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Vecchio 03-07-2008, 15:04   #1
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L'avatar di Viridian
 

...A momenti mi vien da ridere se penso che ci sto scrivendo un post al riguardo.

Ad ogni modo, volevo esporvi una questione che mi interessa in prima persona. Che il sottoscritto, in passato, abbia ricevuto commentini ed offese gratuite da gente che conosceva poco (o per niente), si è ormai capito. E si è anche compreso che, a furia di riceverne, ho perso l'abitudine che avevo da bambino, cioè quella di incassare il tutto con un sorrisetto sarcastico o con una risatella sdrammatizzante, dicendomi "vabè, stanno scherzando, poi finiscono...".

Continua, continua ed hanno finito, sì, ma un po' in ritardo.

Attualmente, per quanto sembri strano, mi ritrovo con un carattere per metà autoironico e per metà paranoico (!). A seconda dei contesti, delle persone e tutto, posso "prendermi in giro da solo" e prendere in giro gli altri; non è che ci vada matto, sia chiaro, ma per vedere le cose con leggerezza ogni tanto non mi spiace di certo. L'importante è che non mi veda "surclassato" altrimenti, anche se fosse eccessivo restarci male, mi sembrerebbe di aver subito un torto.

Solo che a differenza di prima, ora macchino vendette verbali.

Vabè, questa era una piccola premessa caratteriale su di me.

Vi dicevo, quindi, che generalmente cerco di vedere le cose in maniera più "soft". Alle volte, però, subentra il momento della "pesantezza" e non riesco a capire se il problema sia per l'appunto un semplice momento no, oppure se il tutto sia da ascrivere alla categoria di persone con cui ho ha che fare.

Vi faccio un esempio: quando ero piccolo e tornavo da casa, magari non molto tempo dopo che mi avessero "dato" del ricchione, non necessariamente mi potevo rifugiare tranquillo in camera mia. A parte che la "cameretta" non ce l'ho mai avuta, perché l'ho sempre condivisa con le sorelle maggiori...
Per l'appunto, una di queste sorelle mi diventò detestabile dal momento che sembrava sempre sapere su cosa insistere per farmi sentire male. Che so, tornavo da casa?

"Heheh ma non ti piace nessuna, eh? No? Ah, ma sei ricchione?" e ridacchia. E ridacchia. E RIDACCHIA. E questo è andato avanti per anni.

Tra parentesi, una volta provai a dirle anche che mi piaceva un signore - a detta sua io avevo la fortuna di avere le sorelle grandi quindi mi dovevo confidare se era qualcosa - e lei subito sparò "EHHHHHHHH (si, così, l'onomatopea è perfetta) ma tu mica sei ricchione...!" rise un po' e avviò a tirare fuori un sacco di argomentazioni spicciole per cui ero io ad esser confuso, sciocco ecc. ecc. - cose che tra l'altro mi dava anche fastidio sentire, visto che DA SOLO mi ero trovato tutte le possibili "auto-giustifiche"; non è che sentirle da lei, con quel fare da super maestrina, mi facesse particolarmente piacere.

In un'altra occasione, ricordo che stavo quasi affogando in mare - cosa che tra l'altro, credo, mi abbia fatto un po' perdere l'interesse per il nuoto - e quando risalgo cosa fa, lei? RIDACCHIA. E mi prende in giro così, senza che io capisca il motivo.

In tante altre circostanze, dato che lei è prepotente, ci siam litigati anche se poi ci siamo riappacificati.

Attualmente ha avuto problemi con il fidanzato ed io, come sempre del resto, sono stato presente e l'ho ascoltata, consigliata ed aiutata - quest'ultimo a detta sua - tantissimo. Non so nemmeno a questo punto dove io trovi la "forza" di sentirla parlare, dal momento che in determinate circostanze mi diventa odiosa.

E' capace di farmi irritare per motivazioni stupide. Per esempio ieri - qui in effetti c'è un po' da ridere; lei, per scansare un insetto, mosse la mano e l'insetto chiaramente "indipendente nel volo" stava andando a finire nel mio piatto. Così per giocare, le dissi che era colpa sua - anche se siccome gli insetti mi fan un po' senso, sembravo quasi serio - senonché lei si alterò e mi prende per scemo. Ok, fa niente, avevo iniziato io dopotutto.

Dopo un paio d'ore stavo parlando con l'altra sorella sul fatto di essere "schifettosi" o meno in generale. E lei, la sorella "odiosa", che fa?

"Ma comunque i maschi non devono essere schifettosi."

Fa combutta con l'altra e ridacchia n'altra volta.

Questa storia del "i maschi dovrebbero, i maschi dovrebbero, sennò son ricchioni" l'ha sempre tirata fuori. La patente, non ce l'ho ancora? Non è da maschi. So nuotare poco? Non è da maschi. Mangio le unghie? Non è da maschi. Mi fa schifo l'insetto nel piatto, la forchetta che qualcun altro si è messo in bocca? Non è da maschi.

