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Vecchio 24-01-2015, 20:45   #41
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Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Mmm... quindi ti limiterai a prendere solamente i farmaci al bisogno?
Per ora sì,anche se nel caso dovessi peggiorare potrei valutare altre strade
Vecchio 24-01-2015, 20:51   #42
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
La predisposizione genetica di cui si è parlato potrebbe anche esistere, non la escludo anche perché non saprei esprimermi a riguardo in maniera adeguata.
Il fatto è che l'essere predisposti allo sviluppo di qualche disagio psichico di per sé non vuol dire che il disagio sarà inevitabile. Sarà più probabile ma non sicuro.
Isolare la vicenda psicologica nel fatalismo non credo possa rispondere in maniera adeguata alla complessità che si incontra quando si scava a fondo nelle vicende umane.

Se si parla di predisposizione al disagio in relazione al contesto sociale e culturale che lo induce allora il problema mi pare si della massima attenzione.
Lo sviluppo di un eventuale disagio dipenderà comunque da tutta una serie di fattori casuali, molti dei quali indipendenti dall'individuo, che concorrono nel loro insieme a formare una rete immensa e oserei dire inestricabile nella vita soggettiva della persona per cui è davvero difficile trovare il bandolo della matassa.
Il fattore genetico può essere visto come una parte del problema.
E in ogni caso il soggetto portatore del disagio dovrebbe responsabilizzarsi rispetto a tutte queste cose nel senso che cercare di capire ciò che gli succede, per quanto sia possibile, è nel suo interesse.
Lo scopo finale è quello di "curare" il soggetto cioè di dargli gli strumenti adatti per poter quantomeno competere con soggetti meglio attrezzati. é un qualcosa che può fare la psicologia moderna? Io non credo.
Penso che la psicologia moderna non sia in grado di farlo perchè ancora ne ha capito ben poco del cervello umano. Magari in un futuro si capirà quali sono tutti i vari segreti di quella rete inestricabile di cui parli, ma per ora sono più propenso a pensare che certi problemi non sono risolvibili col solo uso della psicoterapia.
Quindi o si interviene a livello genetico e anche qui probabilmente siamo ancora lontani, o a livello biologico attraverso farmaci che fin ora è l'approccio che ha dato i migliori risultati
Vecchio 24-01-2015, 20:58   #43
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L'avatar di Emil
 

Questo è il tranello in cui cadi tu, come ci cado io e molti in questo forum.
Ciò che bisogna superare è il pregiudizio (a quanto pare verso se stessi) secondo cui qualcuno è (e nasce) meglio attrezzato rispetto a noi in maniera assoluta in ogni campo dell'esistenza.
E' ovvio che non è così anche perché chi si svaluta tende a svalutarsi in generale non riuscendo neanche ad assimilare i giudizi positivi quando questi arrivano. Insomma identificatosi con la propria inadeguatezza si finisce con l'escludere a priori il positivo che ci riguarda perché ritenuto sempre insufficiente.

Inoltre i valori (forza e competizione) a cui tu assegni un alto grado e che si riferiscono al modello sociale che purtroppo vige (e che nessuno ahimè può ignorare proprio perché ormai assimilati a quasi tutti i contesti) non sono valori di alto grado in assoluto ma lo diventano in relazione al modello sociale che si è formato in questo preciso contesto storico.
Il fatto che la maggioranza degli individui si conformi a tale modello adattandosi ad esso (o forse sarebbe meglio dire plasmandosi ad esso rinunciando ai propri bisogni che ormai non conoscono nemmeno più) non significa che questo non debba essere contestato, criticato o quantomeno evitare di seguirlo ciecamente solo per non doversi poi sentirti dire "sei diverso".

