|
|
|
|
|
|
|
|
22-06-2014, 17:29
|
#21
|
Esperto
Qui dal: Aug 2013
Messaggi: 7,343
|
Intrevengo solo per fare una piccola considerazione sulla concezione morale dei professori: trovo assurdo che alla grandissima parte di essi freghi solamente che tu non rompa le palle e studi. Nella mia classe francamente erano tutti contenti di me che non distrubassi, che non facessi minchiate e altro e quando mia madre andava ai colloqui si sentiva dire che ero una persona intelligente e diligente quando ero solo uno sfigato con una vita di merda. Ricordo una volta che ero tra gli unici ad aver studiato la lezione precedente e quando la prof. ci fece delle domande (non era un' interrogazione, non sapevamo che ce le facesse ed eravamo ai primissimi giorni di scuola) ero praticamente solo io a conoscere le risposte. E cosa dice questa? Che sono maturo. Eh già, se uno studia la lezione precedente è proprio maturo, cazzo, ha capito tutto della vita. Invece gli altri miei compagni, che ovviamente non erano un disastro, sembrava che avessero ammazzato qualcuno se solo non venivano per tre giorni di fila a scuola e sembrava chissà quale situazione assurda. Se potessi scegliere avrei volentieri fatto anche io tutte quelle "gravi" minchiate piuttosto di essere così, anche perchè poi anche essere segati o sospesi con il senno di dopo è solo una stronzata e ci si ride sopra visto che dopo la Vita (quella con la V maiuscola) va avanti e si scopre come quelle cose fossero, per l' appunto, solo stronzate. Ecco, queste cose un po' fanno girare le palle, anche perchè un prof. sa benissimo che fuori non funziona così fuori, eppure, sarà per più motivi, è contento così. Studia e non rompere le palle e siamo soddisfatti di te, bel concetto. Ah, poi non parliamo dei consigli di classe in cui è un paraculismo continuo Poi sia chiaro, non sto dando la colpa della situazione ai prof. (il mio è più che altro uno sfogo) ma magari una concezione della vita scolastica diversa potrebbe aiutare, e soprattutto non ci si sentirebbe presi pre i fondelli.
|
Ultima modifica di Bluevelvet93; 22-06-2014 a 17:47.
|
22-06-2014, 17:38
|
#22
|
Banned
Qui dal: Apr 2014
Ubicazione: NO
Messaggi: 3,978
|
@Bluevelvet condivido molto del tuo pensiero qui sopra, situazione molto simile alla mia.
Per il resto seguo interessato la discussione.
|
Ultima modifica di The_Sleeper; 22-06-2014 a 17:42.
|
22-06-2014, 17:42
|
#23
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,101
|
Quote:
Originariamente inviata da clizia
Ciao Milton,
La scuola per me va a scatafascio anche perchè non c'è il più sostegno educativo delle famiglie, per cui tutto il peso dell'atto educativo è sulle spalle di docenti stanchi e mal pagati. Assisto a scene in cui i prof. per metà del loro tempo urlano e rimproverano ragazzini maleducati, irrequieti, indisciplinati e arroganti. La lezione spesso va a farsi benedire se appunto non si riesce a gestire per il meglio il lato comportamentale dei ragazzi e a instaurare una relazione funzionale all'apprendimento.
E poi, come dici tu, la scuola non offre nemmeno gli strumenti ai docenti (anche a quelli meglio intenzionati) per ricoprire al meglio il loro ruolo. Sempre stando all'aspetto formativo ed educativo dei ragazzi, mancano del tutto delle strutture di supporto psicologico agli adulti e ai giovani, strumento per me efficace per creare poi un clima sereno e di collaborazione, favorevole quindi all'apprendimento....
