Xchénnpossoreg?

È vero.
Però fai caso anche ai prodotti, alla moda. È tutto un insieme di fattori, siete molto appetibili per il mercato.

Nightlights

Io alla fine la penso come te. Se curare il proprio aspetto è una cosa che si fa per sé stessi e fa stare bene è giustissimo.
Quello che a me da fastidio sono più che altro le pressioni che arrivano dall'esterno, le imposizioni.
Alla fine uno sarà pur libero di vestirsi come gli pare no? non dico di andare in giro in mutande e gli zoccoli, ma insomma chi vuol capire capisce cosa intendo

muttley

No, è un pensiero pericoloso questo, è così che poi si diffonde la moda delle Birkenstock coi calzini bianchi di spugna...

Nightlights

Prof anche tu ti triggeri su una frase e non cogli il senso globale del commento?
Non è da te...
...tralaltro tu forse non sei aggiornato sulle tendenze, ma attorno alle birkenstock, e solo esclusivamente sulle birkenstock femminili (non sui calzini) sono venuto a sapere che c'è in giro anche del feticismo...
...mumble mumble...ogni giorno se ne impara una...

Xchénnpossoreg?

Eh, le pressioni fanno parte della natura umana. Servono a creare dei ranghi, definire il potere, fare gruppo.
Sono inoltre uno strumento (in)volontario al servizio del mercato. Volontario dal punto di vista economico e involontario da quello personale. Pensiamo di ragionare con la nostra testa, ma in realtà i nostri pensieri sono solo condizionamenti dettati da anni di narrativa. I nostri gusti, tante volte, ne sono pesantemente influenzati.

Oggi va di moda l'abbronzatura? Bene, è stata Coco Chanel a sdoganarla negli anni '20. E poco dopo sono nati i primi prodotti solari abbronzanti. Miss Coco ha dato il via a un nuovo mercato ma precedentemente la gente preferiva la pelle diafana, simbolo quasi di nobiltà e benessere.

Alla corte di Luigi XIV, le donne indossavano delle parrucche molto elaborate, in pratica andavano in giro con il castello delle cerimonie sulla testa (pony pomellati e colombe comprese). Le acconciature erano alte alcuni metri, avevano un'impalcatura di metallo e includevano specchietti, riproduzioni di navi, gabbiette con animali vivi, perle e frutta. Il non plus ultra erano i pomodori, visti anche come un regalo buono per gli innamorati. Infatti erano un vero e proprio pegno d'amore (pomme d'amour).
Ora i pomodori sono solo pomodori, le parrucche non si usano quasi più. I coiffeur, però, trovano ogni anno un modo diverso per attrarre nuova linfa economica. Ovviamente il mercato è più rapido e dinamico rispetto a un tempo.

E niente, è sempre una questione di soldi e prestigio. Nel 2024, in Italia, siamo liberi (salvo eccezioni) di conciarci come vogliamo ma non siamo esenti da critiche. Se non ci adeguiamo saremo sempre giudicati in quanto parte non integrante del sentire comune.
È questo il prezzo da pagare.

SMS94

Ho votato 7.
Cerco di essere sempre curato e in ordine ma non sono così ossessionato dal mio aspetto fisico da mettere un voto più alto

Purple rain

Mi interessa abbastanza ma solo perché mi piace piacere...impossibile scindere il valore personale dai riscontri altrui. Potessi piacere solo per la persona che sono interiormente non me ne potrebbe fregare di meno. Ma per una donna questo non è possibile.


Comunque non mi curo molto, rispetto agli standard delle donne italiane, che considero esagerati. Mi è capitato di girare in città estere e di notare una notevole differenza, le donne si curano molto molto meno. Mi trovo più a mio agio in queste situazioni.

Melmoth

Non saprei fino a che punto può essere una cosa che facciamo per noi stessi, al di là della funzione di coprirsi o igienica, il conciarsi in un certo modo lo vedo molto correlato alla socialità.
In teoria siamo liberissimi di vestirci come vogliamo, in pratica è difficile che ciò avvenga proprio per certe pressioni, che ovviamente dipendono da contesto a contesto.
A mio modo di vedere il vestirsi è un linguaggio espressivo intersoggettivo, un modo di comunicare meno diretto. Ci si mette addosso simboli condivisi da una comunità che possono dare spunto agli altri del nostro modo di essere, dei nostri valori, intenzioni, del nostro grado di integrazione ecc.

anahí

direi 5, non mi interessa tanto la bellezza nuda e cruda ma di più lo stile e l'estetica. non sembra perché a volte vado in giro con i maglioni bucati ma anche quello fa parte dell'estetica, mi piace andare trasandata a volte.

Pablo Escoalbar

come qualcuno dice, alla fine dare importanza all'aspetto fisico non vuol dire vestirti "bene". Metà dei miei vestiti è ipertrasandato, da ragazzino vestivo skater, ora meno, ma la fissa per "bei vestitini firmati=fighetto=vade retro" è rimasta. Non riuscirei mai a girare in camicia firmata. Ma ogni abito scelto è in funzione dell'identità che si vuole comunicare agli altri. Molti in generale dicono "non mi interessano i vestiti, mi vesto a caso", ma non è mai a caso. Anche un cencio lercio viene scelto per comunicare qualcosa al prossimo. Ogni cosa con cui ci agghindiamo è un simbolo identitario

anahí

Le norme di appartenenza a un qualsiasi gruppo ci sono sempre, tendiamo a sentircene liberi non quando davvero non ci sono ma quando le seguiamo di buon grado. Ci accorgiamo che esistono quando non ci vanno bene.

anahí

"Faccio come voglio" e "faccio seguendo le regole del mio gruppo" non sono in opposizione.

Barracrudo

E se uno ha la faccia da cazzo cosa vuole trasmettere?

Lost75

Ho votato 1, mi basta che quando mi guardo allo specchio non si crepi il vetro

anahí

non c'entra, parlavano del vestirsi

Crepuscolo

Io che di solito scelgo vestiti che costano poco voglio comunicare che sono povero

Pablo Escoalbar

xd come Steve Jobs

Barracrudo

Un buon vestito e direttamente collegato dalle caratteristiche fisiche da chi lo indossa
Lo stesso outfit su uno di smv alto e uno di smv basso ha due percezioni completamente diverse

Pablo Escoalbar

non è vero, un buon vestito è un buon vestito, poi può cadere meglio o peggio, ecc. Ma una camicia di valentino da 300 euro sempre una camicia di valentino da 300 euro è.

Mollusco

Piu' che altro un buon vestito cade meglio su chi lo porta bene, che non e' necessariamente chi e' piu' bello: e' chi si muove meglio, chi cammina meglio, chi e' piu' disinvolto....