o iniziare a lavorare prima in famiglia e poi chissà

Per quanto sia faticoso cominciare, devi devi devi tornare a occupare le tue giornate, tu e molti altri qui dentro sapete bene che se la mente non è occupata, giorno dopo giorno si annega sempre più

So che la parola "devi" suona odiosa, ma l'unico modo per uscirne è raccogliere ogni neurone funzionante e chiamarlo a importi di svolgere una attività quotidiana, in modo graduale ma costante

Non è affatto tardi, e devi iniziare subito, nessuno può aiutarti in questo grande sforzo, non puoi passare resto della vita così
Vecchio 06-03-2018, 03:25   #8
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Io vi ringrazio per gli incoraggiamenti e le parole di conforto.
Purtroppo mi sento completamente separato dalla vita, in una condizione di non esistenza. E come si mi fossi proiettato verso il momento della morte, considerando tutto quello che c'è nel mezzo come un'infelice attesa che spero duri il meno possibile.
Ringraziamenti da
hermit94 (06-03-2018)
Vecchio 06-03-2018, 11:00   #9
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91 Visualizza il messaggio
Io vi ringrazio per gli incoraggiamenti e le parole di conforto.
Purtroppo mi sento completamente separato dalla vita, in una condizione di non esistenza. E come si mi fossi proiettato verso il momento della morte, considerando tutto quello che c'è nel mezzo come un'infelice attesa che spero duri il meno possibile.
Ho passato tutta la vita o quasi ad alzarmi la mattina chiedendomi perchè, che senso ha, e affrontare la giornata con tale stato d'animo (anche oggi, ieri, ..), non si augura. .

Ma ha più senso abbandonarsi come stai facendo ?

Tra le due cose è peggio la seconda, e credo tu abbia ancora la capacità di scegliere se passare le giornate in modo angosciato ma facendo qualcosa, o passarle in modo angosciato a fissare il soffitto
Ringraziamenti da
cancellato13564 (06-03-2018), Maca (06-03-2018)
Vecchio 06-03-2018, 17:27   #10
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da lauretum Visualizza il messaggio
Ho passato tutta la vita o quasi ad alzarmi la mattina chiedendomi perchè, che senso ha, e affrontare la giornata con tale stato d'animo (anche oggi, ieri, ..), non si augura. .

Ma ha più senso abbandonarsi come stai facendo ?

Tra le due cose è peggio la seconda, e credo tu abbia ancora la capacità di scegliere se passare le giornate in modo angosciato ma facendo qualcosa, o passarle in modo angosciato a fissare il soffitto
In generale hai ragione, ma l'angoscia che mi trascinerei sarebbe un macigno pesantissimo, preferisco sinceramente guardare il soffitto. Per me è una questione di sopravvivenza, anche se è un modo di sopravvivere del tutto indegno.

Quote:
Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
I lutti a volte fanno questo effetto... Magari ci sono già da prima basi di preoccupazione e pensieri esistenziali, si tende a rimuginare anche solo leggendo notizie di cronaca riguardanti sconosciuti.
Così perdere affetti dà il colpo di grazia. E' difficile modificare il punto di vista che ne segue, si può finire con l'immobilizzarsi.
Credo di aver vissuto (e trovarmici ancora) una situazione simile, da due anni. La sensazione di aver preso consapevolezze sull'ineluttabilità abbatte moltissimo, umanamente. Come si fa, poi, ad andare avanti?
E' complicato affrontare il tema, ma mi sembra che aiuti "semplicemente" mettersi davanti alle situazioni, in modo da recuperare il contatto con la vita -anche se non c'è del tutto volontà di farlo, almeno all'inizio... proprio per il misto di dispiacere e disorientamento
veramente la situazione va un bel po' avanti già da prima dei lutti, sono 3 anni che vivo in una stato di totale apatia, che si acutizza sempre di più. Inizialmente sembravo aver reagito e pensavo di uscirne, poi riprendendo l'università è riesploso lentamente tutto. Oggi traccio un bilancio e la somma delle scelte sbagliate fatte non posso più nasconderla: scacco matto, non se ne esce.
Nè io né chi mi è stato vicino siamo stati all'altezza delle varie situazioni.
Mi sono negato qualsiasi possibilità di esistere in una forma vagamente accettabile.
Purtroppo attendo una sola cosa, sperando che l'attesa sia il più breve possibile.
Vecchio 06-03-2018, 17:46   #11
Esperto
 

Non sono insensibile, non la sto facendo facile. . tutti i giorni mi alzo maledicendo di essere vivo

Sono preoccupato per te, se continui così passi il limite della sanità mentale

Ora sei lucido ancora, sei giovane, puoi ancora scegliere, tra mesi o anni passati così, forse non potrai più scegliere, il cervello si atrofizza se non si tiene occupato

