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08-03-2012, 23:12
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#1
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Riflettevo che probabilmente socio fobici si può anche diventare...mi spiego meglio...
Sebbene io sia sempre stato un pò timido, decisamente imbranato perchè incapace di provare malizia, assolutamente vero e maldestramente sincero...
Ero cosi in adolescenza, ma per una questione di dna, ero anche un simpatico, pieno di sarcasmo e un pò un pagliaccio...tuttavia, col senno di poi ripenso che ero cosi anche per cercare di avere delle qualità che compensassero alte: un pò questo diabolico gioco di questo mondo, devi sempre avere qualcosa, non puoi semplicemente vivere e basta.
Il problema era che non ero sempre in grado di tradurre in fatti e azioni concrete queste qualità, quai come se alla prova del nove fallissi miseramente, mostrandomi poi nella mia nudità emotiva...
Ebbene è sicuramente in questi frangenti che ho cominciato a diventare seriamente sociofobico: non volendo dare adito a gli altri di cogliermi in scacco, ecco che non fai più mosse. Da pagliaccio simpatico innocuo non vai bene, e allora diventi sobrio. Formale, distaccato. Eviti poi ovviamente quei contesti di socialità nei quali le persone sanno chi sei veramente perchè ti hanno conosciuto anche verso la transizione di carattere. Stai al tuo posto, ed ecco che ci diventi sociofobico.
Credo poi di essere estremante influenzabile e plasmabile a livello di comportamenti sociali, forse perchè essendone sempre stato affamato per essere accettato, mi sono adeguato a quelli che mi mantenevano in una cerchia. Sbagliando di grosso. Perchè ho trasformato il mio carattere, peggiorandolo. Sono veramente me stesso, un me stesso vicino a quello che ero, solo quando mi sento a mio agio, con persone affabili, tranquille, o anche dolcemente timide (maschi o femmine indistinte).
Ho poi una certa empatia con le persone eccentriche, fuori di testa, un pò anormali. Vabbene basta, grazie a chi avrà la pazienza di leggere...
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09-03-2012, 08:49
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#2
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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La psicologia non è una scienza esatta, quindi direi che è possibile.
Probabilmente 1) se fossi cresciuto senza un padre psicotico, 2) se mi avessero mandato in terapia quand'ero adolescente, 3) se non mi fossi trasferito da una metropoli ad un paesino e 4) se non avessi scelto una scuola superiore a prevalenza maschile, le cose sarebbero potute andar meglio
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09-03-2012, 09:55
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#3
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Intermedio
Qui dal: Nov 2010
Messaggi: 147
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Premettendo che di psicologia non capisco una mazza e quindi potrei sbagliarmi, sono fermamente convinta che la mia fobia (e il resto dei disordini che ne derivano) sia il risultato della coincidenza di varie situazioni davanti alle quali mi sono venuta a trovare. Ovviamente ai fattori esterni si lega la tipologia di carattere e lo stile di vita che abbiamo assunto con il passare degli anni.
Anche io come te mi sento "me stessa" in presenza di determinate persone, come se solo in certi casi riuscissi a liberarmi della corazza. Mi infastidisce molto che in questi contesti riesco perfino ad emergere nel gruppo, mentre il 90% delle volte è un'impresa anche il solo saluto. C'è una divergenza allucinante tra i miei modi di comportarmi
Però, come spiegavo in un'altra discussione, a volte mi capita di assumere un atteggiamento fobico anche con le persone che mi fanno sentire a mio agio. Pippe mentali... serviranno?
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09-03-2012, 10:29
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#4
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Principiante
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Milano, Varese, Como
Messaggi: 94
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secondo me, per quello ke ho vissuto io, ognuno deve cercare la sua dimensione, il suo mondo fatto di persone che essendo simili possano capirlo...per quanto riguarda il fatto di fare il simpatico la cosa migliore (però so bene ke nn é semplice) è cercare di fare il simpatico rimanendo vagamente serio e nn perdendo il controllo...ma passare da un polo all'altro secondo me è controproducente perchè risulteresti troppo finto...oppure lunatico...e questo alla gente nn piace visto che tanti sono degli splendidi che si credon kissakì..
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09-03-2012, 11:43
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#5
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 484
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Come per formazione di ogni personalità e di tutte le fobie penso che valga anche qui il modello di interazione tra certe caratteristiche nostre e i fattori ambientali.
Probabilmente quello che si eredita è la predisposizione a reagire o a interpretare gli eventi della vita in un certo modo , un'ansietà generica diciamo, ma perchè essa assuma le fattezze di una fobia specifica sono necessarie alcune esperienze cruciali.
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09-03-2012, 11:45
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#6
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 484
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Al miglioramento vedo associate sempre certe opinioni e al non migliorare ne vedo associate altre...
