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25-02-2016, 12:23
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#1
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,966
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Capita spesso di descrivere il forum ed i suoi contenuti in termini di ciclicità, ricorsività, sfogo, chiusura, automatismo, monotonia; meno frequentemente che ci si soffermi sul valore culturale e "semplicemente" umano di questo spazio, che non è solo un'atmosfera, un "sapore" diverso da quello percepibile altrove, ma anche il concetto che talvolta si concentra in modo particolarmente efficace in un post o in una discussione. Creo perciò questo topic per raccogliere, indicandone l'autore e nel rispetto della sua volontà di non venir quotato, quelli che secondo voi siano i contributi che andrebbero evidenziati, per il modo in cui vi abbiano fatto ridere, riflettere, riconoscervi, sognare, affinché li si possa ritrovare qui a proprio piacere; insomma, per non lasciare che vadano persi e dimenticati nel quotidiano fluire della vita del forum. Nessun tipo di contenuto è escluso: brani musicali, foto, citazioni di passaggi letterari; che non ci siano limiti se non quelli della vostra immaginazione. Chiedo ai moderatori se sia ammissibile citare interventi provenienti dalle aree riservate, ovviamente chiedendone prima il consenso all'autore, o se sia il caso di escludere del tutto una eventualità di questo tipo.
Inizio riportando quanto Dedalus ha sostenuto descrivendo il vero amore, una delle migliori definizioni che abbia mai letto in proposito, sulla quale ritengo sarebbe importante soffermarsi:
" Semplicemente, un amore che è più ricco nel futuro e in ciò che può esprimere che nel presente e in ciò che esprime ora.
Una persona che cresce, e la sua crescita ti riguarda (e anche: la tua crescita la riguarda).
Questo necessita fedeltà, impegno, rischio, dedizione, accudimento.
Questo, è un amore. Per il presente, ci sono solo degli amanti, delle amanti; piaceri e sentimenti da consumare e lasciar consumare".
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Ultima modifica di Josef K.; 26-02-2016 a 23:45.
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25-02-2016, 12:33
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#2
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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25-02-2016, 12:35
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#3
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
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ahah che gran topic quello
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26-02-2016, 23:36
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#4
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,966
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Sì, ok, questo topic piace solo a me, ma questo post di Angus merita decisamente di essere ricordato, per cui eccovelo:^^
"Un principio semplice, ma molto potente: le cose possono andar male. Possiamo pagare il prezzo dello squilibrio e dell'incertezza. Anzi, direi che non possiamo farne a meno (poiché in questo consiste la vita: squilibrio), e che è addirittura desiderabile e liberatorio cedere a questo nostro anelito, al nostro desiderio di essere tranquilli e con noi stessi anche quando non abbiamo nulla.
Bisogna guardarsi dall'ansia di cadere. Dove cadremmo poi, se non sul mondo?
Non è necessario laurearsi, lavorare, avere successo, possedere qualcosa, avere (avere) la fidanzata, degli amici. Attenzione: non dico che non sia desiderabile (questo dipende dai gusti personali), ma che non è necessario. Al venire meno di risultati ed obiettivi, non segue il nostro.
Il problema è che abbiamo interiorizzato una caterva di aspettative assurde. La nostra è una civiltà fondata sulla paura.
Bisogna, naturalmente, guardarsi anche dallo pseudo-eroismo anarcoide del non voler fare ed essere nulla. Che è la negazione, e non l'elaborazione, della paura. Oltreché dall'autosufficienza del "non desidero altro che non sia me stesso". Desideriamo (siamo, appunto, squilibrati verso il mondo e gli altri), sì. Il punto è che vi è differenza tra bisogno e desiderio".
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Ultima modifica di Josef K.; 26-02-2016 a 23:45.
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26-02-2016, 23:55
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#5
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Banned
Qui dal: Mar 2011
Messaggi: 5,525
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Contribuisco anch'io:
"Non so se devo dire anche questo, della vegetazione che si alza in piedi dalla terra riscaldata e cresce di spalle con le foglie rivolte al sole; e dell'aria rigonfia di spore, smog e ormoni che accarezza le vertebre attraverso magliette leggere. Della luce densa da respirare e vivere sulla pelle, una luce forse ancora troppo debole.
