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Originariamente inviata da TheProphet
Anzi se c'è qualcuno che pensa di essere in grado di spiegare le conseguenze di ciasciuna scelta in modo approfondito potrebbe scrivere un bel post cercando di essere il più imparziale possibile, farebbe un favore a tanti.
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Prepremessa: scusate il linguaggio colorito.
Scrivere una cosa del genere è complicato perché la riforma è grande e tocca tanti punti. Spero di non fare errori (correggetemi in caso) e di riuscire a chiarire le motivazioni di entrambi i fronti.
Premessa:
Innanzitutto andrebbe fatta una distinzione tra riforma costituzionale e legge elettorale.
Perché? Perché le riforme costituzionali in parole povere vengono fatte ogni morte di papa per l'iter (giustamente) lungo e complicato che serve per mettere mano alla costituzione.
La legge elettorale invece è una legge come tutte le altre e il parlamento può cambiarla molto più facilmente.
Perché se ne sta parlando assieme allora? Perché il parlamento ha
già discusso e approvato l'Italicum, la legge elettorale, ma questa è stata scritta sulla base del nuovo ordinamento dello stato proposto nel referendum.
Se vincesse il no questa legge salterebbe, se vincesse il sì le prossime elezioni sarebbero quasi sicuramente con quella legge.
Perché
QUASI sicuramente? Perché è stato richiesto alla
Corte Costituzionale di giudicare se la legge elettorale è
anticostituzionale o meno.
Se lo fosse, indipendentemente dall'esito del referendum, non si potrebbe votare con quella legge.
Quando ce lo diranno? Avrebbero dovuto farlo PRIMA del referendum ma hanno deciso di rinviare il giudizio a
DOPO voto.
Perché lo hanno fatto? Perché le campagne delle due fazioni puntano molto sul fatto che la riforma costituzionale sia o meno anticostituzionale (casomai non fosse ovvio: chi è per il no dice che lo è, chi per il sì che non lo è).
Pronunciandosi sulla legge elettorale avrebbe influenzato impropriamente il voto (banalmente: se avesse detto che la legge elettorale è incostituzionale tutti avrebbero detto impropriamente che lo è anche la riforma costituzionale, cosa falsa oppure al contrario il fronte del sì avrebbe sostenuto "che la corte costituzionale è dalla loro parte" e altre puttanate simili).
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Fatta questa premessa passiamo alla
riforma costituzionale vera e propria.
Per una questione di praticità vorrei affrontare prima i punti secondari e lasciarmi per ultimi quelli più corposi.
#1 Soppressione di province e CNEL
Si dà l'ufficialità all'eliminazione delle province e si toglie di mezzo un ente che dalla sua creazione si è distinto egregiamente per la sua inutilità.
Si risparmia qualcosina (briciole) tagliando cose che non servono.
Su questo punto sono tutti d'accordo e non frega un cazzo a nessuno.
Fa parte di quelle cose che alcuni volevano scorporare dal referendum perché è un peccato che finiscano nella spazzatura in caso di no (che per lo più è dovuto ai punti successivi).
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#2: Ricorso preventivo alla Consulta per la legge elettorale
In pratica si potrà chiedere alla Corte Costituzionale di decidere se una legge elettorale rispetta la costituzione e quindi è valida PRIMA che entri in vigore.
Perché ciò sia possibile è sufficiente che a richiederlo sia almeno 1/4 della camera o 1/3 del senato (leggi: può farlo benissimo anche la minoranza da sola).
Questo serve ad evitare che ci siano elezioni con una legge anticostituzionale come è già successo col Porcellum.
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#3: elezione del Presidente della Repubblica e dei giudici dell Consulta
Cambiano un po' percentuali e modalità di elezioni di queste figure.
Sinceramente non so se ci sono dibattiti in merito a questo punto. Se qualcuno è informato intervenga pure.
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#4 Modifica del Titolo V della Costituzione.
Di che minchia parla il titolo V? Del rapporto tra stato e regioni.
Su questa parte della costituzione ci hanno messo mano o anno provato a farlo un po' tutti.