Se diversi siamo davvero dovremmo prendere in considerazione l'eventualità che questa diversità potrebbe anche avere dei risvolti positivi inaspettati e che magari coltivandola qualcosa di buono porterà anche a noi.
Con l'orgoglio di esserci costruiti una strada che gli altri nemmeno hanno preso in considerazione...
Vecchio 24-01-2015, 21:10   #44
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Questo è il tranello in cui cadi tu, come ci cado io e molti in questo forum.
Ciò che bisogna superare è il pregiudizio (a quanto pare verso se stessi) secondo cui qualcuno è (e nasce) meglio attrezzato rispetto a noi in maniera assoluta in ogni campo dell'esistenza.
E' ovvio che non è così anche perché chi si svaluta tende a svalutarsi in generale non riuscendo neanche ad assimilare i giudizi positivi quando questi arrivano. Insomma identificatosi con la propria inadeguatezza si finisce con l'escludere a priori il positivo che ci riguarda perché ritenuto sempre insufficiente.

Inoltre i valori (forza e competizione) a cui tu assegni un alto grado e che si riferiscono al modello sociale che purtroppo vige (e che nessuno ahimè può ignorare proprio perché ormai assimilati a quasi tutti i contesti) non sono valori di alto grado in assoluto ma lo diventano in relazione al modello sociale che si è formato in questo preciso contesto storico.
Il fatto che la maggioranza degli individui si conformi a tale modello adattandosi ad esso (o forse sarebbe meglio dire plasmandosi ad esso rinunciando ai propri bisogni che ormai non conoscono nemmeno più) non significa che questo non debba essere contestato, criticato o quantomeno evitare di seguirlo ciecamente solo per non doversi poi sentirti dire "sei diverso".

Se diversi siamo davvero dovremmo prendere in considerazione l'eventualità che questa diversità potrebbe anche avere dei risvolti positivi inaspettati e che magari coltivandola qualcosa di buono porterà anche a noi.
Con l'orgoglio di esserci costruiti una strada che gli altri nemmeno hanno preso in considerazione...
Sei proprio sicuro di questo? Sei assolutamente sicuro che non ci sia nessuno che sia migliore di te in tutti i campi? Secondo me è un eventualità che ci può stare invece.
E se mentre puoi dire che i valori di forza e competizione sono valori di cui possiamo ipoteticamente fare a meno all'interno di una società umana, non puoi portare questo discorso alla natura nella sua interezza o se vogliamo alla società formata da tutti gli esseri viventi.
La società umana è per forza di cose subordinata alla natura che fa della forza, della competizione, dello scontro, della prevaricazione del forte sul debole il suo pane quotidiano e apparentemente la sua ragione di esistenza
Vecchio 24-01-2015, 21:29   #45
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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Sei proprio sicuro di questo? Sei assolutamente sicuro che non ci sia nessuno che sia migliore di te in tutti i campi? Secondo me è un eventualità che ci può stare invece.
E se mentre puoi dire che i valori di forza e competizione sono valori di cui possiamo ipoteticamente fare a meno all'interno di una società umana, non puoi portare questo discorso alla natura nella sua interezza o se vogliamo alla società formata da tutti gli esseri viventi.
La società umana è per forza di cose subordinata alla natura che fa della forza, della competizione, dello scontro, della prevaricazione del forte sul debole il suo pane quotidiano e apparentemente la sua ragione di esistenza
Che ci sia qualcuno migliore di noi in tutti i campi mi sembra un dato che possiamo prendere per buono, a meno di non essere noi superuomini.
Il punto è che questo vale per praticamente tutti, senonché la persona media non è falcidiata da vissuti di inadeguatezza radicale, che comportano il sentirsi inferiore a tutti in tutti campi.

Riguardo i valori di forza e competizione, l'immagine che hai della natura è naif, nel senso che non esiste solo la competizione tra individui ma anche quella tra gruppi (esistono infatti specie sociali, come l'uomo), gruppi che mostrano sì conflitti interni ma anche dinamiche fondate su empatia e reciproco aiuto.
L'uomo in particolare è fisiologicamente sprovveduto (non ha artigli, zanne, pelliccia) e la "tecnica" si è evoluta con estrema lentezza; senza cooperare, non saremmo sopravvissuti.
Vecchio 24-01-2015, 21:44   #46
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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Che ci sia qualcuno migliore di noi in tutti i campi mi sembra un dato che possiamo prendere per buono, a meno di non essere noi superuomini.
Il punto è che questo vale per praticamente tutti, senonché la persona media non è falcidiata da vissuti di inadeguatezza radicale, che comportano il sentirsi inferiore a tutti in tutti campi.

