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Quando a rompere le scatole è la sorella
...A momenti mi vien da ridere se penso che ci sto scrivendo un post al riguardo.
Ad ogni modo, volevo esporvi una questione che mi interessa in prima persona. Che il sottoscritto, in passato, abbia ricevuto commentini ed offese gratuite da gente che conosceva poco (o per niente), si è ormai capito. E si è anche compreso che, a furia di riceverne, ho perso l'abitudine che avevo da bambino, cioè quella di incassare il tutto con un sorrisetto sarcastico o con una risatella sdrammatizzante, dicendomi "vabè, stanno scherzando, poi finiscono...". Continua, continua ed hanno finito, sì, ma un po' in ritardo. Attualmente, per quanto sembri strano, mi ritrovo con un carattere per metà autoironico e per metà paranoico (!). A seconda dei contesti, delle persone e tutto, posso "prendermi in giro da solo" e prendere in giro gli altri; non è che ci vada matto, sia chiaro, ma per vedere le cose con leggerezza ogni tanto non mi spiace di certo. L'importante è che non mi veda "surclassato" altrimenti, anche se fosse eccessivo restarci male, mi sembrerebbe di aver subito un torto. Solo che a differenza di prima, ora macchino vendette verbali. Vabè, questa era una piccola premessa caratteriale su di me. Vi dicevo, quindi, che generalmente cerco di vedere le cose in maniera più "soft". Alle volte, però, subentra il momento della "pesantezza" e non riesco a capire se il problema sia per l'appunto un semplice momento no, oppure se il tutto sia da ascrivere alla categoria di persone con cui ho ha che fare. Vi faccio un esempio: quando ero piccolo e tornavo da casa, magari non molto tempo dopo che mi avessero "dato" del ricchione, non necessariamente mi potevo rifugiare tranquillo in camera mia. A parte che la "cameretta" non ce l'ho mai avuta, perché l'ho sempre condivisa con le sorelle maggiori... Per l'appunto, una di queste sorelle mi diventò detestabile dal momento che sembrava sempre sapere su cosa insistere per farmi sentire male. Che so, tornavo da casa? "Heheh ma non ti piace nessuna, eh? No? Ah, ma sei ricchione?" e ridacchia. E ridacchia. E RIDACCHIA. E questo è andato avanti per anni. Tra parentesi, una volta provai a dirle anche che mi piaceva un signore - a detta sua io avevo la fortuna di avere le sorelle grandi quindi mi dovevo confidare se era qualcosa - e lei subito sparò "EHHHHHHHH (si, così, l'onomatopea è perfetta) ma tu mica sei ricchione...!" rise un po' e avviò a tirare fuori un sacco di argomentazioni spicciole per cui ero io ad esser confuso, sciocco ecc. ecc. - cose che tra l'altro mi dava anche fastidio sentire, visto che DA SOLO mi ero trovato tutte le possibili "auto-giustifiche"; non è che sentirle da lei, con quel fare da super maestrina, mi facesse particolarmente piacere. In un'altra occasione, ricordo che stavo quasi affogando in mare - cosa che tra l'altro, credo, mi abbia fatto un po' perdere l'interesse per il nuoto - e quando risalgo cosa fa, lei? RIDACCHIA. E mi prende in giro così, senza che io capisca il motivo. In tante altre circostanze, dato che lei è prepotente, ci siam litigati anche se poi ci siamo riappacificati. Attualmente ha avuto problemi con il fidanzato ed io, come sempre del resto, sono stato presente e l'ho ascoltata, consigliata ed aiutata - quest'ultimo a detta sua - tantissimo. Non so nemmeno a questo punto dove io trovi la "forza" di sentirla parlare, dal momento che in determinate circostanze mi diventa odiosa. E' capace di farmi irritare per motivazioni stupide. Per esempio ieri - qui in effetti c'è un po' da ridere; lei, per scansare un insetto, mosse la mano e l'insetto chiaramente "indipendente nel volo" stava andando a finire nel mio piatto. Così per giocare, le dissi che era colpa sua - anche se siccome gli insetti mi fan un po' senso, sembravo quasi serio - senonché lei si alterò e mi prende per scemo. Ok, fa niente, avevo iniziato io dopotutto. Dopo un paio d'ore stavo parlando con l'altra sorella sul fatto di essere "schifettosi" o meno in