Ovvero, profezie autoavveranti. Se fin da piccoli, vi dicono che siete incapaci, o che siete destinati a esserlo, voi affronterete la vita con la convinzione di esserlo, e in ogni cosa che farete, sarete condizionati da questa convinzione, che genererà ansia e ne pregiudicherà l'esito. L'eventuale risultato negativo non farà che confermare l'immagine di sé e reiterare il processo, facendovi cadere in un circolo vizioso: più vi credete falliti, più fallite, più fallite, più vi credete falliti. E la profezia si autoavvera. Avervi etichettato con una certa caratteristica (negativa) vi ha fatto assumere quella caratteristica. Vale per molti tratti dell'animo. Anche per le abilità sociali. Sei musone, non sai stare con gli altri, sei antipatico, scorbutico, amorfo... epiteti che inducono a chiudersi in se stessi e a rinunciare ad avere contatti sociali, perché tanto non porteranno a nulla, data l'incapacità di relazionarsi. Ma è proprio stando con gli altri che si impara! Quindi: più mi sento socialmente inabile, meno sto con gli altri, e meno socialmente abile sono e meno sto con gli altri, e via nel baratro.
Che ne pensate?