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		|  10-12-2016, 17:16 | #21 |  
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					Originariamente inviata da Marceline  Già. Magari i sergenti Hartman di cui sopra hanno le migliori intenzioni, ma il muro rimane. E chi è isolato nel proprio malessere, non riesce a spiegarlo a parole, e, anche per questo motivo, non va a cercare aiuto |    |  
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		|  10-12-2016, 17:20 | #22 |  
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					Originariamente inviata da Marceline  Già. Magari i sergenti Hartman di cui sopra hanno le migliori intenzioni, ma il muro rimane. E chi è isolato nel proprio malessere, non riesce a spiegarlo a parole, e, anche per questo motivo, non va a cercare aiuto |  Scusa se voglio approfondire ma hai sensi di colpa perché hai (o pensi di aver) sbagliato verso te stessa o verso gli altri?
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				 Ultima modifica di Sole77;  10-12-2016 a 17:31.
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		|  10-12-2016, 17:38 | #23 |  
	| Esperto 
				 
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					Originariamente inviata da M.me Adelaide  Io credo di trovarmi in una condizione diversa.Alle sedute ci vado e raccolgo info utili per gestirmi. Le persone ci sono, capiscono e ok. Ma sicuramente non vedo che aiuto possano dare. Anzi, al più sono un'ulteriore fonte di preoccupazione. Infatti non ho mai capito cone gli altri possano aiutare in caso di depressione.
 |  Gli altri non aiutano, al massimo ti danno una qualche dritta, i cosiddetti strumenti   , ma se te (inteso in generale XD) che sei depressa/o, non ne vuoi uscire, anche i migliori psicologi del mondo non potranno aiutarti    |  
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		|  10-12-2016, 19:01 | #24 |  
	| Esperto 
				 
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			Marceline, ti capisco quando parli del lungo processo di maturazione cognitiva in relazione alla sofferenza interiore e al tirarsi fuori diventando più empatici e comunicativi con gli altri, ma penso che una rinascita, nonostante gli altri, sia nel tempo più efficace e duratura. Intendo dire che l'appoggio di qualcuno quando si stà veramente male è necessario, e probabilmente fondamentale; Ma la stampella/altrui usata come risorsa di vita sempre e comunque, può alla lunga risultare sofferente e faticosa.Non sempre c'è l'aiuto quando ne abbiamo bisogno, e non sempre ci sono situazioni che prevedono l'aiuto esterno.
 
 La cosa fondamentale ovviamente è uscirne, ogni mezzo è buono, ma se a posteriori devo soppesare l'utilità a lungo termine, è meglio che i passi principali e l'iniziativa parta da noi stessi e non dagl'altri.
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		|  11-12-2016, 15:15 | #25 |  
	| Esperto 
				 
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			Si, se la compagnia una volta passata la depressione non'è una fatica immane e risulta utile, umoralmente parlando, va più che bene sfruttare il sostegno altrui, e darlo agli altri ovviamente, "socializzare" in una parola sola...Quello che ci tenevo a sottolineare, è di responsabilizzarsi e rinforzare a palla l'autostima, perchè gli altri non sempre ci sono e le ricadute sono una bella gatta da pelare.
 
 Personalmente la stò vivendo così: sono guarito da depressione maggiore e fobia sociale, mi rimane però sempre un'ansia sociale relativa solo a certi contesti.
 Il fatto però di aggredire gli umori (anche fisiologici e normali) che tentano di riprendermi dal fondo mi è decisamente utile, fà sì che per contrasto, al posto che ascoltarli faccia l'esatto opposto, questo per quanto riguarda quelle situazioni che potenzialmente riesco a gestire.
 Conoscendo tutte le sfaccettature di ansia, umore negativo, stress ecc. - sò quando stanno arrivando e sò come rimediare e gettarle lontane prima, (cosa molto importante) che il pensiero si impadronisca della mente e la comandi...molto prima.. diciamo che ho sviluppato una certa empatia per questi stati d'animo, su di me e sugl'altri, quindi li percepisco e agisco, ripeto, anche ben prima che si trasformi in malinconia, tristezza, nervosismo, basta il pensiero.
 
 Poi tornando ai contesti sociali off-limits, ovvero ancora fobici, ci giro al largo, anche perchè non sono fondamentali per sopravvivere, ne per vivere a dire il vero.
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