Ho appena finito di vedere la serie Netflix dedicata ad Ayrton Senna.
Mi dispiace tanto scriverlo, ma non mi ha convinta.
La serie omette vari passaggi chiave della sua storia, inclusa la permanenza in Italia durante il periodo dei kart, e molte figure importanti non vengono citate. Dove sono Nuno Cobra, Betise Assumpcao, Angelo Orsi?
E quelle presenti? Gerhard Berger appare poco e niente. Eppure i due erano ben più di due semplici compagni di squadra, la loro era una vera e propria amicizia.
Inoltre ci sono numerosi salti temporali, imprecisioni, licenze poetiche. I campionati sono trattati en passant, velocemente. Un attimo prima inizia la stagione e subito dopo scatta la gara finale.
Vogliamo parlare della famosa frase "Alain, mi manchi" detta via radio da Senna il 1 maggio? Secondo la serie è stata pronunciata prima della partenza del gp. Errore. In realtà è stata detta durante il warm up del mattino. E via così...
Comunque, a mio avviso, la pecca più grande riguarda proprio Senna. Non riesco a percepire la sua essenza, mancano mille sfaccettature. La serie quasi non esplora il suo rapporto con la religione, la filantropia, i suoi interessi oltre all'automobilismo.
In conclusione, pur apprezzando lo sforzo fatto per raccontare la storia di un campione così amato, ritengo che questa opera non renda giustizia alla complessità della figura di Senna.
È un vero peccato, mi aspettavo qualcosa di più.