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Vecchio 24-01-2015, 17:41   #21
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L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Non in tutti i casi ma nella maggior parte si. La maggior parte di noi è vissuta nello stesso ambiente in cui hanno vissuto tutti i nostri coetanei eppure noi siamo sociofobici e loro no. In alcuni casi ci sono delle vere e proprie torture psicologiche ma sono una minoranza
è vero che sicuramente c'è una certa predisposizione ma in realtà nella maggioranza dei casi noi fobici siam vissuti in famiglie dove siam stati criticati, torturati, messi su una campana di vetro etc. etc. dalle nostre famiglie e a quanto pare la maggior parte dei nostri coetanei ha vissuto in ambienti familiari decisamente meno ostili dei nostri.

me ne rendo conto se passo un pò di tempo con altra famiglia con figli senza o pochi problemi relazionali (e psicologici)
Vecchio 24-01-2015, 17:46   #22
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
è vero che sicuramente c'è una certa predisposizione ma in realtà nella maggioranza dei casi noi fobici siam vissuti in famiglie dove siam stati criticati, torturati, messi su una campana di vetro etc. etc. dalle nostre famiglie e a quanto pare la maggior parte dei nostri coetanei ha vissuto in ambienti familiari decisamente meno ostili dei nostri.

me ne rendo conto se passo un pò di tempo con altra famiglia
Per quanto mi riguarda non è così. Non vedo grosse differenze tra la mia famiglia e quelle altrui. Io credo che per far cambiare decisamente la naturale evoluzione della personalità di un individuo ci voglia molto più che qualche rimprovero o divieti da parte dei genitori professori o altri. E qui che parlo di vere e proprie torture e fortunatamente come ho detto sono una minoranza
Vecchio 24-01-2015, 17:54   #23
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Per quanto mi riguarda non è così. Non vedo grosse differenze tra la mia famiglia e quelle altrui. Io credo che per far cambiare decisamente la naturale evoluzione della personalità di un individuo ci voglia molto più che qualche rimprovero o divieti da parte dei genitori professori o altri. E qui che parlo di vere e proprie torture e fortunatamente come ho detto sono una minoranza
la gran maggioranza degli utenti del forum stesso te lo potrà confermare.

infatti la maggior parte dei genitori nei nostri confronti non si è limitata a "qualche rimprovero o divieti" (cit.) sopratutto da parte di prof (che non c'entrono niente)

ma continue torture psicologiche da quando si è piccoli.
Vecchio 24-01-2015, 17:56   #24
Intermedio
 

ma esempi di queste torture? Perchè mi sembra che si stia leggermente esagerando
Vecchio 24-01-2015, 18:03   #25
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
ma esempi di queste torture? Perchè mi sembra che si stia leggermente esagerando
tutti i momenti a sentirsi dire "sei un buono a nulla, sei un fallito, sei un fallito" etc. etc. fin dalla tenera età

senza contare le minaccie fisiche



altro che esagerare.. certo, magari non sono ai livelli di tenerti rinchiuso in uno sgabuzziono e di prendere la frusta ogni volta che dici una parola sbagliata ma.. poco ci manca.


mio padre per dire appena pronunciavo una A sbagliata giù via con le critiche a non finire..
Vecchio 24-01-2015, 18:08   #26
Esperto
L'avatar di Milo
 

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Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Ma te lo ha detto così proprio? Non è che hai tratto tu questa conseguenza?
Si,ho tratto io questa conseguenza perchè a sua dire il 90% delle problematiche come le mie sono di origine genetica e non dell'ambiente/vissuto,nel mio caso credo possa anche avere ragione visto che in famiglia le persone che han avuto problemi di questo tipo son la maggioranza...
Vecchio 24-01-2015, 18:09   #27
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
tutti i momenti a sentirsi dire "sei un buono a nulla, sei un fallito, sei un fallito" etc. etc. fin dalla tenera età

senza contare le minaccie fisiche



altro che esagerare.. certo, magari non sono ai livelli di tenerti rinchiuso in uno sgabuzziono e di prendere la frusta ogni volta che dici una parola sbagliata ma.. poco ci manca.