Cioè, io vorrei farvi capire - non è che se io sento pronunciare da qualcuno "non è da maschi" mi viene la mossa epilettica, per carità. Ma lei ha sempre, SEMPRE - diamine - tirato fuori questo discorso per quanto le avessi fatto capire che mi dava fastidio. Sempre, non se lo dimentica mai. Magari se altri (mai successo per ora) mi prendono in giro su questa cosa ci rido sopra - in fin dei conti non è nemmeno uno sfottò pesante, anzi, è una scemitaggine - ma io collego il fatto che mia sorella, specialmente in un brutto periodo, cioè quando avevo 15-16 anni, abbia insistito con questo genere di cose.

Comunque ieri sera, siccome non ci ho visto più, son scattato e le ho tirato una scarica di insulti del tipo "ok, e allora le femmine si dovrebbero aggiustare i capelli se è chiaro che ce le hanno una schifezza, le femmine non si dovrebbero mangiare le unghie, le femmine non dovrebbero essere troppo basse e troppo secche e via discorrendo...". E finì lì. Ah, almeno si stette zitta.

Stamattina s'è rizelata. Manco mi son alzato dal letto e ha avviato a dire "ma c'è qualcosa che non va, eh? ma io le cose a te le dico, tu a me no...".
Mi siedo a tavola per la colazione e lei dice che LE HA DATO FASTIDIO che io le avessi dette tutte quelle COSE CATTIVE, che non si fa, che uno deve avere TATTO (!!!!!) che io sono una palla a prendermela e che non mi lascio scivolare le cose addosso - e quindi, secondo lei, siccome me la prendo non dovrei offendere così come ho fatto ieri.

Io le ho detto che ogni volta che qualcuno mi manca di rispetto ormai deve incassare qualcosina di verbale. E che se non ha la decenza di tenersi la controrisposta, è peccato per lui/lei, perché farà la figura di quello che se la prende e del pesante. E soprattutto, le ho detto che lei mi irrita e che con altre persone questo non succede - quindi evidentemente più che essere io "una palla" (che io lo sia lo ammetto, ma lei non è da meno...) è lei a mancarmi di rispetto.

E quella mi chiede pure: "Ah si? E con chi ti trovi e non ti irrita?"

E io le ho risposto "la mia amica, e alcuni miei colleghi dell'uni".

"Ah." ha detto.

A me solo il fatto che mi abbia chiesto questa domanda mi fa venire voglia di prenderla a sberle.

Morale: qui urge un giudizio di qualcuno che sia lucido e che nel contempo mi possa più o meno capire. Non posso dire di essere troppo permaloso, dal momento che non è vero, non lo sono con tutti e su tutto - ma sembra che lei sia capace di irritarmi particolarmente. La vedo sempre a ridacchiare, a tirare fuori battute sceme... Forse se io avessi con lei un buon grado di empatia e mi confidassi di più, le vorrei così bene da non farci caso.. Ma siccome a me non interessa avere lei come confidente, visto che per fortuna ne ho altri (e dalla sua domanda si deduce quasi che la cosa l'abbia "sopresa", figuratevi...) lei mi da fastidio e lo grido ad alta voce.

Dopo aver scritto questo 'papiello' =p io stesso mi sto rendendo conto di averle dato troppa importanza ma sinceramente ieri dopo averla zittita mi sono sentito benissimo - infatti oggi questo le ho detto "se speri che ti chieda scusa, sei in errore, io ieri l'ho fatto per me".

Son troppo fesso io o è lei che rompe le scatole quando si deve distrarre e che invece racconta i problemi tutta seriosa quando c'ha bisogno di essere consigliata?
Vecchio 03-07-2008, 15:30   #2
Intermedio
L'avatar di Muffo
 

Mandala a quel paese e ignorala cristo santo, tira fuori un po' di dignità. A 20 anni suonati devi (si, devi) essere in grado di farti rispettare. Se ci tiene al vostro rapporto capirà che si comporta male e la smetterà, altrimenti non ci perdi nulla.
Vecchio 03-07-2008, 16:11   #3
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Difficile entrare e provare a capire un rapporto tra fratello e sorella così, dall'esterno.
Che le battutine dette da lei (tua sorella) ti facciano più male di quelle degli sconosciuti (che hai imparato in qualche modo a neutralizzare) è tutto sommato normale: dalla famiglia ci si aspetta un po' di più, ci si aspetta di essere protetti e non attaccati.
Quello che mi viene da dire è che probabilmente questo "attaccare" è per tua sorella l'unico modo che ha di relazionarsi con te. Sembra anche tenerci molto, a giudicare da come ha preso il fatto di non essere considerata tra i tuoi confidenti (d'altra parte mi pare di capire che tu per lei sei un punto di riferimento, quello che l'ha aiutata quando aveva problemi col fidanzato, per esempio).

