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Vecchio 31-10-2010, 15:24   #21
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come ti capisco, benvenuta....
Vecchio 02-11-2010, 13:13   #22
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

Probabilmente non ti cambia nulla ma volevo dirti che io provo esattamente tutto quello che hai scritto parola per parola.

Comunque cerca di stare tranquilla, trovati una passione o un'attività che possa aiutarti a passare sollevata qualche ora, aiuta per quello che puoi la famiglia, cerca di stare allegra per quanto ti è possibile.
Io ho imparato a "spassarmela" anche da solo. Sembra ridicolo ma si può fare. Non cercare il confronto con le vite degli altri perchè sono troppo diverse. Loro sono diversi dentro, non hanno la nostra sensibilità, non dico che sono cattivi o inferiori, ma sono diversi ed è difficile conviverci. Difficile, non impossibile. Lavora su te stessa, non metterti fretta, prenditi il tuo tempo e piano piano tra successi e delusioni avrai miglioramenti che ora nemmeno immagini. Potrai avere anche amici e pure il fidanzato (anche se non figo come me )
Non sarà mai rose e fiori ma si riesce a stare bene anche nella nostra condizione.
Vecchio 03-11-2010, 01:54   #23
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Originariamente inviata da AmyLee Visualizza il messaggio
Perchè qualcuno dovrebbe renderci partecipi di una conversazione? Dobbiamo essere noi ad essere partecipi. A far vedere che vogliamo partecipare. In un certo senso, ad offrire quello che abbiamo da condividere: le nostre opinioni, i nostri pensieri, quello che capita a seconda della discussione.
Purtroppo gli altri raramente hanno l'iniziativa di "accettarci" nella situazione per semplice bontà d'animo... Dobbiamo essere noi a sforzarci. E' uno sforzo che devono fare tutti secondo me quando vogliono far parte di un gruppo, ma per noi ovviamente è uno sforzo ancora più difficile da offrontare.
Secondo me, trovandoti nella situazione in cui ti stanno ignorando tutti (il ché non è detto: magari pensi che loro non ti diano retta ma lo fanno solo perchè percepiscono erroneamente che sei tu a non voler partecipare), se decidi che è così e non puoi farci niente, farai in modo che il meccanismo sia quello che hai detto tu.
Tipico modo di ragionare da cognitivista. Devo dire che non sono del tutto d'accordo, e mi permetto di giocare anch'io al piccolo psicologo : questo modo di ragionare scarica tutta la responsabilità sul soggetto per così dire "malato", che si deve sforzare, superare gli ostacoli, non sentirsi escluso, etc. Ma il soggetto fa parte di un sistema di relazioni ed è questo sistema che è malato. Ne consegue che il modo più efficace per risolvere i problemi relazionali è un'analisi del sistema di relazioni in cui si muove il soggetto, allo scopo di determinare quali siano e dove i punti su cui agire, che poi possono essere il soggetto stesso o altri elementi esterni al soggetto. Lo sforzarsi lo vedo utile solo al fine di effettuare un'analisi profonda, in caso contrario mi sembra controproducente.

Ultima modifica di MoonwatcherII; 03-11-2010 a 01:56.
Vecchio 03-11-2010, 07:16   #24
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Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
Ma il soggetto fa parte di un sistema di relazioni ed è questo sistema che è malato. Ne consegue che il modo più efficace per risolvere i problemi relazionali è un'analisi del sistema di relazioni in cui si muove il soggetto, allo scopo di determinare quali siano e dove i punti su cui agire, che poi possono essere il soggetto stesso o altri elementi esterni al soggetto. Lo sforzarsi lo vedo utile solo al fine di effettuare un'analisi profonda, in caso contrario mi sembra controproducente.
Non puoi dare la colpa ad un "elemento esterno".
Le regole sociali sono queste, vanno accettate o rifiutate.
Se le accetti devi sforzarti (come tutti). Se le rifiuti resti chiuso in casa fino alla morte.
Vecchio 03-11-2010, 08:32   #25
Esperto
 

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Originariamente inviata da oloaP Visualizza il messaggio
Non puoi dare la colpa ad un "elemento esterno".
Le regole sociali sono queste, vanno accettate o rifiutate.
O cambiate (insieme ad altre "persone di buona volontà"). Gli aut aut non mi piacciono.
E poi in fondo la società non è un blocco così monolitico e omogeneo, regolato da leggi coerenti e stringenti. Ognuno può provare a trovare la sua nicchia, seppure a fatica.

