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Vecchio 29-03-2008, 15:43   #1
Esperto
L'avatar di clizia
 

Ciao a tutti,
volevo farvi una domanda, sull’onda di alcuni episodi spiacevoli accaduti negli ultimi giorni, dai quali non sono riuscita a difedermi come avrei voluto, o quanto meno con la grinta necessaria a farmi valere di fronte alla prepotenza giornaliera, derivante dal contatto costante e logorante col prossimo.
Voi, che vi definite timidi o sociofobici, quanto riuscite a farvi valere di fronte all’altro, nel momento in cui esso si pone aggressivamente e con fare perentorio nei vostri confronti?
Non so voi, ma mi rendo conto che pur avendo raggiunto la bella età di 29 anni, ancora non sono capace di difendermi dagli attacchi del mondo esterno così come vorrei, e questo a causa della mia timidezza e insicurezza. Soprattutto quest’ultima mi porta ad avere una reazione immediata alle situazioni di aggressione-lite-discussione alquanto errata, perché penso subito che nell’agressione altrui vi sia celato un rimprovero atto a mettere in evidenza o smascherare una qualche mio mancanza o difetto di fondo che alberga in me.
Siccome di fondo mi percepisco come incapace a soddisfare pienamente le aspettative le richieste della società, tendo – senza rendermene conto lì per lì – ad accettare quel ruolo o quella maschera che mi viene imposta durante le situazioni di conflitto; si innesca nella mia mente un meccanismo perverso per cui arrivo addirittura a pensare che se sono oggetto di attacco allora vuol dire che lo merito, perché c’è qualcosa che non va in me o che evidentemente ho sbagliato effetivamente qualcosa.
Nel momento, però, in cui l’emotività del momento lascia posto alla freddezza e alla razionalità, incomincio a rendermi conto che non meritavo assolutamente un simile trattamento e prendo coscienza di quanto fosse ingiustificata l’aggressione subita.
Per farvi un esempio, lo scorso anno ho sostenuto un esame (all’interno di un biennio di specializzazione) e come al mio solito mi ero molto preparata e avevo steso con cura la tesina, perché non sarei mai andata a sostenere un esame senza una preparazione più che adeguata. Premetto che avevo superato tuti gli altri esami brillantemente; mi mancava solo quest’ultimo, che sapevo essere tenuto da una prof. riconosciuta oggettivamente come schizzata, tanto che alcuni docenti del biennio specialistico che ho frequentato premono per mandarla via, perché questa ne combina veramente di tutti i colori. Insomma, vado all’esame; l’orale con un altro prof va bene, mentre mi vedo affibbiato un 18 alla tesina perchè ‘sta tizia ha cominciato ad inveire come una matta perché nello scritto avevo fatto riferimento ad un concetto dimenticandomi di segnalarne la fonte (insomma, mancava semplicemente una stupida nota, ma il lavoro era ben fatto!!). Quando ho iniziato gentilmente di spiegarle il mio punto di vista, quella ha incominciato ad inveire e fare la matta e così – convita di essere nel torto e di essermi meritata tale atteggiamento e voto a causa dlela mia sciocca mancanza- sono andata via in lacrime, senza essere stata in grado di difendere con forza e assertività le mie posizioni, subendo così il torto di un 18 non meritato nella tesina.
Subito dopo ho ricevuto la solidarietà dei compagni del corso e degli altri prof., e questo mi ha fatto piacere, ma subito dopo mi sono profondamente odiata. Si, perché non sono riuscita a difendermi come dovevo, mi sono subito arresa di fronte all’immagine negativa che vedevo riflessa negli occhi pazzi-giudici-ingiustamenteseveri di quella donna squilibrata; eppure io accettato passivamente il ruolo di uno strano gioco, le cui regole erano state soltanto stabilite arbitrariamente da un’altra persona, priva tra l’altro di sana capacità di giudizio.
La mancanza di stima, quella severità nella quale sono cresciuta si è così radicata in me che non riesco nemmeno a difendermi, perchè masochisticamente accetto le critiche altrui, nella misura in cui io vivo io stessa in un perenne stato di autocritica, severità e rigore. Il mio rapporto col prossimo diventa tormentato e deleterio quando subentra il GIUDIZIO, lo scontro, la gestione del conflitto, la messa in discussione del proprio valore e la necessità di farsi valere per quello che si è veramente.
Ecco, io non ho tanti problemi a fare amicizia o ad instaurare un legame col prossimo se di tipo paritario, ma mi blocco del tutto quando si instaura con il prossimo una dinamica fatta di giudizio, di ruoli, di lotta per difendere il proprio punto di vista, ma soprattutto quando viene richiesta l’abilità di agire con fermezza e assertività per far valere la propria posizione. Tendo a vivere in un perenne stato precario di continua messa in discussione di me stessa, che non mi permette così di apparire certa agli occhi altrui.
Voi riuscite a difendervi come vorreste, nonostante la paura che nutrite verso il prossimo e l’eccessiva timidezza?
Mi arrabbio con me stessa, perché ogni volta mi riprometto di voltare pagina e di imparare a gestire meglio i conflitti con gli estranei, ma costantemente ricado negli stessi errori: l’emotività prende il sopravvento e tuoo “va a farsi friggere”. Non è sempre così, ogni tanto riesco ad ottenere qualche piccola vittoria, ma ultimamente mi sono ritrovata spesso in situazioni in cui non ce l’ho fatta proprio ad essere assertiva e convincente come avrei voluto…
:cry:
Vecchio 29-03-2008, 15:58   #2
Banned
 

