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Vecchio 09-03-2022, 21:50   #21
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Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Comunque è superficiale anche quel che affermi tu, se mi dici che è vero in assoluto che non si viene valutati anche in amicizia, penso sia una cazzata, è inutile girarci troppo intorno.
Un'altra cazzata è il riportare tutto ai fatti dell'infanzia, secondo te se un tizio diventasse completamente rincoglionito, tanto da non riuscire più a sostenere alcuna conversazione sensata e se in casi del genere le relazioni che aveva finissero col deteriorarsi, questo significa che nell'infanzia non è stato amato?
Ma cosa c'entra l'infanzia con quel che sta accadendo ora in casi del genere?
Sei libero di dire che non sei d'accordo, ma questo tuo uso così disinvolto del termine cazzate è indicativo della tua maleducazione nonché della tua mancanza di rispetto verso le idee altrui.
Ah no, aspetta: ognuno vede le cose a modo suo, in base a come è cresciuto, quindi se per me è maleducazione per te invece è normale usare un linguaggio così disinvolto per esprimere dissenso

Comunque resta il fatto che, per come la vedo io, il nostro modo di percepire le cose si forma e matura in funzione di ciò che sono stati i processi di socializzazione nei primi anni di vita, quando la famiglia rappresenta l'unica e concreta cellula sociale di riferimento. Non sono il solo a pensarla, anzi sono in buona compagnia; fior fiore di esperti, da Bowlby autore della teoria sugli stili genitoriali a Winnicot lo pensavano, ma tanto per te chi esprime idee di un certo tipo è portatore di cazzate, vabbè...
Ad ogni modo, per fare un esempio, mi viene da pensare al modo in cui noi parliamo: il nucleo sociale di riferimento dei nostri primi anni di vita forma il nostro modo di usare la lingua, il nostro accento, la nostra calata...come spiegano molti linguisti (che immagino per te saranno diffusori di cazzate), se non si apprende una seconda lingua entro i 13 anni di età, sarà molto difficile impararne una seconda con la stessa maestria: permarrà l'accento di base, una certa calata, svariate imperfezioni...insomma anche nel modo di filtrare e percepire il reale verremo condizionati da ciò che caratterizza la nostra prima socializzazione. La famiglia può non sempre essere l'unico nucleo importante (penso ad esempio a chi una famiglia non ha potuto averla), ma nella maggioranza dei casi lo è. Ma il vero nodo della questione però è il seguente: come noi percepiamo le cose, i rapporti, le relazioni, la considerazione che riceviamo dagli altri...siamo sicuri di vedere le cose per quello che sono secondo criteri il più possibile vicini ad una possibile oggettività? Perché io ad esempio, che non posseggo qualità fisiche particolari, né tanto meno mi metto certo in evidenza con chissà quali esibizionismi non mi sono mai sentito ignorato come invece vi sentite voi che invece attribuite il tutto al fatto che siete piccoli, calvi e introversi?
Cioè davvero uno viene ignorato perché non possiede le qualità di base, quel minimo sindacale a cui alludete sempre?
Per me ricevere due telefonate a settimana rappresenta un'azione vicina allo stalking, per altri significa essere ignorati...non abbiamo tutti la stessa modalità percettiva delle dinamiche umane. Da cosa dipenderebbe questa differenza? Fermo restando il fatto che è vero che assomigliare a Brad Pitt può magari aiutare ad avere più contatti sociali, ma siamo davvero sicuri che gli altri ci ignorano perché siamo "mediocri"? O forse c'é in noi un qualcosa (che non può di certo non aver avuto delle cause) che ci spinge a sentirci sempre ignorati e a ripetere in maniera inconsapevole queste dinamiche?