mio padre per dire appena pronunciavo una A sbagliata giù via con le critiche a non finire..
Ma il punto è che non basta questo, ci vuole una predisposizione per arrivare a questi disturbi.
Vecchio 24-01-2015, 18:13   #28
Esperto
L'avatar di Ansiaboy
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
Ma il punto è che non basta questo, ci vuole una predisposizione per arrivare a questi disturbi.
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Originariamente inviata da Ansiaboy Visualizza il messaggio
sicuramente c'è una certa predisposizione

.
Vecchio 24-01-2015, 18:18   #29
Esperto
L'avatar di Emil
 

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Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
La maggior parte di noi è vissuta nello stesso ambiente in cui hanno vissuto tutti i nostri coetanei eppure noi siamo sociofobici e loro no.
Hai ragione. Viviamo tutti nello stesso ambiente e dire che solo alcuni si ammalano (i meno adatti all'ambiente sociale per usare sto beneamato Darwin tanto caro a chi ritiene che la vita umana debba essere una lotta per la sopravvivenza) perché deboli è un irritante luogo comune.
Senza scomodare le statiche che attestano un'impennata del disagio psichico direttamente proporzionale al crescere del benessere economico, bisogna fermarsi a riflettere sul fatto che spesso il "malato di mente" è riconosciuto tale solo perché manifesta dei sintomi evidenti è ben delineati rispetto a ciò che la medicina chiama norma.
Ma ciò non significa che il resto della popolazione cosiddetta sana sia immune da disagi che possono rimanere latenti e sommersi (e quindi attivi a livello inconscio) pronti ad esplodere da un momento all'altro.
Leggevo da qualche parte che il disagio psichico spesso è il frutto di nevrosi latenti di altre persone che, assimilate dal soggetto, in qualche modo devono essere liberate.
E qui è inutile dire che ruolo gioca la famiglia...

"Loro" come li chiami non è detto che vivano esattamente nella beatitudine solo perché per il momento fanno ancora parte dell'altra sponda, quella sana, e si sentono, finché sono momentaneamente salvi, in diritto di giudicare chi il disagio lo sente in tutto il suo splendore.
La gente, più spesso di quanto si creda, tira avanti fin che può a suon di rimozioni "forzate" e repressione riguardo la loro vita frustrata, mortificata e a tratti percepita disumana quando si arriva alla deriva dell'anestetizzazione emotiva come meccanismo difensivo per non dover guardare in faccia la miseria che li costituisce.
Vecchio 24-01-2015, 18:19   #30
Intermedio
 

è quasi imposssibile che l'ambiente esterno sia favorevole a non far nascere nell'individuo predisposto la fobia sociale. Se non è l'ambiente familiare lo sarà quello scolastico o cmunque quello dove il soggetto predisposto dovrà confrontarsi con altri individui che predisopsti non sono
Vecchio 24-01-2015, 18:22   #31
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Hai ragione. Viviamo tutti nello stesso ambiente e dire che solo alcuni si ammalano (i meno adatti all'ambiente sociale per usare sto beneamato Darwin tanto caro a chi ritiene che la vita umana debba essere una lotta per la sopravvivenza) perché deboli è un irritante luogo comune.
Senza scomodare le statiche che attestano un'impennata del disagio psichico direttamente proporzionale al crescere del benessere economico, bisogna fermarsi a riflettere sul fatto che spesso il "malato di mente" è riconosciuto tale solo perché manifesta dei sintomi evidenti è ben delineati rispetto a ciò che la medicina chiama norma.
Ma ciò non significa che il resto della popolazione cosiddetta sana sia immune da disagi che possono rimanere latenti e sommersi (e quindi attivi a livello inconscio) pronti ad esplodere da un momento all'altro.
Leggevo da qualche parte che il disagio psichico spesso è il frutto di nevrosi latenti di altre persone che, assimilate dal soggetto, in qualche modo devono essere liberate.
E qui è inutile dire che ruolo gioca la famiglia...