Ultima modifica di Winston_Smith; 03-11-2010 a 12:58.
Vecchio 03-11-2010, 13:14   #26
Esperto
L'avatar di Inosservato
 

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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Il fatto è che per me sono regole anti-sociali, in quanto escludono chi non si fa in quattro per farsi accettare.
Ma questi fantomatici "padreterni" da cui dobbiamo farci accettare, chi cazzo credono di essere? Sono degli stronzi e sono peggio di noi, ecco la verità che nessuno vuole dire...Scusa l'aggressività ma a queste "imposizioni sociali" non riuscirò mai a piegarmi.
Quindi io le rifiuto orgogliosamente, resto chiuso in casa fino alla morte? Pazienza, tanto la maggiorparte della gente è stronza, purtroppo...
Quotissimo
Vecchio 03-11-2010, 13:29   #27
Avanzato
 

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Originariamente inviata da oloaP Visualizza il messaggio
Non puoi dare la colpa ad un "elemento esterno".
Le regole sociali sono queste, vanno accettate o rifiutate.
Quoto, pretendere di cambiare il modo di pensare della stragrande maggioranza della gente è un'utopia assurda. Il mondo non gira intorno a noi.

Ci si può anche trincerare dietro la propria individualità in nome del restare fedeli a noi stessi, ma la verità è che gli altri ci SERVONO.
Vecchio 03-11-2010, 13:29   #28
Banned
 

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Originariamente inviata da oloaP Visualizza il messaggio
Non puoi dare la colpa ad un "elemento esterno".
Le regole sociali sono queste, vanno accettate o rifiutate.
Se le accetti devi sforzarti (come tutti). Se le rifiuti resti chiuso in casa fino alla morte.
Nessuno vuole dare la colpa a nessuno.

Quel che voglio dire è che bisogna capire cosa e dove non funziona di questo sistema ed anche le origini di tutto questo: i rapporti coi genitori, con le donne, con gli uomini, col proprio cane o col proprio gatto? Comprensione dei meccanismi prima di tutto. Solo dopo aver capito l'origine dei blocchi si potrà sapere dove agire, che potrà essere all'interno (pensieri e emozioni) o all'esterno (comportamenti), chiaramente non per dare la colpa all'esterno ma per capire come modificare i comportamenti con l'oggetto esterno, e non è né detto né escluso che il comportamento possa essere l'allontanamento da tale oggetto esterno. L'esterno non è un tutt'uno omogeneo con cui si deve sentire l'obbligo di rapportarsi. L'idea di sforzarsi di rapportarsi all'oggetto esterno per me equivale ad avere una gamba rotta ed imporsi di correre su quella gamba, invece di fasciarla e curarla.

EDIT se vogliamo è anche un pensiero tutto o niente quello per cui è sempre il soggetto che pensa male e che si comporta male e gli altri non hanno MAI la volontà di escluderlo; i pensieri disfunzionali non si correggono con altrettanti pensieri disfunzionali di segno opposto.

Ultima modifica di MoonwatcherII; 03-11-2010 a 13:35.
Vecchio 03-11-2010, 15:29   #29
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[QUOTE=LiquidAmbar;423590]La malattia in questione mi è stata diagnosticata circa 2 settimane fa, da allora, il solo sapere che la mia sintomatologia rispondeva ad un nome ben preciso (e l'andare a documentarmi in merito) mi ha fatto piombare in uno stato profondo di depressione. Quello che leggo online mi fa intendere che sia particolarmente difficile da "curare" e che comunque il soggetto che ne soffre non potrà mai guarire del tutto, o avere una vita sociale normale.
Per quello che mi riguarda mi ritengo una persona fuori dal mondo, o meglio, che di quel mondo che tanto la incuriosisce non riesce a far parte.
Non riesco ad aprirmi con nessuno, ad essere me stessa a causa della fortissima agitazione che provo dinnanzi a qualsiasi individuo che non faccia parte del mio nucleo familiare. A seconda dell'ansia che mi crea la situazione che sto vivendo, inizio addirittura a tremare, e colgo sempre, in ogni persona che tenta di avvicinarmi per più di mezz'ora, un senso di pietà per quello che e vede, per quello che negli anni sono diventata. Ho la fottutissima paura che ormai sia tutto diventato troppo evidente, la mia paura in primis e la mia solitudine.
Mi sento malata, una pazza, ma questo già da molto prima che mi venisse diagnosticato il DEP, e filtro tutto, qualsiasi gesto, qualsiasi parola detta, secondo questo mio pensiero.
So di non riuscire ad avere una visione realistica di me stessa e di basarmi sul giudizio (negativo) altrui per farmi un'immagine di quello che sono e so anche di non farcela più, di essere molto stanca...
Vorrei che tutto questo un giorno potesse finire.... Vorrei poter avere degli amici, vorrei poter amare, vorrei non dover ricorrere a dosi massicce di alcool per ridere veramente, per ridere di gusto dimenticando per un istante questo schifo che mi impedisce di vivere......

