Questo thread va a tutti coloro che:
1)Sono sociofobici
2)Hanno 0 amici
3)
Hanno intenzione di fare di tutto per uscirne, a qualsiasi costo
Io
ero un fobico, di quelli esperti. Un anno e mezzo fa [21 anni] chiedere ad un passante un'indicazione [per di più della città in cui vivo
]
era fuori discussione.
Il mio cervello generava una quantità di "se" e di "ma" che non finiva più. Finiva poi che non facevo nulla, tornavo a casa col peso della sconfitta. "Sono inutile", mi dicevo. Ma mi dicevo anche che ero più intelligente, più sensibile e che riuscivo ad adattarmi di più. Molti si
autoconvincono di questo. Ma io stavo talmente male per non uscire mai, per avere 0 amici e nessuna vita, che mi arresi all'evidenza: alcuni tipi di estroversi erano meglio di me [avevano tanti amici, si divertivano molte sere a settimana, avevano anche tante amiche e [solo i migliori] un lavoro ben retribuito anche se c'era la crisi nonostante fossero passati con meno di me all'esame di stato].
Perchè io non potevo divertirmi come loro? Perchè non potevo anche io avere il mio gruppo ed andare alle feste, ai capodanni, al mare, ecc, ecc.
1 anno e mezzo fa cominciai la terapia TCC da una gran dottoressa. Ansia a palla, le prime sedute, ma da qualche parte bisogna cominciare. Capii in poco tempo i pensieri generati dalla FS e imparai a gestirli. Ogni volta che arrivavano e mi saliva l'ansia, sapevo che non ero io, non erano le persone che mi circondavano o nient'altro, solo la FS dentro di me.
Il primo passo fu iscriversi in palestra, dopo 4 mesi di terapia, lol. Dato che io avevo subito molto il mio fisico magro e basso, la palestra mi aiutò ad aumentare un po' la mia autostima, oltre al contatto con nuove persone. Facevo pesi, niente corsi di gruppo, hey ero fobico.
La palestra è un ambiente facilissimo in cui attacare bottone e fare amicizia, ma diventa il peggiore se sei introverso/timido/fobico. Io l'ho usato come terreno di allenamento.
Il secondo passo, a novembre scorso, fu andare al corso di balli caraibici che si tiene alla palestra che fequento. La prima lezione fu orribile: arrivai, chiesi informazioni a testa bassa e con gli occhi altrove, ovviamente con un linguaggio coporeo che ispirava tutto a parte sicurezza, XD.
Ma non ero soddisfatto della terapia, troppi pochi progressi facevo, non mi stava bene, il tempo è prezioso.
Cominciai a cercare su Internet un po' di materiale e trovai interesanti libri di psicologia e argomenti inerenti ad essa. Per quanto scettico, li comprai/scaricai, li lessi ed applicai quanto appreso, per quanto lo stato della mia FS mi permetteva di applicare. Scettico o no, stavo male ed avevo dei grossi problemi a vivere, ero disposto a qualsiasi cosa per diventare me stesso.
Un libro molto di successo tra coloro che hanno migliorato la loro vita [molti già avevano una vita soddisfacente] è "Le vostre zone erronee" (
http://bur.rcslibri.corriere.it/libr...onee_dyer.html)
Chi è interessato può leggerlo tranquillamente.
E' prioritario non partire a leggere già con l'idea che non serva a nulla. Ma, in fondo, cosa lo dico a fare: uno degli
autoconvincimenti della FS è proprio quello di essere "di mente aperta, di ampie vedute". [e poi si finisce col predire il futuro: non mi serve a nulla, l'ha scritto tizio, me l'ha consigliato caio, blabla]. La FS è subdola.
Dopo un anno e mezzo di duro lavoro, paure affrontate, ansie, persone conosciute, prese di giro ricevute (ma guardate con occhi diversi), errori, figure di cacca, ho mandato la FS a quel paese. Riuscii infatti ad esibirmi tranquillamente per la mia scuola di ballo, nonchè a fare il saggio di fine anno proprio ieri e a sentirmi a mio agio ad essere osservato mentre facevo qualcosa [cosa che di solito mi faceva così ansia da quasi sboccare]. La mia ballerina mi ha pure urlato contro "Filippo, sei troppo calmo tu!!!", lol.
Ma ora c'è da sconfiggere la timidezza e da creare un circolo sociale abbastanza ampio dal quale poi selezionare le persone più affini. Le mie uscite sono comunque ancora ridotte a 0-1 a settimana, se il gruppo decide di andare a ballare.
E' importante affrontare le proprie paure, dalla più piccola. E sopratutto non una sola volta. La prima volta potrà andare male, la seconda peggio, ma poi qualcosa si smuoverà. L'importante è partire con un mindset [serie di pensieri] positivi. "Andrà tutto bene e se non lo farà mi impegnerò affinchè la prossima volta vada meglio". Inoltre c'è da tenere presente che la FS genererà pensieri del tipo "tizio mi ha preso per il culo, è stronzo, allora vado via", "quelli che ridacchiano, ridono di me, allora vado via". E' importante riconoscerli subito e sostituirli con qualsiasi cosa sia più positivo ed appropriato.
