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Vecchio 13-01-2014, 21:12   #1
Intermedio
 

(Continuazione del titolo):
…serenità/consolazione/minore sconforto da conoscenza, comprensione, e solidarietà/compagnia tra pensatori?

(Divido il post in paragrafi titolati in modo che non sia troppo noioso leggere)

Certe volte sento di essere relegato in una corsia di una piscina, mentre sogno di nuotare nel mare, di percorrere sempre e solo il lato di un quadrato mentre vorrei muovermi dove mi pare, su tutta la superficie disponibile. Vale lo stesso per gli studi, troppo tempo da dedicare per troppo poco. Vorrei essere un uomo pieno, non un organo della società.

Rapporto tra orgoglio e conoscenza (-->comprensione)
Sono sempre stato piuttosto orgoglioso anche per quanto riguarda la mia intelligenza, perciò oltre a voler conoscere tante cose, vorrei comprenderne tante, e inoltre mi dà fastidio il pensiero che qualcuno capisca cose che io non capisco, perché magari non conosco quanto basta per poter capire.

Gli studi
Io studio economia, ma ho sempre pensato anche ad altri studi, in particolare qualcosa di più scientifico (ingegneria o fisica in particolare) e, molto di recente, filosofia, che fino a pochissimo tempo fa ho scartato senza pensarci due volte perché, per il mio orgoglio, ho e voglio crearmi le mie idee senza aderire ad un pensiero altrui, cosa che non farei neanche studiando filosofia (o meglio, letteratura filosofica).
Non so neanche quali lavori esattamente potrei fare con la mia laurea in economia, e tra l'altro il pensiero che sia qualcosa di deprimente che consiste nello stare davanti ad una scrivania avendo a che fare con documenti e carte noiose, beh, mi deprime.

Perché questi studi?
Mi è venuto di pensare alla filosofia di recente anche trovando, di recente, cose sulla depressione, e così via, su internet. Penso che sarebbe bello confrontarsi con dei pensatori e frequentarne l'ambiente, soprattutto.
Fino a pochissimo tempo fa (potrei parlare anche di giorni), avrei detto subito di no ad un corso di studi su filosofia perché credo che ci sia troppo sofismo in quell'ambiente, ovvero troppa cultura vanitosa.
Ho spesso pensato a ingegneria perché ti dà la possibilità di costruire qualcosa, e penso che potrebbe dare più soddisfazione di un lavoro a cui puoi accedere con una laurea in economia. Più di recente ho pensato a fisica, visto che significa studiare il mondo, la natura, mentre ho pensato che a economia studio la società, che per la mia razionalità (quindi nessun antropocentrismo parlando di natura) è chiaramente subordinata alla natura, e quindi gli studi di economia sarebbero subordinati rispetto a quelli di fisica, ecc… (ma poi nel confronto si presenta un po' anche la questione del lavoro).

Insomma, sono un pensatore autonomo, con idee proprie, razionale rispetto alla scienza e alla natura, ma empatico e in qualche modo anche idealistico/sognatore, che vorrebbe conoscere la natura e poi secondariamente la società e che si è iscritto a economia per 3 motivi in particolare:
1) Conoscere come funziona la società
2) (Sogno), portare le mie idee in politica per fare qualcosa di buono e grande, non come puro filantropo ma più per orgoglio (da cui è completamente slegata la vanità, non è quel tipo di orgoglio), sogno ovviamente quasi isolato in un'altra dimensione rispetto alle possibilità reali, e in ogni caso l'ambiente e tutte le circostanze che deriverebbero dall'entrare in politica, a pensarci, mi deprimono.
3) Eterogeneità degli studi maggiore rispetto alla media, diciamo che economia sta un po' tra gli studi scientifici e quelli umanistici, compresa un po' più nella seconda categoria, credo, però. Mi sento insomma in una via più larga, dove ho più possibilità di movimento, ma è sempre e solo una via, un lato di un quadrato di cui non posso percorrere la superficie, spostandomi liberamente da un pensiero all'altro, da un'attività all'altra, senza poter fare e dedicarmi a quello che mi pare quando mi va.

