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25-08-2011, 19:01
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#1
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Con il termine "resilienza" si intende in psicologia la capacità di sapersi risollevare dagli eventi negativi. Molti psicologi sono concordi nell'affermare che questa capacità sia la conseguenza di un rapporto piuttosto equilibrato e "sintonico" con le figure che sono state determinanti per la nostra crescita ed educazioni, in primis quelle genitoriali. Solitamente un genitore depresso, frustrato o eccessivamente collerico non è in grado di fornire al figlio la giusta "sincronia emotiva" e fargli sviluppare un sufficiente equilibrio utile ad affrontare le situazioni negative che si presentano con frequenza nella vita.
Ma non è questo il solito topic genitoriale (lo è solo in parte diciamo ) bensì un topic per indagare su noi stessi e sul nostro porci di fronte agli eventi tramautici, siano essi la morte di un parente, la perdita del lavoro, un cazziatone del capo (ne so qualcosa) o l'essere rifiutati da una ragazza...mi viene da pensare a quanto si è scritto sugli introversi e sull'introversione: maggiore sensibilità, percezione esagerata degli eventi negativi e delle sconfitte, scarsa autostima...siete d'accordo sul fatto che noi introversoni si sia in massima parte poco "resilienti"? E se sì, a cosa attribuite la causa di tutto ciò? Io una risposta me la sono già data.
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25-08-2011, 20:34
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#2
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Esperto
Qui dal: Dec 2007
Ubicazione: Altrove
Messaggi: 4,538
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non sono 'daccordo. Anche i normaloni fanno fatica a recuperare dopo un dolore, solo che hanno più svaghi, più possibilità. Per esempio se un normalone viene lasciato dalla ragazza, prova dolore, ma il fatto che avrà tnate altre conoscenze, avrà amicizie per svagarsi, per dimenticare, lo aiuterà a recuperare più volecemente, inoltre può facilmente consocere un 'altra donna e questo aiuta a riprendersi.
Per il fobico è più difficile, ma solo per il fatto che se perde una persona cara, non ha amici che lo aiutano a dimenticare, quindi resta solo e così è davvero dura riprendersi.
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25-08-2011, 20:45
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#3
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Esperto
Qui dal: Dec 2010
Ubicazione: lombardia
Messaggi: 9,558
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io per le cose brutte che mi capitano (quelle importanti) soffro moltissimo, credo piu' di altri, ma ho notato che ho buona capacita' di risollevarmi. ho avuto buon raporto solo con uno dei genitori.
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25-08-2011, 21:04
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#4
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da Miky
non sono 'daccordo. Anche i normaloni fanno fatica a recuperare dopo un dolore, solo che hanno più svaghi, più possibilità. Per esempio se un normalone viene lasciato dalla ragazza, prova dolore, ma il fatto che avrà tnate altre conoscenze, avrà amicizie per svagarsi, per dimenticare, lo aiuterà a recuperare più volecemente, inoltre può facilmente consocere un 'altra donna e questo aiuta a riprendersi.
Per il fobico è più difficile, ma solo per il fatto che se perde una persona cara, non ha amici che lo aiutano a dimenticare, quindi resta solo e così è davvero dura riprendersi.
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Molti diventano fobici proprio dopo un evento o una serie di eventi traumatici dai quali non sono riusciti a risollevarsi.
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25-08-2011, 21:34
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#5
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Esperto
Qui dal: Sep 2010
Messaggi: 1,195
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
siete d'accordo sul fatto che noi introversoni si sia in massima parte poco "resilienti"? E se sì, a cosa attribuite la causa di tutto ciò? Io una risposta me la sono già data.
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Oggi avevo quasi pensato di aprire un topic a riguardo pure io: come affrontare una sconfitta e ancora di più una serie di sconfitte consecutive.
Penso che digerire le sconfitte sia molto dura per tutti. Purtroppo abbiamo una autostima che funziona sulla base del rapporto con gli altri (e questo è il male originale), quindi se non riceviamo determinate conferme scatta la sofferenza.
