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Vecchio 28-08-2013, 06:25   #1
Principiante
 

Buongiorno a tutti,
credo di soffrire in qualche modo di fobia sociale, non sto seguendo nessuna terapia quindi non posso averne la certezza, da 2 anni vivo solo ed esclusivaente in casa. Vorrei raccontarvi la mia storia:

Ho 27 anni, sono sempre stato un ragazzo solare e dinamico, quando ero più giovane praticavo sport di squadra a livello agonistico, ho sempre lavorato a contatto con le persone, avevo il mio gruppo di amici, una situazione che definirei normale insomma.
Da 7 anni sono fidanzato con una ragazza che mi è piaciuta da quando l'ho conosciuta, quando ci siamo messi insieme avevo 20 anni, dopo poco tempo siamo andati a vivere insieme e abbiamo convissuto fino ad oggi. Adesso la storia sembra essere giunta al capolinea, probabilmente anche a causa dei disturbi di cui ho sofferto negli ultimi 2 anni, ma non è del problema "amoroso" che voglio parlarvi.
Sotto a questa apperente normalità, posso tranquillamente definirmi un "ragazzo problematico", durante l'adolescenza ho sofferto per alcune situazioni famigliari che si sono venute a creare (forti conflitti con il padre, separazione dei genitori, un brutto incidente stradale che ha colpito proprio mio padre...situazioni di questo genere) ho lasciato gli studi presto, ma negli anni mi sono reso conto di aver superato piuttosto bene la cosa.
Credo di essere un ragazzo sveglio e intelligente, spesso mi hanno definito così, purtroppo mi è rimasta la tendenza a rimuginare sulle cose e a "pensare troppo", la classica sensazione del cervello sempre in moto.
Nel 2011, a 25 anni, ho attraversato un altro periodo di forte stress.
Sono stato convocato in tribunale come testimone per una causa penale che ha toccato da vicino la mia famiglia, in realtà io ero testimone per la causa civile parallela (risarcimento danni, ecc...) ma la situazione era appunto strettamente legata. La causa penale riguardava maltrattamenti (con accusa di tentato omicidio) ai danni di un neonato.
E' successo infatti che nel 2009 mia sorella ha partorito un maschietto, il primo nipote in famiglia. All'epoca conviveva con il suo ragazzo, il padre del bimbo. Dopo poco più di un mese dal parto il padre ha ridotto il neonato in fin di vita... è terribile anche da scrivere. Percosse e segni di soffocamento... ancora non riesco a spiegarmelo. Il bimbo è rimasto gravemente segnato, compromettendo per sempre la possibilità di avere una vita normale. Vi risparmio i dettagli.
Quando sono stato convocato in tribunale erano tutti presenti ovviamente. Mia sorella, il suo ex compagno, gli avvocati delle parti, mia madre, parenti e testimoni. Avevo la nausea.
Ho manifestato forti segni di stress, tremori, gambe molli, mal di pancia, voce tremula... ho fatto quello che dovevo fare come testimone e sono tornato a casa, apparentemente senza conseguenze a parte un pomeriggio da dimenticare.
Nei giorni successivi sono stato male, ero giù di morale, continuavo a pensare a quella situazione surreale, ma nel frattempo continuavo la mia vita. Uscivo, facevo la spesa, vivevo con la mia ragazza.
Poco tempo dopo, in un pomeriggio qualsiasi, mentre ero tranquillamene fuori da un negozio a fumare una sigaretta con la mia ragazza, sento lo stomaco chiudersi. Il respiro inizia a cambiare e sento il bisogno di sputare la saliva invece che ingoiarla. La gola si era come irrigidita. Dopo qualche minuto la situazione è tornata alla normalità, ho finto le mie cose e sono tornato a casa. E' stato il primo sintomo di quello che ho oggi.
Successivamente mi è risuccesso, ho iniziato ad uscire sempre meno, a un certo punto sputavo la saliva in un portacenere anche a casa, ho iniziato a mangiare caramelle per calmare la sensazione in gola, mi agitavo se suonava il telefono, il citofono o se dovevo parlare con qualcuno. Mi sono chiuso sempre di più.
All'inizio non capivo, ho cambiato alimentazione, ho smesso di fumare per un periodo, ho smesso di bere caffè, pensavo fosse qualcosa legato allo stomaco, avevo sintomi da colon irritabile che però non mglioravano cambiando abitudini. Non mi sono mai fatto visitare da nessuno proprio per la difficoltà ad affrontare altra gente o tenere conversazioni. Mai preso farmaci, pensavo sarebbe passata.
Oggi, dopo quasi 2 anni, i sintomi sono gli stessi, riesco solo a tenerli più sotto controllo se sono a casa.
Davanti a situazoni stressanti però (discussioni, litigi, provare a uscire di casa) ritornano tutti.
Tensione addominale, forte battito cardiaco, gola rigida con difficoltà a deglutire, difficoltà a parlare.
Questo mi impedisce di godermi una passeggiata (ho provato a uscire 5-6 volte con scarsi risultati), di magiarmi una pizza fuori, di avere un lavoro. E' una non-vita. La mia ragazza non ha retto, e oggi ci stiamo separando. Io qui non ho nessuno che possa aiutarmi, non ho contatti con parenti e amici e quasi nessuno conosce la mia situazione. A parte mia madre che vive però in un altra città. Con la separazione probabilmente andrei a stare vicino a lei, dovrò afrontare un trasloco. L'idea non mi piace da diversi punti di vista, ma questo è un altro discorso.