PS Tra l'altro ricorre con martellante insistenza nei tuoi discorsi, l'ossessione per attirare l'attenzione altrui. Non tutti la posseggono, c'é molta gente di aspetto fisico mediocre o non particolarmente brillante nel carattere, senza particolari qualità in determinate attività né talenti da mostrare (o che magari non hanno mai scoperto di avere un certo talento)...io stesso, lo ripeto, sono per l'appunto una persona che non ha quest'ossessione e vive bene così (sono altre le mie fisime, e di certo non escono dal nulla), non mi sento ignorato nei gruppi sociali e finisco io per comportarmi in modo tale da esserlo.
Quindi ribadisco: una persona che dice "tutti mi ignorano" è una specie di computer che rileva in maniera imparziale i dati di interesse mostrati dall'esterno per poi elaborare la definitiva sentenza, oppure è una persona le cui percezioni sono orientate nel rilevare determinati elementi al fine di confermare quel giudizio già maturato in relazione ai propri trascorsi (prevalentemente famigliari)? Esistono intere bibliografie che descrivono il concetto di pregiudizio di conferma, ne parlava persino Francis Bacon (anche se per altre finalità), ma tanto si sa che sono tutte "cazzate".

Ultima modifica di muttley; 09-03-2022 a 21:58.
Vecchio 09-03-2022, 22:43   #22
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L'avatar di Darby Crash
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Per me ricevere due telefonate a settimana rappresenta un'azione vicina allo stalking, per altri significa essere ignorati...non abbiamo tutti la stessa modalità percettiva delle dinamiche umane.
ok, ma perché mai sentirsi ignorati dovrebbe per forza essere qualcosa di patologico da ricondurre a esperienze vissute durante l'infanzia? Un conto è chi si sente ignorato ma ha mille amici che gli sono vicino e tengono a lui; altro conto è chi si sente ignorato e le due telefonate che riceve sono della Vodafone e dell'amministratore del condominio.

Stessa cosa per il voler attirare l'attenzione altrui: è una cosa naturale che in sé non ha nulla di male. Può sfociare nel patologico, ma solo in alcuni casi. Se a volerla attirare è una persona sola come un cane, non ci vedo nulla di patologico Se invece si tratta di un tizio con atteggiamenti istrionici che vuole stare sempre al centro dell'attenzione dei gruppi in cui si trova e finisce per prevaricare sugli altri, allora ci può essere qualcosa che non va.

Quote:
per come la vedo io, il nostro modo di percepire le cose si forma e matura in funzione di ciò che sono stati i processi di socializzazione nei primi anni di vita, quando la famiglia rappresenta l'unica e concreta cellula sociale di riferimento.
Questo è vero. Tuttavia lo stare bene o male non è determinato soltanto dal modo in cui percepiamo le cose... questo perché ci sono avvenimenti che per forza di cose hanno effetti positivi o negativi indipendentemente dalla mente di colui a cui capitano... se una macchina mi mette sotto e resto paralizzato, è logico che mi senta giù di morale. Poi, a seconda di come percepisco le cose, posso reagire in modi differenti, ma almeno per un periodo starò comunque male. E questo è uno stare male su cui l'infanzia non c'entra niente.

Può inoltre essere un trauma che va a modificare i costrutti mentali creati fino a quel momento: la mente non è immobile, può essere plasmata sia in meglio che in peggio.
Similmente, se una persona ha ricevuto amore e affetto nell'infanzia, ma poi crescendo riceve traumi sociali/relazionali a ripetizione, penso allora che qualcosa nel suo modo di interpretare la realtà vada a modificarsi.

Difatti esistono cose come il disturbo post traumatico da stress o il disturbo dell'adattamento, così come depressioni dovute a specifiche situazioni particolarmente dolorose.