"Loro" come li chiami non è detto che vivano esattamente nella beatitudine solo perché per il momento fanno ancora parte dell'altra sponda, quella sana, e si sentono, finché sono momentaneamente salvi, in diritto di giudicare chi il disagio lo sente in tutto il suo splendore.
La gente, più spesso di quanto si creda, tira avanti fin che può a suon di rimozioni "forzate" e repressione riguardo la loro vita frustrata, mortificata e a tratti percepita disumana quando si arriva alla deriva dell'anestetizzazione emotiva come meccanismo difensivo per non dover guardare in faccia la miseria che li costituisce.
mi dispiace ma se si comincia a parlare di psicanalisi mi tiro fuori. Mi piace parlare di cose razionali
Vecchio 24-01-2015, 19:02   #32
Esperto
L'avatar di Emil
 

Non è la mente che predisposta da un difetto di fabbricazione intrinseco del soggetto che la possiede non fa altro che sviluppare ciò che gli è naturale ossia il disagio.
Forse potrebbe anche essere il caso che l'ambiente (e la sua interiorizzazione) produca disagio sulla mente del soggetto che, per proteggersi, deve avvisare in qualche modo la coscienza del pericolo.
Ed ecco spiegato il malessere.

Quote:
Originariamente inviata da umpalumpa Visualizza il messaggio
mi dispiace ma se si comincia a parlare di psicanalisi mi tiro fuori. Mi piace parlare di cose razionali
Peccato. Anche perché, per quanto mi riguarda, l'esistenza non si può ridurre alla sola razionalità a cui sempre ci si appella (e a cui tutto viene ridotto) come sola ancora di salvezza per avere anche solo delle pallide menzogne da scambiare come certezze e verità...
Vecchio 24-01-2015, 19:09   #33
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Non è la mente che predisposta da un difetto di fabbricazione intrinseco del soggetto che la possiede non fa altro che sviluppare ciò che gli è naturale ossia il disagio.
Forse potrebbe anche essere il caso che l'ambiente (e la sua interiorizzazione) produca disagio sulla mente del soggetto che, per proteggersi, deve avvisare in qualche modo la coscienza del pericolo.
Ed ecco spiegato il malessere.



Peccato. Anche perché, per quanto mi riguarda, l'esistenza non si può ridurre alla sola razionalità a cui sempre ci si appella (e a cui tutto viene ridotto) come sola ancora di salvezza per avere anche solo delle pallide menzogne da scambiare come certezze e verità...
Ma io non ho detto che è un difetto di fabbricazione, così come non considerò la fobia sociale una malattia. L'ambiente sono le altre persone che hanno qualità nel campo dei rapporti sociali superiori alle nostre e questo ci crea disagio. Ma non si può pensare di cambiare l'ambiente perchè è fatto di persone che giustamente si comporteranno come meglio gli pare
Vecchio 24-01-2015, 19:12   #34
Esperto
L'avatar di DownwardSpiral2
 

io penso che sia una grandissima MINCHIATA
Vecchio 24-01-2015, 19:20   #35
Banned
 

Proprio per evitare la diatriba tra "causa" e "necessità", vecchia per di più, ho scelto specialisti con doppio approccio, psichiatrico e psicoanalitico, anche chi ha una predisposizione come me deve mettere in conto che per necessità è stato allevato da almeno un genitore con problematiche ergo alla necessità si aggiunge sempre la causa, alla causa non è detto invece si associ la necessità.
Vecchio 24-01-2015, 19:38   #36
Esperto
L'avatar di Emil
 

Umpalumpa allora che cosa intendi con predisposizione genetica e biologica determinante e inevitabile nello sviluppare il disagio?

Ti chiedo: qualche qualità ce l'abbiamo oppure no?

Ancora una volta sbagli i presupposti. Le qualità che gli altri hanno (anche se non ritengo molto produttivo mantenere sempre questa netta contrapposizioni con gli "altri" visti come superiori ma piuttosto promuoverei la comprensione, che spesso aiuta, anche se non si riceve dalla controparte) non sono superiori in senso assoluto ma solo in relazione alle solite norme codificate che stabiliscono gli standard a cui i molti (anzi tutti) si attengono e che hanno lo scopo principale di regolamentare la quotidianità anche delle piccole cose.