Avrei una domanda, alla quale se vuoi puoi non rispondere (o in privato se preferisci): quanto chiaramente lei hai parlato di te? cioè, lo hai mai fatto o hai dato per scontato che capisse da sé quello che per te tanto è evidente (magari prendendotela pure per la sua poca perspicacia, in caso non l'avesse ancora fatto )?
Vecchio 04-07-2008, 00:49   #4
Intermedio
L'avatar di Muffo
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian


Si, Muffo, però il fatto che mi blocca è che in fondo si tratta di mia sorella maggiore e con lei ho vissuto tanti bei momenti.

Non è che ne abbia il timore - francamente mi permetto di pensare d'essere molto più prezioso io per lei che non lei per me e questo parla già da sé. Il massimo che posso fare è offenderla in maniera semi-proporzionale ai suoi sfottò per farle capire che è brutto sentirsi offesi, per tutti. Che poi io sia una "palla" o meno, francamente poco m'importa =) Ho fatto tanto per cercare d'esser più resistente e anche sentirsi dire d'esser pesanti è un po' antipatico, ma vabè... Come Tristan forse voleva far intendere, "lei non sa, quindi parla".

Eh. Però io non so - e non giudico in maniera così gratuita.

Oggi, sai, sembrava dispiaciuta, ha voluto che scendessi con lei e ogni tanto m'ha detto che "aveva paura che non le volessi più bene" e cose simili.

Ormai sono abbastanza freddo da non intenerirmi per questo genere di cose... Però mi bastano le scariche maligne ogni tanto, infatti per ora si è un po' rassegnata e prima che torni all'attacco passerà un po', credo.
E allora continua pure a farti mettere i piedi in testa e ad arrabbiarti come un ragazzino. Il rispetto va ottenuto, non ti cade in mano dal cielo.

Tanto per la cronaca io ho un fratello maggiore che certe uscite nei miei confronti non se le sogna neanche di farle. Chissà perchè, eh?
Vecchio 04-07-2008, 00:55   #5
Intermedio
L'avatar di Muffo
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Hmm...

Più che risponderle male quando "se lo merita" cosa dovrei fare?
Guarda io ne ho mandato giù di merda. tanta, ma veramente tanta e da chiunque. E alla fine ho capito che arrabbiarsi non serve a nulla, e neanche cercare di far ragionare chi non vuole farlo. Un famoso musicista disse che il modo migliore per mostrare ad una persona la sua dabbenagine è ignorarla. E per la mia esxperienza ti posso dire che funziona.
Vecchio 04-07-2008, 02:00   #6
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Non era lì che volevo arrivare, Viridian. Non è che lei "non sa, e quindi parla". Casomai è vero il contrario, cioè che sa e quindi, a modo suo, parla (spero che questa possibilità non ti allarmi più di tanto). Potrebbe anche essere, cioè che voglia ferirti, non ho elementi per escluderlo del tutto. Ma secondo me no. Anzi è evidente che stia tentando in tutti i modi di avvicinarsi a te, proprio perché ci tiene (teme che tu non le voglia più bene). Tu però la respingi scambiando i suoi tentativi per attacchi, anche quando ti stupiscono per il tono stranamente meno canzonatorio.
Ora, secondo me, se tu comunque non saresti felice di parlare con lei (per inciso: non è detto che debba per forza diventare una tua confidente, anche se le dicessi che sei gay in modo inequivocabile, saresti tu a decidere i confini del vostro rapporto) dovresti farglielo capire chiaramente, altrimenti tornerà nuovamente "all'attacco" come del resto già tu stesso prevedi.
In questo senso risponderle che non vuoi riempirle la testa coi tuoi "problemi" non è abbastanza chiaro, anzi è un messaggio che una sorella (magari preoccupata?) può fraintendere facilmente.
Il punto è: quanto sei disposto, in questo momento, ad affrontare l'argomento senza svicolare, senza sentirti attaccato?
(data l'ora tarda mi riservo la facoltà, domani, da sveglio diciamo, di ritrattare, ok? )
Vecchio 05-07-2008, 12:35   #7
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Non ci intendiamo molto io e te, eh. (così imparo a rispondere ai messaggi in orari improbabili )

Partivo da un'idea di sorella che m'era parso di poter mettere assieme con degli elementi sparsi nel tuo racconto.
Un'idea di sorella che voleva tentare di recuperare un rapporto, in un modo magari un po' contorto e impacciato.
Quindi qui

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Quote:
Originariamente inviata da Tristan
risponderle che non vuoi riempirle la testa coi tuoi "problemi" non è abbastanza chiaro, anzi è un messaggio che una sorella (magari preoccupata?) può fraintendere facilmente.
Può fraintedere - e capire che non la voglio tra i piedi? E capire che mi piacciono i maschi?
intendevo soltanto dire che una sorella, magari preoccupata, non desiste se tu gli parli di problemi (riprendevo soltanto delle parole tue*). Più chiaro potrebbe essere, che so: sto bene, non ho bisogno di te, ciao arrivederci e grazie.
Ma questa mia idea di sorella non corrisponde alla (tua) realtà, evidentemente.

