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08-10-2016, 18:17
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#1
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Principiante
Qui dal: Jul 2016
Messaggi: 58
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Da quando mi sono iscritta al forum ho cercato di superare i miei limiti e fobie un poco alla volta, aumentando le occasioni per socializzare, le uscite e puntando a ritagliarmi un po' di autonomia...ma mi sento sempre peggio.
Per me stare in mezzo agli altri è un peso insormontabile, dover uscire con qualcuno è un sacrificio.
Per quanto io appaia "normale" o tranquilla è come se recitassi il copione di ciò che ci si aspetta da me.
Tornata a casa dopo delle lunghe uscite, mi sento stanca psicologicamente e fisicamente, come se avessi scalato l'Everest.
Tra le persone mi sento un'aliena che non ha nulla a che fare con il genere umano, come se fossi di un'altra specie.
Comincio a non provare più interesse per le persone, mi sembrano tutti vuoti, privi di scopo, ideali, obiettivi.
Nessuno riesce a vedere oltre, come se tra me e loro non ci fosse sincronia nel modo di percepire il mondo esterno.
Non posso mai esprimere i miei pensieri, i miei ragionamenti, le mie emozioni con nessuno senza sentirmi dire cose del tipo
-mi fai paura-, -pensi troppo- o altre fesserie anche offensive.
Mi sento estremamente sola, persa, senza speranza, costretta in un limbo perenne tra quello che devo apparire e quello che sono.
E' così da quando ne ho memoria, ma ultimamente sento tutto sempre più insopportabile.
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Ultima modifica di Blackvortex; 08-10-2016 a 18:19.
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08-10-2016, 19:55
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#2
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 651
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Quote:
Per me stare in mezzo agli altri è un peso insormontabile, dover uscire con qualcuno è un sacrificio.
Per quanto io appaia "normale" o tranquilla è come se recitassi il copione di ciò che ci si aspetta da me.
Tornata a casa dopo delle lunghe uscite, mi sento stanca psicologicamente e fisicamente, come se avessi scalato l'Everest.
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Posso dire di capirti sul recitare il copione, sull'apparire tranquilli, sul peso nello stare in mezzo agli altri. Anche io provo quella stanchezza fisica e psicologica, al ritorno. Non è una fatica immotivata: trovarsi in situazioni a cui ci si sente di non appartenere, in cui si è di fatto "fuori posto" e dover fingere che vada tutto bene, dover fare attenzione a fatti e persone che non ci interessano o che mettono ansia, doversi curare di non commettere "errori" e rientrare nel convenzionalmente accettabile, etc., tutto questo è uno sforzo non indifferente. Puoi chiamarla fobia sociale, se vuoi, ma è solo un contenitore vuoto, una definizione che assume sfumature dievrse da persona a persona.
Le particolari sfumature che hai descritto lasciano spazio a un quadro delineato su quello che senti rispetto allo stare in mezzo agli altri, ma quello che hai raccontato lascia intendere davvero poco altro sulle tue ragioni, sulle possibili cause, sugli effetti che ti provoca. È difficile osare darti un consiglio senza tener conto dell'immensa complessità che potrebbe star dietro a questo post.
Quote:
Nessuno riesce a vedere oltre, come se tra me e loro non ci fosse sincronia nel modo di percepire il mondo esterno.
Non posso mai esprimere i miei pensieri, i miei ragionamenti, le mie emozioni con nessuno senza sentirmi dire cose del tipo
-mi fai paura-, -pensi troppo- o altre fesserie anche offensive.
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Il problema potresti non essere solo tu, allora. Forse non sono persone "adatte" a te.
Quote:
Mi sento estremamente sola, persa, senza speranza, costretta in un limbo perenne tra quello che devo apparire e quello che sono.
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Ne deduco che questa situazione ti fa soffrire (e no, non è una deduzione scontata o valida in ogni caso; per me, ad esempio, è diverso) e che vorresti cambiare qualcosa per ritrovarti diversa. Non è un'impresa semplice in nessun caso, cambiare, non puoi forzatamente importi di sentire quel che non senti, come se cercassi di inserire una tessera ampia e quadrata in un vano rotondo e minuscolo. Le opzioni però ci sono e sono tante, ma partono da una distinzione essenziale: è un cambamento che puoi/vuoi affrontare da sola?
Quote:
E' così da quando ne ho memoria, ma ultimamente sento tutto sempre più insopportabile.
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È cambiato qualcosa da allora?