Questa è a grandi linee la situazione, ma torniamo alla domanda iniziale:

possiamo definirla fobia sociale? Come dovrei comportarmi?


Scusate il papiro!
Vecchio 30-08-2013, 20:31   #2
Esperto
L'avatar di Labocania
 

Benvenuto!

La tua storia è insolita, è una buona cosa condividerla .

Quote:
T'invito a leggere il regolamento e le modalità di segnalazione scorrettezze
--- Moderazione ---
Vecchio 30-08-2013, 20:51   #3
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

benvenuto
Vecchio 31-08-2013, 08:35   #4
Principiante
 

Vi ringrazio.

Se avete bisogno di altri particolari domandate pure, posso essere più preciso. Mi interessa molto sapere se sono sintomi in qualche modo riconducibili alla fobia sociale o altre fobie simili, proprio per l'impossibilità, al momento, di affrontare una visita specialistica.
All'inizio, dati i sintomi, pensavo a gastrite, reflusso, colon irritabile... ma sono piuttosto convinto ormai che si tratti "solo" di qualcosa di psicologico.

Mi sono sempre considerato un "vincente", ho sempre ottenuto buoni risultati nelle cose a cui mi sono dedicato. "Problematico" per certe cose, mediamente timido, ma ho avuto anche momenti con timidezza pari a zero.
In alcune situazione sono stato anche un "leader", sono un ariete, credo faccia parte del mio carattere.
Sono sicuramente una persona sensibile, crescendo me ne sono accorto sempre di più. Probabilmente questo mi fa assorbire male le situazioni stressanti avute negli ultimi anni, che come avete notato sono un pò... fuori dal comune.

Ora dopo 2 anni passati in casa, uscire rapprensenta un ostacolo più grande rispetto ai primi tempi, mi sono accorto che le strade più ampie mi mettono più disagio di quelle strette, il traffico, gli incroci stradali... quasi agorafobia. Di conseguenza non mi sento a mio agio e gola e stomaco si irrigidiscono, fatica a deglutire, sento il cuore fino in stomaco e provo quasi un senso di smarrimento. In questi casi cerco di appartarmi da qualche parte per calmare i sintomi.
Appena arrivo a casa tempo 5 minuti passa tutto e sto decisamente meglio.

Come posso affrontare le uscite nel modo migliore, così da abituarmi poco per volta senza stare come uno straccio? Ho già notato che preferisco uscire di sera con il buio, piuttosto che di giorno in mezzo alla confusione.
C'è qualcosa che potrei prendere prima di uscire di casa?

Grazie
Vecchio 31-08-2013, 20:55   #5
Banned
 

Benvenuto Che storia terribile .Se ci fai caso tutto e' partito da li .
Vecchio 01-09-2013, 12:56   #6
Esperto
L'avatar di clanghetto
 

Uhm beh lo stress pesantissimo che hai ricevuto sarebbe la causa scatenante.

Forse non soffri propriamente di fobiasociale ma quell'episodio ti ha portato ad esasperare dei comportamenti. La cosa migliore che puoi fare per te stesso è andare da uno psicologo...ce ne sono dell'asl che sn gratuiti o cmq si pagano poco con il ticket. Sono due anni che vivi così, se la causa fosse stata fisica, la situazione si sarebbe risolta o peggiorata secondo me.

Io andai dal dottore di famiglia, dissi che avevo disagio con la gente e mi fece la ricetta per depressione, con quella andai all'asl. Da te nn so come funziona.
Vecchio 02-09-2013, 18:21   #7
Principiante
 

Noto adesso che forse ho sbagliato sezione.
La discussione si trova in "presentazioni", in realtà avevo già aperto un topic in questa sezione.

E' possibil spostare la discussione in una sezione più adatta, così da ottenere anhe qualche parere in più?

Ringrazio clanghetto per il consiglio, sapere che non si tratta propriamente di fobia sociale mi rincuora un pò. Purtroppo la visita da uno psicologo al momento devo escluderla per forza. Se fossi stato in grado mi sarei già rivolto a uno specialista, o anche a un semplice medico, in questi 2 anni.
Se potessi affrontare una discussione, in un ambiente esterno, con una persona esterna, probabilmente i miei problemi sarebbero già risolti.
Il tuo consiglio è giusto ed è sicuramente il più sensato, ma quello per me rappresenta quasi "il traguardo", più che il percorso.

Se ci fosse qualcosa da poter prendere prima di uscire o al momento del bisogno (calmante o qualcosa del genere, qualche farmaco, non per forza roba pesante) proverei volentieri questa strada.
La paura di stare male, di vomitare, mi avere la gola bloccata, mi disincentiva spesso dall'andarmi a fare una passeggiata. Forse affronterei le mie (piccole) uscite con più tranquillità.
E magari, poi, arrivare anche allo psicologo.

Grazie.
Vecchio 02-09-2013, 19:44   #8
Esperto
L'avatar di Rodney
 

Benvenuto!
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