generale. E lei, la sorella "odiosa", che fa? "Ma comunque i maschi non devono essere schifettosi." Fa combutta con l'altra e ridacchia n'altra volta. Questa storia del "i maschi dovrebbero, i maschi dovrebbero, sennò son ricchioni" l'ha sempre tirata fuori. La patente, non ce l'ho ancora? Non è da maschi. So nuotare poco? Non è da maschi. Mangio le unghie? Non è da maschi. Mi fa schifo l'insetto nel piatto, la forchetta che qualcun altro si è messo in bocca? Non è da maschi. Cioè, io vorrei farvi capire - non è che se io sento pronunciare da qualcuno "non è da maschi" mi viene la mossa epilettica, per carità. Ma lei ha sempre, SEMPRE - diamine - tirato fuori questo discorso per quanto le avessi fatto capire che mi dava fastidio. Sempre, non se lo dimentica mai. Magari se altri (mai successo per ora) mi prendono in giro su questa cosa ci rido sopra - in fin dei conti non è nemmeno uno sfottò pesante, anzi, è una scemitaggine - ma io collego il fatto che mia sorella, specialmente in un brutto periodo, cioè quando avevo 15-16 anni, abbia insistito con questo genere di cose. Comunque ieri sera, siccome non ci ho visto più, son scattato e le ho tirato una scarica di insulti del tipo "ok, e allora le femmine si dovrebbero aggiustare i capelli se è chiaro che ce le hanno una schifezza, le femmine non si dovrebbero mangiare le unghie, le femmine non dovrebbero essere troppo basse e troppo secche e via discorrendo...". E finì lì. Ah, almeno si stette zitta. Stamattina s'è rizelata. Manco mi son alzato dal letto e ha avviato a dire "ma c'è qualcosa che non va, eh? ma io le cose a te le dico, tu a me no...". Mi siedo a tavola per la colazione e lei dice che LE HA DATO FASTIDIO che io le avessi dette tutte quelle COSE CATTIVE, che non si fa, che uno deve avere TATTO (!!!!!) che io sono una palla a prendermela e che non mi lascio scivolare le cose addosso - e quindi, secondo lei, siccome me la prendo non dovrei offendere così come ho fatto ieri. Io le ho detto che ogni volta che qualcuno mi manca di rispetto ormai deve incassare qualcosina di verbale. E che se non ha la decenza di tenersi la controrisposta, è peccato per lui/lei, perché farà la figura di quello che se la prende e del pesante. E soprattutto, le ho detto che lei mi irrita e che con altre persone questo non succede - quindi evidentemente più che essere io "una palla" (che io lo sia lo ammetto, ma lei non è da meno...) è lei a mancarmi di rispetto. E quella mi chiede pure: "Ah si? E con chi ti trovi e non ti irrita?" E io le ho risposto "la mia amica, e alcuni miei colleghi dell'uni". "Ah." ha detto. A me solo il fatto che mi abbia chiesto questa domanda mi fa venire voglia di prenderla a sberle. Morale: qui urge un giudizio di qualcuno che sia lucido e che nel contempo mi possa più o meno capire. Non posso dire di essere troppo permaloso, dal momento che non è vero, non lo sono con tutti e su tutto - ma sembra che lei sia capace di irritarmi particolarmente. La vedo sempre a ridacchiare, a tirare fuori battute sceme... Forse se io avessi con lei un buon grado di empatia e mi confidassi di più, le vorrei così bene da non farci caso.. Ma siccome a me non interessa avere lei come confidente, visto che per fortuna ne ho altri (e dalla sua domanda si deduce quasi che la cosa l'abbia "sopresa", figuratevi...) lei mi da fastidio e lo grido ad alta voce. Dopo aver scritto questo 'papiello' =p io stesso mi sto rendendo conto di averle dato troppa importanza ma sinceramente ieri dopo averla zittita mi sono sentito benissimo - infatti oggi questo le ho detto "se speri che ti chieda scusa, sei in errore, io ieri l'ho fatto per me". Son troppo fesso io o è lei che rompe le scatole quando si deve distrarre e che invece racconta i problemi tutta seriosa quando c'ha bisogno di essere consigliata? |
Mandala a quel paese e ignorala cristo santo, tira fuori un po' di dignità. A 20 anni suonati devi (si, devi) essere in grado di farti rispettare. Se ci tiene al vostro rapporto capirà che si comporta male e la smetterà, altrimenti non ci perdi nulla.