In ogni caso mi guarderei bene dallo spingerti a dirle cose che non vorresti dirle.

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Quote:
Originariamente inviata da Tristan
Ora, secondo me, se tu comunque non saresti felice di parlare con lei (per inciso: non è detto che debba per forza diventare una tua confidente, anche se le dicessi che sei gay in modo inequivocabile, saresti tu a decidere i confini del vostro rapporto) dovresti farglielo capire chiaramente, altrimenti tornerà nuovamente "all'attacco" come del resto già tu stesso prevedi.
Comunque stavolta credo di aver inteso per bene =p Vuoi dirmi che parlandole e dando "serietà" alla circostanza probabilmente capirà che è un lato di me che dovrebbe imparare a rispettare?
No, se non ritieni di non dovergliene parlare (e infatti "Lei di sicuro vorrebbe "mettersi in pari" con me, per quel che so di lei e magari "aiutarmi" ma questo mi soffocherebbe.") non devi farlo, ci mancherebbe. L'inciso tra parentesi era solo un inciso e pure tra parentesi . Volevo dire che se anche intendessi farlo, per come la vedo io, mica sarebbero scontate le confidenze. In ogni caso il parlare chiaro era quello al quale mi riferivo poco più sopra: dirle che non vuoi la sua vicinanza magari allo stesso tempo rassicurandola in qualche modo.
Però ripeto, seguivo una mia idea, sai solo tu come meglio puoi affrontarla.

* "m'ha bisbigliato: "ma secondo me ti piacciono gli uomini". Ed era più sul tono confidente-serio-pettegolo che non su quello da sfottitrice.
Che poi non ho detto né si, né no - ma ho aggiunto che io, a differenza sua, non sento il bisogno di riempire la testa agli altri con i miei problemi"

Ps: scusami se mi sono magari spinto un po' troppo oltre, con l'aggravante di non farmi capire nemmeno bene. Spero di aver rimediato.
Vecchio 05-07-2008, 12:40   #8
Banned
 

mandala a fare in culo ,non capiscono un cazzo loro della tua situzione ...per loro e cosi' facile trovare la fidanzata o scherzare cosi' ma non hanno capito un cazzo i cosi' detti normaloni :evil:
Vecchio 05-07-2008, 13:54   #9
Intermedio
L'avatar di Serotonino2
 

:cry: meaaoooo
Vecchio 07-07-2008, 15:00   #10
Esperto
 

Quote:
Originariamente inviata da Serotonino2
:cry: meaaoooo
bau bau bau bau :lol:
Vecchio 07-07-2008, 15:06   #11
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
No, qui urge un aggiornamento.

L'ultima che mi ha detto così, ex improviso - e suonando seriamente preoccupata: "Ma non è che tu prendi e ti butti giù, vero? Io ti vedo debole, emotivo.. Che ti fai dei problemi che non sussistono. Forse è questione di età.. O anche di carattere.. No vabè però anche io all'età tua ero più così ma uno non deve..."

E via dicendo. Io mi sono rotto e questa volta ve lo dico nella maniera più maccheronica e genuina di cui sono capace. Mi sono rotto, per l'appunto. Tutto quel che ho conseguito sotto un punto di vista di serenità psicologica è da ascriversi unicamente ai miei sforzi; qualche persona amica ci è stata e si è rivelata un prezioso conforto ma le mie prese di coscienza sono unicamente ed inequivocabilmente dovute a me e al mio lavorìo mentale.

Sono IO ad essermi detto da solo di non farla finita. Sono IO ad essermi trovato i phàrmaka, temporanei o meno che siano, per stare bene. Sono sempre ed ancora IO a sforzarmi di non pensarci e d'essere tranquillo.

Non avevo tenuto in conto, tuttavia, le cure dell'amorevole sorellina maggiore. Mi da fastidio. Forse sono strano, forse son sbagliato ma mi crea sinceramente noia che mi si dica cosa sarebbe meglio fare nel momento in cui mi sto già sforzando - o mi sono sforzato - di stare meglio. Sembra quasi che il mio operato sia vano , sembra quasi che sia qualcosa di così palese e grave che richieda una sottolineatura, di quelle vistose e vivaci.

Poi, "mi raccomando, fai quello che ti piace fare, se per esempio non ti piace andare al mare non ci andare... No vabè, poi magari qualche volta vacci perché uno sai, certe volte deve dirsi di fare cose che non gli piacciono..."