Orgoglio e pigrizia, narcisismo e depressione?
Da un lato sono molto pigro, sarà anche che mi scoraggio facilmente e basta qualche complimento per farmi stare meglio e qualche critica di cui non sento il bisogno per farmi stare decisamente peggio, oppure sbagliarmi su qualcosa (tempo fa ho letto sintomi simili per chi soffre di "narcisismo" e sulla personalità tendenziale di una persona con tratti da "distico" o "schizoide"), ma dall'altro lato vorrei conoscere tante cose, in modo da poter fare, almeno potenzialmente, tante cose nella mia vita e da potere conoscere, capire, riflettere su, parlare di tante cose, affrontare vari problemi, eccetera.

Davvero, continuare a studiare così tanto?
La mia laurea dura 3 anni, e spero di riuscire a laurearmi in 4. Impiegarci un anno in più posso accettarlo, ma 2… E intanto penso a dedicarmi anche ad altri studi, ma se dovessi impiegare 4 anni per ogni laurea finirei per continuare a studiare fino a 35-40 anni.
Non che sia un problema studiare a quell'età, ma intanto già mi sarò dedicato ad un lavoro, ad un'attività, no?
Non lo so, credo di essere troppo pigro per pensare seriamente a iscrivermi in un altro corso in futuro, ma m'interesserebbe davvero conoscere varie cose in vari campi. Vorrei capirne quanto ne capiscono quelli che ne capiscono di più sulla realtà (fisica), sulla società (economia), e confrontarmi con persone che abbiano affrontato una vita simile alla mia (filosofia), ma quest'ultima la vedo più che altro come una strada per un ambiente in cui sentirmi meno solo, quindi alla fine potrei anche lasciarla stare.

Quando penso alla limitatezza dei miei studi di economia, mi deprimo, ma pensando ad affrontare altri studi, in futuro, mi fa sentire un po' meglio...
Forse cerco di riempire i vuoti della mia vita, vuoti di relazioni umane soprattutto, con la conoscenza, pur non essendo un amante della cultura, ed essendo tutt'altro che sofista. Eppure ad esempio conoscere bene la fisica mi farebbe sentire di conoscere assai meglio la natura vera e propria delle cose, e quindi di non essere ingenuo rispetto alla realtà.
Essere riconosciuto come una persona intelligente, una grande persona (come idee, ecc…), è importante per me, cosa che avrebbe anche più valore se fossero altre grandi persone/persone intelligenti a riconoscermi come tale (questo intendo, anche, parlando di solidarietà/compagnia tra pensatori).

Spesso dubito della mia intelligenza, mi capita di pensare di considerarmi più intelligente di quel che sono e che nonostante tutto quello che ho vissuto, ci saranno persone più intelligenti di me che magari hanno anche avuto una vita migliore della mia. Certe volte penso proprio di avere piccoli danni cerebrali, magari causati dall'eccessivo uso del computer, dall'insufficiente comunicazione con altri individui, e da tutto quello che ho passato.

E voi?
Cosa ne pensate? Ci sono tra voi persone che cercano la possibilità di capire, fare e vivere tante cose tramite degli studi che vi facciano conoscere tante cose in più? Secondo voi c'è un modo per dedicarsi allo studio di certe cose, rendersi esperti o grandi conoscitori di certe cose senza dover affrontare vari corsi di studio che magari per una parte rilevante dei loro contenuti potrebbero non interessare?
Se volete, parliamo anche di ciò che vi aspettate dai vostri studi, se studiate, o di altro che avete letto in questo post che vi può aver fatto pensare a qualcosa in particolare.

Comunque, dopo aver riletto, tagliuzzato e corretto quello che ho scritto, ora la prospettiva di studiare filosofia mi attrae decisamente meno che un attimo fa (anche prima non mi ispirava tantissimo, sia chiaro). Non ne ho proprio voglia. Piuttosto, forse, cerco semplicemente degli amici non con cui parlare di queste cose, ma che so che abbiano delle belle/grandi idee. Dei rapporti di fiducia e stima reciproca, insomma, senza che ci siano di mezzo discorsi noiosi e pesanti tutto il tempo. Non ho voglia di cancellare quello che ho scritto sulla filosofia perché potrebbe capitarmi di ripensare quelle cose. Forse potrei semplicemente leggere alcuni testi di alcuni autori, l' altra volta avevo letto un pensiero interessante di (Albert?) Camus postato da un utente.
Credo di aver sognato troppo, nella mia vita, e di continuare a farlo per andare avanti. Orgoglio, sogni/ambizioni e pigrizia, poi, credo che sia una combinazione davvero autolesionistica.