|
Certo. Questa è una delle mancanze della scuola. A fronte di famiglie che non educano adeguatamente i figli (ma non direi che è una novità, sono decenni che è così), gli insegnanti vengono lasciati soli, o al più con il supporto di qualche consulenza momentanea. Ritorniamo al fatto che la scuola si basa troppo sul corpo docente, mancano figure terze (psicologi, pedagogisti, rappresentanti del mondo del lavoro, orientatori, ecc.) che possano supportare i docenti nel loro lavoro, per quegli aspetti che esulano dal lato prettamente didattico. Anche qui, però, la difficoltà di gestione di certi ragazzi sarebbe minore se iniziassimo a occuparci direttamente di quello che per loro è importante (essere accettati dal gruppo, essere valorizzati, imaprare qualcosa che sia utile e interessante), anzichè limitarcia fare lezione su cose noiose e di cui spesso non capiscono l'utilità.
Torniamo cioè al problema di un modello di una scuola astratta, che va cambiato.
|
|
22-06-2014, 17:49
|
#24
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,101
|
Quote:
Originariamente inviata da albertoc
l'insegnante bravo è quello che risolve i problemi PERSONALI di ogni singolo alunno, ma questo non lo deve dare a vedere, utilizzando la sua materia solo come MEZZO.
meglio una classe di 30 persone sane di mente e felici, o 30 persone che magari ti sanno dire anche qualcosa di buono su tutte le materie studiate, ma che in cuor loro insultano tutto il sistema e hanno dei valori morali che se solo li conoscessi mi butterei dalla finestra?
|
Sono d'accordo sul fatto che la scuola deve occuparsi del benessere emotivo dei suoi alunni, ma dissento sul fatto che lo deva fare in primis (e da solo) l'insegnante.
Gli insegnanti non sono superman.
Bisogna che passi l'idea che crescere le persone è la cosa più difficile del mondo e richiede la collaborazione di figure diverse (Mi sembra che ci sia anche un proverbio africano che recita: "Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio")
Tu quando vai all'ospedale ti aspetti che il tuo medico oltre a fare il medico faccia anche l'infermiere,il radiologo, lo psicologo, il cappellano, e magari la mattina pulisca anche i pavimenti?
Ecco dal professore ci si aspetta un po' troppo. Un bravo professore si interessa al benessere dei suoi alunni, ma sa anche chiedere l'aiuto di persone più competenti quando ce n'è bisogno. Peccato che nella scuola spesso questo sia molto difficiile, e che sia una prassi da costruire ex novo.
|
|
22-06-2014, 18:01
|
#25
|
Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 1,131
|
Quote:
Originariamente inviata da milton erickson
Sono d'accordo sul fatto che la scuola deve occuparsi del benessere emotivo dei suoi alunni, ma dissento sul fatto che lo deva fare in primis (e da solo) l'insegnante.
Gli insegnanti non sono superman.
Bisogna che passi l'idea che crescere le persone è la cosa più difficile del mondo e richiede la collaborazione di figure diverse (Mi sembra che ci sia anche un proverbio africano che recita: "Per far crescere un bambino ci vuole un villaggio")
Tu quando vai all'ospedale ti aspetti che il tuo medico oltre a fare il medico faccia anche l'infermiere,il radiologo, lo psicologo, il cappellano, e magari la mattina pulisca anche i pavimenti?
Ecco dal professore ci si aspetta un po' troppo. Un bravo professore si interessa al benessere dei suoi alunni, ma sa anche chiedere l'aiuto di persone più competenti quando ce n'è bisogno. Peccato che nella scuola spesso questo sia molto difficiile, e che sia una prassi da costruire ex novo.
|
Il lavoro che fa oggi un insegnante lo potrebbe fare uguale al 100% un robot, qui o si rivoluziona tutto, mettendo ad insegnare persone valide, che ti creano a partire dal ragazzo anonimo l'uomo di successo (e non intendo con successo la ricchezza) o tra 20 anni, come anche ne parlava la prima prova della maturità di questo anno, ci saranno computer e non più persone, a formare gli studenti.
|
|
22-06-2014, 18:09
|
#26
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,101
|
Quote:
Originariamente inviata da albertoc
Il lavoro che fa oggi un insegnante lo potrebbe fare uguale al 100% un robot, qui o si rivoluziona tutto, mettendo ad insegnare persone valide, che ti creano a partire dal ragazzo anonimo l'uomo di successo (e non intendo con successo la ricchezza) o tra 20 anni, come anche ne parlava la prima prova della maturità di questo anno, ci saranno computer e non più persone, a formare gli studenti.
|
E che debbano insegnare persone valide d'accordo, chi lo nega?