un pò capisco la tua situazione.sono cose che generano una grande rabbia, le ingiustizie subite, o i conti che non si e riusciti a regolare, a me capita con psichiatri , dottori, psicologi.ti attaccano con la loro logica del cavolo ed essendo piu bravi e svegli di te a parlare ti lasciano a bocca aperta.poi quando magari sono incazzato nero e a casa penso"se gli avessi deto sta cosa, gle l'avrei fata vedere io"e mi rode.i duelli verbali sono guerre al pari di quelle fisiche .purtroppo chi alza la voce per primo in genere può avere la meglio, bisogna sentirle nell aria le tensioni ed essere pronti a dar pan per foccaccia. :wink:
Vecchio 29-03-2008, 16:04   #3
Principiante
L'avatar di SempreTimido
 

l'episodio della docente "schizzata" è davvero odioso ed hai tutta la mia solidarietà.
per quanto riguarda il discorso dell'autodifesa non credo sia necessariamente correlato con la timidezza.
come da nick, sono un ragazzo timido, ma se vengo ingiustamente attaccato o ripreso reagisco con fermezza, non sono certo il tipo che fa a botte per strada, ma certamente non me ne sto zitto se mi attaccano ingiustamente o se qualcuno si rivolge con strafottenza e/o maleducazione.
una volta ho pure inseguito un ladro (anche se alla fine mi è sfuggito), eppure sono timido di carattere.
Vecchio 29-03-2008, 16:11   #4
Esperto
L'avatar di vikingo
 

io cerco di difendermi come posso,non sono un tipo violento ma sono impulsivo e quando sclero faccio fatica a controllarmi e avolte divento violento. :wink: :roll:
Vecchio 29-03-2008, 16:20   #5
Esperto
L'avatar di Wonderlust76
 

Io sono esttamente cm te, e mi arrabbio tantissimo quando, solo con me stesso, ripenso alle situazioni che mi hanno visto perdente e comprendo che avrei potuto ribaltarle, o per lo meno pareggiarle, se solo fossi stato più sicuro del fatto mio e più grintoso.
Gli altri spesso percepiscono a pelle la ns insicurezza, la ns debolezza di carattere..e ne approfittano per attaccarci. Il mondo è pieno di squali....
Io sto cercando faticosamente di reagire a qsto stato di cose...e qlke piccolo risultato ogni tanto lo ottengo...cm te.
Ieri vado in banca per fare un bonifico....è già la terza volta che infatti la banca nn mi paga regolarmente la tassa sui rifiuti con le conseguenze immaginabili...bonifici da fare in extremis che comprendono 2 o 3 vekkie fatture nn pagate e tanti soldi da tirare fuori in una volta sola. Dunque ero abbastanza incavolato....arrivo allo sportello e un'impiegata dall'aria abbastanza menefreghista mi fa firmare il modulo. A quel punto gli dico ke spero in futuro nn ci siano altri problemi altrimenti ritiro il mandato e le bollette me le pago per i fatti miei!! E questa "Ah...ma il bonifico è un'altra cosa...." Ed io "Il bonifico lo devo venire a fare io di persona perchè VOI nn pagate le MIE fatture...chiaro?? Quindi datevi una regolata!!"...questa ha accennato un sorriso imbarazzato e ha detto "Ehmmmm....si".
Che soddisfazione!!!!
Ovviamente per qste piccolissime vittorie ci stanno decine e decine di fallimenti...
Vecchio 29-03-2008, 16:36   #6
Intermedio
L'avatar di _88_ThE_BeSt_88_
 