Vai a leggere 10 pagine di studio, domani le rileggi, fai qualcosa a piccolissimi passi ma fallo
Vecchio 06-03-2018, 18:10   #12
Esperto
 

Mi dispiace molto per la tua situazione, non saprei cosa consigliarti essendo anche io in stallo. Siamo quasi coetanei e capisco benissimo il tuo sfogo. Non posso neanche immaginare cosa hai provato per i due lutti ravvicinati, quello no, dev'essere stata molto dura
Come te però mi sento persa, sento che c'è solo la mia presenza fisica, ma per il resto sono assente.
Ho la fortuna di avere persone che mi chiedono di uscire e anche quando non mi va lo faccio oppure vado proprio perché in casa con i miei pensieri sto male.
Ho rinunciato a tante cose per il mio essere così, ho tanti rimpianti e quando leggo di qualcun altro che ha una situazione simile mi dispiace.
Ci si chiede "perché a noi?" senza trovare una risposta.
Non ho scritto nulla che ti possa aiutare, ti auguro solo di cercare in tutti i modi di reagire, anche a piccoli passi, piuttosto di non fare nulla è meglio provare.
Vecchio 06-03-2018, 18:49   #13
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da lauretum Visualizza il messaggio
Non sono insensibile, non la sto facendo facile. . tutti i giorni mi alzo maledicendo di essere vivo

Sono preoccupato per te, se continui così passi il limite della sanità mentale

Ora sei lucido ancora, sei giovane, puoi ancora scegliere, tra mesi o anni passati così, forse non potrai più scegliere, il cervello si atrofizza se non si tiene occupato

Vai a leggere 10 pagine di studio, domani le rileggi, fai qualcosa a piccolissimi passi ma fallo
Ti ringrazio della fiducia, ma il limite della sanità mentale l'ho passato da tempo.
La lucidità non c'è e la gioventù è solo anagrafica. Questo lo dico a ragion veduta.
Non è che non faccia nulla: nell'ultima settimana ho lavorato 5 giorni su 7 nell'attività di famiglia. Ma non serve, anche tenendomi occupatola la situazione non cambia: l'unica cosa che mi da piacere in questo momento è recarmi al cimitero, ma non tanto per via dei recenti lutti quanto per il contatto ravvicinato con il simulacro della morte stessa (il cimitero).
Pensare allo studio non fa poi che aggravare la situazione.

Quote:
Originariamente inviata da lonely heart Visualizza il messaggio
Mi dispiace molto per la tua situazione, non saprei cosa consigliarti essendo anche io in stallo. Siamo quasi coetanei e capisco benissimo il tuo sfogo. Non posso neanche immaginare cosa hai provato per i due lutti ravvicinati, quello no, dev'essere stata molto dura
Come te però mi sento persa, sento che c'è solo la mia presenza fisica, ma per il resto sono assente.
Ho la fortuna di avere persone che mi chiedono di uscire e anche quando non mi va lo faccio oppure vado proprio perché in casa con i miei pensieri sto male.
Ho rinunciato a tante cose per il mio essere così, ho tanti rimpianti e quando leggo di qualcun altro che ha una situazione simile mi dispiace.
Ci si chiede "perché a noi?" senza trovare una risposta.
Non ho scritto nulla che ti possa aiutare, ti auguro solo di cercare in tutti i modi di reagire, anche a piccoli passi, piuttosto di non fare nulla è meglio provare.
Grazie,
finora ogni reazione ha causato un peggioramento rispetto alla situazione precedente.
Ormai visualizzo in mente solo una lapida non relativa ai morti recenti ma recante il mio nome e cognome.
Vecchio 06-03-2018, 19:16   #14
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da Gp6991 Visualizza il messaggio
Mi spiace molto.
Al di là delle tue considerazioni in cui mi ritrovo in molti punti, mi sento solamente di consigliarti di "lasciar calmare le acque"; è evidente che i recenti avvenimenti ti hanno scosso, è fortemente percettibile attraverso la sola scrittura e nel cambiamento della tua figura all'interno del forum.
Forse "a bocce ferme", con la mente fredda sarà meno difficoltoso fare ragionamenti più costruttivi, adesso, nella tempesta, è normale vedere tutto ancor più nero del solito.
Hai ragione c'è stata una profonda inversione di tendenza, mi fa piacere che qualcuno l'abbia notata.
La situazione era nera ancora prima. Mi sforzavo in precedenza di mantenere in piedi la "situazione" anche per rispetto di coloro che poi sono morti.
Adesso mi sento molto meno obbligato a concludere qualsiasi cosa.