La meritocrazia e il valore di chi insegna io lo dò per scontato. Dico solo che da solo non basta per cambiare la scuola.
E allora se dobbiamo essere meritocratici, non limitiamoci al solito concorso (che significa tuttal più valutare la tua memoria di alcune nozioni) e valutiamo i docenti anche su quello che fanno ogni anno, nel concreto. Da quali livelli parte la classe e dove arriva. Che metodi ha usato. ecc.
L'idea insomma del posto garantito a vita per chi riesce a entrare andrebbe rivista, perchè favorisce la pigrizia e appunto, il lavoro routinario da robot.
|
|
23-06-2014, 08:01
|
#27
|
Banned
Qui dal: Jul 2012
Messaggi: 25,977
|
Bisogna insegnare l'affettività a scuola. Certo. (Noi lo facciamo già da anni e, pur senza fondi, vediamo di continuare). Ma è l'uovo di Colombo. Forse che a scuola non si insegna già l'educazione civica? Eppure non più tardi di un anno fa un partito che raccolse un terzo dei voti non seppe ricordare la differenza tra Parlamento e Governo. Forse che non si insegna già la grammatica? Eppure basta ascoltare la tv per un giorno per chiedersi se l'italiano non sia solo la seconda lingua della maggior parte della popolazione. E la biologia? E la geografia? E la matematica? E no, perché di grandi geni in giro non ne vedo, eppure tutti hanno una formazione di base.
Insegnare a vivere è una cosa lenta, quotidiana, che chiede concertazione tra scuola, famiglia, società diffusa. E che chiede che la scuola venga integrata nel sistema sociale, cosa che adesso ci si guarda bene dal fare. Perché la scuola è quella cosa dove vai a romperti le palle (e pure mamma e papà ne sono convinti), dove trovi degli insegnanti che non ti capiscono (solo mamma e papà lo fanno e lo ribadiscono) e che poi esci, fai compiti ed è finita. E proprio perché la scuola è così può restare senza soldi e senza risorse, cestino della spazzatura in cui buttare tutte le rogne che non si sanno smazzare.
Si imparerà a vivere e la scuola verrà riconosciuta come vera solo quando questa mentalità verrà sradicata e la società avrà finito di ubriacarsi di cazzate sparate per far finta di fare qualcosa.
Punto tutto sui bisnipoti, ecco.
Annalisa Strada, insegnante
|
|
23-06-2014, 12:41
|
#28
|
Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 1,131
|
Quote:
Originariamente inviata da claire
Bisogna insegnare l'affettività a scuola. Certo. (Noi lo facciamo già da anni e, pur senza fondi, vediamo di continuare). Ma è l'uovo di Colombo. Forse che a scuola non si insegna già l'educazione civica? Eppure non più tardi di un anno fa un partito che raccolse un terzo dei voti non seppe ricordare la differenza tra Parlamento e Governo. Forse che non si insegna già la grammatica? Eppure basta ascoltare la tv per un giorno per chiedersi se l'italiano non sia solo la seconda lingua della maggior parte della popolazione. E la biologia? E la geografia? E la matematica? E no, perché di grandi geni in giro non ne vedo, eppure tutti hanno una formazione di base.
