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Vorrei capire perché sono chiusa/o e smettere di esserlo
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6 |
40.00% |
Vorrei semplicemente smettere di essere infelice
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7 |
46.67% |
Vorrei smettere di essere infelice, e da qui partire per lavorare su di me
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2 |
13.33% |
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28-05-2018, 14:07
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#1
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Volete risolvere le vostre chiusure (quelle che ha senso risolvere) o smettere di essere infelici senza intaccarle? Se aveste l'opportunità di vivere in un contesto in cui fosse possibile per voi provare gioia senza approfondire il vostro modo di vivere e di reagire alle circostanze, scegliereste comunque di farlo?
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28-05-2018, 14:18
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#2
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Mi sto bene così come sono, non voglio cambiare. Vorrei cambiare solo le condizioni in cui vivo.
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Pensi dunque che tutto ciò che fai, il tuo modo di affrontare la vita, sia quanto di meglio puoi fare per te?
Riesci a concepire l'idea di fare cose diverse per il tuo interesse?
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28-05-2018, 15:07
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#3
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Non ho capito bene la domanda.
Comunque provo a rispondere.
Per me i problemi più basilari consistono nel fatto che le mie relazioni sono insoddisfacenti, se vivessi in un contesto in cui queste relazioni fossero soddisfacenti starei bene.
A me non interessa direttamente cambiare, adesso può interessarmi far qualcosa ma per ottenere certi effetti. Se gli effetti fossero già realizzati non sarei neanche motivato a cambiare.
Il cambiamento di certi miei aspetti non parte da un mio motore interno istintuale, ma da una forma di insoddisfazione relativa a quel che posso procurarmi in giro.
E' legato inevitabilmente al contesto, se il contesto fosse un altro e mi accettasse a monte come vorrei, io non sentirei nessuna esigenza di cambiare, non mi sentirei in difetto.
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Ultima modifica di XL; 28-05-2018 a 15:19.
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28-05-2018, 15:14
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#4
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Quote:
Originariamente inviata da XL
Non ho capito la domanda.
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Mettiamo che tu provi vergogna in qualche tipo di relazione.
Vorresti:
- capire i motivi della tua timidezza, e superarla
- trovarti in un contesto in cui sei appagato nonostante il tuo carattere
- la seconda, come prerequisito per la prima
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28-05-2018, 15:21
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#5
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Io direi una miscela di circa il 25% (risolvere i problemi) e 75% (smettere di essere infelice).
La domanda mi sembra ponga la distinzione tra crescita personale ed ambiente esterno ma io invece li intenderei in questo senso:
- lavorare su comportamenti e pensieri per smussare certi aspetti limitanti e controproducenti, che non sono solo chiusure ma anche altre cose, ad es. procrastinare, insomma tutti quegli aspetti di sé che si vorrebbe proprio cambiare (25%)
- accettare determinati limiti e aspetti caratteriali e trovare persone/ambienti che li accettino (75%)
Non è solo quello che vorrei ma anche quello che cerco di fare da una decina di anni, con risultati e fasi alterne.
Per rispondere alla seconda domanda, non penso che possa esistere un contesto in cui vivrei completamente felice senza raggiungere un buon livello su questi due punti, cioè insomma l'unica cosa che può calare dall'alto è la seconda parte del punto 2 ma mancherebbe tutto il resto.
La parte veramente difficile secondo me è la prima del punto 2.
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28-05-2018, 15:23
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#6
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da Angus
Mettiamo che tu provi vergogna in qualche tipo di relazione.
Vorresti:
...
- trovarti in un contesto in cui sei appagato nonostante il tuo carattere
...
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Come prima preferenza questa, ma se questo contesto non c'è, non si ha molta scelta.
Attualmente penso che non esista proprio questo contesto che mi accetti e che io a mia volta accetto.
Trovare un contesto che mi appaghi nonostante me stesso potrebbe consistere, ad esempio, nel trovare una donna che mi accetti e che mi appaghi (mi piaccia ecc. ecc.) nonostante sia fatto come son fatto.
Questo è un desiderio forte, però mi sa che poi in pratica, guardandomi in giro, non c'è questa cosa qua e mi trovo giocoforza costretto nelle altre opzioni mio malgrado, o meglio nella prima... Poi più che capire bisogna proprio modificarsi, capire soltanto non basta. La comprensione è una cosa, la tecnica e la teconologia un'altra.
La comprensione di come funziona una malattia non corrisponde allo sviluppo tecnologico di strumenti per debellare questa malattia.