Ultima modifica di Darby Crash; 09-03-2022 a 22:54.
Vecchio 09-03-2022, 22:52   #23
Esperto
 

Dallo scorso anno sono dovuto tornare nella realtà per colpa della depressione, ho annullato tutte le mie aspettative fantastiche, mi sono reso conto che con il mio disturbo non potrò mai avere una rete sociale decente, e quindi ho iniziato a provare a godermi le piccole cose, ma non ci riesco il 90% delle volte, il vuoto se c'è non lo mandi via con le cose piccole... Però piccoli passetti li devo fare o mi ammazzo.
Io mi accontenterei di trovare una o due persone che non mi giudicano con cui uscire a prendere una birra o una pizza e basta, ma finchè non riesco a lavorare non riesco nemmeno a confrontarmi quindi...
Vecchio 09-03-2022, 22:55   #24
Esperto
L'avatar di Keith
 

Si può benissimo avere un'infanzia tranquilla e senza privazioni.. un'infanzia nella media diciamo.. poi la perfezione non c'è in nessuna famiglia perché tutti siamo in balia degli eventi: guerre, lutti, divorzi, malattie, disoccupazione.. si può avere diciamo un'infanzia nella media, una crescita normale e poi dopo avere una vita altamente problematica.
I genitori, soprattutto se sei figlio unico ti ameranno comunque, anche se hai dei palesi svantaggi genetici.. per loro sei il figlio.. puoi essere pure down e ti ameranno lo stesso, anzi di più, proprio in virtù dell'handicap.. ciò non significa che poi il down farà una bella vita perché è stato amato e attenzionato.. farà una vita da disabile, con tutte le privazioni del caso.
Ringraziamenti da
Darby Crash (09-03-2022)
Vecchio 09-03-2022, 23:15   #25
Esperto
L'avatar di Levin
 

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Originariamente inviata da Noradenalin Visualizza il messaggio
Vecchio 09-03-2022, 23:26   #26
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Originariamente inviata da Darby Crash Visualizza il messaggio
ok, ma perché mai sentirsi ignorati dovrebbe per forza essere qualcosa di patologico da ricondurre a esperienze vissute durante l'infanzia? Un conto è chi si sente ignorato ma ha mille amici che gli sono vicino e tengono a lui; altro conto è chi si sente ignorato e le due telefonate che riceve sono della Vodafone e dell'amministratore del condominio.
Veramente non è questo il discorso, mai implicato che sia un male il desiderio di voler vivere una determinata condizione. Ma il punto è un altro: perché due persone che vivono una condizione fondamentalmente simile la possono percepire diversamente? Da cosa può dipendere il tutto? E' questo che io mi domando, poi ogni desiderio di ricevere maggiori attenzioni è legittimo, ma quando sento dire "agli altri si e a me no", mi domando se sia sempre vero il fatto che gli altri ricevano di più, e non possa anche essere vero che gli altri, partendo da bisogni meno stringenti, arrivino a comportarsi in maniera più naturale e quindi poi a ricevere davvero più attenzione?
Esempio: tizio entra in un'azienda nuova, dopo un mese fa amicizia con due colleghi, si scambia il numero e ci esce in paio di volte a settimana. Poi c'é caio a cui succede più o meno lo stesso ma non gli basta, non è soddisfatto. Un giorno chiede ai due amici di uscire, ma i due gli rispondono che sono impegnati e che si potrebbe fare il giovedì seguente...caio ci rimane male, inizia a pensare che gli preferiscano tizio perché è tot cm più alto di lui, perché ha il bf, il fisico scolpito e inizia a stilare parametri e fare classifiche per cui in base a determinate ratio si ottengono determinati feedback e quindi inizia a uscire sempre meno, a proporre meno, si iscrive su fs.com e scrive che tutti lo evitano per x ragioni fisiche e y ragioni caratteriali.
Tizio invece continua a vedersi solo con due persone, una volta ogni tanto, ma è contento così perché a lui avere spesso troppa gente intorno non piace tutto questo granché. Perché è successo questo? Solo perché tizio è 5 cm più altro? Davvero la vita è tutta basata su rigide selezioni in cui ci troviamo di fronte a giurie che estraggono palette con voti numerici esposti ad ogni nostra singola performance? E noi non siamo altro che rilevatori obiettivi delle altrui scelte/preferenze?