Il fenomeno è identico, ma in gradi diversi, dalle esperienze più banali (non riesco a vincere una partita a biliardino) a quelle più importanti (non concludo l'università. le ragazze mi rifiutano ecc.).
Vediamo che la media delle persone ha delle doti in certi campi: noi vogliamo averne altrettante, averne di meno significa sconfitta, quindi sofferenza. E' inevitabile... a meno di non riuscire a sganciare totalmente l'autostima dal mondo esterno (e chi ci riesce vince a prescindere).
Non siamo in questa categoria di fortunati? Stringiamo i denti e ci consoliamo con le altre doti che abbiamo, ci consoliamo pensando a chi ha fiducia in noi. Non crediamo di avere altre doti evidenti, non abbiamo persone che ci stimano e ci amano incondizionatamente? Allora son cazzi... e si ha la risposta alla tua domanda: l'introverso che si trova nella condizione di non manifestare particolari doti (l'introversione può bloccarne molte) e che non ha rapporti stretti, persone su cui sa di poter contare sempre e comunque... tende secondo me a regire in modo peggiore alle sconfitte (a meno che non rientri nella fortunata categoria di cui sopra), proprio perchè non ha attenuanti in altri ambiti, e si colpevolizza sempre più.
PS. A riguardo penso che l'esempio della morte di una persona cara, o di una sconfitta "esterna" in generale, sia fuori luogo. In quel caso si tratta di sofferenze indotte da cause inevitabili e indipendenti da te. L'autostima non ne risente. Qui entra in gioco solo la freddezza verso gli eventi esterni e estroversi ed introversi sono alla pari.
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26-08-2011, 10:31
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#6
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Esperto
Qui dal: May 2006
Messaggi: 961
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Con il termine "resilienza" si intende in psicologia la capacità di sapersi risollevare dagli eventi negativi. Molti psicologi sono concordi nell'affermare che questa capacità sia la conseguenza di un rapporto piuttosto equilibrato e "sintonico" con le figure che sono state determinanti per la nostra crescita ed educazioni, in primis quelle genitoriali. Solitamente un genitore depresso, frustrato o eccessivamente collerico non è in grado di fornire al figlio la giusta "sincronia emotiva" e fargli sviluppare un sufficiente equilibrio utile ad affrontare le situazioni negative che si presentano con frequenza nella vita.
Ma non è questo il solito topic genitoriale (lo è solo in parte diciamo ) bensì un topic per indagare su noi stessi e sul nostro porci di fronte agli eventi tramautici, siano essi la morte di un parente, la perdita del lavoro, un cazziatone del capo (ne so qualcosa) o l'essere rifiutati da una ragazza...mi viene da pensare a quanto si è scritto sugli introversi e sull'introversione: maggiore sensibilità, percezione esagerata degli eventi negativi e delle sconfitte, scarsa autostima...siete d'accordo sul fatto che noi introversoni si sia in massima parte poco "resilienti"? E se sì, a cosa attribuite la causa di tutto ciò? Io una risposta me la sono già data.
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da una.... da un pò... NON DA TUTTE
le parole magiche sono "qualche volta"
è normale ricevere dei rifiuti qualche volta, ci si sente male (anche gli estroversoni) si è tristi, poi magari ti prendi un altro due picche, e poi trovia una che ti dice di si e ti riprendi! E' questa la vita, è questa che io chiamo resilienza!!!
non bisogna farsi abbattere dalle avversità, si tira avanti e poi succede qualcosa di buono che ci rimettere in sesto, il problema è che x la maggior parte di noi non accade mai qualcosa buono!!
io vorrei vedere questi faciloni che parlano di resilenza come reagirebbero ricevendo solo rifiuti, credo che la maggior parte degli estroversoni che balterano tanto se fossero proiettati nella mia vita si sarebebro già suicidati
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26-08-2011, 10:53
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#7
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Con il termine "resilienza" si intende in psicologia la capacità di sapersi risollevare dagli eventi negativi.
