Salve, è un po' di tempo che finisco qui a leggervi. Trovare altre persone che stanno passando momenti delicati, mi fa sentire un po' meno sola di quanto io effettivamente sia.
Ho 29 anni, da tempo mi sento "ferma nel tempo". Dopo aver lasciato l'università, ho passato un anno in cui non trovavo nemmeno la forza di uscire di casa... solo dopo un po', sono riuscita a tornare almeno a girare in mezzo agli altri. Sono comunque arrivata a questa età, senza nessuna certezza di cosa voglio fare in futuro. Rompere con i vecchi schemi, non è facile e continuo a sentirmi una nullità. Mano a mano, i miei vecchi amici sono tutti partiti per l'estero e questo non ha fatto altro che peggiorare le cose per me. Sono contenta per loro, ma allo stesso tempo, sono insoddisfatta di me stessa. Da mesi ormai, non riesco più a dormire normalmente. Mi sveglio costantemente di notte, con pensieri ben poco positivi... sto cercando di rimettere in sesto la mia vita, ma fino a pochi mesi fa, pensavo solo al benessere dei miei genitori, non al mio. Sono rimasta a casa a badare a mia madre per anni, tra operazioni, fisioterapie, eccetera..
Probabilmente, avrei dovuto fare qualcosa di più per me, dato che ora mi ritrovo a questa età, senza praticamente nulla in mano per il mio futuro...
Grazie a voi, ho scoperto che il rossore che ho da quando ero piccola, è qualcosa di comune... perché finora la gente mi ha sempre chiesto come mai diventassi così tanto rossa. Mi capita se faccio attività fisica, se bevo alcolici, a volte anche quando parlo... non aiuta per nulla nella ricerca di un lavoro ed è qualcosa che non riesco proprio a controllare.
Nonostante tutte queste cose, non son mai andata da uno psicologo... ma credo che se mai riuscirò a trovare un lavoro, mi deciderò ad intraprendere questo percorso che forse avrei dovuto intraprendere da parecchio... Spesso mi ha frenata il fatto che andarci sarebbe un'ammissione di avere determinati problemi...
Probabilmente, ho scritto tutto in modo piuttosto confuso, ma in caso risponderò in modo più approfondito
Edit:il contesto familiare non mi ha aiutato per nulla, anzi... Fin da piccola, (essendo figlia unica) ho sempre subito un "controllo" eccessivo su ogni mia azione. Non è un pensiero random mio, ma più crescevo e più notavo di essere praticamente in una sorta di gabbia da cui non riuscivo a uscire. Ogni volta che cercavo di far qualcosa, di "ribellarmi" venivo trattata come fossi un mostro, un mostro di ingratitudine che non faceva ciò che era giusto e dunque non voleva bene ai genitori e li faceva soffrire. Per ribellarmi, intendo anche solo uscire con il mio ragazzo e tornare più tardi delle 10 di sera. Ricordo ancora quando a 27 anni, mio padre mi chiamò urlando come un pazzo, quando ero con i miei amici e facendomi veramente vergognare... Purtroppo, di episodi così ne sono capitati, di tanto in tanto... ma appunto, per loro è colpa mia, che non li ho mai abituati a vedermi uscire più di tanto... e certo, se le poche volte che esco con qualcuno, reagite così...
Ovviamente, la colpa è anche mia, di aver continuato a combattere senza veramente riuscire a far capire le mie ragioni, di non essere riuscita a trovare un lavoro e scappare da tutto questo... Sembra facile, ma quando si è in quella situazione, non è così semplice uscirne... Ormai mi sento triste, particolarmente sola (perché i miei amici son riusciti a costruirsi qualcosa, io praticamente nulla), senza un lavoro (e tanto, chi vuoi che prenda una diplomata senza uno straccio di esperienza). In tutto questo, mio padre continua a dirmi che non capisce la mia esigenza di trovare un lavoro. Per lui, la donna dovrebbe stare a casa, se tanto l'uomo ce la fa a guadagnare abbastanza per tutta la famiglia... Non capisce l'esigenza mia di tornare ad avere un po' di normalità, di provare effettivamente a far qualcosa.
Ormai non so più che lavoro vorrei svolgere, mi sento disinteressata verso qualunque cosa, perché credo che in realtà io non sia capace di far nulla. Mi pongo il problema di quale lavoro vorrei svolgere, solo perché quando vado nelle agenzie, mi chiedono questo... e io non so mai che rispondere. È così grave pensare "datemi un lavoro per cui non sia richiesto di avere chissà che esperienza" e basta?
Sto cercando di affrontare le cose, almeno di iniziare a trovare un lavoro, dato che mi darebbe un po' più di libertà... ma il fatto che io mi continui a sentire un'incapace non mi aiuta molto nei colloqui. Provo a dare il meglio di me, ma sono veramente agitata, soprattutto quando parlo degli anni dell'università. Non riesco a star tranquilla e sento la mia voce cambiare e ogni volta penso "bene, mi sono giocata anche questa occasione, complimenti". Faccio veramente fatica a mantenere la calma e infatti ho sempre timore di dover parlare di quella parte della mia vita