Ma questa era la mia filosofia, DIAMINE DI UNA LADRA! Con questo stesso pensiero sono andato a mare la scorsa settimana - a me non piace granché - ma ci sono restato per diverso tempo, proprio perché volevo "obbligarmi", per vedere cosa ne sarebbe uscito. E francamente mi sono visto anche molto naturale. Ci sono andato una volta, forse poca cosa, me ne rendo conto: ma io mi sono applicato - per il resto non sono così vuoto da dovermi forzare ogni volta a fare cose che non farei, non mi piace, faccio uno o due tentativi; non mi aggrada, punto.

E invece no. C'è anche in conto il fatto che io non sappia fare questi ragionamenti, che io sia così "debole e fragile" da non pensare nemmeno a una soluzione, nemmeno a qualcosa per andare avanti, nemmeno ad uno straccio di reazione. Sto riflettendo e provando a reagire da anni ormai - reagire? ormai mi dico che sto bene e che devo semplicemente stare tranquillo - ed ogni volta ho esiti diversi con sforzi diversi - che effettivamente sto tentando di fare. Non puoi arrivare TU, bella, apprensiva e gentile e attentare a tutto quel che ho.

Non ne sei al corrente, d'accordo. Ma chi ti autorizza a parlare? E se io ti dicessi "mica ti suicidi perché sei stata lasciata, vero?" tu non mi guarderesti storto? Credo proprio di sì - eppure io ho la decenza e il tatto di non farlo mai.

Morale? Neppure provare ad aiutarla è servito a farmela piacere o farle capire come avrei voluto esser trattato. Lo ripeto, mi son rotto. E non è solo una questione di prese in giro come potrete aver capito - è una vera e propria rottura di scatole, anche in ambito più propriamente serio.

Poi mi passa, lo so. Poi la zittisco e le dico che mi irrita quando parla così - lei si offende un po' e poi finisce là. Ma che noia! Ora magari - anzi, sicuramente! - il fatto che io "sia debole e fragile" si ricollega all'evento dell'altra volta - cioè a quando l'altra volta le ho risposto in maniera un po' troppo animata. E me lo fai anche notare? Grande aiuto!
In pratica son braccato: se le rispondo per "farmi rispettare" son pesante, mi faccio problemi, sono debole e fragile (!) e quindi mi devo sentire queste cose.

Io la ignoro, ho deciso.
La mia idea di sorella non era poi così campata in aria: sta palesemente tentando (ripeto: a modo suo, per il tipo di rapporto che avete costruito negli anni, per come siete abituati a relazionarvi) di tenderti una mano. La sua mano. E tu non le perdoni di non averlo fatto quando anni fa ne avevi più bisogno. Ora vorresti che apprezzasse i tuoi sforzi e invece ti rifila la tua stessa filosofia, diamine di una ladra (cieca e ottusa ). Mi domando come riuscirai davvero a ignorare una persona dal cui giudizio dipendi così tanto (un momento ti fa sentire debole e fragile, un momento dopo pesante; chiedi a lei, anzi pretendi che riconosca da sola i tuoi sforzi: non li riconosce - perché magari li ignora - e tanto basta perché tu veda messo in discussione tutto quel che hai... e via discorrendo).
Si sente autorizzata a parlare in quanto sorella (pure maggiore) che forse soltanto di recente ha capito di non esserci stata davvero per te (e vuole, vorrebbe rimediare). E, secondo me, perché non sei chiaro abbastanza. Rassicurala 'sta povera sorella*, falle capire che ce la fai da solo (o comunque benissimo senza di lei), che apprezzi il suo interessamento ma che oltre non deve spingersi (se è questo che vuoi).
Se vuoi ignorarla devi però farlo anche quando verrà a chiedere il tuo conforto al prossimo problema col fidanzato, o, che so io, anche solo per un unghia spezzata. Insomma, il messaggio deve essere chiaro. Sono sorelle, sono strane per definizione.

*a proposito: a me più che antipatia comincia a fare sempre più tenerezza, che ti devo di'.
Vecchio 07-07-2008, 18:54   #12
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
Quote:
Ora vorresti che apprezzasse i tuoi sforzi
Più che apprezzarli, che non mi facesse notare quanto siano vani. Non è che ambisca a qualche particolare "riconoscimento implicito", piuttosto vorrei che non mi smontassero quel poco che mi son costruito e che sto provando a rinsaldare - forse è la stessa cosa, non so.

Non quando me ne sto per conto mio, almeno.

Quote:
chiedi a lei, anzi pretendi che riconosca da sola i tuoi sforzi: non li riconosce - perché magari li ignora - e tanto basta perché tu veda messo in discussione tutto quel che hai...
Perdonami, ma è troppo filosofico come discorso e non riesco a collocarmici. Non pretendo nulla da lei - mi ripeto, vorrei esser lasciato in pace, almeno qui, almeno a casa, dove posso togliermi la maschera. La gente parla e parlerà sempre, è risaputo, ma con la gente avrò modo di regolarmi e di rispondere a tono - o di ignorare, come meglio mi aggraderà e come sarà più conveniente fare a seconda delle circostanze future.