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzosingle
io vorrei vedere questi faciloni che parlano di resilienza come reagirebbero ricevendo solo rifiuti
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L'aspetto irritante di questi discorsi è il rifiuto sistematico di certi psicologi di assimilare il dolore fisico a quello mentale (il che è anche grottesco): se uno ha una malattia che gli causa dolori forti e persistenti nessuno s'azzarda a dirgli che deve sopportare il dolore e tirare avanti, ne tantomeno si pretende che chi è allo stadio terminale di una malattia viva sperando in un miracolo. Se un malato di cancro, dopo l'ennesima terapia infruttuosa, decide di lasciarsi andare nessuno lo trova così incomprensibile.
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Ultima modifica di barclay; 26-08-2011 a 11:00.
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26-08-2011, 11:08
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#8
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Avanzato
Qui dal: Jan 2011
Ubicazione: Bari
Messaggi: 384
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Quote:
Originariamente inviata da Miky
non sono 'daccordo. Anche i normaloni fanno fatica a recuperare dopo un dolore, solo che hanno più svaghi, più possibilità. Per esempio se un normalone viene lasciato dalla ragazza, prova dolore, ma il fatto che avrà tnate altre conoscenze, avrà amicizie per svagarsi, per dimenticare, lo aiuterà a recuperare più volecemente, inoltre può facilmente consocere un 'altra donna e questo aiuta a riprendersi.
Per il fobico è più difficile, ma solo per il fatto che se perde una persona cara, non ha amici che lo aiutano a dimenticare, quindi resta solo e così è davvero dura riprendersi.
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E' vera questa cosa...
E' anche vero che credp che la resilienza di un fobico sia minore in genere, anche se pensandoci forse per un fobico non è tanto la resilienza il discorso quanto nel numero di cose in cui serve resilienza... da una parte deve rialzarsi su una miriade di cose in più rispetto ad un normale (termine sempre più sbagliato da usare forse) e dall'altra un fbs tende a cadere per cose senza importanza.
Da un altro punto di vista forse la resilienza di un fobico è anche superiore... la depressione esiste per tutti... e dopo tutto quello che ha affrontato un fbs credo che abbia una naturale maggiore resilienza, magari latente.
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Ultima modifica di RainWillEnd; 26-08-2011 a 11:10.
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26-08-2011, 13:37
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#9
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Banned
Qui dal: Dec 2007
Messaggi: 1,299
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Quote:
Originariamente inviata da Miky
non sono 'daccordo. Anche i normaloni fanno fatica a recuperare dopo un dolore, solo che hanno più svaghi, più possibilità. Per esempio se un normalone viene lasciato dalla ragazza, prova dolore, ma il fatto che avrà tnate altre conoscenze, avrà amicizie per svagarsi, per dimenticare, lo aiuterà a recuperare più volecemente, inoltre può facilmente consocere un 'altra donna e questo aiuta a riprendersi.
Per il fobico è più difficile, ma solo per il fatto che se perde una persona cara, non ha amici che lo aiutano a dimenticare, quindi resta solo e così è davvero dura riprendersi.
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Quoto questo ragionamento....
Se poi continua ad inanellare una serie di sconfitte una dietro l altra... la situazione diventa critica e per me la pazzia è dietro l angolo.
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26-08-2011, 14:44
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#10
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da ragazzosingle
io vorrei vedere questi faciloni che parlano di resilenza come reagirebbero ricevendo solo rifiuti, credo che la maggior parte degli estroversoni che balterano tanto se fossero proiettati nella mia vita si sarebebro già suicidati
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Prova a considerare le tue strategie e cercare di capire perché si sono rivelate fallimentare finora. Non è che per caso tendi a essere troppo insistente o troppo rinunciatario?
Quote:
Originariamente inviata da stone
Se un malato di cancro, dopo l'ennesima terapia infruttuosa, decide di lasciarsi andare nessuno lo trova così incomprensibile.
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Forse perché è destinato a morte certa, una persona affetta da sofferenza psicologica no.
