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Vecchio 05-03-2009, 12:11   #1
Avanzato
 

Vorrei commentare con voi la recensione del Dott. Roberto Vincenzi sul libro Se incontri il Buddha per la strada uccidilo
Sheldon B. Kopp

Ora non sò voi ma io non ho letto il libro, solo questa recensione, quindi non sò di cosa parla il libro (suppongo della stessa cosa scritta nella recensione).

ho messo in grassetto i punti che mi hanno interessato e affascinato maggiormente


Questo è il titolo, un po' provocatorio, di un libro molto interessante, scritto nel 1972 da Sheldon B. Kopp, psicoterapeuta di Washington.

Ma che cosa vuol dire uccidere il Buddha ?

Uccidere il Buddha, quando lo si incontra, significa superare il mito del maestro, del guru, del sacerdote, del terapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo, e assumerci la responsabilità di quello che facciamo, abbandonare l'idea che qualcun altro possa guidare le nostre scelte.

In altre parole, finché si è legati alla figura dei genitori e alla loro autorità, non si è mai veramente adulti, liberi, responsabili e realizzati.

Il guru o lo psicoterapeuta sono dei mezzi che aiutano a raggiungere se stessi, non sono il fine della nostra ricerca. Ucciderli significa riconoscere che sono strumenti di aiuto, compagni di strada che non vanno mitizzati. Essi sono figure umane importanti ma provvisorie, che ci accompagnano per un tratto della nostra vita.

Nel libro di Kopp, chi soffre psicologicamente viene paragonato ad un pellegrino, che spesso ha confuso l'atto di imparare con la vera conoscenza, per cui si mette a cercare fuori di sé un maestro, un guru, uno psicanalista.

Ciò che il paziente non sa, è che la sua vera forza è costituita dal suo desiderio di crescita.
Di questo il terapeuta deve essere consapevole.
Il terapeuta è un osservatore ed un catalizzatore. Non ha alcun potere di guarire il paziente, ma solo quello di aiutare il paziente a ritrovare le sue risorse.

Tuttavia, quello che avviene molto spesso, è il fatto che il paziente, pur sottoponendosi alla terapia, e insistendo a dire che vuole cambiare, in realtà desidera solo stare bene, senza cambiare nulla nella propria vita o nel proprio modo di pensare.

Carl Gustav Jung sosteneva che, per aiutare il paziente a ritrovare se stesso, il terapeuta ha pochi strumenti: la sua "anima", il suo modo di vivere, la sua vulnerabilità umana. Il terapeuta deve creare un'atmosfera "di sogno", in modo che il paziente possa abbandonare i riferimenti del mondo esterno e volgersi a se stesso.
Per questo motivo, il terapeuta deve evitare di cadere nella trappola del paziente, che cerca di costringerlo a dirgli cosa deve fare per essere felice e come deve vivere senza essere pienamente responsabile della sua vita.
Il terapeuta deve reagire fornendo immagini, parabole e metafore, usando il linguaggio poetico del mito e del sogno, evitando le risposte dirette, perché egli sa bene che:

"La via di cui si può parlare
non è la vera via
Il nome che può essere pronunciato
non è un nome costante".
(I Ching)

In questa atmosfera il paziente "forse riuscirà a conservare soltanto ciò che è disposto a perdere" ed ancora, in un'immagine molto bella, "il paziente deve rinunciare al controllo del cavallo, ma riconoscere di essere lui stesso un centauro".

Kopp mette poi in evidenza il fatto che, da sempre, gli uomini hanno compiuto pellegrinaggi per dare un significato alla loro vita, e che la metafora del viaggio del pellegrino: "è un ponte e mentre il pellegrino lo attraversa, il demonio cerca di afferrarlo dal di dietro e la morte lo attende all'altro estremo".

Questo viaggio può essere affrontato "con la guida di un pellegrino di professione", il terapeuta.
Il terapeuta trova la sua forza per aver affrontato, nel corso della sua preparazione, un viaggio nel profondo di sé stesso.

