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Vecchio 10-06-2013, 14:11   #1
Avanzato
L'avatar di Antonio90
 

Ho sempre avuto un problema, un chiodo fisso: quello di farmi rispettare dagli altri. Ero e forse sono tutt'ora un po' nevrotico. Ho aspettative non reali riguardo alle altre persone.

Come credo altri qui dentro sono stato spesso preso in giro qui e là, sia a scuola che fuori dalla scuola. Uno magari mi diceva qualcosa di storto (storto dal mio punto di vista) anche solo per scherzare. Io non reagivo ma iniziavo a pensarci dopo un po' a quel qualcosa di storto. Ci pensavo quando ancora ero in classe e non riuscivo a seguire le lezioni dal tanto che ci pensavo, mentre tornavo a casa, mentre ero chiuso in camera mia a divertirmi, mentre andavo a letto.

E non mi godevo mai il momento presente... ero radicato nel passato, o sulla reazione eventuale da avere in futuro di fronte ad un evento simile.

Incredibile, proprio perché mi sono preso troppo sul serio in troppe occasioni, sono finito in infinite occasioni vittima di prese per il culo. Sono stato ridicolizzato più e più volte.

Non sono mai stato preso a botte da nessuno, forse perché subivo senza replicare, eppure sono andato in stati preudodepressivi più o meno lunghi solo per delle parole. Solo perché X o Y pensavano che ero uno sfigato, e non un figo.

Ultimamente però ho preso sempre più consapevolezza di una cosa: che siamo sempre noi infondo che decidiamo.

Siamo noi che decidiamo di offenderci, di sentirci mancare di rispetto, di sentirci sfigati, depressi... non lo fanno di certo gli altri al posto nostro.

Comincio a pensare che il "rispetto" non sia nemmeno reale. E' una cosa che sta nelle teste delle altre persone, tra quei 1100 e 1300 cm cubi di cervello che ognuno di noi si ritrova. E' solo lì dentro, mica nella realtà.

Oggi a scuola o a lavoro ti hanno mancato gravemente di rispetto. Che cosa "devi" fare? Beh ovvio, correre a chiuderti in casa e sentirti male, depresso, metterti a piangere... scrivere un post di sfogo di 3 pagine su fobia sociale per deprimerti con i tuoi simili... o fare altre cose simili che ti buttano ancora più giù.

No. La verità è che non "devi" fare proprio niente. E' tutta una tua scelta. La verità è che sono solo pensieri che stanno nella testa di altre persone. E tu nel momento in cui ti deprimi permetti al tuo cervello di dare priorità ai pensieri dei cervelli altrui rispetto ai pensieri tuoi.

Ognuno ha il diritto di pensare quello che vuole. Anche tu.


Cito un sillogismo di un libro che ultimamente è tipo la mia bibbia:

Premessa maggiore: Io posso controllare i miei pensieri

Premessa minore: I miei stati d'animo discendono dai miei pensieri

Conclusione: Io posso controllare i miei stati d'animo



Secondo me è fondamentale ricordarsi questo in ogni momento della vita. Tu controlli i tuoi stati d'animo, non gli altri.

Se vi sentite sfigati, presi in giro da altri, ricordatevi quel sillogismo. Tenete in circolo nel vostro cervello una grossa dose di consapevolezza. Leggete "Le vostre zonee erronee" di Dyer. O qualsiasi altra cosa vi aiuti a prendere consapevolezza delle potenzialità che avete dentro la testa.

Io per il mio prendermi troppo sul serio, per il "rispetto" e per orgoglio mi sono bruciato un sacco di occasioni e amicizie.

Ho perso svariati amici perché pensavo non mi portassero abb rispetto. Quando probabilmente tutto quello che facevano era scherzare e basta. Mi sono bruciato un sacco di occasioni per conoscere ragazze perché temevo eventuali figure di merda e tendo a farlo tutt'ora. E tutt'ora sono senza ragazza.


