Necessario/contingente:ecco una vecchia dicotomia filosofica che indica da un lato l'elemento casuale,non pre-determinato ed estemporaneo,dall'altro lato la meccanica della ripetizione, della necessità, della determinatezza.
Quando si hanno stati d'ansia generalizzati o panico,però,questa coppia modifica la sua dialettica interna. Il paradosso è che la contingenza diventa NECESSITA'- Chiariamolo con un esempio: Esco. Vado in giro. Potrei andare in qualsiasi piazza o strada,ovunque,in qualsiasi angolo. Eppure l'ansia mi condiziona al punto di indirizzarmi NECESSARIAMENTE in un luogo che ritengo "sicuro". Altro esempio: ho un appuntamento con una ragazza, decido di andarci ma a metà strada dell'appuntamento decido di tornare indietro.
L'ansia è un elemento non-Necessario, non è sostanziale,eppure essa quand'è presente al massimo grado diventa la nostra NATURA: non è più la contingenza del momento,non è l'ansia "fisiologica" che capita A CHIUNQUE, per uno spavento o un evento improvviso. Diviene uno status,quindi CI determina.
Il paradosso dello stato d'ansia è che esso non è intenzionale, o meglio:non ha un referente preciso. E' un'ansia "senza un perchè preciso".
Se sono ansioso insomma il mio esser-così fa sì che la scelta che avrei POTUTO (ma non DOVUTO) fare in condizioni "normali" diviene quella obbligata,perchè risponde al principio d'ansia in modo consolatorio.
Il Caso diventa Necessità,come in una magia nera.
Qualcuno dirà: ma è ovvio quello che stai dicendo,non c'è bisogno di metterci dentro la filosofia,è chiaro che l'ansia ti condiziona..
Io sto dicendo però un'altra cosa: sto dicendo che l'ansia esiste ma non rende NECESSARIE certe azioni che IO ritengo contingenti,non-determinate. Se l'ansia è generalizzata,e io mi IDENTIFICO con la ansia,perdo ogni possibilità di Contingenza, anche il contingente,anche il Possibile, DEVE diventare Necessario, altrimenti entro in panico.