Si paragona poi l'attività del terapeuta a quella del maestro Zen, che sottopone l'allievo a dilemmi non risolvibili con la logica, per cui il paziente combatte i suoi problemi fino a quando, disperato, rinuncia oppure si arrende, e allora viene illuminato.
La vittoria più importante è arrendersi a se stessi, accettarsi, comprendendo che non esiste verità che non sia già evidente a tutti.

Il terapeuta offre al paziente soltanto ciò che già possiede e gli toglie ciò che non ha mai avuto.

Il terapeuta sa ciò che il cercatore non sa, cioè che siamo tutti pellegrini. Non c'è alcun maestro, non c'è alcun allievo.
La missione del vero terapeuta è un tentativo di liberare i suoi pazienti da lui. Il terapeuta istruisce nella tradizione di rompere con la tradizione, nel perdersi in modo da potersi ritrovare.

Per ciascuno di noi quindi, l'unica speranza risiede nei propri sforzi per completare la propria storia, non nell'interpretazione di un altro.
Devo tornare sui miei passi per trovare la strada di casa; la strada che un altro ha percorso, non mi ci porterà.


Concludo con un'altra citazione da "I Ching":

"Nessun piano cui non segua un declivio,
nessuna andata cui non segua un ritorno
Senza macchia è chi rimane perseverante nel pericolo."

("Il libro dei mutamenti", chiamato anche "I Ching" o "I King", è forse il primo dei testi classici cinesi. La sua prima stesura viene attribuita da molti all'Imperatore Fui, che regnò in Cina dal 2852 al 2737 avanti Cristo. Successivamente si ritiene che anche Lao Tzu (circa 600 a.C.), e Confucio (circa 551-479 a.C.) abbiano contribuito a successive stesure del testo.
E' stato definito il "libro della saggezza"; veniva e viene usato a scopo divinatorio, cioè per cercare di prevedere il futuro, per conoscere, vedere e spiegare i segni mostrati da Dio agli uomini. Il libro contiene una serie di massime di saggezza e descrizioni di situazioni. Il lettore pone a se stesso e ai Ching una domanda sul proprio futuro; poi consulta il libro con una particolare tecnica casuale, e ottiene l'indicazione.
I "Ching" sono stati studiati a lungo dallo psicanalista Carl Gustav Jung, creatore del concetto di "sincronicità" e cioè l'attenzione a quei fatti che succedono dentro e fuori di noi, senza una spiegazione razionale di causa-effetto.)


Io sono d'accordo con tutti i punti che ho sottolineato. Io personalmente sto seguendo questo percorso però alla luce degli ultimi eventi che hanno sconvolto il forum mi sto anche domando: ma in persone malate depressione o altre patologie serie..la forza d'animo della persona quanto può influire sulla sua guarigione.

A PARTE QUESTA MIA ULTIMA PARENTESI, DISCUTIAMONE, COSA NE PENSATE DI QUESTE IDEE..sempre che siate arrivati fino qui a leggere:P
Vecchio 05-03-2009, 12:38   #2
Intermedio
L'avatar di Fabiofilosofo
 

Penso che il Buddhismo non intenda affatto il Buddha come Guru rassicurante che ti protegge sotto la sua ala. Chi ha scritto queste cose non conosce il Buddhismo. A tal proposito riporto un insegnamento del Buddha, che recitava più o meno così:
"La mia Via (Dharma) è come una Zattera che vi servirà per raggiungere la terraferma,ma non dovete commettere l'errore di portarvi dietro la zattera anche quando sarete arrivati..Anche il Dharma (la zattera) va abbandonato,una volta che lo si sia raggiunto."
In altre parole, il Risvegliato sta dicendo che l'errore che molti fanno, e che li fa giungere ad un PASSO dall'Illuminazione (che quindi non raggiungeranno Mai), è quello di ATTACCARSI alla dottrina come ad una specie di panacea,di medicina miracolosa. La via per Liberarsi passa dal distacco,anche da quello della dottrina salvifica.
Credo di concordare con l'autore sul ruolo dei genitori. Essi come il Buddha sono una Porta aperta verso la propria realizzazione,ma non sono LA realizzazione.
Vecchio 05-03-2009, 14:13   #3
Principiante
L'avatar di Cratos
 