per come la vedo io è sempre meglio essere arroganti e indisponenti ke timidi e remissivi nei rapporti con gli sconosciuti....xkè se poco poco ti vedono insicuro sono cassi amari davvero
Vecchio 29-03-2008, 17:15   #7
Banned
 

se c'è una cosa che mi fa dimenticare l'aspetto del mio carattere introverso/timido è l'arroganza, la stupidità, la presunzione ecc...ecc...
in quel caso posso avere di fronte pure la Bellucci che la divoro a parole :P

Diciamo che io la vedo una via di mezzo con 88.
Nè una cosa nè l'altra.
Io amo tutto sommato i miei silenzi, la mia pacacità solita nel rispondere, diciamo che non sono mai quello che inizierebbe a battibeccare senza motivo con qualcuno/a. Sono disposto pure a prendermi qualche insulto se poi parlando a 4 occhi riesco a far capire la mia.
Però se c'è una cosa che sa chi mi conosce è che io sono come un "cane stanco".
Preferisco anche ricevere 100 pugni nello stomaco e non rispondere (o farlo civilmente se devo farlo)...passando volendo per una persona tranquilla e fin troppo remissiva e pacata, ma chi mi conosce sa che il 101 esimo non lo digerisco in silenzio.
Può essere una discussione in famiglia, con amici, con un professore, ma se ho il mio punto di vista (soprattutto se qualcuno vuole calpestarlo) non ho paura a mostrarlo.
E soprattutto non ho paura di dire in faccia le cose ad una persoa che è troppo arrogante o irrispettosa (anche se è un prof o il presidente della Repubblica in persona).

Diciamo che il non difendermi sempre e comunque a spada tratta è più una scelta (se non è necessario non mi va di creare polemiche per poco o nulla), però per difendere un'idea o una cosa a cui credo davvero e soprattutto persone che vedo denigrate ingiustamente lo faccio senza alcun problema.
Vecchio 29-03-2008, 17:52   #8
Esperto
L'avatar di vetro
 

Quote:
Ciao a tutti,
volevo farvi una domanda, sull’onda di alcuni episodi spiacevoli accaduti negli ultimi giorni, dai quali non sono riuscita a difedermi come avrei voluto, o quanto meno con la grinta necessaria a farmi valere di fronte alla prepotenza giornaliera, derivante dal contatto costante e logorante col prossimo.
Molto spiacevoli come per l'esame?
Purtroppo nella vita di tutti i giorni c'è un confronto continuo e costante con gli altri e non sempre questi sono ben disposti.C'è l'impiegato di banca che è annoiato e ti tratta male e via dicendo.Bisogna bilanciare la propria timidezza e farsi rispettare quando è necessario.
Vecchio 29-03-2008, 18:42   #9
Avanzato
L'avatar di Pride4
 

Sono incapace di difendermi :cry:
Vecchio 29-03-2008, 18:57   #10
Avanzato
L'avatar di caliserio
 

Quote:
Originariamente inviata da Pride4
Sono incapace di difendermi :cry:
mò ti difendo io pride
io a parole sto imparando a difendermi
però è in mail che faccio più brutto
l'altro giorno una ha fatto la scema al telefono, voleva dare la colpa ammia di una negligenza sua, così mi ha costretto ad indagare (5 minuti di lavoro x un big espert), così ho scoperto che appunto era una sua negligenza... ho scritto una mail a lei e in copia a 2 megadirettori + 3 spettatori random presi dalla rubrica, e l'ho spiezzata in 2... mi ha chiamato x scusarsi 8)

non a parole, ma a mazzate, in teoria so difendermi
cavoli quando mi alleno faccio brutto: potenza, tecnica e velocità, e soprattutto elevazione, puoi essere alto anche 2 metri, ma io al tuo visino ci arrivo con la gambina
però questo in teoria, perchè in pratica non riesco quasi mai a mantenere il giusto sangue freddo (vedi post del cinema), perchè non ho esperienza da strada, essendo rinchiuso sempre in casa mi perdo le risse migliori :lol:

in effetti cmq a parole mi manca a volte la battuta immediata, peccato xchè sono abbastanza creativo, ma credo sia un problema di frequenza, non parlando mai faccio a volte fatica a fare una normale conversazione, figuriamoci una un po' spinta

prideeee sono invisibbbile!!!
Vecchio 29-03-2008, 19:03   #11
Avanzato
L'avatar di Pride4
 