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Originariamente inviata da syd_77 Visualizza il messaggio
I genitori, soprattutto se sei figlio unico ti ameranno comunque, anche se hai dei palesi svantaggi genetici.. per loro sei il figlio.. puoi essere pure down e ti ameranno lo stesso, anzi di più, proprio in virtù dell'handicap.. ciò non significa che poi il down farà una bella vita perché è stato amato e attenzionato.. farà una vita da disabile, con tutte le privazioni del caso.
Forse dai troppe cose per scontate: ad esempio dai per scontato che tutti esprimano l'affetto allo stesso modo, in maniera esplicita e patentemente fisica, con gli stessi complimenti, la stessa costanza, le stesse metodologie.
Non vuol dire che chi è più esplicito voglia più bene, ma in qualche modo la consistenza dell'agire educativo/affettivo forma la base della nostra struttura "rilevatrice".
Per quanto riguarda il down anche qui non puoi estendere il concetto di "bella vita" alla totalità degli essere umani. C'é chi lavora 24/7 16 ore al giorno e considera questo un bel vivere, c'é chi invece preferisce battere la fiacca ed evadere le responsabilità come noi fenomeni parastatali
Vecchio 10-03-2022, 03:51   #27
Esperto
L'avatar di Keith
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Veramente non è questo il discorso, mai implicato che sia un male il desiderio di voler vivere una determinata condizione. Ma il punto è un altro: perché due persone che vivono una condizione fondamentalmente simile la possono percepire diversamente? Da cosa può dipendere il tutto? E' questo che io mi domando, poi ogni desiderio di ricevere maggiori attenzioni è legittimo, ma quando sento dire "agli altri si e a me no", mi domando se sia sempre vero il fatto che gli altri ricevano di più, e non possa anche essere vero che gli altri, partendo da bisogni meno stringenti, arrivino a comportarsi in maniera più naturale e quindi poi a ricevere davvero più attenzione?
Esempio: tizio entra in un'azienda nuova, dopo un mese fa amicizia con due colleghi, si scambia il numero e ci esce in paio di volte a settimana. Poi c'é caio a cui succede più o meno lo stesso ma non gli basta, non è soddisfatto. Un giorno chiede ai due amici di uscire, ma i due gli rispondono che sono impegnati e che si potrebbe fare il giovedì seguente...caio ci rimane male, inizia a pensare che gli preferiscano tizio perché è tot cm più alto di lui, perché ha il bf, il fisico scolpito e inizia a stilare parametri e fare classifiche per cui in base a determinate ratio si ottengono determinati feedback e quindi inizia a uscire sempre meno, a proporre meno, si iscrive su fs.com e scrive che tutti lo evitano per x ragioni fisiche e y ragioni caratteriali.
Tizio invece continua a vedersi solo con due persone, una volta ogni tanto, ma è contento così perché a lui avere spesso troppa gente intorno non piace tutto questo granché. Perché è successo questo? Solo perché tizio è 5 cm più altro? Davvero la vita è tutta basata su rigide selezioni in cui ci troviamo di fronte a giurie che estraggono palette con voti numerici esposti ad ogni nostra singola performance? E noi non siamo altro che rilevatori obiettivi delle altrui scelte/preferenze?



Forse dai troppe cose per scontate: ad esempio dai per scontato che tutti esprimano l'affetto allo stesso modo, in maniera esplicita e patentemente fisica, con gli stessi complimenti, la stessa costanza, le stesse metodologie.
Non vuol dire che chi è più esplicito voglia più bene, ma in qualche modo la consistenza dell'agire educativo/affettivo forma la base della nostra struttura "rilevatrice".
Per quanto riguarda il down anche qui non puoi estendere il concetto di "bella vita" alla totalità degli essere umani. C'é chi lavora 24/7 16 ore al giorno e considera questo un bel vivere, c'é chi invece preferisce battere la fiacca ed evadere le responsabilità come noi fenomeni parastatali
Così dicendo prendi in giro tutti i fobici, riducendoli a delle macchiette da forum dei brutti, che ci sono, ma non siamo mica tutti così, anzi la maggior parte non è così folle.. c'è molto di più nei processi che portano a certi pensieri. C'è gente che veramente è stata spesso esclusa, bloccata, perculata. Pure ai normali ogni tanto succede, ma è un'alternarsi di accettazioni e rifiuti, successi e insuccessi, in molti fobici prevale invece il rifiuto.