Detto questo sono sempre più convinto che il mondo non sia un posto tanto accogliente per nessuno, anche per quelli meno sensibili che sembrano tanto adatti ai giochi di forza che lo costituiscono. Se guardi certe persone negli occhi ti accorgi che vivono in un equilibrio precario e la paura di cedere da un momento all'altro (col rischio di mostrare la propria insita debolezza) accresce quella sensazione di insicurezza che oramai dilaga ovunque.

Questo tipo di disagio nasce dall'inadeguatezza percepita (erroneamente) come una nostra carenza strutturale dell'identità e della nostra persona che in realtà non esiste di per sé.
Se l'ambiente produce questo disagio sono il primo sostenitore del farsi carico di quest'ultimo (se c'è un altro modo sono ben accetti i consigli) per essere rivisto e riconsiderato non come un atto d'accusa verso la società e le sue strutture che ci hanno rovinato, e che in parte è legittimo, ma come una sbagliata auto-(s)valutazione di se stessi frutto di una cattiva amministrazione dei propri vissuti interiori.
Sostenere che la colpa è solo della società ha lo stesso peso che sostenere che la colpa è solo nostra.

Ma da qui a dire che gli altri sono superiori...
Ringraziamenti da
Tararabbumbieee (24-01-2015)
Vecchio 24-01-2015, 19:45   #37
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L'avatar di Milo
 

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Originariamente inviata da _Diana_ Visualizza il messaggio
Ah, ecco... per capire ora, la sua idea ti frena?
Non so poi se in passato hai già fatto qualche tentativo con la psicoterapia...
Mah in realtà la sua idea non mi dispiace ed è simile a quella che mi ero fatto io,in passato ero riuscito a uscirne con l'aiuto dei farmaci e con un cambio di vita(più uscite con gli amici e trovare un lavoro)e per qualche anno son stato bene ho eliminato i farmaci e ho anche fatto dei viaggi per dire,poi negli ultimi mesi ci son ricascato dentro in maniera apparentemente inspiegabile.
Vecchio 24-01-2015, 19:45   #38
Esperto
L'avatar di Tararabbumbieee
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Umpalumpa allora che cosa intendi con predisposizione genetica e biologica determinante e inevitabile nello sviluppare il disagio?

Ti chiedo: qualche qualità ce l'abbiamo oppure no?

Ancora una volta sbagli i presupposti. Le qualità che gli altri hanno (anche se non ritengo molto produttivo mantenere sempre questa netta contrapposizioni con gli "altri" visti come superiori ma piuttosto promuoverei la comprensione, che spesso aiuta, anche se non si riceve dalla controparte) non sono superiori in senso assoluto ma solo in relazione alle solite norme codificate che stabiliscono gli standard a cui i molti (anzi tutti) si attengono e che hanno lo scopo principale di regolamentare la quotidianità anche delle piccole cose.

Detto questo sono sempre più convinto che il mondo non sia un posto tanto accogliente per nessuno, anche per quelli meno sensibili che sembrano tanto adatti ai giochi di forza che lo costituiscono. Se guardi certe persone negli occhi ti accorgi che vivono in un equilibrio precario e la paura di cedere da un momento all'altro (col rischio di mostrare la propria insita debolezza) accresce quella sensazione di insicurezza che oramai dilaga ovunque.

Questo tipo di disagio nasce dall'inadeguatezza percepita (erroneamente) come una nostra carenza strutturale dell'identità e della nostra persona che in realtà non esiste di per sé.
Se l'ambiente produce questo disagio sono il primo sostenitore del farsi carico di quest'ultimo (se c'è un altro modo sono ben accetti i consigli) per essere rivisto e riconsiderato non come un atto d'accusa verso la società e le sue strutture che ci hanno rovinato, e che in parte è legittimo, ma come una sbagliata auto-(s)valutazione di se stessi frutto di una cattiva amministrazione dei propri vissuti interiori.
Sostenere che la colpa è solo della società ha lo stesso peso che sostenere che la colpa è solo nostra.