Insegnare a vivere è una cosa lenta, quotidiana, che chiede concertazione tra scuola, famiglia, società diffusa. E che chiede che la scuola venga integrata nel sistema sociale, cosa che adesso ci si guarda bene dal fare. Perché la scuola è quella cosa dove vai a romperti le palle (e pure mamma e papà ne sono convinti), dove trovi degli insegnanti che non ti capiscono (solo mamma e papà lo fanno e lo ribadiscono) e che poi esci, fai compiti ed è finita. E proprio perché la scuola è così può restare senza soldi e senza risorse, cestino della spazzatura in cui buttare tutte le rogne che non si sanno smazzare.
Si imparerà a vivere e la scuola verrà riconosciuta come vera solo quando questa mentalità verrà sradicata e la società avrà finito di ubriacarsi di cazzate sparate per far finta di fare qualcosa.
Punto tutto sui bisnipoti, ecco.
Annalisa Strada, insegnante
|
meno soldi si danno alla scuola e meglio è, vengono spesi in lavagne elettroniche che non si usano e non servono a niente, badge scolastici che non fanno assolutamente nulla, computer in classe per l'appello che fanno solo perdere tempo. Io taglierei tutti i soldi per qualche anno, così dopo imparano ad usarli meglio, visto che 1) i bagni sono un porcile 2) di inverno si gela in classe e i termosifoni sono spenti
chi continua a dire che bisogna dare soldi alle scuole non ha capito NIENTE
|
|
23-06-2014, 14:29
|
#29
|
Esperto
Qui dal: Jan 2013
Ubicazione: Hogwarst
Messaggi: 549
|
Sono d'accordissimo.
Sinceramente preferirei essere in Giappone e spaccarmi letteralmente le chiappe fra scuola , club e scuole di approfondimento , ma alla fine avere una buona formazione , piuttosto che stare qui adagiata sugli allori.
Il punto è che secondo me, il modello sociale da per primo le impressioni sbagliate.
Se copi sei furbo, se rispondi male al professore sei figo, se bocci sei libero dai compiti estivi ... non c'è la mentalità che più studi più migliori te stesso. E questo vabbè, è una tara mentale che hanno gli italiani ma sicuramente hanno anche gli altri abitanti del mondo, questo non posso saperlo.
Io però ricordo che il liceo è stato un vero incubo. Compagni a parte (che vabbè, non che mi stessero simpatici), erano proprio i professori il problema.
Non mi dimenticherò mai di uno che ho avuto gli ultimi due anni a italiano e latino. Uno stronzo di proporzioni cosmiche ... questo aveva una vita deprimente e riversava tutto su di noi. Certo, aveva una cultura infinita, ti faceva anche appassionare alla lettura, studiava bene, ma per il resto era una carogna ... Facevi un'interrogazione perfetta e ti diceva "mah si bene ... 5 e mezzo"
Motivo per incavolarsi, ma nessuno ha mai pensato che forse lui voleva sapere le cose più approfondite invece che a macchinetta. Si sono messi i genitori di mezzo, trattandolo a pesci in faccia e dicendo che i loro pupilli non potevano avere 4 alle versioni di latino ... immaginate come è finita.
Lui si è rivoltato contro di noi e nell'ultima metà dell'anno come compito di latino ci dava 6 frasi da tradurre: ognuna valeva un punto, massimo punteggio 6. Se traducevi "casa" invece di "abitazione" perdevi un punto .. un incubo!
E per chi conosce il latino ... le frasi da tradurre erano tipo "Rosa pulchra est" ed eravamo in quinto superiore. Ho dett tutto
|
Ultima modifica di Kaname92; 23-06-2014 a 14:31.
|
23-06-2014, 14:45
|
#30
|
Esperto
Qui dal: Aug 2011
Messaggi: 1,131
|
Quote:
Originariamente inviata da Kaname92
Lui si è rivoltato contro di noi e nell'ultima metà dell'anno come compito di latino ci dava 6 frasi da tradurre: ognuna valeva un punto, massimo punteggio 6. Se traducevi "casa" invece di "abitazione" perdevi un punto .. un incubo!