Se devo dire che ora le facce che incroci sullo specchietto retrovisore si vedono perfettamente e sono sveglie e abbronzate. E ciò che scorre di lato non è più di quel colore anonimo e stinto ma pulsa di clorofilla, giallo vivo che se ne andrà anche stavolta, di nuovo e vorresti non sprecare niente.
Le vene affiorano sempre un po' di più, le arcate sopraccigliari pesano sempre di più sugli occhi assonnati.
Quanto peseranno questi nostri occhi il giorno che ci assopiremo per dormire per sempre?
Se devo ringraziare le persone che mi stanno intorno facendo in modo che io non scompaia e resti qui perlomeno a provarci, perché a volte per perdere non serve niente, basta che qualcuno faccia uno schiocco di dita e le cose riescono a ribaltarsi completamente in direzione tangente merda e sfascio totale.
L'impagabile momento in cui si getta la spugna e si decide semplicemente di crescere non è paragonabile né sovrapponibile, né consecutivo all'inganno, all'ottusità di un tentativo di manipolare la realtà e sottometterla a un proprio vissuto. Un cambio radicale di prospettiva non è simultaneo o schiacciante, del resto è solo altra polvere che si mescola.
Non è con rassegnazione che ora si aprono le finestre per far entrare il calore, dopo che il freddo dei muri portanti viene propagato verso l'interno delle abitazioni. Non è stanchezza quella che muove i passi lungo le stradine districate di questa urbanità diluita, annacquata dalla monotonia. E i palazzi muti, i garage dai quali escono macchine monopersona verso uffici e fabbriche, non sono proprio miei. Il corteo che ha bloccato il traffico. Le distese sbriciolate di ghiaia, asfalto consumato. Non è mio neanche l'astio che provo verso tutto questo, la repulsione viscerale verso quella che dovrebbe essere la mia gente. Non riesco a sentirmi parte di questa realtà, ma lo vorrei tanto.
Ma in fondo questa è anche una forma diversa di lucidità; una determinazione tacita ad oltrepassare i propri stupidi e vergognosi limiti.
Sono molto grata alle persone che mi stanno vicino in questo periodo. Se non ci fossero loro penso che sarei finita.
Ed è anche questo crescere, accettare di non essere sempre e completamente autonomi. Per quanto mi infastidisca.
Per quanto mi infastidisca, non posso fare a meno di ascoltare il suono del sangue, il riverbero pulsante nei timpani.
Prigioniera di una scadenza relativamente imminente.
Quei campi vivono più di noi. Quella vigna secolare è stata estirpata e la collina è di nuovo nuda, ma quante generazioni di mani hanno raccolto i grappoli? Centinaia di grappoli, centinaia di cesoie, di litri di vino, di stomaci, di rondini affamate e volpi.
Il canto dei grilli è così dolce. Quante volte ancora dovrò deliziarmi della pace sempre gradita del sonno altrui? Quanta pace dobbiamo ancora accumulare prima di diventare sufficientemente pronti a dire un sì, o un no?
Tutta la contraddizione che c'è oltre queste finestre aperte non mi entusiasma, eppure facilmente rapisce. Una drammatica e grottesca sindrome di Stoccolma ci avvinghia gli uni agli altri. E le impronte che ho trovato lungo il percorso non mi sono mai sembrate abbastanza marcate da poter essere seguite con sicurezza."
(caratteriale)
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27-02-2016, 00:18
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#6
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Intermedio
Qui dal: Nov 2014
Ubicazione: Àdexe
Messaggi: 104
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Grazie, mi hai fatto ricordare il perchè mi ero iscritto a questo forum.
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27-02-2016, 02:01
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#7
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: £
Messaggi: 8,149
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Antimateria è stato un esenplare più unico che raro di saggezza, peccato se ne sia andato via dal forum.
P.S.
@ Barclay:
ricordo che una volta hai postato il link al suo post... Ho pochi elementi, spero che ti bastino Barclay... anni fa un utente che posto poco sul forum scrisse qualcosa in merito alla fobia sociale o al disturbo evitante di personalità, che secondo lui era inpossibile uscirne fuori, descrivendo una situazione come esempio, di lui e lei in una situazione di intimitá in auto o qualcosa del genere e che alla fine il disturbo tanto avrebbe preso il sopravvento... So che è troppo poco come descrizione ma... Barclay, ricordi il suo nik o il post dove lo scrisse?