Quote:
Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
Quoto
purtroppo lo studio è solo un lato della medaglia..
Vecchio 06-03-2018, 20:08   #15
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da S.Marco91 Visualizza il messaggio
Non è che non faccia nulla: nell'ultima settimana ho lavorato 5 giorni su 7 nell'attività di famiglia. Ma non serve, anche tenendomi occupatola la situazione non cambia: l'unica cosa che mi da piacere in questo momento è recarmi al cimitero, ma non tanto per via dei recenti lutti quanto per il contatto ravvicinato con il simulacro della morte stessa (il cimitero).
Pensare allo studio non fa poi che aggravare la situazione.

penso che il cimitero non sia necessariamente sbagliato, puo' aiutare a riflettere sulla vita, la caducita', le cose importanti, entrare in uno stato di raccoglimento e anche magari pace altrimenti difficile da ottenere altrove, se non un minimo in Chiesa per i credenti

solo devi vedere se questa cosa va pian piano diminuendo perche' la depressione potrebbe inghiottirti sempre piu', e' fin facile che succeda

una attivita' che potrebbe aiutare credo il giardinaggio (anche solo qualche seme in un vaso)... e' rilassante, distrae e permette di vedere nascere la vita, stupisce veder apparire una gemma o un fiore
Porta verso la vita mentre il cimitero rema in senso opposto
Anche un corso di qualcosa, non so pittura o ballo (ma quello ci va un po' più l'umore) potrebbe aiutare
E poi ti direi di per un po' lasciar stare lo studio, in fondo se gia' lavori, ora ti viene faticosissimo ed e' un'ombra nera che ti perseguita, in un altro momento facilmente lo vivi miglio.

Ultima modifica di cancellato2824; 07-03-2018 a 01:28.
Vecchio 08-03-2018, 00:26   #16
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da ila82 Visualizza il messaggio
penso che il cimitero non sia necessariamente sbagliato, puo' aiutare a riflettere sulla vita, la caducita', le cose importanti, entrare in uno stato di raccoglimento e anche magari pace altrimenti difficile da ottenere altrove, se non un minimo in Chiesa per i credenti

solo devi vedere se questa cosa va pian piano diminuendo perche' la depressione potrebbe inghiottirti sempre piu', e' fin facile che succeda

una attivita' che potrebbe aiutare credo il giardinaggio (anche solo qualche seme in un vaso)... e' rilassante, distrae e permette di vedere nascere la vita, stupisce veder apparire una gemma o un fiore
Porta verso la vita mentre il cimitero rema in senso opposto
Anche un corso di qualcosa, non so pittura o ballo (ma quello ci va un po' più l'umore) potrebbe aiutare
E poi ti direi di per un po' lasciar stare lo studio, in fondo se gia' lavori, ora ti viene faticosissimo ed e' un'ombra nera che ti perseguita, in un altro momento facilmente lo vivi miglio.

la fissa dei cimiteri credo vada diminuendo.
Qualche volta vado a nuoto libero.
Lo studio è in stallo da mesi, devo decidere: o riprendere o abbandonare. Purtroppo ho un rigetto totale.
Il problema è che non vedo nessuna possibili alternativa intorno a me: mi sento come un topo in gabbia.
Di fatto non ho nessun motivo per cui vivere e neanche la minima voglia di passare una vita nell'angoscia più nera.
Nè ieri né oggi sono riuscito a muovermi dal letto.
Non ho la più pallida idea di come affrontare il futuro. Non voglio affrontare il futuro, non voglio che ci sia nessun futuro per me.
Vecchio 08-03-2018, 01:03   #17
Esperto
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Quote:
Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
A volte si instaurano dei meccanismi autopunitivi, per la sensazione di aver commesso errori di importanza fondamentale, che possano compromettere il futuro. E si tende a finire in un loop molto negativo che rende immobili...
Pensi che possa trattarsi di questo?
O senti un peso maggiore il dispiacere di cui scrivevi, per quel senso di vuoto e perdita?
beh direi entrambi ma sicuramente prevale la consapevolezza di essersi giocati il futuro e di essersi avvitati su sé stessi in un maldestro tentativo di salvare il salvabile.
Gli errori fondamentali sono stati più d'uno, tieni presente che fino a 3 anni fa vedevo il mio futuro solo dal punto di vista professionale e poi è crollato tutto, per scelte sbagliatissime. Il tutto in un quadro dove c'è sempre stata poca vita sociale e zero relazioni.
Il fatto poi di aver avuto possibilità ad altri negate e averle gettate al vento rende tutto molto più amaro.

