La mancanza di lavoro mi sta costringendo ad abbandonare Bologna per ritornare nel mio paese del nord est, tutto per una questione economica e di mancanza di una prospettiva lavorativa sicura.
La cosa che più mi dispiace è lasciare questa città, dove, soprattutto negli ultimi sei mesi, sono riuscito a fare delle conoscenze a livello di amicizia che non mi fanno più pesare la solitudine di cui sentivo di soffrire fino a un anno e mezzo fa.
Ad esempio, ieri ho festeggiato il mio compleanno, cosa per me rarissima, se non unica.
Qui a Bologna ho iniziato a cambiare vita, (e anche il mio percorso di psicoterapia)
Ho paura di tornare nel luogo dove negli anni le mie insicurezze e inadeguatezze si sono cementate. Dove stavo sempre a casa e mi sentivo come anestetizzato e inibito da ogni stimolo di cambiamento. Dove mi sentivo giudicato dai miei per la mia vita sociale assente, dove non avevo più nessun contatto.
Mi rendo sempre più conto di quanto la felicità dipenda dal lavoro, ed è l'unica cosa che mi manca per dire, forse per la prima volta nella mia vita, di essere sereno.
Vedo gli altri tutti occupati (magari non tutti felici del proprio lavoro, ma almento hanno uno stipendio) e io mi sento la pecora nera con il senso di sfigataggine che avevo già descritto in un precedente thread.
Ancora una volta mi sento un passo indietro agli altri.. se prima era per il sesso e i sentimenti ora lo è per il lavoro.
Io non so più che fare, ho scelto un settore complicato e non ho esperienze per fare altro. Mi sento vittima di me stesso e di questo mondo, perchè non sapevo che sarebbe stato tutto così difficile.