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27-02-2016, 16:19
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#8
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Esperto
Qui dal: May 2010
Ubicazione: USS Enterprise • NCC1701E
Messaggi: 16,780
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Quote:
Originariamente inviata da super unknown
So che è troppo poco come descrizione ma... Barclay, ricordi il suo nik o il post dove lo scrisse?
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Aimé, non ricordo [e immagino che avrai già provato a cercare tra i miei post quel quote]
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27-02-2016, 18:02
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#9
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Esperto
Qui dal: Sep 2013
Ubicazione: Infinitamente nel tuo pensiero.
Messaggi: 3,213
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Quote:
Originariamente inviata da super unknown
Antimateria è stato un esenplare più unico che raro di saggezza, peccato se ne sia andato via dal forum.
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Mi manca ancora...
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27-02-2016, 18:19
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#10
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Avanzato
Qui dal: Oct 2015
Messaggi: 378
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Il primo post che mi è venuto in mente è quello di una leggenda del forum: Clark_Kent, che descrisse in modo molto avvincente la storia di come superò la sua fobia sociale. Lo lessi più o meno un anno e mezzo prima di fare il mio ingresso in questo forum.
Molto probabilmente non sono l'unico ad aver pensato a lui e mi sembra che già in più di una discussione sia stato citato e ricordato in seguito a quel lungo post in cui parlava della sua vittoria...
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Ultima modifica di Bernardo Soares; 27-02-2016 a 18:28.
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27-02-2016, 22:10
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#11
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Esperto
Qui dal: Jul 2010
Ubicazione: qui vicino
Messaggi: 31,353
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Quote:
Originariamente inviata da Dedalus
Solo l'imbecillità ragiona in termini di “tutto ciò che non è vietato è lecito”.
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........
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27-02-2016, 22:20
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#12
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Banned
Qui dal: Mar 2008
Ubicazione: Fanculo l'ubicazione. Piuttosto, gentilmente, nn datemi consigli se nn ve li chiedo. Pensate x voi.
Messaggi: 1,798
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Quote:
Originariamente inviata da Bernardo Soares
Il primo post che mi è venuto in mente è quello di una leggenda del forum: Clark_Kent, che descrisse in modo molto avvincente la storia di come superò la sua fobia sociale. Lo lessi più o meno un anno e mezzo prima di fare il mio ingresso in questo forum.
Molto probabilmente non sono l'unico ad aver pensato a lui e mi sembra che già in più di una discussione sia stato citato e ricordato in seguito a quel lungo post in cui parlava della sua vittoria...
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C'ho dato un'occhiata. Bellissimo epilogo. Mi riservo solo qualche dubbio sulle valutazioni esposte a livello generico, oltre la mera esperienza personale. : /
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29-02-2016, 16:34
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#13
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,966
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GameOver, a proposito del domandarsi quale sia il senso della vita:
"Questa è una domanda tipica che affligge il depresso. Alcuni parlano di "Depressione Esistenziale".
Fino a che punto questa possa chiamarsi patologia è dibattito presso gli esperti, giacché parrebbe, più che altro, una presa di coscienza dell'inevitabilità e della relatività di ogni cosa.
Noi nasciamo, probabilmente dal nulla: sebbene le nostre molecole siano fatte di atomi già preesistenti in natura, la nostra coscienza sembra essere, al momento della nascita, tabula rasa. Questo escludendo i vari segnali di input che già riceviamo nei nove mesi precedenti.
Dunque cresciamo, ci evolviamo, conosciamo il mondo. Lo conosciamo tramite i nostri sensi, ergo: lo vediamo tramite speciali lenti colorate.
Non abbiamo una visione oggettiva del mondo.
E poi sorge la domanda, spontanea: ma se morirò, a che serve tutto questo?
È un biglietto di sola andata senza una destinazione: la vita è un viaggio.
Un viaggio dove l'unico modo per non deprimersi è lasciarsi andare al gusto dell'avventura che il viaggio ci propone, con le sue immense difficoltà. In questo viaggio sei tu che decidi quale sentiero percorrere: sei tu che scegli le avventure, le imprese che dovrai risolvere. Il viaggio è la vita, ed è un viaggio senza senso finché tu non decidi quale sentiero percorrere e, di colpo, come per incanto, il sentiero stesso si preclude come fine a sé stesso: e allora la vita è percorrere quel sentiero, un sentiero che è in armonia con noi e che entra in risonanza con le nostre energie. Il viaggio non ha destinazione, il sentiero è quello più affine a te. Quello che ti rende il viaggio più mite, più piacevole, più accattivante, interessante, verso la destinazione.
