Si dice che il lavoro impegna la mente, purtroppo a volte non funziona così per il sottoscritto e in momenti di amarezza e disimpegno mentale escono fuori le più disparate teorie e riflessioni. Oggi è venuta (di nuovo) fuori quella del QUANTITATIVO BIOLOGICO. Ovvero mi è capitato di immaginare un attimo le persone che ho accanto, il mondo e quanto la mia presenza terrena sia tutto sommato superflua e la mia esistenza sia né più né meno quantitativo biologico (insomma, numero).
Lavoro: ho un posto di lavoro, ma se non ci fossi al mio posto ci sarebbe qualcun'altro, ergo nel lavoro (in qualunque lavoro) sono intercambiabile e quindi superfluo.
Famiglia: non ce l'ho più. Sono il secondo figlio, i miei avevano già mia sorella, poi chissà perché hanno voluto fare me e neanche 20 anni dopo si sono separati; ergo, sono una specie di seconda scelta o, per essere più cattivo, figlio di uno sbaglio (cosa che in fondo tutt'ora penso). Se non ci fossi stato io probabilmente non sarebbe successo niente di diverso di quello che è successo. Anzi, io ci avrei guadagnato molto.
Amore e affetti: niente da segnalare. Nessuna persona sulla quale ho influito, se non sporadicamente, ma dubito che sia rimasto impresso a qualcuno. Ammettendo che da qualche parte al mondo ci sia una mia metà al femminile, essa starà facendo la sua vita ignara della mia esistenza.
Mondo e società: la mia presenza al mondo è superflua, il mondo ha una sua direzione verso lo sfascio che la mia presenza o meno non modificherà, rendendomi anche qui puro quantitativo biologico. Come si dice "il mondo va avanti", se una persona muore la si ricorda per qualche settimana e qualunque cosa abbia fatto in vita i segni della sua presenza terrena svaniscono nel tempo.
Tutto ciò potrebbe anche estendersi a chiunque altro, dal papa fino al tizio che incrociamo per strada. Diciamo che l'individuo oltre che quantitativo biologico è "persona giuridica" così come mi spiegavano a scuola a lezione di diritto. Insomma una visione dove non c'è valore individuale ma puro "numero" e dove sono intercambiabile, dall'irrilevante presenza in qualunque ambito. Basta fare un piccolo e banale esperimento: sedersi in un luogo pubblico ed osservare la folla e chi la compone, come noi siamo fuori dalle loro vite, come loro vanno avanti per la loro e come siamo invisibili e irrilevanti ai loro occhi.