Vi è mai successo che i problemi che avete nei rapporti umani, e la conseguente tendenza ad evitarli o all'isolamento, siano stati presi dagli altri per una semplice "posa", un modo per tirarsela, per farsi desiderare, per apparire preziosi, persino per costruirsi una specie di personaggio?
Io a volte ho incontrato persone del genere, che di fronte a miei palesi tentativi di evitare situazioni sociali perché non mi interessavano o perché mi mettevano a disagio o perché sapevo che non mi ci sarei trovato bene, insistevano dicendomi esplicitamente che dovevo smetterla di fingere di non essere interessato alla socialità. Mi è successo anche in famiglia.
È qualcosa che mi irrita molto, perché sotto sotto è un'accusa di non essere onesti, e se c'è una cosa che mi dà estremo fastidio è quando mi si accusa di non essere sincero. Inoltre è una dimostrazione di scarsa comprensione delle situazioni altrui. Ipotizzo che derivi dal fatto che chi ha una vita sociale normale e non problematica non riesce a immaginare che altre persone possano invece avere grossi problemi nella socialità o possano vivere la socialità in maniera anomala, così si arriva a pensare che se uno vive la socialità in maniera diversa in realtà sta mentendo agli altri e a se stesso, perché tutti devono vivere la socialità nel modo più diffuso. Un po' come quelli che, di fronte all'omosessualità o all'asessualità, ritengono che queste condizioni non possano esistere e che chi le vive deve solo "trovare la persona giusta" per rientrare nei ranghi (sull'omosessualità si sono fatti passi avanti, sull'asessualità ancora pochi, visto che suscita incredulità, e l'ho visto anche in alcuni interventi nel forum).
Alla fine mi sembra sia una generale incapacità di mettersi nei panni degli altri e di accettare o anche solo pensare la diversità.