Destinazione? Ricordiamolo:un viaggio senza destinazione. Alla nostra morte, le nostre molecole si disgregheranno, i nostri atomi si sparpaglieranno nel Pianeta, nell'universo.
La morte è una trasformazione.
Ma la vita, intesa come la intende la società, non ha benché minimo senso: che senso ha accumulare ricchezze, cambiare vestiti, rifarsi il look, se tutto questo non ce lo porteremo mai dopo la morte? È follìa, è una assurda convinzione.
Ora capisci. Comprendi perché per molti di noi sia difficile vivere questa vita: la società ci ha dato la falsa scelta di un sentiero per fare il nostro viaggio. Non c'è alcun sentiero per te, quello lo trovi tu, indagando su te stesso.
Hai detto bene, dunque: la vita non ha senso. So quale angoscia si prova: la relatività di ogni cosa, dannatamente vera.
Le persone meno curiose queste domande non se le fanno, forse paghiamo il prezzo della nostra presuntuosità, ma bada: non cercare negli altri il sentiero, la tua via, perché tutto questo nessuno può indicartelo meglio di te".
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Ultima modifica di Josef K.; 29-02-2016 a 16:51.
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02-03-2016, 17:19
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#14
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Esperto
Qui dal: Feb 2010
Messaggi: 9,761
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02-03-2016, 17:31
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#15
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
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Quello era (diventato) il thread delle citazioni da ricordare in senso negativo.
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03-03-2016, 15:27
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#16
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Esperto
Qui dal: Sep 2012
Ubicazione: I'll remain unperturbed by the joy and the madness that I encounter everywhere I turn.
Messaggi: 1,966
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Questo topic aperto da mike21, sul valore reale e personale di cultura e letteratura:
http://www.fobiasociale.com/il-vostr...leggete-51856/
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20-03-2016, 02:19
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#17
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Esperto
Qui dal: Jan 2012
Ubicazione: £
Messaggi: 8,149
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Quote:
Originariamente inviata da barclay
Aimé, non ricordo [e immagino che avrai già provato a cercare tra i miei post quel quote]
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Ci ho provato in questi giorni a ri-cercare con calma
In ogni modo, grazie Barclay.
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08-01-2019, 11:59
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#18
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Esperto
Qui dal: Nov 2008
Ubicazione: Jupiter and Beyond the Infinite
Messaggi: 19,230
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Quote:
Originariamente inviata da Edwin
Tutto ciò che penso è che se si integrassero le teorie redpill a studi economici considerando le tre famose variabili (Bellezza, Soldi e Status) ed assegnando ad ognuna di esse un valore si potrebbe comprendere la variazione della domanda e dell'offerta per entrambi i sessi e arrivare a dire più o meno verso che range di valore si potrebbe ambire (tipo valuta) in un eventuale scambio interpersonale e addirittura creare inflazione basandoci sulla modifica di una delle variabili, rendendo di fatto il mercato manovrabile e/o cavalcabile per chi avesse la pazienza di comprenderlo.
Scherzi a parte, quel che vorrei dire è che spesso si cercano soluzioni nel cercare di comprendere un macro meccanismo che verosimilmente esiste ma che non è lineare nè soprattutto prevedibile, nascondendoci dietro la rassicurante bugia di averne colto i fili ed è a causa dei suddetti che non riusciamo a cavarne un ragno dal buco.
L'esperienza mi dice che non è tanto come attrarre gli altri il problema quanto essere in grado di trasmettere sè stessi, mattendosi così in comunicazione con gli altri.
E' nel sottotesto di molte mie sedute psicologiche che ciò che conta in una relazione spesso è per lo più quel che si riesce a trasmettere all'altra persona sia di sè stessi ma anche dell'altro, la lettura che necessariamente diamo del nostro interlocutore anche solo non verbalmente. Una relazione è uno scambio, non utilitaristico quanto di impressione, di legami emotivi con l'altro.
Il problema fondamentale che ritengo di leggere spesso è la visione dell'altro come obbiettivo che porta necessariamente alla rinnegazione di questo lato profondo insito negli scambi relazionali.
Badate bene, lo faccio anche io, ma mi rendo conto che da quando parlo di me e dell'altrui persona un po' più sinceramente è tutto molto più facile.
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