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Vecchio 05-04-2016, 16:49   #1
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Ok è una spataffiata, che personalmente visto il numero abbondante d righe non leggerei...aprirei e chiuderei il topic nel giro di 2 secondi^^
Però se c'è qualcuno che non conosce bene le strategie per contrastare la fs questa può essere una idea...

In questi giorni ho notato in maniera evidente, come può essere facile o difficile affrontare alcune situazioni in base al grado di ansia/paura/timore che abbiamo.
Ieri ero abbastanza labile di umore, ed è bastato uno sguardo stranito di una persona che ho incrociato dal dottore per farmi iniziare nella mia mente una serie di domande, stile interrogatorio, sul fatto che avessi o meno un'alibi a proposito di un'accusa del mio cervello che diceva: ti fai notare sicuramente per qualcosa di negativo. La mia reazione utile di solito è l'abbattimento a suon di risposte esaurienti di qualsiasi pensiero negativo automatico scatti. Presumo che molti di voi la conoscano già come strategia...ovvero quando ci si rende conto, e non'è facile, di essere bersagliati dallo schema sbagliato, con tutte le insinuazioni, dubbi, affermazioni "negative" su noi stessi, la reazione non deve essere assolutamente ascoltarlo e farci guidare da lui, ma mettersi in una posizione esterna x vedere le cose e inizialmente anche in maniera contradditoria, giusto per non dare ragione a nulla, e replicare, e replicare..e replicare....ma fino a quando? fino a che sentiamo l'emozione si trasformarsi da timorosa e succube, ad autoritaria nei confronti di questo schema; Usando una metafora marinaresca dobbiamo tornare noi al comando della nave e guidarla in acque tranquille.

La mia riflessione però non voleva approfondire questa particolare situazione del dopo l'evento negativo, ma bensì il fatto che è fondamentale ristrutturare la sensazione ansia, lavorando già prima con l'ansia anticipatoria, perchè il lavoro solo a posteriori sfianca e porta pochi risultati.

Noi ci accusiamo spesso, di non avere carattere, di non sapere imporci, di essere in balia della distimia e del terrore/panico che può scatenare l'ansia. Proprio quest'ultimo problema, per me è uno dei favoriti per essere alla base di molti dei problemi che si sviluppano con i contesti sociali.
Io sono convinto che chiunque di noi con la giusta visione delle cose, sarebbe una persona normale senza nessuna o perlomeno rare paure colossali e intralcianti nella vita.
Come tutte le situazioni governate dalle nostre emozioni, sentimenti e istinti, ci avviciniamo o allontaniamo da esse in base a quello che sentiamo: Se una ragazza ci piace, tendiamo a guardarla spesso, ad avvicinarci o (addirittura ) a parlarci. Così come con le cose...se un'auto ci provoca una sensazione di piacere, di curiosità, ci informiamo e la cerchiamo. Oppure se sentiamo un cattivo odore, ci viene naturale allontanarci. Lo stesso discorso vale per l'ansia.
Se noi riusciamo a rendere le cose ansiogene, meno ansiogene la fs perde molta forza.
Se ad esempio pensiamo che andare in un posto possa farci stare in ansia, facilmente cambiamo strada o evitiamo. Se andiamo in quel posto con un amico che non vediamo da tempo l'ansia sarà ancora più forte...se ci andiamo con l'amico e ci rimaniamo sarà estrema. Il trucco è vivere tutte le situazioni (fattibili in termini di ansia...ovvio che un introverso non potrà mai frequentare sempre posti da estroversi, ma questo è un tratto del carattere, non una patologia) con lo stesso grado di ansia.
E voi direte, bella scoperta...ma questo è il fulcro della fobia sociale...è l'origine, la benzina che la fa vivere, a prescindere da come l'abbiamo sviluppata, e ci accomuna tutti.

Una soluzione che ho adottato io è rendere buffe le situazioni che potenzialmente possono essere ansiogene. Una cosa fondamentale è prendere sempre in modo freddo tutte le parole e le frasi che si sviluppano durante e dopo( con noi stessi) il contesto. Il fatto di viverla qualche volta in maniera non pesante e traumatica, fà si che l'avvicinamento allo stesso (ma anche analogo) contesto sia meno ansiogeno; Di conseguenza il grado di sopportazione ci sembrerà maggiore, ma è la presa di coscienza del fatto che non potrà mai succedere qualcosa di talmente grave da farci evitare il contesto che ci farà sembrare una situazione ansiogena, una situazione gestibile.