Non ho di certo risolto tutti i miei problemi ma questo per me è stato un inizio. Ci tenevo a ripassarlo anche per me, magari sarà l'inizio di un nuovo modo di pensare anche per voi.
Vecchio 19-06-2013, 00:33   #2
Principiante
 

Sei molto avanti per la tua età, sei del 90 vero?? Cmq anche io mi sto interessando a queste cose tipo legge di attrazione e affermazioni e ti dico che mi hanno quasi curato del tutto le mie ansie. Devo aggiungere anche la meditazione che la pratico da 1 anno( ho iniziato a 19anni )e mi ha cambiato completamente il modo di vedere le cose. Il fatto è che quando ci capita un problema invece di semplicemente osservarlo e capirne la sua natura senza nessuna forma di attaccamento (ossia dire 'ok sei li' grazie di esserti presentato problema, piacere di conoscerti) . Il cervello umano è molto plastico e se nella tua mente un problema può essere titanico nella mente di un altra persona è meno di una puntura di zanzara. Tutto sta nel modo in cui guardiamo le cose. Le nostre ansie e paure ci rendono ottusi ma in realtà ci sarebbero mille modi di reagire ai problemi senza ansia e attaccamento. Un altra cosa che mi ha aiutato è stato ripetermi mille e mille volte al giorno che io sono degna del rispetto di tutti e sono degna di amore semplicemente in qualità di essere umano. E il potere che ha questa frase è immenso, ho scoperto parti di me che non avrei mai creduto possibili e amare se stessi è la storia d amore più bella che possiamo creare. Spero di averti aiutato
Vecchio 19-06-2013, 00:58   #3
Banned
 

No, il rispetto esiste, ed è una cosa concreta, che ha una portata reale sulle nostre azioni.

Ma ovviamente non era quello che intendevi tu. Hai fatto bene a liberarti da questa ossessione per il raggiungimento di un rispetto distorto, e se ti fa bene puoi anche approssimare dicendo che il rispetto non esiste.

Un giorno tuttavia potresti riconsiderare partendo dalla considerazione che la reputazione è la chiave di lettura delle azioni di una persona.
Un proverbio napoletano dice fatte 'a nnumenata e và a sfasciare 'e chiese. Cioé che con una buona reputazione anche se vai a distruggere le chiese nessuno penserà che sei cattivo.

La reputazione ha un funzionamento su basi psicologiche, legata al fatto che noi inferiamo le schematizzazioni che ci permettono di vivere non solo dalle azioni delle persone ma anche da euristiche predittive, note in termini meno arzigogolati come "pregiudizi". I pregiudizi ci aiutano a fare scelte veloci seppur approssimate, e non sono in loro una cattiva cosa, mentre essere schiavi di essi e non avere l'elasticità di cambiare idea lo è.

Quindi la reputazione è qualcosa che va salvaguardata. Ma un eccesso di zelo può creare l'effetto opposto.
Secondo te Antonio, i tuoi amici dell'epoca avevano una buona reputazione di te, considerando che andavi in paranoia per ogni sciocchezza?

E' chiaro che l'interpretazione delle tue azioni era giocoforza distorta in loro dal percepirti come un "frignone", uno che si lamenta per niente. Così anche quando le tue rimostranze erano legittime, loro non gli attribuivano peso. Ecco perché continuavano a sfotterti. E tu rafforzavi l'idea di dover esigere "rispetto", attraverso comportamenti disfunzionali.


Comunque la tua riflessione è positiva, e mi auguro ti porti a trovare un'equilibrio tra eccessiva attenzione del parere altrui e totale noncuranza.
Vecchio 19-06-2013, 00:59   #4
Avanzato
L'avatar di Antonio90
 

Quote:
Originariamente inviata da MagicSound Visualizza il messaggio
Sei molto avanti per la tua età, sei del 90 vero?? Cmq anche io mi sto interessando a queste cose tipo legge di attrazione e affermazioni e ti dico che mi hanno quasi curato del tutto le mie ansie. Devo aggiungere anche la meditazione che la pratico da 1 anno( ho iniziato a 19anni )e mi ha cambiato completamente il modo di vedere le cose. Il fatto è che quando ci capita un problema invece di semplicemente osservarlo e capirne la sua natura senza nessuna forma di attaccamento (ossia dire 'ok sei li' grazie di esserti presentato problema, piacere di conoscerti) . Il cervello umano è molto plastico e se nella tua mente un problema può essere titanico nella mente di un altra persona è meno di una puntura di zanzara. Tutto sta nel modo in cui guardiamo le cose. Le nostre ansie e paure ci rendono ottusi ma in realtà ci sarebbero mille modi di reagire ai problemi senza ansia e attaccamento. Un altra cosa che mi ha aiutato è stato ripetermi mille e mille volte al giorno che io sono degna del rispetto di tutti e sono degna di amore semplicemente in qualità di essere umano. E il potere che ha questa frase è immenso, ho scoperto parti di me che non avrei mai creduto possibili e amare se stessi è la storia d amore più bella che possiamo creare. Spero di averti aiutato
Yes sono del 90 sono d'accordo con ogni cosa che hai detto. Da un po' di tempo ho iniziato a credere che meditazione e consapevolezza dovrebbero insegnarla nelle scuole