Ma tu sei sempre invisibile Calimero,sei nascosto...
Vecchio 29-03-2008, 20:19   #12
Esperto
L'avatar di clizia
 

Grazie a tutti per le risposte!
Rispondo innanzitutto ad una cosa detta da sempretimido. Secondo me, per troppo tempo a lungo, sono state raccolte sotto l’etichetta generica di timidezza tanti tipi di comportamenti all’apparenza simili tra loro, ma in realtà diversissimi per sostanza, natura e genesi.
Un timido vero è, in genere, per me, una persona sì riservata, ma non necessariamente insicura di sé o priva di autostima. Il timido può vivere anche senza ansia il suo rapporto col mondo e non necessariamente vive i rapporti umani all’insegna della prova o del giudizio. La persona che soffre di ansia sociale, generalmente teme il giudizio del prossimo, soffre di insicurezza circa le sue capacità e mette costantemente in discussione il suo valore; teme quindi il rapporto con gli altri perché questo è come una cartina tornasole capace di confermare o meno la percezione negativa che egli ha di se stesso; per questo il fobico tende ad evitare il rapporto con l'altro. Pensate come si moltiplicano gli stati d’animo se la relazione con l’altro da incontro si trasforma in scontro…la sua ansia di certo aumenterà.
Sto leggendo un libro molto interesante sull’ AS/FS, e tra i tratti di questa fobia vi compare anche la mancanza di assertività nei confronti del prossimo.
Se si parte dall’idea che un sociofobico o una persona estremamente sensibile spesso ha una bassa stima di sè, sicuramente farà più fatica a difendere se stesso perché egli tenderà, per forza di cose, a “sacrificare i propri bisogni e desideri a quelli altrui” (cito il libro). “Chi si comporta passivamente dimostra la convinzione di essere meno degno degli altri e il messaggio che manda inconsapevolmente alle persone è questo: io non conto, quindi puoi fare quello che vuoi, anche approfittarti di me.” Sto citando il saggio che sto leggendo e francamente io mi ci rispecchio tantissimo in questo atteggiamento, purtroppo.
Altro episodio sgradevole accaduto ieri: sul treno stracolmo c’era un maniaco (ed era pure abbastanza giovane!!) che si è appiccicato a me come una ventosa, con la scusa della folla….siccome come timida vorrei scomparire e diventare quasi invisibile, il fatto di dover iniziare a fare una piazzata davanti a tutti mi angosciava tantissimo, così l’unica reazione che ho avuto (in preda ad ansia e disagio) è stata quella di cercare di spostarmi, anche se ci si poteva spostare solo di mezzo cm, visto che il vagone era affollatissimo! Ecco, se un sociofobico teme l’essere messo al centro dell’attenzione, se avessi incominicato a litigare ad alta voce, mi sarei sentita malissimo, al centro di una situazione alquanto sgradevole, così la mia reazione è stata solo quella di cercare di fuggire; sono cosciente di essere stata sconfittta dalla situazione, perché non l’ho affrontata faccia a faccia, ma il mio istinto immediato è stato quello di scappare…

Quando sono particolarmente nervosa o arrabbiata trovo in me un’energia insospettabile e quando parto mi sento decisa e non ci penso due volte a rispondere alla gente; sono però consapevole come la molla di questa apparente vitalità sia però soltanto la rabbia verso il prossimo, la stizza e ciò non mi piace. Vorrei imparare a rispondere per amore di giustizia e dignità e non perché spinta da livore o rabbia covata nel tempo. La rabbia ci fa solo stare male e inasprisce gli animi e non voglio certo diventare una persona acida o collerica solo per questa mia incapacità di base. Vorrei mantenermi pura e non farmi attraversare dalla negatività dei sentimenti, perché alla fine ti logorano dentro e si nutrono di pezzi di te...
Vecchio 29-03-2008, 21:31   #13
Principiante
 