Credo che questo è riferito a chi è ormai prossimo all'Illuminazione piuttosto che ai comuni mortali come noi.... ovvero, prima di abbandonare il Dharma o ,secondo la metafora, uccidere il Buddha bisogna prima averlo raggiunto, ovvio no? Come fai ad abbandonare qualcosa che non hai?
QUindi solo chi è a un passo dall'illuminazione puà capire il senso di quella frase e quella è la cosa più difficile da fare (e ovviamente anche tutto il resto), ma è l'ultimo passo da compiere per chi vuole raggiungere finalmente la liberazione.

Quindi roba per praticanti avanzati

PS: Bello leggere finalmente un topoic sul buddhismo invece dei soliti su come romorchiare, ragazze, e cazzate varie
Vecchio 05-03-2009, 16:13   #4
Esperto
L'avatar di Chioccioccolata
 

Quote:
Originariamente inviata da Cratos
Credo che questo è riferito a chi è ormai prossimo all'Illuminazione piuttosto che ai comuni mortali come noi.... ovvero, prima di abbandonare il Dharma o ,secondo la metafora, uccidere il Buddha bisogna prima averlo raggiunto, ovvio no? Come fai ad abbandonare qualcosa che non hai?
QUindi solo chi è a un passo dall'illuminazione puà capire il senso di quella frase e quella è la cosa più difficile da fare (e ovviamente anche tutto il resto), ma è l'ultimo passo da compiere per chi vuole raggiungere finalmente la liberazione.

Quindi roba per praticanti avanzati

PS: Bello leggere finalmente un topoic sul buddhismo invece dei soliti su come romorchiare, ragazze, e cazzate varie
Quoto (soprattutto le ultime due frasi! :P )
Aggiungo però che secondo me prima di riuscire effettivamente ad "uccidere il Buddha" è utile se non necessario capirne la verità e l'importanza.
Vecchio 05-03-2009, 17:20   #5
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Chi ha scritto queste cose non solo non conosce il buddhismo ma ha seri problemi di mente! Questo Dott. Vincenzi farebbe bene a curarsi invece di istigare i tanti imbecilli più ignoranti di lui al bullismo.
E' sconcertante certa gente, anche perché le chiavi di lettura potrebbero essere tante e un bullo idiota potrebbe interpretarlo nel peggiore dei modi prendendone esempio.

Poi si meravigliano che il fenomeno del bullismo è sempre più in aumento e i giovani sono sempre più aggressivi e violenti! :?

Bhà..
Vecchio 05-03-2009, 17:25   #6
Esperto
L'avatar di JohnReds
 

Che bello J4ck che anche te ti dedichi ai topic interessanti. (zen rulez!)

Comunque, devo dare (in parte) ragione a chi lo ha definito "per praticanti avanzati".
Penso sia più utile a chi come me è in una "terra di mezzo", non è fobico ma nemmeno normale...per chi ha fobie pesanti questa roba è ancora troppo sofisticata, nel senso che guarda più nel sottile...

Mi hanno colpito di più sono i punti dove si spiega che il terapeuta è come una levatrice, deve "farci tirare fuori" la verità, una specie di socrate insomma. Non è un dottore che ci guarisce o un chirurgo che ci opera, e noi che stiamo lì belli tranquilli ad aspettare che abbia finito...ci dobbiamo mettere del nostro.

Io non sono mai stato da un terapeuta, ma mi sono accorto, leggendo quel brano, che non era, come pensavo, perchè "non ne avevo bisogno", oppure "posso fare da solo, sono un tipo orgolioso".

In realtà volevo fare da solo seguendo le mie soluzioni, la mia strada: via non mi portava a nulla e non mi metteva in discussione...era il tentativo di cambiare senza troppi sforzi...ed è fallito.

Mi risultava odioso andare da uno psicologo perchè mi risultava odioso essere messo di fronte alla realtà.