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Difficile entrare e provare a capire un rapporto tra fratello e sorella così, dall'esterno.
Che le battutine dette da lei (tua sorella) ti facciano più male di quelle degli sconosciuti (che hai imparato in qualche modo a neutralizzare) è tutto sommato normale: dalla famiglia ci si aspetta un po' di più, ci si aspetta di essere protetti e non attaccati. Quello che mi viene da dire è che probabilmente questo "attaccare" è per tua sorella l'unico modo che ha di relazionarsi con te. Sembra anche tenerci molto, a giudicare da come ha preso il fatto di non essere considerata tra i tuoi confidenti (d'altra parte mi pare di capire che tu per lei sei un punto di riferimento, quello che l'ha aiutata quando aveva problemi col fidanzato, per esempio). Avrei una domanda, alla quale se vuoi puoi non rispondere (o in privato se preferisci): quanto chiaramente lei hai parlato di te? cioè, lo hai mai fatto o hai dato per scontato che capisse da sé quello che per te tanto è evidente (magari prendendotela pure per la sua poca perspicacia, in caso non l'avesse ancora fatto ;))? |
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Tanto per la cronaca io ho un fratello maggiore che certe uscite nei miei confronti non se le sogna neanche di farle. Chissà perchè, eh? |
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Non era lì che volevo arrivare, Viridian. Non è che lei "non sa, e quindi parla". Casomai è vero il contrario, cioè che sa e quindi, a modo suo, parla (spero che questa possibilità non ti allarmi più di tanto). Potrebbe anche essere, cioè che voglia ferirti, non ho elementi per escluderlo del tutto. Ma secondo me no. Anzi è evidente che stia tentando in tutti i modi di avvicinarsi a te, proprio perché ci tiene (teme che tu non le voglia più bene). Tu però la respingi scambiando i suoi tentativi per attacchi, anche quando ti stupiscono per il tono stranamente meno canzonatorio.
Ora, secondo me, se tu comunque non saresti felice di parlare con lei (per inciso: non è detto che debba per forza diventare una tua confidente, anche se le dicessi che sei gay in modo inequivocabile, saresti tu a decidere i confini del vostro rapporto) dovresti farglielo capire chiaramente, altrimenti tornerà nuovamente "all'attacco" come del resto già tu stesso prevedi. In questo senso risponderle che non vuoi riempirle la testa coi tuoi "problemi" non è abbastanza chiaro, anzi è un messaggio che una sorella (magari preoccupata?) può fraintendere facilmente. Il punto è: quanto sei disposto, in questo momento, ad affrontare l'argomento senza svicolare, senza sentirti attaccato? (data l'ora tarda mi riservo la facoltà, domani, da sveglio diciamo, di ritrattare, ok? ;)) |
Non ci intendiamo molto io e te, eh. ;) (così imparo a rispondere ai messaggi in orari improbabili :))
Partivo da un'idea di sorella che m'era parso di poter mettere assieme con degli elementi sparsi nel tuo racconto. Un'idea di sorella che voleva tentare di recuperare un rapporto, in un modo magari un po' contorto e impacciato. Quindi qui Quote:
Ma questa mia idea di sorella non corrisponde alla (tua) realtà, evidentemente. In ogni caso mi guarderei bene dallo spingerti a dirle cose che non vorresti dirle. Quote:
Però ripeto, seguivo una mia idea, sai solo tu come meglio puoi affrontarla. :) * "m'ha bisbigliato: "ma secondo me ti piacciono gli uomini". Ed era più sul tono confidente-serio-pettegolo che non su quello da sfottitrice. Che poi non ho detto né si, né no - ma ho aggiunto che io, a differenza sua, non sento il bisogno di riempire la testa agli altri con i miei problemi" Ps: scusami se mi sono magari spinto un po' troppo oltre, con l'aggravante di non farmi capire nemmeno bene. ;) Spero di aver rimediato. :) |
mandala a fare in culo ,non capiscono un cazzo loro della tua situzione ...per loro e cosi' facile trovare la fidanzata o scherzare cosi' ma non hanno capito un cazzo i cosi' detti normaloni :evil:
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:cry: meaaoooo
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Si sente autorizzata a parlare in quanto sorella (pure maggiore) che forse soltanto di recente ha capito di non esserci stata davvero per te (e vuole, vorrebbe rimediare). E, secondo me, perché non sei chiaro abbastanza. Rassicurala 'sta povera sorella*, falle capire che ce la fai da solo (o comunque benissimo senza di lei), che apprezzi il suo interessamento ma che oltre non deve spingersi (se è questo che vuoi). Se vuoi ignorarla devi però farlo anche quando verrà a chiedere il tuo conforto al prossimo problema col fidanzato, o, che so io, anche solo per un unghia spezzata. Insomma, il messaggio deve essere chiaro. Sono sorelle, sono strane per definizione. ;) *a proposito: a me più che antipatia comincia a fare sempre più tenerezza, che ti devo di'. |
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Non la metterei nemmeno sotto l'ottica dell'antipatia o simpatia, secondo me è fuorviante in questo contesto (tra voi due, dico). Se come dici non cerchi nessun riconoscimento implicito (positivo), almeno - se vuoi ignorarla e che ti sia indifferente - non prendere nemmeno in considerazione un riconoscimento implicito negativo dei tuoi sforzi, come invece sembri fare con grande facilità. Vedi la reazione alla sua ultima uscita, per esempio: il suo punto di vista ("Ti vedo debole, emotivo.. Che ti fai problemi che non sussistono") diventa passivamente il tuo. Il punto di vista di una persona che ti conosce poco e/o male. Oppure la faccenda del mare: le raccomandazioni di una sorella (anche a tuo dire) preoccupata che suonano così "mi raccomando, fai quello che ti piace fare, se per esempio non ti piace andare al mare non ci andare... No vabè, poi magari qualche volta vacci perché uno sai, certe volte deve dirsi di fare cose che non gli piacciono...", con vari capitomboli e salti mortali (;)) si traducono in: "C'è anche in conto il fatto che io non sappia fare questi ragionamenti, che io sia così "debole e fragile" da non pensare nemmeno a una soluzione". Un attentato a tutto quello che hai. Ma che tu al mare ci eri andato la settimana scorsa, forzandoti proprio come adesso ti dice lei, e che ti sei detto che se una cosa non ti aggrada (dopo averla pure provata) non la fai (punto), lei lo sa? glielo hai detto? O era solo un pensiero che però lei è tenuta a conoscere? (da come lo racconti sembrerebbe così) In ogni caso, a me - da qui, dall'esterno - non pare affatto che da quella raccomandazione si possano trarre necessariamente quelle conclusioni. Non mi viene da aggiungere altro, per il momento(?) (spero di non fare altri danni :)) |
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Non ho ben chiaro se attribuisci a me quella frase che citi. Cioè, mi viene il dubbio. Stavo parafrasandoti in effetti: "Non puoi arrivare TU, bella, apprensiva e gentile e attentare a tutto quel che ho.". Già che ci sono: non l'ho nemmeno usata perché in qualche modo rifletteva il mio pensiero; a me non dai l'idea di essere "effettivamene poco forte", casomai soltanto troppo permeabile ai giudizi altrui (che non è indice di debolezza, ribadisco - non si sa mai :)). Se la precisazione ti risulta superflua, tanto meglio. :) |
Re: Quando a rompere le scatole è la sorella
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Ti posso dare come consiglio il metodo che uso io e che fino ad ora si è rivelato efficacissimo: Fai conto che sia un fantasma,non rivolgerle la parola,se ti parla non le rispondere,se viene dove sei te vai in un'altra stanza o esci di casa,se ti offende diventa aggressivo,alza la voce,dille parolacce,offendila e poi vai via in un'altra stanza..vedrai,risultati assicurati!!!! :wink: |
nuuu , un buon rapporto si basa sulla comunicazionee :!:
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