Ciao a tutti..io non riesco a difendermi piú di quel tanto..se la persona mi incute "terrore" non riesco nemmeno a dire una parola o a stento una balbettata..mi incazzo a morte ma lo trattengo e poi mi sbotta la gastrite..
E in piú dopo mi faccio le para xché non ho risposto..
Se ho un buon rapporto reagisco purtroppo nervosemente..
aggredisco l'altro,anche se si tratta di un amico o dei i miei genitori..da un po' riesco a trattenermi ma nn con tutti..odio i rimproveri sul lavoro,ecco xché cerco di lavorare in maniera impeccabile..non ho "le palle" di dir la mia,addirittura quando mi toccan i soldi..al momento non ho difese..
Vecchio 29-03-2008, 21:34   #14
Principiante
L'avatar di SempreTimido
 

hai ragione Clizia,
il termine timidezza è piuttosto generico e spesso utilizzato x definire una serie molteplice di dinamiche comportamentali differenti tra loro.
quindi delineare la figura standardizzata di un "timido tipico" non è così scontato.
mi dispiace molto x l'episodio del treno, posso immaginare il forte senso di disagio provato, oltre all'aspetto spiacevolissimo della circostanza in se.
anche a me da molto fastidio (mi mette in disagio) essere al centro dell'attenzione o essere osservato, ma questo non inibisce nel mio caso la volontà di reazione quando qualcuno "mi attacca" ingiustamente proprio perchè ritengo che il rispetto verso il prossimo sia un valore prioritario e quindi irrinunciabile.
non è dunque tollerabile l'atteggiamento di chi con superbia e strafottenza (come la docente dell'esempio che hai citato) s'impone con cattiveria urtando la sensibilità del prossimo.
poi trovo ammirevole (ed assolutamente condivisibile) questa frase che hai scritto e che ora riporto:

"sono però consapevole come la molla di questa apparente vitalità sia però soltanto la rabbia verso il prossimo, la stizza e ciò non mi piace. Vorrei imparare a rispondere per amore di giustizia e dignità e non perché spinta da livore o rabbia covata nel tempo"
Vecchio 30-03-2008, 01:01   #15
y
Banned
 

capita anche a me.
una volta m'è capitato con una dottoressa da cui dovevo andare a fare delle visite di controllo. ogni volta era tutta brava simpatica cordiale, poi un bel momento me ne diceva di tutti i colori, generalmente per delle fesserie o per dei presupposti miei sbagli (in realtà sviste sue) nella terapia o cose del genere.
ti dico come è andata a finire. dopo l'ennesima volta, tornato a casa con un fegato caricato come una sveglia, la volta successiva ho cominciato a dire "ci andrò più avanti", poi non ci sono più andato..

Un'altra dottoressa (sempre una donna comunque eh?!) ad una visita di controllo, m'ha fatto una visita da schifo, m'ha trattato male, e le avrei spaccato la faccia, ma niente. ho solo preso l'appuntamento per l'intervento che dovevo fare e son rimasto mesi con l'ansia di incontrare quella stessa dottoressa. poi invece il giorno dell'appuntamento c'era un medico (uomo) anche piuttosto bravo e cordiale. per fortuna. però la rabbia di non averle detto tutto quel che si meritava mi è rimasta..

un'altra volta ho avuto a che fare con una caposala villana.. (poi dicono che la gente non va a farsi le visite di controllo)
però quella volta almeno ho mandato una segnalazione all'ufficio reclami, non sarà servito a niente ma almeno mi son sfogato un po'..

ma è così ogni volta. non solo dal medico.
Vecchio 30-03-2008, 03:23   #16
Esperto
L'avatar di gio1
 