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Tipo?
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09-03-2012, 14:11
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#7
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 484
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Generalmente chi migliora è chi non crede che i propri problemi derivino da altro che non sia l'ambiente in cui si è cresciuti e le proprie scelte personali.
Accusare la propria genetica è qualcosa che fa solo chi non è sulla via del miglioramento (cioè è ancora nella fase del raccontarsela, quando si dice a se stessi che il libero arbitrio non esiste ecc...)
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In effetti torna come discorso. Il secondo poi magari si spiega il cambiamento del primo con i "non era veramente fobico" oppure "io sono più grave" intrappolato com'è mentalmente in un tunnel senza uscita.
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09-03-2012, 14:12
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#8
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da unmalatodicuore
Riflettevo che probabilmente socio fobici si può anche diventare...mi spiego meglio...
Sebbene io sia sempre stato un pò timido, decisamente imbranato perchè incapace di provare malizia, assolutamente vero e maldestramente sincero...
Ero cosi in adolescenza, ma per una questione di dna, ero anche un simpatico, pieno di sarcasmo e un pò un pagliaccio...tuttavia, col senno di poi ripenso che ero cosi anche per cercare di avere delle qualità che compensassero alte: un pò questo diabolico gioco di questo mondo, devi sempre avere qualcosa, non puoi semplicemente vivere e basta.
Il problema era che non ero sempre in grado di tradurre in fatti e azioni concrete queste qualità, quai come se alla prova del nove fallissi miseramente, mostrandomi poi nella mia nudità emotiva...
Ebbene è sicuramente in questi frangenti che ho cominciato a diventare seriamente sociofobico: non volendo dare adito a gli altri di cogliermi in scacco, ecco che non fai più mosse. Da pagliaccio simpatico innocuo non vai bene, e allora diventi sobrio. Formale, distaccato. Eviti poi ovviamente quei contesti di socialità nei quali le persone sanno chi sei veramente perchè ti hanno conosciuto anche verso la transizione di carattere. Stai al tuo posto, ed ecco che ci diventi sociofobico.
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questa parte di post è molto simile alla mia esperienza
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09-03-2012, 16:07
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#9
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 484
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
quando siamo in grado di cominciare a socializzare.
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Guarda, quello che personalmente mi domando è quale sia il fattore scatenante che inverte il processo e fa sì che l'intrappolato veda all'improvviso uno spiraglio e la possibilità di cambiare la sua condizione.
Mi sa che siamo un po' OT. Mi scuso con l'autore del thread.
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09-03-2012, 17:01
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#10
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
La psicologia non è una scienza esatta, quindi direi che è possibile.
Probabilmente 1) se fossi cresciuto senza un padre psicotico, 2) se mi avessero mandato in terapia quand'ero adolescente, 3) se non mi fossi trasferito da una metropoli ad un paesino e 4) se non avessi scelto una scuola superiore a prevalenza maschile, le cose sarebbero potute andar meglio
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Credo sicuramente di si amico mio: è sempre una questione fra psiche, esperienze, e interazione ambientale, e il nostro inner self. Un pò di psicologia, antropologia e sociologia...
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09-03-2012, 17:05
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#11
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Quote:
Originariamente inviata da IfearEverything
Anche io come te mi sento "me stessa" in presenza di determinate persone, come se solo in certi casi riuscissi a liberarmi della corazza. Mi infastidisce molto che in questi contesti riesco perfino ad emergere nel gruppo, mentre il 90% delle volte è un'impresa anche il solo saluto. C'è una divergenza allucinante tra i miei modi di comportarmi
Però, come spiegavo in un'altra discussione, a volte mi capita di assumere un atteggiamento fobico anche con le persone che mi fanno sentire a mio agio. Pippe mentali... serviranno?
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Esattamente, e sicuramente nell'ultimo caso centra cmq l'incapacità di essere cmq se stessi al 100% anche con chi stiamo abbastanza bene.
Per esempio se io non ho problemi a stare con i miei amici, poveri diavoli ben inteso come me, per alcune domande delicate, o se dovessi anche confessare certe cose persino ai miei genitori, riecco spuntare i sintomi che ho spiegato...
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09-03-2012, 17:10
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#12
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Quote:
Originariamente inviata da Sotterranea
Come per formazione di ogni personalità e di tutte le fobie penso che valga anche qui il modello di interazione tra certe caratteristiche nostre e i fattori ambientali.
Probabilmente quello che si eredita è la predisposizione a reagire o a interpretare gli eventi della vita in un certo modo , un'ansietà generica diciamo, ma perchè essa assuma le fattezze di una fobia specifica sono necessarie alcune esperienze cruciali.
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Esatto.......