(Ultima nota: E' stato più un post di sfogo sulla maggiore noia, depressione e sulla mediocrità che penso che potranno riguardarmi in futuro.)
Vecchio 13-01-2014, 21:19   #2
Esperto
L'avatar di ANTIMATERIA
 

Per i tempi che corrono è necessario studiare con l'diea di un lavoro.

Nella vita non è mai inutile quello che studi (la specialzzazione è apparente), ma rimane che poi se finisci fuori contesto hai più problemi che altro ad esserti interesssato di cose completamente aliene al gruppo dove lavori e anche abbastanza grottesco dover sottostare a chi ne sa meno di te e prende 25 volte quello che prendi tu.

Questo è importante, avere obiettivi concreti.

Non hai bisogno di dodici lauree per leggerti libri di ogni genere, mi pare un modo per non definirsi e rimandare il logico ingresso nella giungla con gli animali.
Vecchio 13-01-2014, 21:24   #3
Intermedio
L'avatar di Gregor Samsa
 

Ciao Claudio93, non ti sembra che questo desiderio di conoscenza ti stia portando a voler ingurgitare e controllare troppe variabili?
Io penso che tu abbia una gran sete di infinito, che alla lunga può essere dannosa. Cerca se puoi di essere più pragmatico, anche se io sono il primo a fallire spesso in questo obiettivo ; )

Ultima modifica di Gregor Samsa; 13-01-2014 a 21:29.
Vecchio 13-01-2014, 21:32   #4
Esperto
L'avatar di ANTIMATERIA
 

Solo i ricchi lo possono fare.

Gli altri perdono il treno.
Vecchio 13-01-2014, 22:28   #5
Intermedio
 

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Per i tempi che corrono è necessario studiare con l'diea di un lavoro.
Già, anche se, con tutto quello di cui soffro, pensare a dover faticare anche per cose materiali, cioè guadagnare soldi, ecc… insomma, per sopravvivere, beh, diciamo che neanche ci penso, ora come ora.


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Originariamente inviata da ANTIMATERIA Visualizza il messaggio
Nella vita non è mai inutile quello che studi (la specialzzazione è apparente), ma rimane che poi se finisci fuori contesto hai più problemi che altro ad esserti interesssato di cose completamente aliene al gruppo dove lavori e anche abbastanza grottesco dover sottostare a chi ne sa meno di te e prende 25 volte quello che prendi tu.
Beh, alla fine non voglio studiare tutto, poi ci sarebbe anche da vedere quali lavori in concreto potrei fare con la mia laurea, visto che cercando qualche volta mi è capitato semplicemente di trovare nomi di professioni che non lasciavano intendere granché di quello che avresti dovuto fare, una volta assunto.
Ho paura, cioè, di dover faticare per fare qualcosa di noioso per sopravvivere, magari pure continuando a vivere nella depressione.
Da questo punto di vista, però, credo che ce ne siano di persone che stiano peggio di me. Alla fine si tratta di accettare di dover fare qualcosa di noioso (anche se con tutte le altre cose di mezzo).
Poi sottostare ad un idiota penso che possa capitare un po' a chiunque, indipendentemente dalle scelte che ha fatto.
Che intendi con "la specializzazione è apparente"? Se scegli di studiare economia potresti non avere più occasioni di studiare fisica, e non ho paura dell'inutilità di quello che studio, ma del fatto che potrebbe non portare tutta quella soddisfazione.

Ripeto, comunque, non sono un appassionato dello studio e lo dimostrano i miei ritmi e quanto fatico per arrivare a fare, alla fine, decisamente poco (anche in termini di pagine al giorno), però conoscere certe cose m'interessa, alla fine sarei molto più disposto a studiare determinate cose piuttosto che altre.

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Originariamente inviata da ANTIMATERIA Visualizza il messaggio
Questo è importante, avere obiettivi concreti.