Insomma è fondamentale, per stare bene veramente, esercitare noi stessi una presa di coscienza della realtà...con la nostra volontà, senza aspettarci "maestri" che ci versino la pappa pronta.
Vecchio 05-03-2009, 17:31   #7
Avanzato
 

Ma secondo me chi ha scritto la recensione NON VOLEVA PARLARE DI BUDDISMO...

Quote:
Originariamente inviata da Cratos
.....uccidere il Buddha bisogna prima averlo raggiunto, ovvio no? Come fai ad abbandonare qualcosa che non hai?
Secondo me il senso di tutto e l'opposto nessuno ci può aiutare a risolvere i nostri poblemi... SOLO noi possimo...

e NOI stessi ABBIAMO GIA' LA SOLUZIONE per risolverli ma abbiamo paura di applicarla perchè applicarla significherebbe crescere e cambiare.

Quote:
PS: Bello leggere finalmente un topoic sul buddhismo invece dei soliti su come romorchiare, ragazze, e cazzate varie
Beh ti sbagli...si parla anche di quello ovvero come RIMORCHIARE LE REGAZZE e qua si dice anche la soluzione al problema...cosa vuoi di + dalla vita... Ecco la soluzione...

La vittoria più importante è arrendersi a se stessi, accettarsi, comprendendo che non esiste verità che non sia già evidente a tutti.

e che dire..quest'altra poi è favolosa spiega ancora meglio come fare.

Per ciascuno di noi quindi, l'unica speranza risiede nei propri sforzi per completare la propria storia, non nell'interpretazione di un altro.
Devo tornare sui miei passi per trovare la strada di casa; la strada che un altro ha percorso, non mi ci porterà.
Vecchio 05-03-2009, 17:34   #8
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Chi ha scritto queste cose non solo non conosce il buddhismo ma ha seri problemi di mente! Questo Dott. Vincenzi farebbe bene a curarsi invece di istigare i tanti imbecilli più ignoranti di lui al bullismo.
E' sconcertante certa gente, anche perché le chiavi di lettura potrebbero essere tante e un bullo idiota potrebbe interpretarlo nel peggiore dei modi prendendone esempio.

Poi si meravigliano che il fenomeno del bullismo è sempre più in aumento e i giovani sono sempre più aggressivi e violenti! :?

Bhà..
cioè??????spiegati meglio con esempi e tue interpretazioni altrimenti non si capisce nulla.
Vecchio 05-03-2009, 17:39   #9
Esperto
L'avatar di Chioccioccolata
 

Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Chi ha scritto queste cose non solo non conosce il buddhismo ma ha seri problemi di mente! Questo Dott. Vincenzi farebbe bene a curarsi invece di istigare i tanti imbecilli più ignoranti di lui al bullismo.
E' sconcertante certa gente, anche perché le chiavi di lettura potrebbero essere tante e un bullo idiota potrebbe interpretarlo nel peggiore dei modi prendendone esempio.

Poi si meravigliano che il fenomeno del bullismo è sempre più in aumento e i giovani sono sempre più aggressivi e violenti! :?

Bhà..
Non capisco cosa c'entri il bullismo...la frase "uccidi il tuo buddha" è-a quanto ho capito-metaforica in tutti i sensi.
Vecchio 05-03-2009, 17:49   #10
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Eppure mi sembrava tanto chiaro(anche perché non ho usato metafore o giri di parole)..Cos'è che non capisci?
Hai letto le parole di questo tizio? Se le hai lette non puoi non notare che potrebbe essere un' istigazione al bullismo! Non ho bisogno di nessuna allusione per dire che per me è un'istigazione al bullismo. Poi dipende dalla persona che legge questa roba. Non dico che siano tutti potenziali bulli ma qualche cretino che leggendo questa roba potrebbe commettere azioni violente verso un altro individuo potrebbe esserci.
Ho avuto esperienze di questo tipo con una persona che improvvisamente si è trasformata in persona violenta(come se la sua mente fosse stata armata contro di me)ecco perché dico questo!
Vecchio 05-03-2009, 17:54   #11
Esperto
L'avatar di SiVieneESiVa
 

Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Eppure mi sembrava tanto chiaro(anche perché non ho usato metafore o giri di parole)..Cos'è che non capisci?
Hai letto le parole di questo tizio? Se le hai lette non puoi non notare che potrebbe essere un' istigazione al bullismo! Non ho bisogno di nessuna allusione per dire che per me è un'istigazione al bullismo. Poi dipende dalla persona che legge questa roba. Non dico che siano tutti potenziali bulli ma qualche cretino che leggendo questa roba potrebbe commettere azioni violente verso un altro individuo potrebbe esserci.
Ho avuto esperienze di questo tipo con una persona che improvvisamente si è trasformata in persona violenta(come se la sua mente fosse stata armata contro di me)ecco perché dico questo!
"non l'ho ancora capito" (cit.)

o parli del fatto di "arrendersi"...?
Vecchio 05-03-2009, 17:59   #12
Esperto
L'avatar di Chioccioccolata
 

Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Hai letto le parole di questo tizio? Se le hai lette non puoi non notare che potrebbe essere un' istigazione al bullismo! Non ho bisogno di nessuna allusione per dire che per me è un'istigazione al bullismo. Poi dipende dalla persona che legge questa roba. Non dico che siano tutti potenziali bulli ma qualche cretino che leggendo questa roba potrebbe commettere azioni violente verso un altro individuo potrebbe esserci.
Scusa ma mi sembra un ragionamento campato un pò per aria.
A questo livello qualunque cosa potrebbe essere un'istigazione al bullismo,un film,un videogioco violento,la bibbia...
Vecchio 05-03-2009, 18:21   #13
Avanzato
 

Quote:
Originariamente inviata da SiVieneESiVa
Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Eppure mi sembrava tanto chiaro(anche perché non ho usato metafore o giri di parole)..Cos'è che non capisci?
Hai letto le parole di questo tizio? Se le hai lette non puoi non notare che potrebbe essere un' istigazione al bullismo! Non ho bisogno di nessuna allusione per dire che per me è un'istigazione al bullismo. Poi dipende dalla persona che legge questa roba. Non dico che siano tutti potenziali bulli ma qualche cretino che leggendo questa roba potrebbe commettere azioni violente verso un altro individuo potrebbe esserci.
Ho avuto esperienze di questo tipo con una persona che improvvisamente si è trasformata in persona violenta(come se la sua mente fosse stata armata contro di me)ecco perché dico questo!
"non l'ho ancora capito" (cit.)

o parli del fatto di "arrendersi"...?

LA questione bullismo non l'ho capita e attendo che l'utente in questione faccia degli esempi CHIARI...

Pero voglio aggiungere o meglio sottilineare un'altra cosa...che cmq ha già detto JohnReds

Quote:
Io non sono mai stato da un terapeuta, ma mi sono accorto, leggendo quel brano, che non era, come pensavo, perchè "non ne avevo bisogno", oppure "posso fare da solo, sono un tipo orgolioso".

In realtà volevo fare da solo seguendo le mie soluzioni, la mia strada: via non mi portava a nulla e non mi metteva in discussione...era il tentativo di cambiare senza troppi sforzi...ed è fallito.

Insomma è fondamentale, per stare bene veramente, esercitare noi stessi una presa di coscienza della realtà...con la nostra volontà, senza aspettarci "maestri" che ci versino la pappa pronta.

IL BRUTTO è che tutto quello che ho detto io, JohnReds e il Dott. Vincenzi e anche qualcuno di voi NON SONO COSE SEMPLICI.....

Il rischio è ALTO....


Il rischio di di trovare false soluzioni che fanno inizialmente stare meglio e poi riportano tutto allo stato iniziale anzi peggiore...

