Ecco la situazione sta velocemente e progressivamente degenerando. Sia a casa, che a livello di incontri con altri(sarebbe una esagerazione chiamarla vita sociale) ma soprattutto a scuola.
A casa dopo anni di sacrifici, di botte ecc... sono riuscito ad ottenere una posizione di preminenza rispetto agli altri membri della mia famiglia. In onestà devo ammettere che sto ottenendo molto di più di quello che ho ottenuto fino a poco fa. I miei genitori si guardano bene dal negarmi qualcosa. Non credo che ciò che si è venuto a determinare sia moralmente o eticamente giusto. Ma la mia impressione è che se i miei genitori richiamassero per loro qualche "diritto" a scapito dei miei si verrebbe a determinare una situazione nella quale non avrei l'appoggio incondizionato della mia famiglia che alle mie continue (e non potrebbero essere altrimenti) richieste potrebbero anche rispondere negativamente. Quindi questa situazione favorevole è oro colato per me e DEVE RIMANERE TALE.
A livello di vita sociale non potrebbe andare peggio. Da circa un mesetto non mi invitano più a giocare a pallone a scuola(e non so nemmeno giocarci). Rispetto all'"amico" che ha la play io per lui non significo niente. Ma non lo vivo come un problema. Perchè per me lui non rappresenta altro che la playstation dato che ha dimostrato di essere disposto a tutto nei miei confronti pur di accontentare gli amici suoi, che tra l'altro non lo tengono nemmeno tanto in considerazione.
Il problema grave resta che io non ho prospettive in questo "campo", ormai con chiunque mio coetaneo mi relazioni, ho l'impressione che si metteranno di mezzo un po di gente che andrà a raccontare di quanto sono sfigato sicchè tutti mi riteranno un tipo da evitare. E poi mi dicono che sono io quello con il disturbo evitante XDXD
Ma è a scuola che si sono superati tutti i limiti. Studio mediamente 3 ore al giorno per poi sentirmi dire dai miei familiari che il pomeriggio mi metto a dormire oppure che non studio come vorrebbero perchè venerdì non sono andato a scuola dopo non aver dormito tutta la notte per colpa di un mal di testa, oppure per non aver fatto un materia che ha spiegato un nuovo argomento quando non ero presente a scuola.
Una volta ritornato da un mese e mezzo di assenza a scuola per il ricovero a Pisa, andai con la mia famiglia a parlare con i professori i quali mi assicurarono chene avrebbero tenuto conto. Dopo 10 giorni fissarono il compito di fisica e non appena una settimana più tardi quelli di latino, italiano, matematica, inglese e storia. Ovviamente andarono male. Per recuperare ho dovuto studiare parecchio. Ma sono sicuro che i professori non l'abbiano nemmeno notato. In primis perchè non hanno tenuto conto di quello che sono andato a riferire appena tornato. Poi anche perchè non si sono mai interessati al fatto che gli alunni facciano o meno i compiti e molte volte nel giudicarli si lasciano guidare da simpatie personali oppure facilitano una figlia di una loro collega. Va anche ricordato un episodio durante una interrogazione di scienze. Studiai 3 capitolo, i tre che disse che avrebbero riguarguato l'interrogazione. Con me fu interrogato un altro cristiano che aveva studiato solo un capitolo. Io esposi decentemente la lezione non essendo interrotto dalla professoressa più o meno come l'altro. Alla fine io ebbi 6 lui 7,5. A questo punto avrei ancora da aggiungere dell'altro. Ho l'impressione che alla fine sarò giudicato come tutti quelli che non hanno fatto niente.
Avendo studiato ininterrottamente da 3 mesi non penso sia il caso di arrendersi. Però nel momento in cui vien fuori che io ho fatto i compiti i compagni mi fanno dei versetti come volessero incolparmi per questo. I professori fanno finta di non sentirmi. Inoltre pare siano concordi nel non voler che io mi esprima perchè se nelle rare volte in cui parlo prima ero visto con disinteresse adesso questo atteggiamento si è tramutato in ostilità.