Non hai bisogno di dodici lauree per leggerti libri di ogni genere, mi pare un modo per non definirsi e rimandare il logico ingresso nella giungla con gli animali.
E' difficile porsi degli obiettivi concreti, quando i tuoi bisogni non sono così concreti.
In un argomento come questo "definirsi" sa più di "limitarsi", come appunto essere un organo con una sola funzione, così magari conosci tante cose su qualcosa e niente su tutto il resto… e poi diciamo, non puoi riflettere sulla natura senza studiarla, nei limiti della conoscenza raccolta dall'uomo fino a questo momento (e magari aggiungendo qualcosa di tuo, cosa che puoi fare solo partendo da ciò che è stato scoperto fino ad oggi), quindi è un po' anche come limitare la propria intelligenza e reprimere il proprio orgoglio.
Poi potrei sempre leggere libri di fisica, ecc… appunto senza iscrivermi ad un corso di laurea, poi di mezzo però ci va la mia pigrizia. Il corso di laurea ti dà dei punti di riferimento non da poco. Se m'interessa raggiungere la meta, non c'è tempo per camminare e non sono motivato a correre, il corso di laurea almeno ti dà delle tappe.
Ma come sarà apparso, non so bene cosa voglio, cosa potrebbe soddisfarmi e farmi stare meglio.


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Originariamente inviata da Gregor Samsa Visualizza il messaggio
Ciao Claudio93, non ti sembra che questo desiderio di conoscenza ti stia portando a voler ingurgitare e controllare troppe variabili?
Io penso che tu abbia una gran sete di infinito, che alla lunga può essere dannosa. Cerca se puoi di essere più pragmatico, anche se io sono il primo a fallire spesso in questo obiettivo ; )
Il problema è anche questo, credo di aver vissuto una vita troppo poco attiva, forse sento anche le mie capacità di riflessione, ecc... come le uniche grandi qualità che potrei avere, e mi capita di dubitare anche di questo. Se considero di avere queste qualità, poi, il pensiero di non poterle esprimere o che non mi siano riconosciute mi rattrista.
Insomma, mi capita o di pensare di non avere poi quelle grandi qualità, o di rimanere l'unico a riconoscerle.
Vorrei capire quante più cose sia possibile, per questo studierei sia economia che fisica, per non essere illuso da niente, nonostante vada avanti sognando.

Ultima modifica di Claudio93; 13-01-2014 a 22:33.
Vecchio 13-01-2014, 23:59   #6
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L'avatar di Alchemist
 

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Originariamente inviata da Gregor Samsa Visualizza il messaggio
Ciao Claudio93, non ti sembra che questo desiderio di conoscenza ti stia portando a voler ingurgitare e controllare troppe variabili?
Io penso che tu abbia una gran sete di infinito, che alla lunga può essere dannosa. Cerca se puoi di essere più pragmatico, anche se io sono il primo a fallire spesso in questo obiettivo ; )
Sei esattamente come me, cercare di imparare sempre il più possibile con alla fine un effetto deleterio sulla qualità di ciò che si impara.

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Originariamente inviata da Claudio93 Visualizza il messaggio
Il problema è anche questo, credo di aver vissuto una vita troppo poco attiva, forse sento anche le mie capacità di riflessione, ecc... come le uniche grandi qualità che potrei avere, e mi capita di dubitare anche di questo. Se considero di avere queste qualità, poi, il pensiero di non poterle esprimere o che non mi siano riconosciute mi rattrista.
Insomma, mi capita o di pensare di non avere poi quelle grandi qualità, o di rimanere l'unico a riconoscerle.
Vorrei capire quante più cose sia possibile, per questo studierei sia economia che fisica, per non essere illuso da niente, nonostante vada avanti sognando.
Anch'io rivedo nella mia capacità di studio e soprattutto riflessione una delle poche cose di cui vantarmi, ed effettivamente in questo sono un po' narciso. Ma non avendo altre vie per sostentare la mia autostima, rimane l'unica che posso percorrere ed in cui mi sento a mio agio, perchè la cosa bella dello studio e della riflessione è la solitudine che richiedono. Penso sia anche per questo che la maggior parte delle persone faticano a riflettere: non riescono ad estraniarsi dal mondo esterno, ma vivono immersi completamente in esso, mentre io mi vedo come un individuo che talvolta ci entra, ma che spesso preferisce ragionare di testa propria. D'altro canto la meditazione essendo un'attività prettamente individuale e soprattutto mentale, non si manifesta all'esterno e di conseguenza potresti non essere riconosciuto per ciò che pensi. Io per esempio mi ritengo una persona che pensa profondamente, troppo profondamente, ma difficilmente vengo visto così dai miei coetanei, che mi sentono prevalentemente dire delle stronzate.