Il rischio di interpretare male le parole...

infatti adesso mentre stavo scrivendo in privato a Johnreds pensavo proprio a questo...ogni parola può avere diversi significati...e il significato che diamo noi a queste parole che fà la differenza in tutto...
Vecchio 05-03-2009, 18:46   #14
Esperto
L'avatar di Who_by_fire
 

Il discorso della levatrice è Socrate. Il discorso dell' "uccidi il buddha" è la storia dell' "uccidere il padre" di Freud.
Vecchio 05-03-2009, 20:50   #15
Esperto
L'avatar di -GUERRIERO-ITALIANO-
 

io credo che specie all inizio di qualsiasi sentiero spirituale ci sia bisogno di un maestro buddha aveva discepoli gesu aveva discepoli lo stesso arjuna fu discepolo di krishna.....solo le grandi menti illuminate non hanno bisogno di un maestro e non e' il caso mio
Vecchio 06-03-2009, 01:28   #16
Esperto
L'avatar di valmor
 

Concordo pienamente con la recensione ed è chiaro che il Buddha è una metafora della figura del terapeuta o della guida spirituale. Interessante argomento la concezione del terapeuta e il rapporto col paziente. Il terapeuta non può guarire i problemi mentali, ciò che fa è analizzare le nostre credenze e interpretazioni di eventi e di noi stessi fornendoci il suo punto di vista esterno e non viziato da eventuali disturbi su questi. Ma poi siamo noi, avendo acquisito questi nuovi input che dovremmo cambiarci. Come? Per me modificando i nostri comportamenti e le nostre convinzioni e schemi di pensiero fobici per alcuni non necessariamente più veri o falsi ma più utili e funzionali ad ottenere almeno obiettivi minimi nella vita limitando per quanto possibile gli evitamenti e sofferenze dovuti ad ansia sociale.

In fondo noi fobici vediamo le persone e situazioni attraverso delle lenti che ci fanno vedere pericoli e provare paura e ansia anche quando non sono giustificate e quindi contro il nostro interesse e benessere mentale. Ma comportamento e pensieri sono legati a doppio filo, mettiamo che si riesca a modificare le lenti per alcune meno fobiche credendo davvero alla nuova visione, ma poi si affrontano situazioni sociali fallendo o comportandosi in modo socialmente incompetente, ed ecco che i vecchi schemi di pensiero tornano riconfermati. Infatti alcune terapie pongono il cambio del comportamento come fattore principale per mutare poi anche i pensieri fobici spesso radicatisimi e automatici. Secondo me vanno cambiati entrambi, in modo che comportamento (nostra interfaccia col mondo) e pensiero siano coerenti e non si smentiscano troppo a vicenda, e risultati positivi rinforzino lentamente idee positive e non viceversa. Tornando in tema credo che il rapporto paziente terapeuta benefici di un periodo almeno iniziale in cui il paziente vede il dottore come una figura che può guarirlo; questo aiuta ad assorbire nuove idee e a "crederci", cosa che per me è in parte istintiva, irrazionale, illusoria ma fondamentale. Io non sono mai riuscito a prendere il terapeuta come una guida o uno che poteva davvero guarirmi, e mi è mancata quella spinta e in parte illusione "utile" contribuendo ad una non riuscita...comunque chiaramente ognuno deve provare per sè e costruirsi la sua strada personalizzata.
Vecchio 08-03-2009, 14:02   #17
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Quote:
Originariamente inviata da valmor
In fondo noi fobici vediamo le persone e situazioni attraverso delle lenti che ci fanno vedere pericoli e provare paura e ansia anche quando non sono giustificate e quindi contro il nostro interesse e benessere mentale.
No, non sono d'accordo. Comunque ognuno ha le sue idee in base anche a quello che ha o non ha vissuto di persona e quando non si vivono le cose, si sa è sempre facile giudicare i fobici come persone che vedono attraverso delle lenti di ingrandimento.
Vecchio 08-03-2009, 14:09   #18
Principiante
L'avatar di Open_Eyes
 

Quote:
Originariamente inviata da Chioccioccolata
Scusa ma mi sembra un ragionamento campato un pò per aria.
A questo livello qualunque cosa potrebbe essere un'istigazione al bullismo,un film,un videogioco violento,la bibbia...
No, non è campato per aria non ti preoccupare. I videogiochi violenti infatti esistono, così come i film o pubblicità istigatorie e non sono certo io a dirlo ma persone che si occupano di queste cose. Informati se ancora non l'hai fatto così eviti di dire tu cose campate per aria.

