Karen_

Sì, sembra molto più comune di quanto pensassi.

Spesso mi domando perché la gente mi ignori e mi tratti come se non esistessi, come se io non avessi delle emozioni che possano essere turbate dai loro atteggiamenti. Persone che si mostrano amiche, ma solo in alcune circostanze, quando si sentono sole o non hanno nulla da fare e tu sei lì, disponibile.

Ho iniziato ad allontanare alcune di queste persone. Mi sono sentita meglio! Davvero! Per me erano fonte di disagio, di stress, mi rovinavano ulteriormente l'umore.

Io non credo che tu sia vuota, è che sei troppo piena di tutto e non tutti possono farcela a capire

Ventolin

mavalà, una persona vuota non potrebbe fare la moderatrice di un forum pieno di repressi,

you are the boss

Hal86

Capisco e non capisco. Nel senso che.. boh.. parliamo di concretezza. Non credi di esserti semplicemente invaghita delle persone sbagliate che evidentemente non desideravano te ma farsi un esperienza e via?

E non esistono persone vuote. Cosa vuol dire? Non devi "riempire" niente^^ chi si aspetta che tu intrattenga loro.. è perchè ha la noia dentro di se. E non hanno capito che è dentro di loro la soluzione a quella noia, non negli altri.
Quindi non si tratta proprio di "avere qualcosa".. ma di "vivere con qualcuno tutto quello che c'è da vivere^^".
Il 'problema', paradossalmente è che tu (come mille altri) non stai vivendo quelle esperienze con nessuno. Tutto lì. Ma un domani.. chissà..
Stai dicendo che non sei abbastanza interessante per vivere. Ma è un pensiero che non ha alcun senso: E' il vivere stesso, ciò che è interessante.

Blue_Moon

Mi sento vuota perchè dentro di me avverto solo molta tristezza e altrettanta desolazione, tutto il resto viene oscurato da questi sentimenti.
Certo, gran parte della mia tristezza deriva anche dal senso di solitudine, ma la mia è una solitudine che non viene colmata dal semplice stare o parlare con qualcuno (cosa che mi fa comunque piacere, eh! ): avrei bisogno d'instaurare un rapporto con persone che io percepisca affini, con cui aprirmi ed entrare in intimità, ma diventa tutto tremendamente difficile quando tutto ciò che sei viene fatto a pezzi poco a poco. Cerco disperatamente di tenermi insieme, e ogni giorno finisce sempre per trasformarsi in una battaglia tra la Blue_Moon che soffre e non riesce nemmeno a trovare un motivo per alzarsi dal letto, e la Blue_Moon che ritiene valga la pena lottare e sperare che le cose comincino ad andare meglio.

E' probabile che sia così, ma ciò non mi fa sentire affatto meglio: come si fa a parlare di sentimenti che non si provano, o addirittura a fingerli nei gesti? E' crudele (però accade, lo so).

ahahahah! Ma quando mai!

ANTIMATERIA

Avrei bisogno di una settimana per la risposta.

Non pensi che una visione così negativa influenzi la tua percezione della realtà?

Le persone ti vedono in una maniera che è impossibile conoscere e forse nemmeno è troppo interessante.

Di sicuro non ti vedono come ti vedi tu, è impossbile.

Questa è una tua visione personale, estremamente negativa che ti precluderà qualsiasi rapporto, onestamente dico: rassegnati e fai altro, oppure intervieni che la vita è lunga e tentar non nuoce.

Allora, potresti provare a chiederti per quale motivo hai maturato una visione così perentoria e senza sbocchi, in cui fai una totale condanna della tua persona, giudizio profondamente emotivo, e privo di qualsiasi connotazione di indagine critica e analisi.

Quando c'è un errore nel nostro pensiero, è utile cercare di capire razionalmente cosa sbagliamo a livello cognitivo.

Ci si rende conto che anche da adulti, siamo spesso dei bambini, nè più, nè meno.

A volte, lo dico da persona che soffre di depressione da tutta la vita, cercando di dimostrare cosa intendo per autocritica costruttiva, ci si dovrebbe immaginare di stare con persone come noi, depresse, poco allegre, pessimiste, insomma: sopporteremmo? ecco... e la successiva domanda è: è così difficile fare un tentativo di non fare pesare i nostri personali disagi al prossimo? chiediamoci se è colpa degli altri se siamo sofferenti e sensibili in maniera paradossale.

Magari che le cose non siano così complicate come pensiamo? che a volte basti un bel sorriso, un po' di inizativa di non guardarsi in faccia come se fossimo pesci di un acquario, capire cosa fa stare bene l'altro e agire di conseguenza nelle relazioni, in altre parole dare, pensare di dare qualcosa e non ricevere sempre questa attenzioni spasmodiche di cui abbiamo bisogno.

Perchè si tende a immaginare le altre persone come a noi superiori? più forti, più preparati, più attenti, più bisognosi di dare affetto invece di riceverne?

Forse che ognuno a questo mondo ha i suoi problemi? le sue sfide e le sue mancanze?

E allora relazionarsi vuol dire empaticamente uscire dal proprio mondo, da guscio che ci protegge, e azzardare il passo verso l'ignoto.

Cosa spaventa tanto le persone di fronte all'ignoto? all'abisso che è l'anima di un'altra persona?