Riguardo i valori di forza e competizione, l'immagine che hai della natura è naif, nel senso che non esiste solo la competizione tra individui ma anche quella tra gruppi (esistono infatti specie sociali, come l'uomo), gruppi che mostrano sì conflitti interni ma anche dinamiche fondate su empatia e reciproco aiuto.
L'uomo in particolare è fisiologicamente sprovveduto (non ha artigli, zanne, pelliccia) e la "tecnica" si è evoluta con estrema lentezza; senza cooperare, non saremmo sopravvissuti.
Certo l'uomo così come anche altri animali sociali ha creato altri valori più o meno importanti, ma il fatto è che i valori base di competizione ci sono e ci saranno sempre e creeranno quegli squilibri che portano una persona ad essere sociofobica e un altra no. Non è qualcosa che si può eliminare dalla società perchè siamo vincolati alle leggi della natura
Vecchio 24-01-2015, 21:45   #47
Esperto
L'avatar di Emil
 

Dici bene. Apparentemente. Perché se per qualche ragione la natura produce anche esseri sensibili in controtendenza con la cultura ufficiale in grado di riconoscere nel rispetto dell'altro, nella bontà, nella conoscenza di sé, nella pietà (per elencare solo alcune virtù di cui siamo, volendo, capaci) e soprattutto nell'empatia ciò che ci distingue dagli animali* (ancora siamo a sta storia degli istinti...) significa che forse qualcosa di buono si può fare e un pensierino in questo senso occorre farlo. Prima di tutto nel proprio piccolo. L'antica Grecia non è poi tanto lontana.

Non siamo tenuti a legarci alle false credenze alimentate da giustificazioni quali "le cose stanno così" senza prendere atto del fatto che così stanno perché anche noi in quella direzione (anche se passivamente) siamo andanti anche se sentiamo che potrebbero essere diverso.
Capisco la rabbia, la frustrazione, la delusione, l'abbattimento (che per altro provo spesso anch'io) e naturalmente il malessere che sono tutte cose comprensibili (anzi normali). Ma ripeto, bisogna sforzarsi prima degli altri di non affogare in tutta questa merda, criticandola fin dove si può.



*da cui tra l'altro ci differenziamo proprio per il fatto che non facciamo parte della natura ma al massimo la sfruttiamo e la modifichiamo per scopi che vanno ben oltre la mera sopravvivenza.
Vecchio 24-01-2015, 22:19   #48
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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Dici bene. Apparentemente. Perché se per qualche ragione la natura produce anche esseri sensibili in controtendenza con la cultura ufficiale in grado di riconoscere nel rispetto dell'altro, nella bontà, nella conoscenza di sé, nella pietà (per elencare solo alcune virtù di cui siamo, volendo, capaci) e soprattutto nell'empatia ciò che ci distingue dagli animali* (ancora siamo a sta storia degli istinti...) significa che forse qualcosa di buono si può fare e un pensierino in questo senso occorre farlo. Prima di tutto nel proprio piccolo. L'antica Grecia non è poi tanto lontana.

Non siamo tenuti a legarci alle false credenze alimentate da giustificazioni quali "le cose stanno così" senza prendere atto del fatto che così stanno perché anche noi in quella direzione (anche se passivamente) siamo andanti anche se sentiamo che potrebbero essere diverso.
Capisco la rabbia, la frustrazione, la delusione, l'abbattimento (che per altro provo spesso anch'io) e naturalmente il malessere che sono tutte cose comprensibili (anzi normali). Ma ripeto, bisogna sforzarsi prima degli altri di non affogare in tutta questa merda, criticandola fin dove si può.