[/QUOTE


guarda chela depressione ti vieneproprio perche non stai in mezzo alla gente e non ti distrai , rimani sempre nei tuoi pensieri, e so che una persona depressa e chiusa non ha tanta voglia e coraggio di socializzare ma e' quella la via della guarigione e per quanto tu possa rimandare e piangere in casa da sola prima o poi dovrai affrontare gli altri , perche solo stando in mezzo agli altri puoi uscire da questa cosa .

Ultima modifica di meryoc; 03-11-2010 a 16:04.
Vecchio 03-11-2010, 19:45   #30
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L'avatar di AmyLee
 

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Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
Tipico modo di ragionare da cognitivista. Devo dire che non sono del tutto d'accordo, e mi permetto di giocare anch'io al piccolo psicologo : questo modo di ragionare scarica tutta la responsabilità sul soggetto per così dire "malato", che si deve sforzare, superare gli ostacoli, non sentirsi escluso, etc. Ma il soggetto fa parte di un sistema di relazioni ed è questo sistema che è malato. Ne consegue che il modo più efficace per risolvere i problemi relazionali è un'analisi del sistema di relazioni in cui si muove il soggetto, allo scopo di determinare quali siano e dove i punti su cui agire, che poi possono essere il soggetto stesso o altri elementi esterni al soggetto. Lo sforzarsi lo vedo utile solo al fine di effettuare un'analisi profonda, in caso contrario mi sembra controproducente.
Beh, in un certo senso sono d'accordo anche con quello che dici tu. Io dico che uno si deve un pò sforzare quando sente il bisogno di entrare in quel sistema. Se è un sistema che non gli piace, non ha senso, anzi come dici tu, sarebbe controproducente. Sarebbe sbagliatissimo cambiare noi stessi per conformarci agli altri... Quello che deve essere cambiato è solo il pensiero disfunzionale, che a volte ci tiene lontano dagli altri.
Non mi piace tanto quando dici che 'il sistema è malato'; secondo me dipende solo dal nostro non capire il sistema o non essere in grado di trovare in esso il nostro spazio.
Bello giocare al piccolo psicologo.
Vecchio 03-11-2010, 23:47   #31
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"Malato" andava tra virgolette, nel senso di problematico...
Vecchio 04-11-2010, 00:21   #32
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L'avatar di barclay
 

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Originariamente inviata da AmyLee Visualizza il messaggio
non essere in grado di trovare in esso il nostro spazio
Mai pensato che lo spazio non lo troviamo perché i posti sono già tutti occupati?
Vecchio 04-11-2010, 01:09   #33
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Originariamente inviata da stone Visualizza il messaggio
Mai pensato che lo spazio non lo troviamo perché i posti sono già tutti occupati?
Spero proprio di no, sarebbe una visione troppo pessimistica.