Lei resta mia sorella - e soprattutto, io resto una persona rispettosa, questo è un piccolo inciso.

Sono senza dubbio molto meno forte di quel che vorrei far credere - e a quanto pare le mie capacità di recitazione sono ben peggiori di quanto pensassi. Non l'avevo calcolato...
Purtroppo la verità è un'altra: dico tanto di non importarmene di niente e di nessuno quando in realtà questa risposta è sorta proprio in seguito ad un'eccessiva considerazione delle parole del prossimo. Parliamoci chiaro, quand'anche un mio... cugino (che peraltro non vedo da più di dieci anni) mi avesse detto qualcosa di simile, mi sarei sentito in qualche modo un po' turbato, lo ammetto. Ovviamente con la sorella c'è tutto un altro retroscena.

Sono io che son... "rovinato" ma non credo di essere rimasto a zero. Qualcosa l'ho fatta per cercare di stare meglio. Chiaramente stare in silenzio non è indicativo di atarassia, d'accordo - ma non ha decisamente tatto nel volermi aiutare così.

Comunque hai ragione quando dici che non riuscirò ad ignorarla: difatti non lo farò, lascerò e correre e mi passerà, anche questa volta. Ma poi tornerà - e mi passerà. Ed ancora, ed ancora.

Vedi? Alla fine la morale è sempre quella - sono io l'antipatico

Gli altri volevano solamente aiutarmi.

Se ho male interpretato qualche punto, dimmelo pure =)
Se in qualche modo ti induco a concludere che la morale è sempre quella, che sei tu l'antipatico, allora faccio solo danno.
Non la metterei nemmeno sotto l'ottica dell'antipatia o simpatia, secondo me è fuorviante in questo contesto (tra voi due, dico).

Se come dici non cerchi nessun riconoscimento implicito (positivo), almeno - se vuoi ignorarla e che ti sia indifferente - non prendere nemmeno in considerazione un riconoscimento implicito negativo dei tuoi sforzi, come invece sembri fare con grande facilità. Vedi la reazione alla sua ultima uscita, per esempio: il suo punto di vista ("Ti vedo debole, emotivo.. Che ti fai problemi che non sussistono") diventa passivamente il tuo. Il punto di vista di una persona che ti conosce poco e/o male.
Oppure la faccenda del mare: le raccomandazioni di una sorella (anche a tuo dire) preoccupata che suonano così "mi raccomando, fai quello che ti piace fare, se per esempio non ti piace andare al mare non ci andare... No vabè, poi magari qualche volta vacci perché uno sai, certe volte deve dirsi di fare cose che non gli piacciono...", con vari capitomboli e salti mortali () si traducono in: "C'è anche in conto il fatto che io non sappia fare questi ragionamenti, che io sia così "debole e fragile" da non pensare nemmeno a una soluzione". Un attentato a tutto quello che hai.
Ma che tu al mare ci eri andato la settimana scorsa, forzandoti proprio come adesso ti dice lei, e che ti sei detto che se una cosa non ti aggrada (dopo averla pure provata) non la fai (punto), lei lo sa? glielo hai detto? O era solo un pensiero che però lei è tenuta a conoscere? (da come lo racconti sembrerebbe così)
In ogni caso, a me - da qui, dall'esterno - non pare affatto che da quella raccomandazione si possano trarre necessariamente quelle conclusioni.

Non mi viene da aggiungere altro, per il momento(?) (spero di non fare altri danni )
Vecchio 08-07-2008, 13:44   #13
Esperto
L'avatar di Tristan
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian

Quote:
Un attentato a tutto quello che hai.
Vien quasi da ridere leggendo questa frase - ma purtroppo, per quanto un tantino ingigantita, non si discosta molto dall'attuale realtà dei fatti. Sono effettivamente poco forte - ma anche lei potrebbe esserlo; mi demoralizza però che me lo si faccia notare - vorrei piuttosto essere io a dirlo quando mi va di parlarne. Ossia, in presenza delle persone che rendo partecipi di queste cose.

Forse sono solo immaturo, non so. Lo ammetterei davanti alle persone che scelgo ma non vorrei che siano gli altri a dirlo di me in maniera gratuita. Sarà che mi sembra di aver faticato tanto, per capirlo e per dirlo... Proprio non lo so perché queste frasi consigliere-constatatrici mi irritano così tanto...
Solo una precisazione che mi preme fare, giusto per allontanare anche solo l'ombra di possibili equivoci. (Altro non mi sento di dire)
Non ho ben chiaro se attribuisci a me quella frase che citi. Cioè, mi viene il dubbio. Stavo parafrasandoti in effetti: "Non puoi arrivare TU, bella, apprensiva e gentile e attentare a tutto quel che ho.".
Già che ci sono: non l'ho nemmeno usata perché in qualche modo rifletteva il mio pensiero; a me non dai l'idea di essere "effettivamene poco forte", casomai soltanto troppo permeabile ai giudizi altrui (che non è indice di debolezza, ribadisco - non si sa mai ).