Anche io ho ridotto di tantissimo le mie ansie sopratutto negli ultimi mesi. Al momento ho solo una specie di desiderio che influenza ogni tanto il mio stato d'animo. Il voler uscire con una persona del sesso opposto e in qualche modo amarla e essere amato... quello mi è rimasto ancora e mi fa passare momenti no di tanto in tanto
Vecchio 19-06-2013, 01:09   #5
Avanzato
L'avatar di Antonio90
 

Quote:
Originariamente inviata da Marco Russo Visualizza il messaggio
No, il rispetto esiste, ed è una cosa concreta, che ha una portata reale sulle nostre azioni.

Ma ovviamente non era quello che intendevi tu. Hai fatto bene a liberarti da questa ossessione per il raggiungimento di un rispetto distorto, e se ti fa bene puoi anche approssimare dicendo che il rispetto non esiste.

Un giorno tuttavia potresti riconsiderare partendo dalla considerazione che la reputazione è la chiave di lettura delle azioni di una persona.
Un proverbio napoletano dice fatte 'a nnumenata e và a sfasciare 'e chiese. Cioé che con una buona reputazione anche se vai a distruggere le chiese nessuno penserà che sei cattivo.

La reputazione ha un funzionamento su basi psicologiche, legata al fatto che noi inferiamo le schematizzazioni che ci permettono di vivere non solo dalle azioni delle persone ma anche da euristiche predittive, note in termini meno arzigogolati come "pregiudizi". I pregiudizi ci aiutano a fare scelte veloci seppur approssimate, e non sono in loro una cattiva cosa, mentre essere schiavi di essi e non avere l'elasticità di cambiare idea lo è.

Quindi la reputazione è qualcosa che va salvaguardata. Ma un eccesso di zelo può creare l'effetto opposto.
Secondo te Antonio, i tuoi amici dell'epoca avevano una buona reputazione di te, considerando che andavi in paranoia per ogni sciocchezza?

E' chiaro che l'interpretazione delle tue azioni era giocoforza distorta in loro dal percepirti come un "frignone", uno che si lamenta per niente. Così anche quando le tue rimostranze erano legittime, loro non gli attribuivano peso. Ecco perché continuavano a sfotterti. E tu rafforzavi l'idea di dover esigere "rispetto", attraverso comportamenti disfunzionali.


Comunque la tua riflessione è positiva, e mi auguro ti porti a trovare un'equilibrio tra eccessiva attenzione del parere altrui e totale noncuranza.
Grazie del commento, cmq sì me ne sono reso conto di perché ho perso certi contatti. Un po' tardi ormai ma amen, non rifarò lo stesso in futuro. Fortunatamente non ho fatto tabula rasa con ogni amico che avevo
Vecchio 19-06-2013, 02:41   #6
Intermedio
L'avatar di Sensemayá
 

Quote:
Originariamente inviata da Antonio90 Visualizza il messaggio
Ultimamente però ho preso sempre più consapevolezza di una cosa: che siamo sempre noi infondo che decidiamo.

Siamo noi che decidiamo di offenderci, di sentirci mancare di rispetto, di sentirci sfigati, depressi... non lo fanno di certo gli altri al posto nostro.
Dopotutto, l'essenza e dunque il pensiero di ciascun individuo all'infuori di sé è inconoscibile e tutto ciò che se ne percepisce è la mera manifestazione fenomenica che giocoforza non si può che interpretare arbitrariamente.
Quindi sì, gran parte delle idee che si producono su quel che pensano gli altri sono artefatte perché risultanti da elementi necessariamente tendenziosi.

Ad ogni modo, anche io credo che quello del 'rispetto' sia un concetto nebuloso: alla luce di quanto asserito sopra, mi pare non sia granché determinabile la misura in cui si è stimati dal prossimo...
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