Quello che abbiamo adesso è a detta di tutti fatto un po' a cazzo di cane e deriva dalle modifiche fatte negli anni '70 e nel 2001.
Al momento cosa c'è scritto? Che la maggior parte delle competenze toccano alle regioni, qualcosina allo stato e alcune sono
concorrenti.
Perché ci si vuole mettere mano? Perché al momento ci sono due problemi:
- le competenze concorrenti sono una rottura di palle perché finisce sempre con stato e regioni che si azzuffano su chi se le deve prendere di volta in volta e le cose da fare in questi ambiti rimangono ingolfate in "lotte di burocrazia"
- quasi tutte le tasse le prende lo stato ma quasi tutte le decisioni le prende la regione e questo crea grossi problemi perché spesso e volentieri nelle regioni come abbiamo avuto modo di vedere hanno creato spesso buchi di bilancio perché in parole povere la regione spende un po' a cazzo di cane, lo stato fornisce i fondi e questi non coprono le spese.
La riforma idealmente si ripropone assegnare gran parte delle competenze (tra cui quelle concorrenti che tanti problemi hanno creato) allo stato e i lasciare alla regione solo pochi punti chiave (sanità e qualcos'altro che non ricordo).
In cosa è corretta la modifica? Nel fatto che in linea di massima si fanno meno danni quando a spendere è chi ha i soldi in mano (perché è più cosciente di quanti ne ha).
Nota: questa cosa (far coincidere chi ha i soldi con chi li spende) si può ottenere anche nel modo opposto assegnando i proventi di più tasse alle regioni (ovvero il primo e più importante cavallo di battaglia della lega prima che si dedicasse agli immigrati)
Perché il fronte del no si oppone? Sono d'accordo sul fatto che i conflitti di attribuzione tra stato e regioni siano un problema MA sostengono che la modifica sia stata scritta in modo
molto confuso quindi i conflitti si creerebbero lo stesso (
possibile, non ho letto il testo integrale) e che anzi sarebbero più di prima (questa molto più probabilmente è un'esagerazione, la solita tiritera che se voti la cosa opposta a quella che sostengono arriveranno le 7 piaghe d'Egitto).
A queste cose vengono aggiunte altre piccole modifiche per limitare un po' i costi:
- qualche indice e criterio di spesa da rispettare
- tetto agli stipendi pubblici (nessun dipendente della regione potrà prendere più del sindaco del capoluogo)
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#5 Referendum e leggi di iniziativa popolare
Cosa cambia?
Le firme necessarie per le leggi di iniziativa popolare saliranno
da 50k a 150k ma in compenso viene introdotto un limite di tempo entro il quale queste debbano essere discusse in parlamento.
Quali sono le conseguenze? Proporre una legge diventa molto più difficile (un male per chi sostiene il no) ma è vero anche che una volta superato l'ostacolo iniziale si è sicuri che verranno prese in considerazione in tempi certi (nelle ultime legislature infatti non avendo nessun obbligo spesso e volentieri venivano ignorate per tantissimo tempo in favore di cose ritenute più importanti e ad oggi nessuna legge così proposta è stata mai approvata).
Le firme per il referendum rimangono le stesse (500k) alle stesse condizioni (valido solo con il 50%+1 degli aventi diritto al voto) ma, nel caso in cui le firme raggiunte siano
800k anziché 500k il quorum scende al
50%+1 dei votanti alle ultime elezioni politiche (che sono
molti di meno del 50%+1 degli aventi diritto).
Le critiche del fronte del no sono dovute al fatto che questo abbassamento del quorum era sì voluto da tempo ma
senza l'innalzamento ad 800k firme.
Sorge naturale la domanda: perché minchia hanno aumentato le firme?
La spiegazione ufficiale è che in origine era stato scelto 500k (ovvero la "difficoltà" per proporre un referendum) tenendo conto della popolazione italiana del dopoguerra. Da allora ad oggi però la popolazione è aumentata parecchio quindi per tenere uguale il grado di difficoltà vanno aumentate pure le firme.
I sostenitori del no dicono che sia solo un modo per togliere potere al popolo.
A tutto questo verranno aggiunti due tipi di referendum: propositivo e di indirizzo.
§
continua