Detto ciò, per quanto riguarda lo studio una cosa sola: perchè studi economia? Credo che sia una delle facoltà più superficiali che esistano.
Vecchio 14-01-2014, 00:40   #7
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Originariamente inviata da Alchemist Visualizza il messaggio
Anch'io rivedo nella mia capacità di studio e soprattutto riflessione una delle poche cose di cui vantarmi, ed effettivamente in questo sono un po' narciso. Ma non avendo altre vie per sostentare la mia autostima, rimane l'unica che posso percorrere ed in cui mi sento a mio agio, perchè la cosa bella dello studio e della riflessione è la solitudine che richiedono. Penso sia anche per questo che la maggior parte delle persone faticano a riflettere: non riescono ad estraniarsi dal mondo esterno, ma vivono immersi completamente in esso, mentre io mi vedo come un individuo che talvolta ci entra, ma che spesso preferisce ragionare di testa propria. D'altro canto la meditazione essendo un'attività prettamente individuale e soprattutto mentale, non si manifesta all'esterno e di conseguenza potresti non essere riconosciuto per ciò che pensi. Io per esempio mi ritengo una persona che pensa profondamente, troppo profondamente, ma difficilmente vengo visto così dai miei coetanei, che mi sentono prevalentemente dire delle stronzate.

Detto ciò, per quanto riguarda lo studio una cosa sola: perchè studi economia? Credo che sia una delle facoltà più superficiali che esistano.
Sono d'accordo. (ah comunque anch'io frequentavo delle persone che mi sentivano dire per lo più battute e cavolate, anche se credo che riconoscessero alcune mie qualità).
Più che la facoltà, lo studente medio di economia è superficiale, il classico tipo "ah-vabeh-basta-che-prendo-18-e-mi-prendo-il-pezzo-di-carta", disinteressato riguardo a quello che studia e con in testa solo lo stipendio che sogna. Poi magari ci saranno studi più profondi, ma stabilire una cosa simile dipende da varie cose.

Poi sono al secondo anno, cambiare ora mi farebbe pensare di aver buttato 2 anni, e anche se dovessi andare a ingegneria o fisica potrei sentire un vuoto, cioè non so se sono davvero disposto a lasciare e rinunciare a economia (per cui non sono appassionato ma ho sempre un interesse (non so quanto grande), alla fine) per fare altro.
Come ho già scritto, non so cosa effettivamente potrebbe darmi più soddisfazioni o farmi stare meglio.
Anche ingegneria informatica m'interesserebbe, anche se in famiglia ho una persona con quella laurea e un'altra che se ne intende molto e mi sentirei una specie di doppione. Trovo deprimente potere svolgere solo quelle determinate attività, saperne e capirne solo di un certo ambito, eccetera. Visto che, anche dubitandone, considero l'intelligenza una delle mie uniche buone qualità, limitare il mio campo di conoscenza (e quindi anche di comprensione) è una prospettiva davvero scoraggiante.
Comunque, credo di essere interessato a diverse cose, ma praticamente appassionato a nessuna...
Vecchio 14-01-2014, 00:50   #8
Esperto
L'avatar di Alchemist
 

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Originariamente inviata da Claudio93 Visualizza il messaggio
Sono d'accordo. (ah comunque anch'io frequentavo delle persone che mi sentivano dire per lo più battute e cavolate, anche se credo che riconoscessero alcune mie qualità).
Più che la facoltà, lo studente medio di economia è superficiale, il classico tipo "ah-vabeh-basta-che-prendo-18-e-mi-prendo-il-pezzo-di-carta", disinteressato riguardo a quello che studia e con in testa solo lo stipendio che sogna. Poi magari ci saranno studi più profondi, ma stabilire una cosa simile dipende da varie cose.