*da cui tra l'altro ci differenziamo proprio per il fatto che non facciamo parte della natura ma al massimo la sfruttiamo e la modifichiamo per scopi che vanno ben oltre la mera sopravvivenza.
Ma è una partita persa in partenza. Mi parli degli istinti come se siano qualcosa di cui possiamo fare a meno noi esseri umani superiori. Ma la bontà l'empatia non sono forse istinti? Non puoi credere di poter soffocare quegli istinti che non ti piacciono a maggior ragione se sono quelli fondanti della vita.
Ci sarà sempre qualcuno che all'interesse altrui anteporrà quello proprio e se sarà il migliore sarà quello che vincerà. Sono le regole del gioco
Vecchio 24-01-2015, 22:33   #49
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Cioè cosa si vuole fare? Si vuole mettere fuorilegge l'insulto? Si vuole costringere le persone ad essere amiche di chi amici non ne ha? In cosa dovrebbe consistere questo cambiamento della società?
Vecchio 24-01-2015, 22:34   #50
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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Certo l'uomo così come anche altri animali sociali ha creato altri valori più o meno importanti, ma il fatto è che i valori base di competizione ci sono e ci saranno sempre e creeranno quegli squilibri che portano una persona ad essere sociofobica e un altra no. Non è qualcosa che si può eliminare dalla società perchè siamo vincolati alle leggi della natura
Beh, ma anche adottando una logica evoluzionistica radicale non è così evidente quali siano i valori "giusti" da selezionare, cioè quelli più adattivi.
Ad esempio, curare la prole (attività che nella nostra specie è fondamentale) richiede sensibilità, gentilezza, attenzione, intelligenza...
Le stesse qualità sono valori in un rapporto di coppia, se si considera questo come una sorta di alleanza fondata sulla reciprocità. Le famiglie i cui membri non sono reciprocamente aggressivi sono senz'altro in grado di agire nel mondo con maggiore efficacia di quelle conflittuali.
Lo stesso vale per le imprese (in cui i manager non fanno che incitare allo spirito di gruppo) e per le nazioni (pensa al Giappone e al loro senso del dovere addirittura eccessivo).
Questo non significa che non ci siano conflitti interni, ma che esistono anche altre logiche oltre a quella della guerra senza quartiere di tutti contro tutti.
Insomma, la tensione tra individuo e gruppo può essere risolta in molti modi, quello spietato della nostra cultura non è "naturale", ma espressivo di uno dei possibili punti di vista, non necessariamente il migliore.
Ringraziamenti da
Emil (25-01-2015)
Vecchio 24-01-2015, 22:39   #51
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Originariamente inviata da Angus Visualizza il messaggio
Beh, ma anche adottando una logica evoluzionistica radicale non è così evidente quali siano i valori "giusti" da selezionare, cioè quelli più adattivi.
Ad esempio, curare la prole (attività che nella nostra specie è fondamentale) richiede sensibilità, gentilezza, attenzione, intelligenza...
Le stesse qualità sono valori in un rapporto di coppia, se si considera questo come una sorta di alleanza fondata sulla reciprocità. Le famiglie i cui membri non sono reciprocamente aggressivi sono senz'altro in grado di agire nel mondo con maggiore efficacia di quelle conflittuali.
Lo stesso vale per le imprese (in cui i manager non fanno che incitare allo spirito di gruppo) e per le nazioni (pensa al Giappone e al loro senso del dovere addirittura eccessivo).
Questo non significa che non ci siano conflitti interni, ma che esistono anche altre logiche oltre a quella della guerra senza quartiere di tutti contro tutti.
Insomma, la tensione tra individuo e gruppo può essere risolta in molti modi, quello spietato della nostra cultura non è "naturale", ma espressivo di uno dei possibili punti di vista, non necessariamente il migliore.
Ripeto ci sono altri valori e possiamo anche preferirli. Il punto è che non arriveremo mai a togliere quello della competizione se rimarremo ancorati alle leggi della natura.
Vecchio 24-01-2015, 22:51   #52
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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Ripeto ci sono altri valori e possiamo anche preferirli. Il punto è che non arriveremo mai a togliere quello della competizione se rimarremo ancorati alle leggi della natura.
Io dai 17 ai 20 anni circa ho continuato a competere. Quella continua lotta ha portato a sofferenze, alienazione, mancanza di fiducia, comportamento asociale... penso sia questo il motivo per cui la competizione è vista in cattiva luce. Il fatto che evoluzionisticamente "esista" per me non significa che se ne possa fare un uso smodato o casuale e non significa neppure che se ne debba fare uso alcuno; l'evoluzione non è un "obbligo" secondo me. L'evoluzione ci ha dato delle cose e se vogliamo quelle cose possiamo usarle, e se vediamo che invece portano danni smettiamo di usarle, penso.
Vecchio 24-01-2015, 22:54   #53
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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Ripeto ci sono altri valori e possiamo anche preferirli. Il punto è che non arriveremo mai a togliere quello della competizione se rimarremo ancorati alle leggi della natura.
Sì, quello che volevo dire è che questo, pur essendoci innegabilmente, non è l'unico neanche nella nostra cultura individualista, poiché ad esso si affianca quello della cooperazione.
Perché naturalizzare e assolutizzare l'equilibrio attuale tra i due aspetti, escludendo che ce ne possano essere altri, magari migliori?
Sia nelle famiglie conflittuali che in quelle coese coesistono entrambi, in proporzioni diverse.
L'uomo è relativamente libero dagli istinti, tant'è che costituisce comunità ispirate a valori diversissimi. Ci sono comuni fondate sull'egualitarismo e sulla condivisione, comunità fondate sul principio di autorità (pensa alle dittature religiose), altre (a cui la nostra tende) concretamente anarcoidi. Sono tutte "sperimentazioni" che mostrano diversi equilibri tra l'essere per sé e l'essere per gli altri.