Ultima modifica di S.Marco91; 08-03-2018 a 01:05.
Vecchio 08-03-2018, 02:14   #18
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da Marceline Visualizza il messaggio
Hai riflettuto sulla possibilità che ci siano stati degli ostacoli non così facilmente superabili, lungo il percorso- dato che, proprio per gli intenti, diversamente saresti andato diretto verso gli obiettivi?
Se hai anche senso di colpa verso delle persone, hai provato a parlarne con loro?
Spero non siano domande indiscrete.
A volte queste riflessioni suscitano rancore per sé stessi, anzichè aiutare a guardare le cose da un punto di vista più distaccato
Gli ostacoli erano superabili, si trattava solo di accettare di vivere fuori casa. Purtroppo all'epoca non avevo una lucidità tale da evitare la c*zzata.
Mi sento in colpa verso i miei genitori, ma allo stesso tempo provo rancore verso di loro.
Vecchio 09-03-2018, 16:03   #19
Principiante
 

Ciao S. Marco91.
Abbiamo la stessa età e anche io un anno e mezzo fa ero in una situazione molto simile alla tua... L'unica differenza era che vedevo la morte come un evento concreto e probabile, ma ero tristissima per la mia famiglia.
Fortunatamente, forse per il fatto che sono finita in ospedale, altrimenti non so come avrei fatto, ho ricevuto aiuto e sono uscita dalla fase "acuta" dopo qualche mese.
Quando le cose si erano un po' stabilizzate ho avuto anch'io un lutto del tutto improvviso che ha scosso la mia famiglia e con questa persona ho perso un punto di riferimento oltre che qualcuno che mi voleva un bene immenso.
Anch'io ho grossi problemi a comunicare con i miei genitori e questo mi ha fatto e mi fa tuttora soffrire.
Quello che ti voglio dire è che ho provato cosa vuol dire non avere la forza di alzarsi dal letto, vedere pian piano il proprio futuro polverizzarsi, sentirsi un morto che cammina e sentirsi disperati.
La cosa fondamentale è FARSI AIUTARE SENZA RESISTENZE: cerca qualcuno, possibilmente uno psichiatria, magari parlane con il tuo medico di famiglia, e una volta che trovi qualcuno che È IN GRADO di aiutarti veramente affidati a lui.
Per me è stato più facile perché sono passata attraverso un ricovero, però la volontà di tirarmi fuori con tutte le mie forze è partita da me. Non pensare all'Università, al fatto che non hai amici, lavoro, fidanzata... Pensa solo a te stesso per una volta. La vita non è una passeggiata, ma non siamo nati per soffrire e morire. Per tutti c'è molto altro in mezzo! Ti lascio con una frase che secondo me è verissima: più a fondo ti scava il dolore, maggiore è lo spazio da riempire di gioia.
Vecchio 09-03-2018, 17:03   #20
Esperto
L'avatar di S.Marco91
 

Quote:
Originariamente inviata da Donatella** Visualizza il messaggio
Ciao S. Marco91.
Abbiamo la stessa età e anche io un anno e mezzo fa ero in una situazione molto simile alla tua... L'unica differenza era che vedevo la morte come un evento concreto e probabile, ma ero tristissima per la mia famiglia.
Fortunatamente, forse per il fatto che sono finita in ospedale, altrimenti non so come avrei fatto, ho ricevuto aiuto e sono uscita dalla fase "acuta" dopo qualche mese.
Quando le cose si erano un po' stabilizzate ho avuto anch'io un lutto del tutto improvviso che ha scosso la mia famiglia e con questa persona ho perso un punto di riferimento oltre che qualcuno che mi voleva un bene immenso.
Anch'io ho grossi problemi a comunicare con i miei genitori e questo mi ha fatto e mi fa tuttora soffrire.
Quello che ti voglio dire è che ho provato cosa vuol dire non avere la forza di alzarsi dal letto, vedere pian piano il proprio futuro polverizzarsi, sentirsi un morto che cammina e sentirsi disperati.
La cosa fondamentale è FARSI AIUTARE SENZA RESISTENZE: cerca qualcuno, possibilmente uno psichiatria, magari parlane con il tuo medico di famiglia, e una volta che trovi qualcuno che È IN GRADO di aiutarti veramente affidati a lui.
Per me è stato più facile perché sono passata attraverso un ricovero, però la volontà di tirarmi fuori con tutte le mie forze è partita da me. Non pensare all'Università, al fatto che non hai amici, lavoro, fidanzata... Pensa solo a te stesso per una volta. La vita non è una passeggiata, ma non siamo nati per soffrire e morire. Per tutti c'è molto altro in mezzo! Ti lascio con una frase che secondo me è verissima: più a fondo ti scava il dolore, maggiore è lo spazio da riempire di gioia.
Ti ringrazio Donatella,
sono tre anni che, con vari periodi di pausa, vado da uno psicologo. Ho interrotto a gennaio per motivi legati alla perdita subita. Dovrei riprendere, ma non ne sono convinto.
Vorrei rialzarmi, ma non ci riesco. Avrei bisogno di riazzerare nuovamente molte cose, ma non ci riesco.
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