E per chi conosce il latino ... le frasi da tradurre erano tipo "Rosa pulchra est" ed eravamo in quinto superiore. Ho dett tutto
|
un deficiente insomma
|
|
23-06-2014, 15:52
|
#31
|
Banned
Qui dal: Mar 2013
Ubicazione: salerno
Messaggi: 710
|
la scuola italiana è antiquata e strutturata male.
il metodo che usa è arrivismo allo stato puro, venire giudicati mediante dei voti ed essere ghettizzati in una determinata categoria non fa bene alla psiche degli alunni. La scuola apre le porte alle ansie e alle pressanti aspettative che il mondo si fa su di noi e che inesorabilmente saranno deluse, perché si depersonalizza il bambino, facendolo diventare un numero in balia di un mondo sempre più aggressivo.
si impara a scuola che dobbiamo essere sempre perfetti e che gli altri si aspettano questo e quell'altro da noi, soldatini programmati per essere i migliori sempre e comunque. ma noi non siamo perfetti siamo fallaci e questo bisognerebbe insegnare a scuola, a che serve snaturalizzare un essere umano, siamo fallaci e i voti servono solo a far sentire inferiori chi magari è bravo in qualcos'altro, si tende a far credere, che chi va male non troverà mai un lavoro, che non avrà mai successo, questo serve solo a demolire un essere umano, non a costruire una persona che crede in se stessa.
Diceva una vecchia canzone di luca carboni: I professori non ci chiedevano mai se eravamo felici...
|
|
23-06-2014, 17:44
|
#32
|
Esperto
Qui dal: Aug 2012
Messaggi: 1,101
|
Quote:
Originariamente inviata da mattia pascal
la scuola italiana è antiquata e strutturata male.
il metodo che usa è arrivismo allo stato puro, venire giudicati mediante dei voti ed essere ghettizzati in una determinata categoria non fa bene alla psiche degli alunni. La scuola apre le porte alle ansie e alle pressanti aspettative che il mondo si fa su di noi e che inesorabilmente saranno deluse, perché si depersonalizza il bambino, facendolo diventare un numero in balia di un mondo sempre più aggressivo.......
.. i voti servono solo a far sentire inferiori chi magari è bravo in qualcos'altro, si tende a far credere, che chi va male non troverà mai un lavoro, che non avrà mai successo, questo serve solo a demolire un essere umano, non a costruire una persona che crede in se stessa.
Diceva una vecchia canzone di luca carboni: I professori non ci chiedevano mai se eravamo felici...
|
D'accordissimo. In alcuni paesi europei infatti i ragazzi non vengono bocciati, ma accumulano dei debiti formativi che devono essere recuperati gradualmente.
Anche i metodi didattici possono aiutare in questo: l'apprendimento cooperativo insegna che il mio successo non serve se non lo metto a disposzione del gruppo, e insegna che in un gruppo possono servire doti diverse dal solo saper studiare (ad esempio saper incoraggiare, sdrammatizzare)
Non a caso il bullismo è maggiore in quei paesi dove è maggiore la competizione per il lavoro (come ad esempio in giappone). Oppure in quelli in cui vige l'idea che il mondo si divide in vincenti e perdenti (come negli Usa)
Il problema è anche che la scuola per lo più non sfrutta le competenze nascoste dei ragazzi: al di là delle competenze logico-verbali, non si va.
E spesso anche chi tenta di sviluppare le proprie doti particolari trova un muro. Proprio l'altro giorno ho visto una trasmissione (mi pare su rai 5) in cui un fumettista diceva che quando era ragazzo un noto disegnatore gli aveva detto di lasciar perdere. Quindi non è poi così facile capire il talento, anche perchè non è qualche cosa di statico. Se Van Gogh fosse rimasto fermo al suo stile inziiale non sarebbe diventato l'artista che è diventato, tanto per fare un esempio.
|
|
|
|
|
| |
| |