Ultima modifica di Angus; 24-01-2015 a 23:01.
Vecchio 24-01-2015, 22:59   #54
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Io dai 17 ai 20 anni circa ho continuato a competere. Quella continua lotta ha portato a sofferenze, alienazione, mancanza di fiducia, comportamento asociale... penso sia questo il motivo per cui la competizione è vista in cattiva luce. Il fatto che evoluzionisticamente "esista" per me non significa che se ne possa fare un uso smodato o casuale e non significa neppure che se ne debba fare uso alcuno; l'evoluzione non è un "obbligo" secondo me. L'evoluzione ci ha dato delle cose e se vogliamo quelle cose possiamo usarle, e se vediamo che invece portano danni smettiamo di usarle, penso.
D'accordo smetti di usarla. Ci riesci? Credi che sia una cosa possibile da fare?
Prendiamo la sociofobia ad esempio. Una paura costante di essere giudicati. Eppure se non ti importa di competere non dovresti nemmeno preoccuparti di risultare inferiore giusto?
Vecchio 24-01-2015, 23:04   #55
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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
D'accordo smetti di usarla. Ci riesci? Credi che sia una cosa possibile da fare?
Prendiamo la sociofobia ad esempio. Una paura costante di essere giudicati. Eppure se non ti importa di competere non dovresti nemmeno preoccuparti di risultare inferiore giusto?
Al momento non mi interessa di essere effettivamente meno capace o meno competente di centinaia di milioni o miliardi di individui! A mie spese ho scoperto il valore della cooperazione e dell'apprezzamento degli altri, per quanto più competenti o capaci di me possano essere. Ovvio, non è che non competa più affatto, ma dal volere a tutti i costi voti alti in università sono arrivato ad accettare un 20 in una materia che mi piaceva senza rimpianti, per esempio.

E' senz'altro possibile contenere parecchio questo istinto alla competizione; a mio parere, per il bene dell'individuo soprattutto, è bene contenerlo. Annullarlo sarebbe anche esagerato, cioè, non siamo killer di emozioni xD Capiterà di sentirci inferiori a qualcuno, ma senz'altro è meglio sentirsi contenti per il fatto che quel qualcuno si è realizzato. Bravo lui, no?
Vecchio 24-01-2015, 23:18   #56
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
. Eppure se non ti importa di competere non dovresti nemmeno preoccuparti di risultare inferiore giusto?
ecco, penso che qua ci sia la chiave per migliorare della propria condizione.


bisogna imparare a fregarsene del pensiero altrui !!
Vecchio 25-01-2015, 00:14   #57
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Originariamente inviata da Fluviale Visualizza il messaggio
Al momento non mi interessa di essere effettivamente meno capace o meno competente di centinaia di milioni o miliardi di individui! A mie spese ho scoperto il valore della cooperazione e dell'apprezzamento degli altri, per quanto più competenti o capaci di me possano essere. Ovvio, non è che non competa più affatto, ma dal volere a tutti i costi voti alti in università sono arrivato ad accettare un 20 in una materia che mi piaceva senza rimpianti, per esempio.