Ovviamente ci sono degli step...uno l'ho già anticipato... questa soluzione, funziona inizialmente solo per i contesti non troppo ansiogeni. Se vogliamo attuarla e la usiamo per fare la cosa che più ci mette pressione in assoluto, gettiamo nella spazzatura un tentativo.
Oppure se ci arrivano facilmente attacchi di panico forti, la strada da percorrere inizialmente è un'altra.

Ultima modifica di Crystal; 05-04-2016 a 19:09.
Ringraziamenti da
Jen525 (07-04-2016)
Vecchio 06-04-2016, 11:05   #2
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Commenti in proposito, esperienze dirette, dubbi, punti di vista....nulla?
Vecchio 06-04-2016, 12:25   #3
Esperto
L'avatar di Mushroom
 

Se ho ben capito quello che intendi, credo di aver adottato una strategia simile nel corso degli anni.
Una decina di anni fa, quando ho iniziato le superiori, avevo un' ansia sociale terribile, in classe non conoscevo nessuno, e non sapevo cosa fare e come comportarmi nei contesti sociali di questo tipo.
L' ansia e la sensazione di inadeguatezza mi portavano ad assumere dei comportamenti che mi facevano apparire ridicolo agli occhi degli altri, si vedeva lontano un miglio che ero a disagio.
Nel corso del tempo sono riuscito a tenere sotto controllo l' ansia anticipatoria e, seguendo la razionalità, sono riuscito a comprendere quali comportamenti adottare, senza risultare più di tanto stravagante.
Questo meccanismo mi ha portato a costruirmi una sorta di facciata, una personalità fasulla, che però mi impedisce di far trasparire anche le emozioni e i sentimenti, e quindi mi fa apparire agli occhi delle persone come uno abbastanza apatico, senza sapere che in realtà sono dotato di una grande sensibilità.
Come dici tu questo stratagemma non funziona sempre, quando sono in situazioni che mi provocano grande ansia, o quando sono in presenza di individui dotati di personalità molto forti, la mia facciata crolla un po', facendo trasparire il mio imbarazzo e il fatto che sono a disagio.
Vecchio 06-04-2016, 13:51   #4
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Ciao Mushroom, quella che dici tu è una strategia che utilizzavo anchio, ed è una protezione all'apparire troppo sensibili quali siamo realmente. Purtroppo al giorno d'oggi il ragazzo sensibile è debole, inferiore, diverso...soprattutto a scuola. E come sottolinei tu, non funziona sempre e ci rende diversi a noi stessi.

Io spiegavo invece il modo per essere sempre noi stessi, senza maschere, ma semplicemente cambiando il nostro punto di vista relativo alle situazioni sature di ansia; La mia "rivisitazione" della teoria si esprimeva nel mettersi in testa che la situazione che affrontiamo è un...contesto sociale...come un'altro, niente di più. Quello che fà la differenza è che lo condiamo con abbondante ansia e ci sembra una situazione spiacevole, quindi da evitare o vivere male.
Ma non'è assolutamente così. E ve lo dice uno che aveva timore anche ad uscire sul balcone. Rendere buffa la situazione e vista come dovrebbe essere vista, abbassa l'ansia e ce la fa automaticamente vivere come una cosa quasi di routine.
Vecchio 06-04-2016, 16:38   #5
Esperto
L'avatar di Mushroom
 

Quote:
Originariamente inviata da Crystal Visualizza il messaggio
Ciao Mushroom, quella che dici tu è una strategia che utilizzavo anchio, ed è una protezione all'apparire troppo sensibili quali siamo realmente. Purtroppo al giorno d'oggi il ragazzo sensibile è debole, inferiore, diverso...soprattutto a scuola. E come sottolinei tu, non funziona sempre e ci rende diversi a noi stessi.