Ma da qui a dire che gli altri sono superiori...
Ogni tuo post, Emil, meriterebbe di essere incorniciato. Sul serio.
Vecchio 24-01-2015, 20:23   #39
Esperto
L'avatar di Emil
 

La predisposizione genetica di cui si è parlato potrebbe anche esistere, non la escludo anche perché non saprei esprimermi a riguardo in maniera adeguata.
Il fatto è che l'essere predisposti allo sviluppo di qualche disagio psichico di per sé non vuol dire che il disagio sarà inevitabile. Sarà più probabile ma non sicuro.
Isolare la vicenda psicologica nel fatalismo non credo possa rispondere in maniera adeguata alla complessità che si incontra quando si scava a fondo nelle vicende umane.

Se si parla di predisposizione al disagio in relazione al contesto sociale e culturale che lo induce allora il problema mi pare si della massima attenzione.
Lo sviluppo di un eventuale disagio dipenderà comunque da tutta una serie di fattori casuali, molti dei quali indipendenti dall'individuo, che concorrono nel loro insieme a formare una rete immensa e oserei dire inestricabile nella vita soggettiva della persona per cui è davvero difficile trovare il bandolo della matassa.
Il fattore genetico può essere visto come una parte del problema.
E in ogni caso il soggetto portatore del disagio dovrebbe responsabilizzarsi rispetto a tutte queste cose nel senso che cercare di capire ciò che gli succede, per quanto sia possibile, è nel suo interesse.
Vecchio 24-01-2015, 20:34   #40
Intermedio
 

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Originariamente inviata da Emil Visualizza il messaggio
Umpalumpa allora che cosa intendi con predisposizione genetica e biologica determinante e inevitabile nello sviluppare il disagio?

Ti chiedo: qualche qualità ce l'abbiamo oppure no?

Ancora una volta sbagli i presupposti. Le qualità che gli altri hanno (anche se non ritengo molto produttivo mantenere sempre questa netta contrapposizioni con gli "altri" visti come superiori ma piuttosto promuoverei la comprensione, che spesso aiuta, anche se non si riceve dalla controparte) non sono superiori in senso assoluto ma solo in relazione alle solite norme codificate che stabiliscono gli standard a cui i molti (anzi tutti) si attengono e che hanno lo scopo principale di regolamentare la quotidianità anche delle piccole cose.

Detto questo sono sempre più convinto che il mondo non sia un posto tanto accogliente per nessuno, anche per quelli meno sensibili che sembrano tanto adatti ai giochi di forza che lo costituiscono. Se guardi certe persone negli occhi ti accorgi che vivono in un equilibrio precario e la paura di cedere da un momento all'altro (col rischio di mostrare la propria insita debolezza) accresce quella sensazione di insicurezza che oramai dilaga ovunque.

Questo tipo di disagio nasce dall'inadeguatezza percepita (erroneamente) come una nostra carenza strutturale dell'identità e della nostra persona che in realtà non esiste di per sé.
Se l'ambiente produce questo disagio sono il primo sostenitore del farsi carico di quest'ultimo (se c'è un altro modo sono ben accetti i consigli) per essere rivisto e riconsiderato non come un atto d'accusa verso la società e le sue strutture che ci hanno rovinato, e che in parte è legittimo, ma come una sbagliata auto-(s)valutazione di se stessi frutto di una cattiva amministrazione dei propri vissuti interiori.
Sostenere che la colpa è solo della società ha lo stesso peso che sostenere che la colpa è solo nostra.

Ma da qui a dire che gli altri sono superiori...
Non riesco a capire questa parte, puoi spiegarla meglio?

Per il resto sono d'accordo che il mondo non è accogliente per nessuno, ma qualcuno si trova meglio altri si trovano peggio.
Invece l'inadeguatezza percepita nei confronti degli altri non è erronea ma basata su rapporti di forza e competizione che fanno parte della vita e che non possono essere ignorati.
In sostanza non ho difficoltà ad ammettere che molte persone sono biologicamente superiori nelle relazioni interpersonali a me
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