E' senz'altro possibile contenere parecchio questo istinto alla competizione; a mio parere, per il bene dell'individuo soprattutto, è bene contenerlo. Annullarlo sarebbe anche esagerato, cioè, non siamo killer di emozioni xD Capiterà di sentirci inferiori a qualcuno, ma senz'altro è meglio sentirsi contenti per il fatto che quel qualcuno si è realizzato. Bravo lui, no?
Però questo non significa che non ci saranno altre persone a cui la competizione piace sia perchè si divertono sia perchè ne escono vincitori. E non esiteranno a confrontarsi con te se può portare loro dei vantaggi
Vecchio 25-01-2015, 00:34   #58
Esperto
L'avatar di pokorny
 

Io ho la fortuna/sfortuna di avere una testimonianza molto attendibile di quel che ero da piccolo. Mi pare che lo dissi già sul forum ma per un colpo di fortuna ho trovato il vecchio registratore a bobine (a valvole, pure) del nonno con cui aveva registrato l'intera giornata della festa del mio compleanno quando ero molto piccolo. Ho diverse ore di "me" che parlo e interagisco con gli altri. Da un lato certo, sono molto cambiato. Ma dal punto di vista di quel nucleo profondo della persona con certi tratti profondi e marcati che ci rendono tutti diversi, mi ha impressionato ritrovare un me stesso che non è affatto cambiato col tempo. Io con l'ansia, la timidezza, la riservatezza e tanti altri difetti, ci sono proprio nato. Per me, se devo giudicare dal mio caso, l'ambiente ha un'influenza molto secondaria se non marginale.
Vecchio 25-01-2015, 00:47   #59
Banned
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Però questo non significa che non ci saranno altre persone a cui la competizione piace sia perchè si divertono sia perchè ne escono vincitori. E non esiteranno a confrontarsi con te se può portare loro dei vantaggi
Volendo io potrei uscire vincitore con una certa frequenza da determinati tipi di competizione, eppure continuo a trovarli parecchio nocivi, anzi, antisociali.
Comunque, è tutta questione di punti di vista
Vecchio 25-01-2015, 02:18   #60
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Mi parli degli istinti come se siano qualcosa di cui possiamo fare a meno noi esseri umani superiori. Ma la bontà l'empatia non sono forse istinti? Non puoi credere di poter soffocare quegli istinti che non ti piacciono a maggior ragione se sono quelli fondanti della vita.
Ci sarà sempre qualcuno che all'interesse altrui anteporrà quello proprio e se sarà il migliore sarà quello che vincerà. Sono le regole del gioco
Ma infatti di istinti non ce ne sono più, o quantomeno il loro allentamento è divenuto pressoché totale per essere sostituito da altro. Come già scritto da Angus la "tecnica" umana prodotta dall'uomo per sopravvivere alla natura precaria in cui vive serve a sostituire la mancanza di un orientamento fisso e deciso nel mondo. L'uomo non re-agisce all'ambiente come l'animale bensì agisce sull'ambiente.

L'empatia umana probabilmente ha una sua funzione nelle logiche di conservazione della specie perché promuove la solidarietà nel gruppo senza la quale non si andrebbe troppo lontano.

L'egoismo di cui parli ossia la tendenza a porsi in maggiore sicurezza a discapito degli altri potrà essere anche un valore guida attualmente ma nell'economia della sopravvivenza della specie dubito che sia stato predominante (relegando il resto in secondo piano) altrimenti non sarebbero spiegabili i fenomeni di cooperazione come l'allevamento della prole (la famiglia) comuni in ogni angolo del pianeta.

Questo presunto valore della competizione, che tu stesso contesti perché patito ma che giustifichi in quanto regolarmente sconfitto all'interno delle regole legittime, perché naturali, del gioco, è un pregiudizio duro a morire se continueremo ad alimentarci con l'immaginario dell'uomo dominato dagli istinti naturali che ne farebbero unicamente un lupo capace di sbranare il suo vicino solo per avere il proprio prato più verde...
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