Io ho passato intere settimane chiuso in casa [in mancanza di meglio] a ripeteremi che potevo fare qualsiasi cosa, che ero come gli altri, che dovevo uscire da solo [ed immaginavo la scena], che blabla.
E' servito? Non lo so, stavo facendo così tante cose in parallelo che non so quale sia stata la più efficacie. Tuttavia per combattere questi problemi è meglio fare tante cose tutte insieme.
Ora mi sento pure pronto ad andare a giro da solo la sera, non per stare da solo, ma con l'obbiettivo di socializzare con chi capita.
La socializzazione non faceva parte di me. Io ero un disastro, e devo ancora migliorare. Anche qui mi venne in aiuto un libro ed ovviamente il contatto con le altre persone, l'emulazione dicerti comportamenti [pugno ai maschi] e la voglia di mettermi in gioco e provare.
La socializzazione parte da molto prima che si apra bocca. Parte con il linguaggio del corpo: il mio era chiuso e tendente ad occupare poco spazio. Mi imposi di correggermi. Aprire il linguaggio corporeo aumenta inoltre la sicurezza. Occupare tanto spazio, già di per se rilassa e fa stare meglio.
Poi ci sono gli occhi: lo specchio dell'anima. Si dice che gli estroversi fingano di esserlo, ma non è così. Se li guardate negli occhi, noterete la loro sicurezza. Io invece, non guardando negli occhi, trasmettevo insicurezza e timidezza. Potevo dire anche la cosa più sicura del mondo, ma le persone si sarebbero accorte, involontariamente, che il mio linguaggio corporeo non era coerente con ciò che dicevo e quindi "ero strano".
Poi viene il tono di voce, che deve essere alto abbastanza, chairo sicuro e NON con tono piatto. Il mio faceva pena: basso, timido, impercettibile e dannatamente piatto.
Infine ho sia notato, che letto, che le persone guardano infine a ciò che si dice.
Ma ci deve essere coerenza tra corpo, occhi, voce e cosa si dice.
La mancanza di amici è devastante, non si può aspettare che ci bussino alla porta. Da qualche mese io sto cercando di socializzare con tutti, di aprire tante possibili porte. Più gente si conosce, più queste ce ne faranno conoscere. Poi inizia la scelta di chi ci sta più simpatico, ma all'inizio è fondamentale non scremare nulla [a meno di gente proprio di fuori].
Dopo un po' si avranno tanti conoscenti, ma difficilmente si riceverà un invito. L'unico modo è cercare di autoinvitarsi: "Se organizzi qualcosa, fammi sapere, sono interessato".
Ovvio che a questo punto la FS dovrebbe essere ridotta o sconfitta, altrimenti finiremo per rifiutare l'invito [o non autoinvitarsi proprio].
Socializzare significa anche dover rispodnere e farmi rispettare. Quando credevo di essere "uno che si sa adattare" in realtà ero quello che si faceva mettere i piedi in testa per tutto, e dentro mi rodeva la cosa, ma dicevo "sono stronzi. Io che so adattarmi mi sacrificherò, via."
Era colpa degli altri, già come no.... Capito l'errore per sempre.
-Avevo una ballerina che non ballava al mio livello ed il maestro mi disse "affari tuoi". Non mi lamentai, andai e presi un'altra ballerina. Fine.
-A pranzo ci sedemmo a tavola ed io avevo il posto al sole. Non subii il sole tutto il pranzo, feci spostare il tavolo e gli altri 3 amici.
Nessuno è mai inveito contro di me, o ha fatto lo stronzo da quando sono cambiato un minimo [perchè la strada è lunga]. Anzi, per ora ho solo trovato persone estroverse, simpatiche e alcuni [i migliori ovviamente] si sono pure offerti di autarmi quando ho avuto da fronteggiare diversi altri problemi anche se non sapevano il mio nome.
Allora mi chiedo: Le persone "per bene" sono tutte a Pistoia? [Non credo dato che alcune di esse le etichettavo stronze, prima di capire dove la FS mi faceva scazzare di bruto]
Bisogna anche porsi degli obbiettivi giornalieri a portare a termine per aumentare l'autostima [può essere andare a chiedere una info ad 10 passanti] o per colmare delle carenze [visitare luoghi]. Ma anche definire cosa si vuol diventare: uno con tanti amici? Uno con pochi amici intimi? Che ambienti frequentarai?
Ogni giorno bisogna immaginarsi come si vuole diventare e muoversi in quella direzione.
Ce l'ho fatta io, ce la può fare chiunque. Io non riuscivo a chiedere una info ad un passante e avevo 0 amici. Ora le cose viaggiano decisamente meglio, per il semplice motivo che ho smesso di dare la mia vita in mano agli altri e l'ho presa fra le mie.