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08-10-2016, 20:09
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#3
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Esperto
Qui dal: Jan 2015
Messaggi: 442
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Ti capisco fin troppo bene, è lo stesso anche per me
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08-10-2016, 20:34
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#4
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Esperto
Qui dal: Jun 2016
Ubicazione: Roma
Messaggi: 1,234
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Quote:
Originariamente inviata da Blackvortex
Da quando mi sono iscritta al forum ho cercato di superare i miei limiti e fobie un poco alla volta, aumentando le occasioni per socializzare, le uscite e puntando a ritagliarmi un po' di autonomia...ma mi sento sempre peggio.
Per me stare in mezzo agli altri è un peso insormontabile, dover uscire con qualcuno è un sacrificio.
Per quanto io appaia "normale" o tranquilla è come se recitassi il copione di ciò che ci si aspetta da me.
Tornata a casa dopo delle lunghe uscite, mi sento stanca psicologicamente e fisicamente, come se avessi scalato l'Everest.
Tra le persone mi sento un'aliena che non ha nulla a che fare con il genere umano, come se fossi di un'altra specie.
Comincio a non provare più interesse per le persone, mi sembrano tutti vuoti, privi di scopo, ideali, obiettivi.
Nessuno riesce a vedere oltre, come se tra me e loro non ci fosse sincronia nel modo di percepire il mondo esterno.
Non posso mai esprimere i miei pensieri, i miei ragionamenti, le mie emozioni con nessuno senza sentirmi dire cose del tipo
-mi fai paura-, -pensi troppo- o altre fesserie anche offensive.
Mi sento estremamente sola, persa, senza speranza, costretta in un limbo perenne tra quello che devo apparire e quello che sono.
E' così da quando ne ho memoria, ma ultimamente sento tutto sempre più insopportabile.
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Anch'io recito un copione,quando sono al lavoro sono spigliata ed estroversa,ci manca solo che capiscano che essere sola come un cane mi fa stare male e che la solitudine mi rende triste!
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08-10-2016, 21:04
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#5
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 7,855
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Quote:
Originariamente inviata da Blackvortex
Non posso mai esprimere i miei pensieri, i miei ragionamenti, le mie emozioni con nessuno senza sentirmi dire cose del tipo
-mi fai paura-, -pensi troppo- o altre fesserie anche offensive.
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Non so esattamente a cosa ti riferisci
Nel senso che gli altri ti sembrano piu' superficiali?
E' possibile che non siano le persone giuste per te, ma esiste gente di ogni tipo. Poi c'e' anche da dire che spesso si preferisce small talk , toni leggeri e scherzare per distrarsi , sdrammatizzare i propri e altrui problemi e non apparire peesanti.
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24-10-2016, 15:22
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#6
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Principiante
Qui dal: Oct 2016
Messaggi: 12
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Parto dall'ultima considerazione, quella a cui ha risposto Ila82.
E' vero, tra conoscenti occasionali normalmente si parla di argomenti neutri, lo small talk. Anche a me questo fa sentire vuoti i rapporti con le persone. Però è anche vero che è difficile parlare di sè stessi, di cosa si prova davvero, delle proprie emozioni profonde con gente con cui non si è già in confidenza.
Io ho espresso queste convinzioni durante la terapia, è stata una delle prime cose che ho detto, e la risposta è stata che non si può pretendere di parlare di cose così intime con chiunque. Se ne può parlare con chi già ci conosce molto bene.
Partecipare ad una discussione leggera, appunto da small talk, fa sentire anche me come se avessi assolto ad un dovere, il dovere di comportarmi come ci si aspetta che faccia, ma mi lascia vuoto. Spariscono i sensi di colpa che avrei avuto se mi fossi isolato e non avessi partecipato ma a parte questo non mi sento più felice, per niente. La differenza con gli altri è che loro sembrano davvero contenti.
Sul fatto di non provare interesse per le persone: questo alla lunga può succedere e, almeno nel mio caso, è il risultato dell'isolamento in cui sono precipitato.
La cosa da cui si può partire, di nuovo, almeno nel mio caso, è il fatto che ci si senta male e che quindi in realtà si desideri un contatto umano. E' la cosa a cui ci si può aggrappare per venirne fuori.
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24-10-2016, 16:30
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#7
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Banned
Qui dal: Jan 1970
Messaggi: 135
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...
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Ultima modifica di cancellato17995; 09-11-2016 a 18:56.
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