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03-09-2014, 18:08
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#1
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 817
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Ieri riflettevo, ed ad un certo punto ho iniziato a pensare un pò alla società di oggi.
Il sistema capitalistico in cui viviamo, come sappiamo promuove la crescita continua.
La crescita è ottenibile in molti modi, ma soprattutto velocizzando tutti i processi, produzione, distribuzione, acquisto, etc.
Conseguenza di questo è un mondo che va sempre più veloce, se dovessimo dirla in modo matematico potremmo dire che la velocità della società moderna tende all'infinito
Nutro però forti dubbi sul fatto che la velocità possa essere positiva per la salute psicologica del soggetto umano e per la società in generale.
Voi cosa ne pensate? mi piacerebbe sapere la vostra idea
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03-09-2014, 18:43
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#2
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: £
Messaggi: 8,149
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Concordo, mica per niente le farmaceutiche fanno affari doro col sistema capitalisco, ansiolitici come se piovesse!
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03-09-2014, 19:57
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 817
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Quote:
Originariamente inviata da Orto d'Osso
Senza offesa, ma questa è la scoperta dell'acqua calda! ....(però mi fa piacere che tu ci sia arrivato da solo)
Mi ricordo che già negli anni '30 del secolo scorso Renè Guenon paragonava l'accelerazione della civiltà moderna (nota bene: accelerazione, non velocità) alla caduta di una sfera lungo un piano inclinato: all'inizio va piano ma poi aumenta in modo geometrico, senza potersi più fermare.
Julius Evola invece vi aggiungeva che la luce tipica del mondo moderno (la luce dei "lumi" o dell'Illuminismo) la si può paragonare all'incendio di un meteorite che cade verso la terra: un fuoco che distrugge e la cui luce è una luce "tetra", comunque inutile.
Il disagio psichico e anche la velocità del mondo moderno sono la conseguenza della sua frammentazione, di un mondo dove i punti di riferimento vengono quotidianamente distrutti per fare posto alla critica fine a se stessa e ad un'analisi senza fine. Ma il discorso sarebbe troppo lungo, meglio fermarsi qui.
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Mi fa piacere vedere qualcuno parlare con cognizione di causa
Sarebbe interessante sapere se sono stati effettivamente fatti studi psicologici / sociologici a riguardo
Il discorso non è lungo, se vuoi spara pure
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03-09-2014, 20:14
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#4
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Esperto
Qui dal: Nov 2012
Messaggi: 1,314
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.....mi sembra assodato che il sistema capitalistico non miri affatto alla felicità dell'individuo, anzi !!
Statisticamente più un individuo é infelice più spende....
e più si estremizza il sistema capitalistico, più si crea disagio sociale, xché si taglia fuori una parte sempre crescente di popolazione dal ruolo attivo della società e dal realizzarsi.....
Naturalmente il sistema si autoprotegge, fino alla sua implosione non ammetterà altro che se stesso
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04-09-2014, 00:28
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#5
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Intermedio
Qui dal: Jun 2014
Ubicazione: nord
Messaggi: 213
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Non penso che tutto questo sia positivo .Questa società offre prodotti di cui non abbiamo bisogno . cose che non ci servono,ma ci fanno credere che sono indispensabili.L'economia gira intorno a questo,secondo il mio modesto parere,che è frutto di sola osservazione.
L'individuo è solo un consumatore in questa società.Esiste perché consuma.
Ne esce fuori un individuo del tutto estraneo ai suoi veri e profondi bisogni.
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04-09-2014, 13:06
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#6
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Esperto
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 817
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Quote:
Originariamente inviata da Orto d'Osso
Guarda, mi spiace smorzare il tuo entusiasmo, ma credo che il discorso sia un pochino più complesso. Una critica radicale del mondo moderno non può essere fatta da un versante psicologico o sociologico, proprio perché il punto di vista della ricerca scientifica è interno alla modernità stessa, e per quanto si sforzi di analizzare le cause, non potrà mai andare contro i suoi stessi princìpi.
Probabilmente sono state fatte delle ricerche in questo senso, ma io non le conosco perché sono appunto viziate all'origine, e quindi esulano dalla mia ottica e dal mio interesse. Però posso darti degli spunti bibliografici se vuoi approfondire.
Tanto per cominciare, se vuoi affrontare una critica radicale dei principi economici moderni, razionalisti e utilitaristi, alla base della scuola classica liberale ma anche socialista, puoi leggere un autore fondamentale, Karl Polanyi (per es: "Economie, primitive, arcaiche e moderne" e "La sussistenza dell'uomo") che presenta le alternative nelle civiltà passate al sistema economico improntato alla razionalità, all'utile e al vantaggio personale ma anche sociale. Un classico da questo punto di vista è anche il "saggio sul dono" di Marcel Mauss, che affronta la questione in modo più limitato e da un punto di vista prettamente antropologico.
Serge Latouche, il teorico della decrescita, ha affrontato piuttosto bene la questione dell'economia della crescita sotto molti punti di vista, anche se a mio parere risente troppo di un'ottica di sinistra e comunque non raggiunge la profondità di Polanyi, che è diciamo uno dei caposcuola in questo senso. Alain De Benoist affronta questi temi da un punto di vista più di destra, ma gli affianca una critica più ampia rispetto a Latouche, che invece è più legato al versante economico. Di entrambi questi autori si trovano molti saggi sparsi sul web.
Altri autori che potrebbero esserti utili in questo tuo eventuale approfondimento potrebbero essere Ivan Illich, critico della modernità sotto un'ottica un po' utopica; Emanuele Severino, della scuola di Heidegger e critico della tecnica; Zygmunt Baumann etc.
Se vai sul sito italiano della decrescita di Latouche ( www.decrescita.it/joomla/ )dovresti trovare un'ampia bibliografia, e, se conosci il francese, anche sul sito del M.A.U.S.S (il Movimento Anti-Utilitarista delle Scienze Sociali, chiamato così anche in onore del grande antropologo da me citato sopra).
P.S.: Massimo Fini nel suo saggio "La ragione aveva torto?" presenta delle riflessioni interessanti sulle conseguenze del mondo moderno sulla psiche dell'uomo (portando un'ampia documentazione con tanto di bibliografia) soprattutto riguardo al tema dell'aumento del tasso dei suicidi.
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Ma sei un professore?
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04-09-2014, 13:23
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,393
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Volevo aprire un topic uguale, visto che sento anche io questa cosa che dici. Siamo costantemente bombardati da stimoli, tra PC, televisione, pubblicità, media e prodotti è tutto così... bo, non saprei neanche io come definirlo, è come se ci si perdesse.
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04-09-2014, 13:32
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#8
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Banned
Qui dal: Jul 2013
Ubicazione: Torino
Messaggi: 1,455
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Eh.. bel problema.. ma dovrebbe essere l'uomo però a sapersi anche prendere i suoi tempi. Ricordiamoci che "la società" non è niente. Nel senso che è costituita dalle persone. Quindi le persone non sono obbligate a fare quello che fanno, lo fanno spesso perchè sono prese da una sorta di isteria di massa e convinzione di esserlo^^
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