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Originariamente inviata da pollyjean
Arrabbiarsi/intristirsi è il vero tabù.
Vorrei capire però quali siano le occasioni per parlare di argomenti pesanti e seriosi. A tavola no perché ci si rovina il pasto, le uscite con gli amici no perché ci si deve svagare, col proprio partner neppure perché si rischia il litigio e si compromette la vita sessuale o chissà che altro
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Infatti, è esattamente quello che penso. E ovviamente vale in gran parte anche per il virtuale.
Cioè se ti fai il tuo diario e ci vomiti disperazione, ok, magari non lo leggerà nessuno o quasi. O non ti calcolerà mediamente nessuno.
Se avrai punti di vista fortemente pessimisti, disincantati, negativi, nelle altre discussioni dei forum, sui social, e così via, ci sarà qualcuno che persino ti cazzierà, magari ok, con gentilezza, ma senza risparmiarsi.
Poi arriverà la perla: ma in fondo se stai così male e non fai nulla per star meglio allora ti sta bene questa vita così.
Beh, mi sta bene non star peggio cercando di ambire a uno star meglio troppo astratto e e irraggiungibile, che crea solo frustrazione e rabbia. Ma non sono ancora così masochista dal godere del soffrire.
Ci sono tante sfumature che i più non colgono. Nemmeno nei luoghi virtuali in cui ti aspetteresti più comprensione.
Si cerca la speranza, la storia positiva, il guru. Chi ne è uscito, o chi si sbatte un sacco e ostenta sicurezza, che ha trovato la strada giusta.
Ne ho la nausea io invece. Ma a quanto pare funziona così sempre e ovunque.
I discorsi "pesanti" sono banditi ovunque. Nel reale, nel virtuale, e le persone che non sanno dire altro finiscono per chiudersi totalmente nel loro mondo (quanto è forte la tentazione per me, se solo fossi supportato da più passioni e meno ossessioni). Finiscono per sparire e viene a mancare anche il loro punto di vista diverso. Una massificazione quasi inevitabile.
Non sempre le persone se ne vanno dai forum e social perchè stanno bene o hanno trovato compagnia/partner. A volte, immagino, per la troppa disperazione e inutilità e diversità rispetto alla maggioranza, al clima prevalente.
Sentirsi, insomma, fuori luogo e fuori tema sempre e comunque.