Se la precisazione ti risulta superflua, tanto meglio.
Vecchio 08-07-2008, 21:43   #14
Esperto
L'avatar di Graziepapi
 

Quote:
Originariamente inviata da Viridian
...A momenti mi vien da ridere se penso che ci sto scrivendo un post al riguardo.

Ad ogni modo, volevo esporvi una questione che mi interessa in prima persona. Che il sottoscritto, in passato, abbia ricevuto commentini ed offese gratuite da gente che conosceva poco (o per niente), si è ormai capito. E si è anche compreso che, a furia di riceverne, ho perso l'abitudine che avevo da bambino, cioè quella di incassare il tutto con un sorrisetto sarcastico o con una risatella sdrammatizzante, dicendomi "vabè, stanno scherzando, poi finiscono...".

Continua, continua ed hanno finito, sì, ma un po' in ritardo.

Attualmente, per quanto sembri strano, mi ritrovo con un carattere per metà autoironico e per metà paranoico (!). A seconda dei contesti, delle persone e tutto, posso "prendermi in giro da solo" e prendere in giro gli altri; non è che ci vada matto, sia chiaro, ma per vedere le cose con leggerezza ogni tanto non mi spiace di certo. L'importante è che non mi veda "surclassato" altrimenti, anche se fosse eccessivo restarci male, mi sembrerebbe di aver subito un torto.

Solo che a differenza di prima, ora macchino vendette verbali.

Vabè, questa era una piccola premessa caratteriale su di me.

Vi dicevo, quindi, che generalmente cerco di vedere le cose in maniera più "soft". Alle volte, però, subentra il momento della "pesantezza" e non riesco a capire se il problema sia per l'appunto un semplice momento no, oppure se il tutto sia da ascrivere alla categoria di persone con cui ho ha che fare.

Vi faccio un esempio: quando ero piccolo e tornavo da casa, magari non molto tempo dopo che mi avessero "dato" del ricchione, non necessariamente mi potevo rifugiare tranquillo in camera mia. A parte che la "cameretta" non ce l'ho mai avuta, perché l'ho sempre condivisa con le sorelle maggiori...
Per l'appunto, una di queste sorelle mi diventò detestabile dal momento che sembrava sempre sapere su cosa insistere per farmi sentire male. Che so, tornavo da casa?

"Heheh ma non ti piace nessuna, eh? No? Ah, ma sei ricchione?" e ridacchia. E ridacchia. E RIDACCHIA. E questo è andato avanti per anni.

Tra parentesi, una volta provai a dirle anche che mi piaceva un signore - a detta sua io avevo la fortuna di avere le sorelle grandi quindi mi dovevo confidare se era qualcosa - e lei subito sparò "EHHHHHHHH (si, così, l'onomatopea è perfetta) ma tu mica sei ricchione...!" rise un po' e avviò a tirare fuori un sacco di argomentazioni spicciole per cui ero io ad esser confuso, sciocco ecc. ecc. - cose che tra l'altro mi dava anche fastidio sentire, visto che DA SOLO mi ero trovato tutte le possibili "auto-giustifiche"; non è che sentirle da lei, con quel fare da super maestrina, mi facesse particolarmente piacere.

In un'altra occasione, ricordo che stavo quasi affogando in mare - cosa che tra l'altro, credo, mi abbia fatto un po' perdere l'interesse per il nuoto - e quando risalgo cosa fa, lei? RIDACCHIA. E mi prende in giro così, senza che io capisca il motivo.

In tante altre circostanze, dato che lei è prepotente, ci siam litigati anche se poi ci siamo riappacificati.

Attualmente ha avuto problemi con il fidanzato ed io, come sempre del resto, sono stato presente e l'ho ascoltata, consigliata ed aiutata - quest'ultimo a detta sua - tantissimo. Non so nemmeno a questo punto dove io trovi la "forza" di sentirla parlare, dal momento che in determinate circostanze mi diventa odiosa.

E' capace di farmi irritare per motivazioni stupide. Per esempio ieri - qui in effetti c'è un po' da ridere; lei, per scansare un insetto, mosse la mano e l'insetto chiaramente "indipendente nel volo" stava andando a finire nel mio piatto. Così per giocare, le dissi che era colpa sua - anche se siccome gli insetti mi fan un po' senso, sembravo quasi serio - senonché lei si alterò e mi prende per scemo. Ok, fa niente, avevo iniziato io dopotutto.

Dopo un paio d'ore stavo parlando con l'altra sorella sul fatto di essere "schifettosi" o meno in generale. E lei, la sorella "odiosa", che fa?

"Ma comunque i maschi non devono essere schifettosi."

Fa combutta con l'altra e ridacchia n'altra volta.