Io spiegavo invece il modo per essere sempre noi stessi, senza maschere, ma semplicemente cambiando il nostro punto di vista relativo alle situazioni sature di ansia; La mia "rivisitazione" della teoria si esprimeva nel mettersi in testa che la situazione che affrontiamo è un...contesto sociale...come un'altro, niente di più. Quello che fà la differenza è che lo condiamo con abbondante ansia e ci sembra una situazione spiacevole, quindi da evitare o vivere male.
Ma non'è assolutamente così. E ve lo dice uno che aveva timore anche ad uscire sul balcone. Rendere buffa la situazione e vista come dovrebbe essere vista, abbassa l'ansia e ce la fa automaticamente vivere come una cosa quasi di routine.
Capisco il tuo punto di vista, è comunque uno stratagemma che può funzionare, ma che richiede una grande forza mentale, soprattutto perchè la maggior parte delle nostre ansie derivano dal subconscio, che non può essere riprogrammato del tutto semplicemente usando la forza di volontà.
Vecchio 06-04-2016, 17:25   #6
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Il subconscio esiste e ha un ruolo molto importante nelle nostre condizioni. Dare una spiegazione alle nostre emozioni, anche quelle imprevedibili e ai nostri stati d'animo è cruciale per cercare di risolvere il problema.
Le sedute di psicoterapia sono importanti in questo perchè con la persona giusta, aiutano, spesso anche se non ce ne accorgiamo, a far affiorare fastidi, disagi, spiegazioni di problemi che il nostro cervello non ci dirà mai, e che il semplice raffronto con noi stessi non farà mai emergere.

Una volta emerso buona parte del subconscio,e in poche parole appurato l'origine dei nostri problemi sociali, ci si deve lavorare sopra anche usando metodi tipo quello che ho esposto prima.
Vecchio 06-04-2016, 17:32   #7
Esperto
L'avatar di Crystal
 

Quote:
Originariamente inviata da Joseph Visualizza il messaggio

La psiche umana è talmente articolata e complessa che confrontarne una con l'altra ha un senso e un'utilità molto limitati, figuriamoci trovare soluzioni che vadano bene per tutti.
Sarebbe come credere che due alberi immensi, dai molti e intricati rami, possano essere uguali in più di qualche brevissimo pezzo.
E' vero. Ma i sintomi e i meccanismi di difesa dalla socializzazione della fobia sociale sono spesso simili, od uguali.
Non dico che risolvere il sintomo con il metodo che applico io è sinonimo di guarigione. A volte accade, più spesso no. Quello invece che accade e che voglio sottolineare io invece, è che utilizzare queste metodologie per intravedere razionalmente che non c'è nulla di sbagliato in quello che facciamo e che non'è sempre pronto il giudizio negativo su di noi, è al contrario molto importante nel affrontare nel modo corretto situazioni virtualmente disagevoli.
Vecchio 06-04-2016, 18:05   #8
Avanzato
L'avatar di Blackhoney
 

Io quando sto per andare in un luogo che mi fa sentire a disagio cerco di farmi a mente il punto della situazione. La maggior parte della mia ansia è dovuta al pensiero di incontrare persone, il problema più grande per me sono le persone che già conosco, magari anche solo di vista. Comincio a chiedermi giorni prima, se so che devo fare una determinata strada o devo stare in un luogo, chi potrei incontrare, se salutarlo o meno, come rendere la conversazione interessante anche se breve, come evitare figuracce, il tutto perchè non voglio le persone sappiano di ciò che attraversa la mia testa nel momento in cui mi trovo di fronte a loro, o magari anche solo per sembrare un pizzico più solare. Vorrei essere non so, una persona ..piacevole.
Quindi comincio a studiarmi le possibili situazioni (sembra ridicolo) e tutte le varie ipotesi, sapere un po' cosa mi aspetta in giro mi rende meno ansiosa, o quanto meno mi convince a fare quella strada o stare in quel luogo.
Quindi finisce ogni volta che magari affronto la cosa, ma con lo stesso disagio di partenza, non vedo l'ora di tornare in un luogo dove poter stare tranquilla con me stessa, e qualcosa che avrebbe potuto essere allegro e spensierato diventa un'agonia.
Se sono accompagnata il discorso è diverso, in genere però dipende dal tipo di persona che ho a fianco, se mi trasmette sicurezza allora sto tranquilla
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