Bisognerebbe fare la seconda cosa, sviluppare tecnologie per modificarsi, e potrebbe essere anche molto più complicata della prima secondo me perché senza la prima spesso non si può attuare la seconda.
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Ultima modifica di XL; 28-05-2018 a 15:46.
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28-05-2018, 15:48
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#7
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Nel mio caso non è questione di contesto. Lascerei pure il contesto intatto, cambierei solo alcune cose mirate.
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Che cosa cambieresti?
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28-05-2018, 16:11
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#8
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Esperto
Qui dal: Aug 2006
Ubicazione: Campania
Messaggi: 8,246
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Quote:
Originariamente inviata da M.me Adelaide
Solito tema: vorrei un'altra chance.
Ma ho specificato perché l'intervento di moonwatcher mi ha fatto riflettere ed ho pensato che da quel che ho scritto si potesse dedurre che io attribuisco il problema al contesto. Non è così. Per me il contesto in cui vivo non ha problemi, certo, cambierei alcune cose, ma più che altro sulle questioni di politica sociale che sul rapporto della gente con me. Quindi nel mio caso il problema non è il contesto, assolutamente.
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Ma un'altra chance sempre con quel ragazzo di cui hai parlato?
Ma se ti venisse data una chance da persone diverse, che so, tu hai detto che ci hai provato tre volte e solo una è andata bene (o due su tre, ora non ricordo bene) ecco supponiamo che te la dia una chance una persona che ti ha rifiutata, lo stesso pensi che questa cosa risulterebbe totalmente inutile?
Se ci hai provato dovevano piacerti abbastanza.
Se mi abbandono all'immaginazione, posso immaginare ambienti sempre più accoglienti ed accettanti in cui potrei star meglio, ma poi nel concreto possono anche non esistere e bisogna poi confrontarsi con i vincoli reali.
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Ultima modifica di XL; 28-05-2018 a 16:22.
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28-05-2018, 16:58
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#9
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Banned
Qui dal: Mar 2014
Messaggi: 4,089
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Spesso si è convinti di non essere adatti a socializzare solamente perché si estrapola dai pochissimi contesti sociali in cui si ha avuto opportunità di vivere. La spinta a cercare persone e contesti in cui si viene apprezzati forse poi non arriva, nonostante l'insoddisfazione, perché esiste la convinzione che tutto sommato non ci sia molto da apprezzare. L'insoddisfazione invece viene incanalata nello sforzo ad automigliorarsi, cioè viene vissuta come insoddisfazione riguardo la propria natura, e non le circostanze.
Ovvio che ci si sente inadeguati però se ciò che abbiamo da dare non viene capito e apprezzato, pure questo senso di inadeguatezza mi verrebbe da attribuirlo alle circostanze esterne grame più che "biasimare" la persona per il fatto di sentire di dover cambiare. Comunque trovo molto difficile credere che esistano persone il cui modo di percepire e reagire alle interazioni sia talmente fuori dalla norma che il contesto giusto per loro non esiste.
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Ultima modifica di anahí; 28-05-2018 a 17:17.
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28-05-2018, 17:59
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#10
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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A me invece non sembra così strano, alle volte capita anche alle persone mediamente/poco nevrotiche di vivere male un po' tutte le relazioni. Non basta essere completamente accettati da un gruppo per sentirsi integrati se non ci si accetta; non basta avere un partner a cui si piace se non ci si piace ecc. Non dò tutta la responsabilità all'individuo e alla necessità di "cambiare", chiaro che influisca anche il contesto, per me è un po' e un po'.
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28-05-2018, 18:26
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#11
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Esperto
Qui dal: Mar 2012
Ubicazione: Nella mia testa, e occasionalmente nel mondo reale.
Messaggi: 2,681
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Decisamente lavorare sulle mie chiusure è una cosa OBBLIGATORIA per la mia felicità.
Perché l'infelicità stessa deriva da ciò che non riesco a fare. Altrimenti significherebbe che la sorta di depressione che vivo non avesse causa nella vita insulsa che da sola mi sono creata (involontariamente, sia chiaro), ma avrebbe puramente cause biochimiche.
Se fosse quest'ultimo il mio caso sarebbe effettivamente più semplice. Mi sfonderei di farmaci e starei meglio.
Mentre per come sto messa se prendessi farmaci probabilmente questi potrebbero aiutare solo minimamente. Perché rimarrei la solita evitante del cavolo.
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