Trovo più che legittimo essere perplessi sul fatto che in particolare la UE sembri impelagarsi sempre più in un
cul de sac senza fine, quanto al sostegno militare e finanziario all'Ucraina, che non porterebbe il risultato sperato (che poi sarebbe da chiarire qual è, ad esempio se la cacciata della Russia oltre i confini del 2014 o il mantenimento comunque di un'Ucraina indipendente, ma è altro discorso). E secondo me la classe dirigente europea ha dato prova di scarsissima lungimiranza e visione politica, accodandosi alle convenienze del momento (prima del 2022, dando sostanzialmente una pacca sulle spalle a Putin e lasciandogli mano libera, altro che "accerchiamento" della NATO; dopo il 2022, facendosi trainare dagli USA di Biden nella retorica della "vittoria totale" e dimostrando un'assoluta incapacità di concepire una soluzione seria e concreta della crisi in maniera autonoma, quantomeno proponendo ad esempio una votazione libera dalle armi nei territori contesi).
Detto e condiviso tutto quello che si può a carico della UE, però, quello che trovo poco chiaro e onesto intellettualmente, da parte dello schieramento capeggiato dai vari Travaglio, Di Battista, Orsini, D'Orsi e orsorussi vari, è la soluzione alternativa che dopo quasi quattro anni di guerra (ufficiale, perché poi la Russia combatte in Ucraina a fasi alterne almeno dal 2014) ormai qualcuno avrebbe dovuto ideare e proporre e che invece, forse me la sarò persa, non mi è mai capitato di leggere da quelle parti al di là degli automatici quanto generici appelli alla "diplomazia" ("diplomazia" è anche quella di Trump, quella della prevalenza degli affari e della forza?). Una soluzione alternativa alla resa dell'Ucraina che la lasci in perpetuo come Stato fantoccio sotto schiaffo della Russia, s'intende. Perché a chiamare pace
la creazione di una nuova Vichy come nel giugno 1940 son buoni tutti.