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Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
"Malato" andava tra virgolette, nel senso di problematico...
Continuo a pensare che sia più logico agire sul soggetto piuttosto che sul sistema relazionale che lo circonda. Come si fa a cambiare quel sistema?
Vecchio 04-11-2010, 01:18   #34
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
E tu come credi si dovrebbe agire sul soggetto?
Il soggetto, con l'aiuto di uno psicologo e se necessario farmaci, dovrebbe agire per migliorare...
Almeno questo è quello che sto cercando di fare io: lavoro su me stessa.
Vecchio 04-11-2010, 01:36   #35
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Originariamente inviata da AmyLee Visualizza il messaggio
Continuo a pensare che sia più logico agire sul soggetto piuttosto che sul sistema relazionale che lo circonda. Come si fa a cambiare quel sistema?
Ma allora sei proprio una cognitivista integralista . Analizzare il sistema di relazioni ha lo scopo di capire le dinamiche delle relazioni stesse e allo stesso tempo la complessità dell'individuo, invece cercare regole universali da applicare indiscriminatamente a tutti gli individui è un approccio riduzionista. Il soggetto fa parte di questo sistema, dare per scontato che si debba lavorare sul soggetto è riduttivo. Ciò non significa che non si debba lavorare anche sul soggetto eh, che sarebbe comodo sennò. Come si lavora sugli altri elementi del sistema esterni al soggetto? Elementare: il soggetto può e deve avere la capacità di agire sull'oggetto.
Vecchio 04-11-2010, 01:45   #36
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Stai ottenendo risultati?
Io ho provato a migliorare ma i risultati non vengono, negli psicologi non credo, nei farmaci invece sì, mi hanno aiutato con l'ansia...
Credo che la cosa che mi manda avanti è la rabbia, la mia vita è come una guerra...
Ovviamente non si possono paragonare le nostre due situazioni perchè presumo siano molto diverse, sotto molti aspetti. Io al contrario di te, sto facendo solo terapia, senza farmaci. Ci troviamo anche in due momenti diversi delle nostre vite: tu provi rabbia, io speranza.
Nel mio caso sto ottenendo dei risultati. Già il fatto di trovare un atteggiamento positivo l'ho considerato un risultato. La terapia mi ha insegnato a vedere le cose in un modo migliore; ovviamente mettere in pratica gli insegnamenti è la cosa difficile perchè dipende solo da me.
Vecchio 04-11-2010, 01:56   #37
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Originariamente inviata da moonwatcherII Visualizza il messaggio
Ma allora sei proprio una cognitivista integralista . Analizzare il sistema di relazioni ha lo scopo di capire le dinamiche delle relazioni stesse e allo stesso tempo la complessità dell'individuo, invece cercare regole universali da applicare indiscriminatamente a tutti gli individui è un approccio riduzionista. Il soggetto fa parte di questo sistema, dare per scontato che si debba lavorare sul soggetto è riduttivo. Ciò non significa che non si debba lavorare anche sul soggetto eh, che sarebbe comodo sennò. Come si lavora sugli altri elementi del sistema esterni al soggetto? Elementare: il soggetto può e deve avere la capacità di agire sull'oggetto.
Oh. Mi sa che sono d'accordo con te...
Anche se esposto in maniera differente, vedi che è sempre il soggetto che poi ha la capacità di agire sull'oggetto? Che è quello che dico anch'io... Forse cambia il metodo ma lo scopo che si cerca di raggiungere è lo stesso in entrambi i nostri casi.
Comunque tu lo sai che sono una cognitivista, se mi parli di altri modi di operare non ne so molto.
Vecchio 04-11-2010, 02:00   #38
Esperto
L'avatar di Robedain
 

Anche secondo me, pur tenendo conto e analizzando i fattori esterni/ambientali, è da dentro la mente della persona che devono partire i cambiamenti: sono convinto che se cambi da dentro hai la capacità di migliorare anche ciò che c'è fuori di te...
Vecchio 04-11-2010, 02:01   #39
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Originariamente inviata da shady74 Visualizza il messaggio
Buon per te... tu da quanto soffri di DEP?
Io comunque al momento non assumo farmaci se non al bisogno in caso di forte ansia, naturalmente sotto consiglio del medico.
Come ho detto i nostri casi non si possono paragonare perchè io ho ansia sociale, stile evitante e altre fobie che sono nate da quella. Sono situazioni diverse.
Vecchio 04-11-2010, 02:03   #40
Banned
 

Quote:
Originariamente inviata da AmyLee Visualizza il messaggio
Oh. Mi sa che sono d'accordo con te...
Anche se esposto in maniera differente, vedi che è sempre il soggetto che poi ha la capacità di agire sull'oggetto? Che è quello che dico anch'io... Forse cambia il metodo ma lo scopo che si cerca di raggiungere è lo stesso in entrambi i nostri casi.
La differenza sostanziale è che nel mio modello il soggetto anziché sforzarsi di interagire con l'oggetto, può anche decidere di mandarlo affanculo.
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