E' un classico...il ragazzino/a che scrive sul diario per sfogarsi...Però credo possa fare bene a tutti perché scrivendo si osservano le cose con un certo distacco, familiarizzandosi anche con emozioni che magari, spesso, avevano persino nascosto a noi stessi...
Non mi sto riferendo naturalmente a una sorta di psicoanalisi fai da te in cui si cerchino di far luce sulle origini remote dei propri problemi, abbandonandosi a un'esaltazione del passato che è mero narcisismo, bensì al semplice scrivere di se stessi: delle cose che ci capitano quindi, delle situazioni, delle reazioni...
Anais Nin, bravissima scrittrice francese dalla vita molto intensa, anche sentimentale, scrisse moltissimi diari in cui narra della sua vita e che, oggi, sono considerati veri e propri capolavori...Penso anche alle pagine autobiografiche del Casanova...
Su internet alcune pagine, anche serie, parlano della scrittura autobiografica come di una vera e propria terapia, una sorta di tecnologia del sé che ci permetterebbe di crescere, maturando, e di osservare la propria vita in una diversa prospettiva...
Magari si può cominciare a parlare del passato fino ad arrivare al presente...
Questa tecnica della scrittura autobiografica è largamente utilizzata anche nella psicoterapia più moderna. Giorgio Nardone, fondatore del Cento di terapia strategica di Arezzo, la chiama SCRIVERE IL PROPRIO ROMANZO CRIMINALE; nel senso che si chiede alla persona che soffre, che magari ha dei pentimenti e dei rimpianti, di buttarli giù in modo di prenderne le distanze...
Anche chi non ha particolari problemi può trovare giovamento dalla scrittura autobiografica come una sorta di esercizio all'autenticità...Un po' come tornarsene a casa insomma...
Che ne pensate?