Interessante lettura, a mio avviso, quest'intervista:
Sono gay, francese e contro le lobby. Non voglio né matrimonio né l’adozione. E ora provate a dire che sono omofobo.
Concordo su alcuni punti, molto meno su altri.
Su cosa concordo (almeno parzialmente):
1) La connotazione negativa che la parola "diversità" ha assunto, per via della contrapposizione alla parola "normalità", nel corso del tempo, è del tutto insensata, per cui - soprattutto in passato ovviamente - un omosessuale è(ra) "un diverso" tout-court (sottintendendo un confronto a livello sociale tra minoranza e maggioranza, piuttosto che tra individui), laddove in realtà la diversità è una relazione binaria simmetrica, per cui vale sempre che se A è diverso da B allora anche B è diverso da A (e quindi, a livello individualistico, se un gay è diverso da un etero è vero anche il viceversa, proprio come, a livello sociale, se la minoranza gay è diversa dalla maggioranza etero è vero senz'altro anche il viceversa); ne consegue che ogni tentativo di ricondurre forzatamente una relazione di diversità in relazione di uguaglianza per allontanare l'utilizzo impropriamente negativo della parola "diversità" di cui sopra, è un errore ed è analogo a quel detto che recitava «Chiedere in una coppia omosessuale chi sia l'uomo e chi la donna è come chiedere al ristorante cinese quale delle due bacchette sia il coltello e quale la forchetta»; l'uguaglianza pertanto deve essere a livello dei diritti e della dignità delle persone e delle relazioni affettive, ma non esiste a livello delle persone delle relazioni affettive (simmetricamente).
2) È giusto che chi non si sente rappresentato dalla comunità LGBT "ufficiale" abbia ugualmente la possibilità di esprimere liberamente e pubblicamente la propria opinione in merito alle varie questioni. Tuttavia, non ha che da organizzarsi come la comunità LGBT stessa, senza la quale comunque saremmo fermi chissà dove.
3) Quando dicono (in merito alle persone che comporrebbero la comunità LGBT "ufficiale"): «Queste persone hanno una ferita in rapporto alla loro omosessualità: poiché non la accettano, rivendicano di essere come gli eterosessuali.» Il sospetto di omofobia interiorizzata è più che fondato qualora i gay aspirino a scimmiottare in tutto e per tutto gli etero, esattamente come quegli introversi che scimmiottano gli estroversi e sognano un'impossibile quanto controproducente "uguaglianza". Tuttavia, così come non impedirei mai ad un introverso di andare in discoteca, ugualmente non mi sognerei mai di impedire ad una coppia gay di adottare un bambino unicamente sulla base di ciò: chi sono io per giudicare che a quella persona, pur introversa, non interessi davvero la discoteca, e chi sono io per giudicare che quella coppia gay non abbia in realtà un vero desiderio di genitorialità?
Su cosa invece assolutamente non concordo:
4) Quando dicono «Noi vogliamo dare la parola alla maggioranza degli omosessuali in Francia e sosteniamo la “Manifestazione per tutti” perché noi gay non vogliamo il matrimonio», ricadono purtroppo pure loro - forse senza rendersene nemmeno conto - in una pretesa di rappresentanza universale del mondo LGBT.
5) Quando dicono: «Ma noi non vogliamo il matrimonio, che è riservato all'uomo e alla donna in quanto possono procreare. È così da secoli». a) Che le cose siano "così da secoli", non costituisce a mio avviso una buona argomentazione per non cambiarle. b) Se la giustificazione per cui il matrimonio è riservato solo alle coppie eterosessuali è che solo loro possono procreare (cosa comunque non vera perché ad esempio un/a bisessuale può avere avuto figli da precedenti relazioni eterosessuali), si aggiunga allora al matrimonio una clausola di obbligatorietà a procreare (indipendentemente dal tipo di coppia, etero o omo). Altrimenti si crea una disparità non indifferente a livello di diritti tra ad esempio una coppia gay dove uno dei due compagni è padre biologico di un figlio (e questa coppia non ha diritti che potrebbe sfruttare), ed una coppia eterosessuale senza figli (che ha diritti che non sfrutta).
6) Quando dicono: «La pace si costruisce dentro la famiglia e per avere pace nella famiglia bisogna donare ai bambini il quadro più naturale e che più infonde sicurezza per crescere e diventare grandi. Cioè la composizione classica uomo-donna.» Chi di omofobia interiorizzata ferisce, di omofobia interiorizzata perisce. A parte il fatto che comportamenti omogenitoriali esistono anche nel mondo animale, che la composizione classica uomo-donna infonda più sicurezza per crescere e diventare grandi è altamente discutibile e le famiglie eterosessuali disfunzionali non mancano di certo. Particolarmente dubbio poi è che tale composizione uomo-donna sia migliore in quanto "classica".
E voi, che cosa ne pensate?