Quote:
Originariamente inviata da clizia
Voi riuscite a difendervi come vorreste, nonostante la paura che nutrite verso il prossimo e l’eccessiva timidezza?
Mi arrabbio con me stessa, perché ogni volta mi riprometto di voltare pagina e di imparare a gestire meglio i conflitti con gli estranei, ma costantemente ricado negli stessi errori: l’emotività prende il sopravvento e tuoo “va a farsi friggere”. Non è sempre così, ogni tanto riesco ad ottenere qualche piccola vittoria, ma ultimamente mi sono ritrovata spesso in situazioni in cui non ce l’ho fatta proprio ad essere assertiva e convincente come avrei voluto…
:cry:
L'assertività è un atteggiamento "ideale" per il quale alcune persone sono maggiormente predisposte di altre. Ma la comunicazione prevede come minimo due interlocutori, e quindi, se solo uno di questi non è così predisposto, l'assertività, da sola, viene meno e il feedback che si riceve non soddisferà le aspettative. Credo che in tal senso occorre educare non solo se stessi ma anche i possibili interlocutori. Se questi si mostreranno aggressivi, l’assertività, che si fonda sul diritto (“i miei diritti sono sullo stesso piano di quelli di tutti gli altri”), potrebbe davvero essere una soluzione. L’altra faccia della medaglia è che l’assertività è fondata sul verbale, sul linguaggio, di cui purtroppo difettano le persone più timide e riservate, le quali nella maggior parte dei casi dissimulano adottando un atteggiamento di fuga, che è esattamente l’opposto di quello che l’atteggiamento assertivo richiede.
Come fare? : (


_________________________________

Regola numero uno dell'atteggiamento assertivo "non parlarmi dei problemi, parlami delle soluzioni" :-)
Vecchio 31-03-2008, 15:29   #17
Esperto
L'avatar di clizia
 

Quote:
Originariamente inviata da gio1
Quote:
Originariamente inviata da clizia
Voi riuscite a difendervi come vorreste, nonostante la paura che nutrite verso il prossimo e l’eccessiva timidezza?
Mi arrabbio con me stessa, perché ogni volta mi riprometto di voltare pagina e di imparare a gestire meglio i conflitti con gli estranei, ma costantemente ricado negli stessi errori: l’emotività prende il sopravvento e tuoo “va a farsi friggere”. Non è sempre così, ogni tanto riesco ad ottenere qualche piccola vittoria, ma ultimamente mi sono ritrovata spesso in situazioni in cui non ce l’ho fatta proprio ad essere assertiva e convincente come avrei voluto…
:cry:
L'assertività è un atteggiamento "ideale" per il quale alcune persone sono maggiormente predisposte di altre. Ma la comunicazione prevede come minimo due interlocutori, e quindi, se solo uno di questi non è così predisposto, l'assertività, da sola, viene meno e il feedback che si riceve non soddisferà le aspettative. Credo che in tal senso occorre educare non solo se stessi ma anche i possibili interlocutori. Se questi si mostreranno aggressivi, l’assertività, che si fonda sul diritto (“i miei diritti sono sullo stesso piano di quelli di tutti gli altri”), potrebbe davvero essere una soluzione. L’altra faccia della medaglia è che l’assertività è fondata sul verbale, sul linguaggio, di cui purtroppo difettano le persone più timide e riservate, le quali nella maggior parte dei casi dissimulano adottando un atteggiamento di fuga, che è esattamente l’opposto di quello che l’atteggiamento assertivo richiede.
Come fare? : (

Ciao Gio (e ciao anche agli altri!),
non so quale potrebbe essere la soluzione ottimale. Ero curiosa di sapere da voi (visto che molti di voi vanno in analisi o si fanno seguire da uno psicoterapeuta) se esiste qualche strategia che aiuti a potenziare i tratti della propria personalità considerati più deficitari. Ma la terapia cognitivo-comportamentalista ( o come si chiama) funziona, visto che agisce modificando i comportamenti per così dire "scorretti"?
Sto leggendo un libro sulla fobia sociale molto interessante e ha una seconda parte anche dedicata alle strategie da mettere in atto, ma credo sia difficile passare dalla presa di consapevolezza di sè e dei propri atteggiamenti alla capacità di azione solo a partire dell'acquisizione di nuove consapevolezze su di sè...a volte vorrei sdoppiarmi per vedermi dal di fuori e capire i miei "errori" di comportamento. Sono una buonissima osservatrice (data la mia natura estremamente riflessiva e mentale), ma quando entro io in azione non posseggo la stessa lucidità di quando sono invece semplicemente spettatrice...sono abilissima nel guardare vivere gli altri, nell'immaginare mondi possibili al di là di questo, ma poi sono impacciatissima nel momento cui sono chiamata a vivere la mia vita sino in fondo, al di là del gusto di osservare la vita o di leggerla nei libri!!... uff :-) :roll:
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