Saluti
Vecchio 08-03-2009, 14:14   #19
Esperto
L'avatar di Milo
 

Quote:
Originariamente inviata da Open_Eyes
Quote:
Originariamente inviata da Chioccioccolata
Scusa ma mi sembra un ragionamento campato un pò per aria.
A questo livello qualunque cosa potrebbe essere un'istigazione al bullismo,un film,un videogioco violento,la bibbia...
No, non è campato per aria non ti preoccupare. I videogiochi violenti infatti esistono, così come i film o pubblicità istigatorie e non sono certo io a dirlo ma persone che si occupano di queste cose. Informati se ancora non l'hai fatto così eviti di dire tu cose campate per aria.

Saluti
Quindi dovremmo censurare tutto?
Vecchio 08-03-2009, 17:25   #20
Esperto
L'avatar di Ramirez
 

Quote:
Originariamente inviata da J4ck
Vorrei commentare con voi la recensione del Dott. Roberto Vincenzi sul libro Se incontri il Buddha per la strada uccidilo
Sheldon B. Kopp

Ora non sò voi ma io non ho letto il libro, solo questa recensione, quindi non sò di cosa parla il libro (suppongo della stessa cosa scritta nella recensione).

ho messo in grassetto i punti che mi hanno interessato e affascinato maggiormente


Questo è il titolo, un po' provocatorio, di un libro molto interessante, scritto nel 1972 da Sheldon B. Kopp, psicoterapeuta di Washington.

Ma che cosa vuol dire uccidere il Buddha ?

Uccidere il Buddha, quando lo si incontra, significa superare il mito del maestro, del guru, del sacerdote, del terapeuta; significa rinunciare al ruolo di discepolo, e assumerci la responsabilità di quello che facciamo, abbandonare l'idea che qualcun altro possa guidare le nostre scelte.

In altre parole, finché si è legati alla figura dei genitori e alla loro autorità, non si è mai veramente adulti, liberi, responsabili e realizzati.

Il guru o lo psicoterapeuta sono dei mezzi che aiutano a raggiungere se stessi, non sono il fine della nostra ricerca. Ucciderli significa riconoscere che sono strumenti di aiuto, compagni di strada che non vanno mitizzati. Essi sono figure umane importanti ma provvisorie, che ci accompagnano per un tratto della nostra vita.

Nel libro di Kopp, chi soffre psicologicamente viene paragonato ad un pellegrino, che spesso ha confuso l'atto di imparare con la vera conoscenza, per cui si mette a cercare fuori di sé un maestro, un guru, uno psicanalista.

Ciò che il paziente non sa, è che la sua vera forza è costituita dal suo desiderio di crescita.
Di questo il terapeuta deve essere consapevole.
Il terapeuta è un osservatore ed un catalizzatore. Non ha alcun potere di guarire il paziente, ma solo quello di aiutare il paziente a ritrovare le sue risorse.

Tuttavia, quello che avviene molto spesso, è il fatto che il paziente, pur sottoponendosi alla terapia, e insistendo a dire che vuole cambiare, in realtà desidera solo stare bene, senza cambiare nulla nella propria vita o nel proprio modo di pensare.

Carl Gustav Jung sosteneva che, per aiutare il paziente a ritrovare se stesso, il terapeuta ha pochi strumenti: la sua "anima", il suo modo di vivere, la sua vulnerabilità umana. Il terapeuta deve creare un'atmosfera "di sogno", in modo che il paziente possa abbandonare i riferimenti del mondo esterno e volgersi a se stesso.
Per questo motivo, il terapeuta deve evitare di cadere nella trappola del paziente, che cerca di costringerlo a dirgli cosa deve fare per essere felice e come deve vivere senza essere pienamente responsabile della sua vita.
Il terapeuta deve reagire fornendo immagini, parabole e metafore, usando il linguaggio poetico del mito e del sogno, evitando le risposte dirette, perché egli sa bene che:

"La via di cui si può parlare
non è la vera via
Il nome che può essere pronunciato
non è un nome costante".
(I Ching)

In questa atmosfera il paziente "forse riuscirà a conservare soltanto ciò che è disposto a perdere" ed ancora, in un'immagine molto bella, "il paziente deve rinunciare al controllo del cavallo, ma riconoscere di essere lui stesso un centauro".