Poi sono al secondo anno, cambiare ora mi farebbe pensare di aver buttato 2 anni, e anche se dovessi andare a ingegneria o fisica potrei sentire un vuoto, cioè non so se sono davvero disposto a lasciare e rinunciare a economia (per cui non sono appassionato ma ho sempre un interesse (non so quanto grande), alla fine) per fare altro.
Come ho già scritto, non so cosa effettivamente potrebbe darmi più soddisfazioni o farmi stare meglio.
Anche ingegneria informatica m'interesserebbe, anche se in famiglia ho una persona con quella laurea e un'altra che se ne intende molto e mi sentirei una specie di doppione. Trovo deprimente potere svolgere solo quelle determinate attività, saperne e capirne solo di un certo ambito, eccetera. Visto che, anche dubitandone, considero l'intelligenza una delle mie uniche buone qualità, limitare il mio campo di conoscenza (e quindi anche di comprensione) è una prospettiva davvero scoraggiante.
Comunque, credo di essere interessato a diverse cose, ma praticamente appassionato a nessuna...
Per superficiale intendevo sia la materia, ma soprattutto la popolazione studentesca. Non l'ho scritto, ma si capiva, io faccio ingegneria elettronica e ti do ragione sul fatto che limitarsi ad un ambito sia in qualche modo "limitante", ma se ci pensi è anche l'unico modo di arrivare a certe conoscenze approfondite. E' come quelle persone che praticano mille sport, ma nessuno in maniera seria e si vantano di ciò, io non ce la farei.
Per quanto riguarda cambiare facoltà ti dò ragione, anch'io non me la sarei sentita di cambiare in corsa, e per fortuna avevo le idee chiare fin dall'inizio, proprio perchè avevo già scelto in che settore "limitarmi".
E comunque nella fisica ma anche nell'ingegneria è vero che ti limiti, ma gli ambiti sono talmente vasti e soprattutto nel settore informatico serve un continuo aggiornamento delle conoscenze, il chè è positivo per quelli come noi.
Vecchio 14-01-2014, 01:19   #9
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Originariamente inviata da Alchemist Visualizza il messaggio
Per superficiale intendevo sia la materia, ma soprattutto la popolazione studentesca. Non l'ho scritto, ma si capiva, io faccio ingegneria elettronica e ti do ragione sul fatto che limitarsi ad un ambito sia in qualche modo "limitante", ma se ci pensi è anche l'unico modo di arrivare a certe conoscenze approfondite. E' come quelle persone che praticano mille sport, ma nessuno in maniera seria e si vantano di ciò, io non ce la farei.
Per quanto riguarda cambiare facoltà ti dò ragione, anch'io non me la sarei sentita di cambiare in corsa, e per fortuna avevo le idee chiare fin dall'inizio, proprio perchè avevo già scelto in che settore "limitarmi".
E comunque nella fisica ma anche nell'ingegneria è vero che ti limiti, ma gli ambiti sono talmente vasti e soprattutto nel settore informatico serve un continuo aggiornamento delle conoscenze, il chè è positivo per quelli come noi.
La materia non è davvero così superficiale, alla fine, quello che mi spaventa è fare qualche lavoro noioso. Ma essendo composta, mediamente, da scienze meno esatte di quelle che ci sono a ingegneria, condivido il tuo punto di vista. Per non parlare appunto degli studenti medi.
Cercando su google "laurea in economia e ingegneria" e simili, anche altre persone chiedevano se è possibile/fattibile, eccetera, e ho trovato questa cosa confortante.
Ho deciso il giorno stesso dell'iscrizione di scegliere economia (e finanza) anziché ingegneria (dell'energia), ero praticamente diviso a metà, ma perché credo che semplicemente m'interessino entrambe (non credo che sceglierei ingegneria dell'energia ma comunque sempre un corso interessante d'ingegneria). Odio il pensiero di stare a non fare niente e laurearmi pure in ritardo, inoltre in più di una laurea (cercherei un lavoro prima di iscrivermi eventualmente ad un altro corso, chiaramente), però m'interesserebbe dedicarmi anche a lavori in cui conta più capire che conoscere (economia, soprattutto nel suo ramo aziendale, si basa più che altro su conoscere certe procedure, certe regole, anziché sfruttare la tua conoscenza e comprensione dei fenomeni). Tra le altre cose di cui ho parlato, sarebbe anche per avere più libertà in ambito lavorativo, in qualche modo anche per avere una vita più creativa.
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