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Insomma…. ho 34 anni e sono mamma da 7. Ho iniziato a soffrire da attacchi di panico con agorafobia secondaria in maniera seria esattamente 7 anni fa, prima erano solo casi sporadici o lievi. Soffro anche di depressione con tutti gli stati d’animo che ne conseguono e con la mancanza di entusiasmo, interessi ed il sentirsi inutili. Vengo curata dallo stesso periodo con Xanax compresse circa 1 mg al giorno e Anafranil 3 confettini da 10 mg al giorno. Ho fatto dei cicli di terapia durante i quali il mio psichiatra riduceva lo Xanax e per qualche mese (una volta anche per otto-dieci mesi) sospendeva l’Anafranil. Dopo 3 anni passati a curarmi solo con i farmaci (e comunque con ambedue i farmaci riuscivo ad avere una vita normale, non che scalassi l’Everest ma almeno avevo una vita sociale, andavo regolarmente in vacanza e affrontavo anche luoghi come autostrade intasate e centri commerciali superaffollati) mi sono decisa ad andare a fondo del problema ed ho iniziato, parallelamente, una psicoterapia che dura tutt’ora ma che ha portato a galla una serie di vicissitudini familiari molto traumatiche. Quando ero piccola per i miei ero solo molto timida, strana, non parlavo con nessuno, ero apatica, mi vergognavo di tutto, non avevo interessi ma per loro stava bene così. Studiavo e solo questo contava. Non avevo compagnie, ero sempre triste. Certo attraversavo già una fase depressiva mai riconosciuta. Ora che convivo anche con la depressione sono stanca. Inoltre soffro anche di una fastidiosa forma di sindrome da colon irritabile da sempre che interagisce con il mio stato ansioso-depressivo e l’Anafranil mi aiutava anche, con il suo effetto anticolinergico, a stare meglio con lo stomaco e l’intestino. Ho di nuovo dovuto sospendere l’Anafranil da settembre 2005 in quanto sono stata sottoposta in questi mesi a due interventi di chirurgia rifrattiva con laser ad eccimeri. Prendo regolarmente 1 mg di Xanax al giorno ma spesso devo aiutarmi con una compressa di Minias per quelle notti che proprio non riesco a dormire. Aggiungo che né la mia famiglia né mio marito capiscono realmente quale sia il mio problema (o non vogliono accorgersene) e spesso prendono le mie crisi come capricci, manifestazioni di brutto carattere o asocialità. Spesso sento dirmi frasi come “Vinciti”, “Reagisci”, “Tirati su, cosa fai vedere agli altri?” e roba del genere. Io le chiedo due cose a questo punto:
1) Dati i dosaggi dei farmaci descritti, sono forme gravi di agorafobia e depressione?
2) Sono destinata a peggiorare o comunque dovrò combattere con questi mali oscuri tutta la vita?
Grazie.
Scarlet
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