Questa storia del "i maschi dovrebbero, i maschi dovrebbero, sennò son ricchioni" l'ha sempre tirata fuori. La patente, non ce l'ho ancora? Non è da maschi. So nuotare poco? Non è da maschi. Mangio le unghie? Non è da maschi. Mi fa schifo l'insetto nel piatto, la forchetta che qualcun altro si è messo in bocca? Non è da maschi.

Cioè, io vorrei farvi capire - non è che se io sento pronunciare da qualcuno "non è da maschi" mi viene la mossa epilettica, per carità. Ma lei ha sempre, SEMPRE - diamine - tirato fuori questo discorso per quanto le avessi fatto capire che mi dava fastidio. Sempre, non se lo dimentica mai. Magari se altri (mai successo per ora) mi prendono in giro su questa cosa ci rido sopra - in fin dei conti non è nemmeno uno sfottò pesante, anzi, è una scemitaggine - ma io collego il fatto che mia sorella, specialmente in un brutto periodo, cioè quando avevo 15-16 anni, abbia insistito con questo genere di cose.

Comunque ieri sera, siccome non ci ho visto più, son scattato e le ho tirato una scarica di insulti del tipo "ok, e allora le femmine si dovrebbero aggiustare i capelli se è chiaro che ce le hanno una schifezza, le femmine non si dovrebbero mangiare le unghie, le femmine non dovrebbero essere troppo basse e troppo secche e via discorrendo...". E finì lì. Ah, almeno si stette zitta.

Stamattina s'è rizelata. Manco mi son alzato dal letto e ha avviato a dire "ma c'è qualcosa che non va, eh? ma io le cose a te le dico, tu a me no...".
Mi siedo a tavola per la colazione e lei dice che LE HA DATO FASTIDIO che io le avessi dette tutte quelle COSE CATTIVE, che non si fa, che uno deve avere TATTO (!!!!!) che io sono una palla a prendermela e che non mi lascio scivolare le cose addosso - e quindi, secondo lei, siccome me la prendo non dovrei offendere così come ho fatto ieri.

Io le ho detto che ogni volta che qualcuno mi manca di rispetto ormai deve incassare qualcosina di verbale. E che se non ha la decenza di tenersi la controrisposta, è peccato per lui/lei, perché farà la figura di quello che se la prende e del pesante. E soprattutto, le ho detto che lei mi irrita e che con altre persone questo non succede - quindi evidentemente più che essere io "una palla" (che io lo sia lo ammetto, ma lei non è da meno...) è lei a mancarmi di rispetto.

E quella mi chiede pure: "Ah si? E con chi ti trovi e non ti irrita?"

E io le ho risposto "la mia amica, e alcuni miei colleghi dell'uni".

"Ah." ha detto.

A me solo il fatto che mi abbia chiesto questa domanda mi fa venire voglia di prenderla a sberle.

Morale: qui urge un giudizio di qualcuno che sia lucido e che nel contempo mi possa più o meno capire. Non posso dire di essere troppo permaloso, dal momento che non è vero, non lo sono con tutti e su tutto - ma sembra che lei sia capace di irritarmi particolarmente. La vedo sempre a ridacchiare, a tirare fuori battute sceme... Forse se io avessi con lei un buon grado di empatia e mi confidassi di più, le vorrei così bene da non farci caso.. Ma siccome a me non interessa avere lei come confidente, visto che per fortuna ne ho altri (e dalla sua domanda si deduce quasi che la cosa l'abbia "sopresa", figuratevi...) lei mi da fastidio e lo grido ad alta voce.

Dopo aver scritto questo 'papiello' =p io stesso mi sto rendendo conto di averle dato troppa importanza ma sinceramente ieri dopo averla zittita mi sono sentito benissimo - infatti oggi questo le ho detto "se speri che ti chieda scusa, sei in errore, io ieri l'ho fatto per me".

Son troppo fesso io o è lei che rompe le scatole quando si deve distrarre e che invece racconta i problemi tutta seriosa quando c'ha bisogno di essere consigliata?



Ti posso dare come consiglio il metodo che uso io e che fino ad ora si è rivelato efficacissimo:
Fai conto che sia un fantasma,non rivolgerle la parola,se ti parla non le rispondere,se viene dove sei te vai in un'altra stanza o esci di casa,se ti offende diventa aggressivo,alza la voce,dille parolacce,offendila e poi vai via in un'altra stanza..vedrai,risultati assicurati!!!! :wink:
Vecchio 08-07-2008, 21:46   #15
Principiante
L'avatar di Sassofonista93
 

nuuu , un buon rapporto si basa sulla comunicazionee :!:
Vecchio 10-07-2008, 04:13   #16
Principiante
L'avatar di serodopamino
 

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Originariamente inviata da Serotonino78
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Originariamente inviata da Serotonino2
:cry: meaaoooo
bau bau bau bau :lol:
ceres c'è
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