Kopp mette poi in evidenza il fatto che, da sempre, gli uomini hanno compiuto pellegrinaggi per dare un significato alla loro vita, e che la metafora del viaggio del pellegrino: "è un ponte e mentre il pellegrino lo attraversa, il demonio cerca di afferrarlo dal di dietro e la morte lo attende all'altro estremo".

Questo viaggio può essere affrontato "con la guida di un pellegrino di professione", il terapeuta.
Il terapeuta trova la sua forza per aver affrontato, nel corso della sua preparazione, un viaggio nel profondo di sé stesso.

Si paragona poi l'attività del terapeuta a quella del maestro Zen, che sottopone l'allievo a dilemmi non risolvibili con la logica, per cui il paziente combatte i suoi problemi fino a quando, disperato, rinuncia oppure si arrende, e allora viene illuminato.
La vittoria più importante è arrendersi a se stessi, accettarsi, comprendendo che non esiste verità che non sia già evidente a tutti.

Il terapeuta offre al paziente soltanto ciò che già possiede e gli toglie ciò che non ha mai avuto.

Il terapeuta sa ciò che il cercatore non sa, cioè che siamo tutti pellegrini. Non c'è alcun maestro, non c'è alcun allievo.
La missione del vero terapeuta è un tentativo di liberare i suoi pazienti da lui. Il terapeuta istruisce nella tradizione di rompere con la tradizione, nel perdersi in modo da potersi ritrovare.

Per ciascuno di noi quindi, l'unica speranza risiede nei propri sforzi per completare la propria storia, non nell'interpretazione di un altro.
Devo tornare sui miei passi per trovare la strada di casa; la strada che un altro ha percorso, non mi ci porterà.


Concludo con un'altra citazione da "I Ching":

"Nessun piano cui non segua un declivio,
nessuna andata cui non segua un ritorno
Senza macchia è chi rimane perseverante nel pericolo."

("Il libro dei mutamenti", chiamato anche "I Ching" o "I King", è forse il primo dei testi classici cinesi. La sua prima stesura viene attribuita da molti all'Imperatore Fui, che regnò in Cina dal 2852 al 2737 avanti Cristo. Successivamente si ritiene che anche Lao Tzu (circa 600 a.C.), e Confucio (circa 551-479 a.C.) abbiano contribuito a successive stesure del testo.
E' stato definito il "libro della saggezza"; veniva e viene usato a scopo divinatorio, cioè per cercare di prevedere il futuro, per conoscere, vedere e spiegare i segni mostrati da Dio agli uomini. Il libro contiene una serie di massime di saggezza e descrizioni di situazioni. Il lettore pone a se stesso e ai Ching una domanda sul proprio futuro; poi consulta il libro con una particolare tecnica casuale, e ottiene l'indicazione.
I "Ching" sono stati studiati a lungo dallo psicanalista Carl Gustav Jung, creatore del concetto di "sincronicità" e cioè l'attenzione a quei fatti che succedono dentro e fuori di noi, senza una spiegazione razionale di causa-effetto.)


Io sono d'accordo con tutti i punti che ho sottolineato. Io personalmente sto seguendo questo percorso però alla luce degli ultimi eventi che hanno sconvolto il forum mi sto anche domando: ma in persone malate depressione o altre patologie serie..la forza d'animo della persona quanto può influire sulla sua guarigione.

A PARTE QUESTA MIA ULTIMA PARENTESI, DISCUTIAMONE, COSA NE PENSATE DI QUESTE IDEE..sempre che siate arrivati fino qui a leggere:P

Uccidi il Buddha se lo incontri,
ma prima devi incontrarlo, altrimenti come l'uccidi ??

Scherzo.......

Ciao :wink:
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