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09-03-2012, 17:28
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#13
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Messaggi: 937
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Alla fine la realtà è molto semplice. Non esiste nessuno che non aspirerebbe utopisticamente per la propria vita di relazionarsi positivamente con l'altro.
Come si diceva alla base di questo problema c'è la propria storia personale(come si è cresciuti, ossia dove con chi e come. Le esperienze che abbiamo fatto), e poi la nostra eredità genetica, come magari nelle scienze tradizionali si chiama karma, i nostri demoni. le nostre paure.
Compito nostro sarebbe sconfiggere o ingabbiare questi demoni, che io ho vivissimi in me (leggete la mia presentazione, che vorrei scusarmi per averla scritta troppo retoricamente forbita e romanzata, ma il contenuto è quello) e che hanno incanalato e rafforzato la nostra propria sociofobia.
Conoscere se stessi nel profondo, nell'abisso della nostra anima è fondamentale.
Io personalmente ci sono riuscito (a conoscere me stesso) perchè sono sempre stato meditabondo, solo (a livello spaziale e cronologico) per diverso tempo della mia fanciullezza e adolescenza. E poi grazie, lo dico con sincerità e senza vergogna, grazie all'introspezione resa più forte da agente esterni. Certo c'è l'onda di ritorno, che oggi ho molta difficoltà a gestire, ma è stata fondamentale per risparmiare tempo, soldi e stress da sedute psicoterapeutiche. Ho anche letto qualcosa....
Certo poi agire è un'altro sport, poiché l'orrore delle meschinità dei rapporti sociali ti ritirano nell'ovatta, nella campana di vetro. Nell'antro, nel tunnel, insomma come ognuno lo chiama. Bisognerebbe avere chi ti metesse di fronte alla tua realtà, con durezza ma sincerità. Ma che di desse anche un incoraggiamento e un pò di sostegno. Forse sarebbe più facile. E poi bisogna stare dritti, fissi come la sfinge. Difficile lo so...
Mi scuso poi con chi ha gravi problemi personali e malattie legate alla psiche, li non so davvero come si possa fare.
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Ultima modifica di unmalatodicuore; 09-03-2012 a 17:31.
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09-03-2012, 17:32
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#14
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Principiante
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Roma
Messaggi: 50
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C'è sempre una causa scatenante...non si diventa socio fobici da un momento all'altro. E' un processo lungo che ti porta sempre di più a chiuderti...finchè dici basta.
Quel processo lo si può invertire con una forza di volontà grandiosa...cercare di vincere le paure, andarsi a cercare le situazioni, avere il coraggio di rischiare.
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09-03-2012, 21:38
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#15
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Banned
Qui dal: Oct 2010
Messaggi: 8,236
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non so se ci son diventato, so solo che finite le superiori non son più uscito di casa tranne che per giri a vuoto, quindi niente lavoro cosa per cui mi vergognavo e che mi ha fatto chiudere ancora di più in casa
prima uscivo tra scuola e amici, ma non la sera tranne un periodo d'un paio di anni con pessime esperienze
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10-03-2012, 00:04
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#16
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Esperto
Qui dal: Feb 2012
Ubicazione: Firenze
Messaggi: 484
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Quote:
Originariamente inviata da Joseph
Questa maniera occidentale di trattare le cose a compartimenti stagni è senza senso, tutto riguarda tutto, non si può discutere di qualcosa senza tirare in ballo tutto il resto.
E' chiaro che bisogna farlo con un certo criterio, altrimenti davvero si va OT, ma il 90% degli OT sono legittimi IT che qualcuno non è in grado di riconscere come tali.
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Se il forum è diviso in sezioni un motivo ci sarà, ti torna?
In ogni forma di ragionamento bisogna d'altronde porre delle linee guida per avere chiaro dove si vuole andare e non finire a parlare delle tagliatelle di nonna Pina.
Se a te non sta bene va' pure in India.
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10-03-2012, 00:08
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#17
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,198
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A mio avviso sociofobici non si nasce, si diventa.
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10-03-2012, 01:06
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#18
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Esperto
Qui dal: Dec 2008
Ubicazione: Su una panchina al Brunswick Centre, London
Messaggi: 2,049
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
A mio avviso sociofobici non si nasce, si diventa.
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E invece introversi?
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10-03-2012, 01:09
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#19
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da passenger
E invece introversi?
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Neanche, nel pensiero muttlesco il carattere è più malleabile del pongo.
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10-03-2012, 01:17
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#20
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Esperto
Qui dal: Dec 2008
Ubicazione: Su una panchina al Brunswick Centre, London
Messaggi: 2,049
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Quote:
Originariamente inviata da Moonwatcher
Neanche, nel pensiero muttlesco il carattere è più malleabile del pongo.
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Per cui pensa di poter diventare un estroversone che balla sul cubo?
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