Riguardo alle cure parentali i miei genitori mi raccontano che a loro volta non hanno avuto tutti questi baci e abbracci che si danno oggi, anzi, spesso erano più le botte che altro, eppure sono cresciuti normali, mica degli psicopatici assassini. Boh, secondo me gli dai troppo peso a questa roba. Fra due fratelli spesso uno è fobico e l'altro è estroverso, e i trattamenti si presume siano stati uguali o quantomeno simili. Per me sarà sempre più importante la genetica, che determina il carattere, la suscettibilità e l'aspetto fisico. riguardo quest'ultimo dovrà essere buono o cmq nella media, senza grosse differenze rispetto al gruppo, solo così si potrà essere accettati dall'altra sesso e dagli amici.
Vecchio 17-03-2022, 21:44   #28
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Originariamente inviata da Noradenalin Visualizza il messaggio
Se esistesse un libro del genere lo comprerei subito.
Vecchio 17-03-2022, 22:10   #29
Intermedio
L'avatar di _Luna_
 

un mio desiderio è sempre stato quello di fare un picnic in un parco, una giornata soleggiata, dei teli distesi a terra e dopo aver mangiato sdraiarsi e guardare il cielo
mi sembra di chiedere qualcosa di assurdo
e mi fa ridere
perché la gente ha fatto avventure incredibili e poi ci sono io
che vorrei vivere qualcosa di semplice
Vecchio 17-03-2022, 23:39   #30
XL
Esperto
L'avatar di XL
 

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Originariamente inviata da muttley Visualizza il messaggio
Veramente non è questo il discorso, mai implicato che sia un male il desiderio di voler vivere una determinata condizione. Ma il punto è un altro: perché due persone che vivono una condizione fondamentalmente simile la possono percepire diversamente? Da cosa può dipendere il tutto? E' questo che io mi domando, poi ogni desiderio di ricevere maggiori attenzioni è legittimo, ma quando sento dire "agli altri si e a me no", mi domando se sia sempre vero il fatto che gli altri ricevano di più, e non possa anche essere vero che gli altri, partendo da bisogni meno stringenti, arrivino a comportarsi in maniera più naturale e quindi poi a ricevere davvero più attenzione?
Esempio: tizio entra in un'azienda nuova, dopo un mese fa amicizia con due colleghi, si scambia il numero e ci esce in paio di volte a settimana. Poi c'é caio a cui succede più o meno lo stesso ma non gli basta, non è soddisfatto. Un giorno chiede ai due amici di uscire, ma i due gli rispondono che sono impegnati e che si potrebbe fare il giovedì seguente...caio ci rimane male, inizia a pensare che gli preferiscano tizio perché è tot cm più alto di lui, perché ha il bf, il fisico scolpito e inizia a stilare parametri e fare classifiche per cui in base a determinate ratio si ottengono determinati feedback e quindi inizia a uscire sempre meno, a proporre meno, si iscrive su fs.com e scrive che tutti lo evitano per x ragioni fisiche e y ragioni caratteriali.
Tizio invece continua a vedersi solo con due persone, una volta ogni tanto, ma è contento così perché a lui avere spesso troppa gente intorno non piace tutto questo granché. Perché è successo questo? Solo perché tizio è 5 cm più altro? Davvero la vita è tutta basata su rigide selezioni in cui ci troviamo di fronte a giurie che estraggono palette con voti numerici esposti ad ogni nostra singola performance? E noi non siamo altro che rilevatori obiettivi delle altrui scelte/preferenze?