Quote:
Originariamente inviata da shady74
ma è anche vero che non mi può essere negato SEMPRE tutto!...
Per la questione ragazze sono d'accordo: qualcuna può dire di no, è la vita, ma il rifiuto non può diventare sistematico, non abbiamo mica la peste e siamo delle persone perbene!...
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Se io provo a confrontare la mia vita con quella della maggioranza delle persone non affette da forme di ansia sociale, noto che la differenza principale consiste nel maggior numero di tentativi fatti per raggiungere qualsiasi obiettivo. Il mondo, lo sappiamo, con i suoi codici normativi, è stato pensato e costruito dagli estroversi e come tale richiedono modelli comportamentali e strategie d'azione che maggiormente si adattano al loro modo di pensare e di agire basato sul "try and retry".
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26-08-2011, 14:54
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#11
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Se io provo a confrontare la mia vita con quella della maggioranza delle persone non affette da forme di ansia sociale, noto che la differenza principale consiste nel maggior numero di tentativi fatti per raggiungere qualsiasi obiettivo.
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Non è sempre così, qui dentro c'è gente (non io) che ha fatto un sacco di tentativi ed è ancora al palo.
Forse, invece di continuare a dare testate nel muro sperando si rompa il muro invece della testa, è il caso di scavalcarlo o aggirarlo
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26-08-2011, 14:57
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#12
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Se parliamo di tentativi in un determinato campo (quello più discusso qui dentro) ho visto certa gente a cui difficilmente si sarebbero potute concedere chance, ottenere dei successi insperati e questo solo dopo una sfilza interminabile di prove, di cadute e rialzate.
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26-08-2011, 14:59
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#13
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Se parliamo di tentativi in un determinato campo (quello più discusso qui dentro) ho visto certa gente a cui difficilmente si sarebbero potute concedere chance, ottenere dei successi insperati e questo solo dopo una sfilza interminabile di prove, di cadute e rialzate.
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Eh, ma non dare per scontato che chi è ancora al palo non abbia fatto avuto anche lui la sua "sfilza interminabile di prove, di cadute e rialzate". Questo volevo dire.
E secondo me in certi casi non è consigliabile continuare a provare alla cieca, ottenendo sempre lo stesso risultato. Meglio cambiare (cit.)
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26-08-2011, 15:01
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#14
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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E infatti probabilmente provano nel modo sbagliato e con le tipologie umane sbagliate
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26-08-2011, 16:04
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#15
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,727
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Forse perché è destinato a morte certa, una persona affetta da sofferenza psicologica no.
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Il suicidio causato da un disturbo mentale cos'è allora?
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26-08-2011, 21:26
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#16
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Quote:
Originariamente inviata da stone
Il suicidio causato da un disturbo mentale cos'è allora?
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Si, ma non vai incontro a morte certa (o meglio, tutti siamo destinati a morte certa, ma non entro un breve lasso di tempo).
Ad ogni modo, si parlava di resilienza ed oggi è capitato un episodio che ha messo a dura prova la mia resilienza: ho smarrito il portafoglio!
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26-08-2011, 23:30
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#17
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Esperto
Qui dal: Jun 2009
Ubicazione: Oceania, Pista Uno
Messaggi: 63,742
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Quote:
Originariamente inviata da muttley
Ad ogni modo, si parlava di resilienza ed oggi è capitato un episodio che ha messo a dura prova la mia resilienza: ho smarrito il portafoglio!
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Dipende da quanti soldi c'erano dentro
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26-08-2011, 23:44
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#18
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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Niente contanti, però documenti di ogni tipo (escluso il passaporto per fortuna), ora l'é tutto da rifare (cit.)
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27-08-2011, 03:45
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#19
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Banned
Qui dal: Nov 2010
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Si assolutamente poco resiliente , genitori depressi mia madre sicuramente che mi ha devastato l'autostima per anni.
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27-08-2011, 10:32
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#20
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Esperto
Qui dal: Aug 2007
Messaggi: 23,128
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In che modo, se ti va di raccontare?
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