Forse dai troppe cose per scontate: ad esempio dai per scontato che tutti esprimano l'affetto allo stesso modo, in maniera esplicita e patentemente fisica, con gli stessi complimenti, la stessa costanza, le stesse metodologie.
Non vuol dire che chi è più esplicito voglia più bene, ma in qualche modo la consistenza dell'agire educativo/affettivo forma la base della nostra struttura "rilevatrice".
Per quanto riguarda il down anche qui non puoi estendere il concetto di "bella vita" alla totalità degli essere umani. C'é chi lavora 24/7 16 ore al giorno e considera questo un bel vivere, c'é chi invece preferisce battere la fiacca ed evadere le responsabilità come noi fenomeni parastatali
Ma tu muttley esci con chiunque? Qualsiasi persona per te andrebbe bene?
Come si fa a sostenere che in amicizia non si seleziona se poi magari lo fai anche tu?
E il fatto che a te interessi un tizio e a un altro gli dai il benservito dipende da come li hanno trattati in famiglia?
Se trattassero tutti bene, tutti amerebbero tutti e frequenterebbero tutti indifferentemente?
Come faccio poi a dire che non è una cazzata questa se lo è palesemente una cazzata?
Che devo dire che il vero è falso e che il falso è vero? Io dico che il vero è vero e il falso è falso.

Se uno vuol frequentare un tizio e il tizio in questione gli dice di no, non dipende necessariamente dall'educazione familiare (in termini affettivi) ricevuta da chi viene rifiutato. Questa capacità magica della mente di un tizio educato in certe famiglie di attirare la simpatia di chiunque gli interessi mi sembra una cosa palesemente falsa; ci sono già forti resistenze da parte di certe persone nei confronti di altre solo in termini di classi sociali, tra sessi, tra non minorati e minorati mentali... Di che parliamo?
Cazzate.

Se poi vuoi parlare di educazione familiare in termini più vasti, ci può essere correlazione, e qua sono d'accordo.
Se una famiglia educa un tizio a seguire valori non condivisi difficilmente il tizio in questione riuscirà a legare, ma questo non c'entra quasi nulla con l'educazione affettiva e l'amabilità che il genitore potrebbe comunicare.
Per me si fa confusione tra questi livelli. Ad esempio se uno ama un figlio e gli trasmette dei valori razzisti è chiaro che se il povero ragazzo vive in una comunità in maggioranza antirazzista, persone con cui legare non ne troverà quasi nessuna, ma ripeto, questo non c'entra nulla con l'amabilità che il genitore ha comunicato in prima persona, bisogna poi vedere se la persona in questione risulta amabile anche per altri o quelli che vorrebbe frequentare, non è detto o scontato che sia così, dipende da una miriade di altri fattori e non solo dal valore e la benevolenza che il genitore comunica.

Tu, in base a quel che scrivi non vuoi dire questo, per te indipendentemente dai valori della famiglia e tutto il resto, nel caso in cui una famiglia valida un ragazzo e gli dimostra affetto questo otterrà facilmente relazioni sociali desiderate e così via rispetto a qualsiasi altro che non abbia ricevuto questo trattamento, qualsiasi altro fattore è completamente ininfluente e non conta nulla.

Ultima modifica di XL; 18-03-2022 a 00:15.
Vecchio 18-03-2022, 00:09   #31
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XL te l'ho scrissi e te lo ripeto or ora: la prossima volta che definisci argomentazioni che non condividi "cazzate" verrai intercettato da un S-400 di fabbricazione russa.
Vecchio 18-03-2022, 16:25   #32
Esperto
L'avatar di Levin
 

Quote:
Originariamente inviata da XL Visualizza il messaggio
Come si fa a sostenere che in amicizia non si seleziona se poi magari lo fai anche tu?
Il senso non è che non esistono le preferenze degli altri, ma come queste vengono vissute da noi stessi in base alla nostra costruzione emotiva
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